Translate

sabato 17 agosto 2013

GLI ARRESTI E PER LE SPECULAZIONI DI BAIA DOMIZIA DOPO IL DOSSIER DI SILVIO BERTOCCI


 

 IL DUALISMO TRA BAIA DOMIZIA E PINETAMARE – BOSCO CONTRO IANNIELLO LA PROCURA ARRESTA TUTTI



 

     Sessa Aurunca  ( di Ferdinando Terlizzi )-  La storia non è breve. Comincia con l’avvento al potere municipale di Sessa Aurunca del notaio Federico Girfatti, all’epoca umile servitore di Giacinto Bosco (padre del senatore di Forza Italia Franco Girfatti), il quale nell’interesse della “collettività”, vendette 2.500 ettari di terreno (quasi 9 chilometri di pineta), alla società “Aurunca Litora”.  Prezzo al metro quadrato: lire 418. Istruì le relative pratiche notarili e, ad affare concluso, intascò le relative parcelle.  Fu allora, come per incanto che nacque la Banca Popolare Massicana!
      Correva l’anno 1962, e mentre in un’aula di giustizia italiana due ragazzi venivano condannati a parecchi mesi di reclusione per avere allungato le mani in una cesta di mele, l’allora maresciallo dei carabinieri, Gennaro Cannavacciuolo, già comandante della stazione di Monte S. Biagio in provincia di Latina, recapitava al domicilio di ciascun consigliere comunale di Sessa un “plico raccomandato”.  Conteneva, per tacitare, una manciata di milioni. Si disse di una bustarella di venti milioni. Una miseria,  10 mila euro di oggi.
     Si metteva in moto così una delle più grosse macchine della speculazione edilizia del Casertano. Migliaia di alberi falcidiati, dieci chilometri di spiaggia ingabbiati, ed ecco una lava di cemento invadere i campi, dare al paesaggio l’aspetto d’una sterminata piantagione di piloni che via via assumevano l’aspetto di grandiosi mostri. Una giostra di miliardi, un’operazione vertiginosa d’investimenti, un movimento di corruzione implacabile, che penetrava fin nelle ossa degli organi dello Stato, e che perciò si riteneva al riparo da qualunque attacco, anche se sferrato con la carta bollata.
     Così Baia Domizia assumeva in breve tempo l’aspetto d’una piccola città autosufficiente. Come a Pinetamare: decine di hotels, centinaia di appartamenti, ville, negozi, cinema, impianti sportivi, piscina, “drug-store”. E tutto ciò mentre più bruciante era l’esodo emigratorio e inumane le condizioni di vita dei mandriani della zona.
     Mentre a Sessa Aurunca aumentavano le file dei disoccupati. E per questo, la popolazione di Sessa, offesa, scese in piazza e cacciò via dal municipio il notaio Federico Girfatti (lo stesso fenomeno accadrà a Castelvolturno nel 1969 sotto il sindacato Scalzone).  A lui successe il professor Franchino Ianniello,  definito dalle cronache dell’epoca “uomo assai abile in affari politici, ossia  l’“anima nera” dei deputati, Elio Rosati  da Maddaloni  e Vincenzo Mancini da Teano , e, ancora: “Mobutu”, per il terzo mondo casertano. Ianniello,  che era insegnante di tedesco, quasi incomprensibile nelle espressioni di italiano… attraverso una trama di episodi noti e oscuri, arrivò perfino a conquistare la segreteria provinciale del partito.

