IL CURATORE DELLA EGEA SERVICE S.p.A
( ex ECO4)
HA CHIESTO
LA RESTITUZIONE DI 12 MILIONI DI EURO AI SINDACI E AGLI AMMINISTRATORI –
COINVOLTI POLITICI E COLLETI GRIGI -
PREVEDIBILI SVILUPPI ANCHE IN SEDE PENALE
Caserta ( di Ferdinando Terlizzi )-Su disposizione del giudice delegato della sezione fallimentare del Tribunale di
Santa Maria Capua Vetere, Dr. Salvatore
Arminio Rabuano, il Prof. Amedeo
Bassi, curatore fallimentare della Egea Service S.p.A.
( ex ECO4), dichiarata fallita con
sentenza del 4 aprile3 2008 ha contestato, a tutti i sindaci e gli
amministratori “di non aver agito, nelle
svolgimento delle mansioni della carica ricoperta, con la diligenza richiesta
dalla legge, e pertanto di aver cagionato alla società ed ai creditori sociali
danni ingiusti che devono essere risarciti”. I predetti danni si
fanno ascendere a circa 12 milioni di Euro ( quasi 25 miliardi delle vecchie
lire).
Il Fallimento intende esercitare ( artt.
146 L.F. e 2392 Cod.Civ. ) nei confronti di tutti i sindaci e gli amministratori succedutisi nel tempo, nella gestione del consorzio, l’azione di responsabilità, che è nel diritto della società e dei
creditori sociali.
In particolare – dopo l’espletamento di perizie contabili - il curatore ha contestato “solidalmente” numerose azioni che sembrano affette da simulazione o non perfetta credibilità.
In particolare – dopo l’espletamento di perizie contabili - il curatore ha contestato “solidalmente” numerose azioni che sembrano affette da simulazione o non perfetta credibilità.
Sono inficiate di cr edibilità: l’appostazione nel bilancio relativo
all’esercizio 2005 di proventi straordinari per euro 6.263.558,00 che si riferiscono ad un lodo arbitrale del 12 ottobre
2005 contro il comune di Castelvolturno
allora non definitivo ( e attualmente confermato dalla Corte di Appello di
Napoli ), con la quale sono state
mascherate perdite che avrebbero determinato lo scioglimento della società e il
divieto di nuove operazioni; mancanza di
iniziative per la esecuzione del lodo; riduzione
del crediti verso la controllante EGEA nel bilancio 2005 dell’importo di euro 2.077.255,10 e di riflesso la riduzione
dei debiti di quest’ultima di pari
importo, per effetto di una transazione avvenuta tra “controllante” e “controllata”, della
quale non è stata rinvenuta alcuna documentazione che possa fungere da supporto contabile della operazione.
Ed inoltre
viene ancora contestato da parte della curatela a sindaci e amministratori della fallita società
l’investimento irragionevole in titoli per euro 1.850.000,00 risultante dai bilanci 2004 e 2005 che ha causato danni quantificabili nella differenza tra interessi di mora –
corrispondente all’importo dei titoli - pagati dalla società e interessi attivi sugli
stessi titoli; andamento crescente anomalo ed ingiustificato dei costi e oneri di gestione nel
bilancio 2005 a fronte di un progressivo calo della produzione;
operazioni simulate di nolo a freddo negli esercizi 2003, 2004 e 2005 soprattutto ma non esclusivamente con la società per operazioni inesistenti.
operazioni simulate di nolo a freddo negli esercizi 2003, 2004 e 2005 soprattutto ma non esclusivamente con la società per operazioni inesistenti.
L’elenco delle irregolarità è lungo e il lavoro
dei periti del Tribunale è stato onerose e dettagliato ma poi ha evidenziato
alla curatela le diecine e diecine di operazioni che – definire azzardate ci si
perderebbe veramente. E’ stata rilevata la maturazione “ingiustificata” nel nei bilancio 2005 di interessi di mora
ci collegati al debito verso Fibe Campania.
Ma l’esempio più eclatante di come avviene
lo sperpero del denaro pubblico è rappresentato dai costi sostenuti nel 2005 per lavori inesistenti
eseguiti da CELP srl, ed
Il conseguente annullamento
ingiustificato del credito verso FIBE S.p.A. negli esercizi 2005 e 2006; nonché
il reperimento e mancata consegna dei beni
risultati dal libro cespiti ammortizzabili al 31.12.2005.
All’ex amministratore Unico della EGEA spa in carica nel 2007, viene inoltre addebitato
il mancato esercizio dell’azione di responsabilità sollecitato dall’azionista di
maggioranza nonché quattro cessioni di credito, del 22
gennaio 2007, in favore di FLORA AMBIENTE ( che faceva capo alla
famiglia Orsi con Flora e Antonietta) ritenute dalla
curatela “illecite preferenziali e viziate da conflitto di inter3essi”.
E’ stata anche contestata ( ma il curatore ha tentato anche
di interrompere le eventuali prescrizioni ) la
mancata rilevazione delle perdite già a partire dal 2004 ( collegate
alla inesigibilità dei crediti verso i Comuni ) e la illegittima e dannosa
continuazione della attività sociale.
Di tali addebiti sono chiamati a rispondere gli
amministratori e sindaci della società
fallita, gli amministratori di fatto della stessa, e ai sensi dell’art. 2055 c.c. gli
amministratori della srl Flora Ambiente, società che ha costituito lo strumento per l’ illecito.
fallita, gli amministratori di fatto della stessa, e ai sensi dell’art. 2055 c.c. gli
amministratori della srl Flora Ambiente, società che ha costituito lo strumento per l’ illecito.
La S.p.A. EGEA sorta sulle ceneri
dell’ECO4 ( a sua volta sciolto dal commissario Dr. Alberto Stanchelli nel 2008 e il prosieguo della gestione affidata
al Generale di Brigata dei Carabinieri Achille
Foggetti ) aveva quali soci i comuni di Bellona, Calvi Risorta, Camigliano,
Cancello e Arnone, Carinola, Castelvolturno, Cellole, Falciano del
Massico, Francolise, Giano Vetusto,
Grazzanise, Mondragone, Pastorano, Pignataro Maggiore, Roccamonfina, S. Maria
La Fossa, Sessa Aurunca, Sparasnise, Teano,
e Vitulazio.
Il primo commissario prefettizio è stato il Dr. Gerlando Iorio, da Recale; il presidente del collegio sindacale è stato Bruno Carrieri, da Castelvolturno; e sindaci Valerio Mozzillo ( Cellole); Agostino Martino, ( Calvi Risorta); Concetta Paolo,( S.Maria C.V.); Francesco Russo, ( procuratore, S. Maria C.V. ) e Francesco Massaro (Caserta, procuratore speciale).
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