     Quella volta però,  in aperto dissenso con Giacinto Bosco, per cui non tardò a pagare lo scotto del suo voltafaccia. Bosco infatti, dimostrando quanto peso avesse la sua egemonia, costrinse Ianniello a scendere da cavallo. Tornato a Sessa nell’imminenza delle amministrative, il popolare Franchino entrò nella mischia a testa bassa, furioso come un toro nell’arena. A capo d’una lista civica, raccolse più suffragi di quella democristiana. Una bella soddisfazione, ma fu espulso dal partito. Dopo qualche anno però, le dissidenze furono appianate e si arrivò a una riconciliazione generale in termini politici e elettoralistici.
      Le spese di carburazione per la realizzazione di siffatto accordo furono sostenute, secondo talune fonti, dall’Aurunca Litora, verso i cui soci si indirizzava l’ammirazione di Ianniello per ciò che si fidavano di fare.
Cresceva intanto l’“astro” Giuseppe Santonastaso, che, eletto senatore nel collegio di Caserta, lasciava vacante il posto di segretario provinciale della DC.  A quel posto si è insediato ancora una volta Ianniello, e ancora una volta i fulmini dei Bosco hanno tentato di colpirlo.
“ I focolai di mobilitazione contro Ianniello  - scrisse l’inviato de “L’Avanti!”, Antonio Piscitelli,  non si sono ancora spenti. Due schieramenti si fronteggiano. Da una parte i fanfaniani di Manfredi Bosco e i forzanovisti, dall’altra i fanfaniani di Giuseppe Santonastaso e i morotei primeggiano nella bagarre. Pinetamare contro Baia Domizia, si direbbe. È opinione diffusa infatti, visto ciò che si continua a verificare al comitato provinciale, che lo scontro frontale non ha niente di ideologico e di politico. “Hanno messo Fanfani spalla a spalla con se stesso”, ci diceva l’altra sera l’on. Camillo Federico (omonimo dell’avvocato Camillo Federico junior , che sta ripercorrendo le orme dello zio, cimentandosi in politica, nel sociale e nella professione, anche con incarichi universitari di notevole rilievo. E’ attualmente consigliere Provinciale in quota UDC    N.d.R.), aggiungendo a commento: “È questo il solo fatto politico di rilievo a Caserta”.
     “Anche la questione di Cellole – scriveva il collega Piscitelli  inviato di ABC e redattore de “L’Avanti!” -  “che ha ottenuto l’autonomia amministrativa, sembra assai poco politica. Nel delimitare i nuovi confini di Cellole e di Sessa, contro la stessa volontà del consiglio, la giunta regionale non attribuiva 5.000 ettari di territorio, a destra e a sinistra della Domiziana, al comune di Cellole. Se si pensa che a Baia Domizia, quel terreno venduto a 418 lire il metro quadrato oggi è venduto a lire 40.000, si hanno forse le dimensioni esatte della causa principale della disputa per la definizione delle rispettive circoscrizioni comunali”.
     “Molti pezzi da novanta democristiani sparano a zero su Cellole, forse su ordine dell’”Aurunca Litora”. La partita comunque non è ancora chiusa. Il Comitato regionale di controllo sugli atti degli enti locali, ha respinto infatti la deliberazione della giunta regionale, perché carente di motivazione, facendo tornare l’intera vicenda al punto di partenza”.
     “Bosco intanto continua a presenziare a Pinetamare a manifestazioni “culturali”, artistiche e mondane. Sabato 7 settembre era attorniato dal senatore Mattia Coppola, da Michele Cascetta, Alberto Servidio e Luigi Falco (  Mattia Coppola era senatore Dc di Aversa, imparentato con i Coppola del Villaggio e con Franco Girfatti; Michele Cascetta era consigliere regionale Dc,  poi divenuto Presidente; Alberto Servidio un dc doc,  fu anche presidente della Regione Campania e Luigi Falco, nativo di Tora e Piccillo,  ma radicato a Sessa Aurunca, un fratello magistrato a Napoli, fu anche Presidente dell’Amministrazione Provinciale e più volte candidato alla Camera dei Deputati: un signore di altri tempi. N.d.R.)   Occasione d’incontro: l’inaugurazione di un centro internazionale dell’arredamento (CIA, un accorsato negozio che è poi fallito nel 2004 e l’immobile è stato venduto all’asta pubblica. N.d.R.)”.
     “Pronta risposta di Santonastaso – riportava  “Il Roma” di Achille Lauro, nelle “Noterelle di Fine Settimana”   a firma di Federico Scialla.   “A Baia Domizia, domenica 8 settembre. C’erano Franchino Ianniello, Vittorio Gasparin, Domenico Ievoli, Dante Cappello e il prefetto Gabriele Crisopulli, per l’assegnazione del premio internazionale di pittura e grafica, patrocinato da mecenati quali il notaio Girfatti, fondatore della fiorente Banca Massicana, e il commendator Raffaele Di Giovanni, noto speculatore edile che vanta alte protezioni non solo politiche (è noto perché con una licenza edilizia per la costruzione di 60 appartamenti presso Baia Domizia, ne ha invece costruiti 600, aggiungendo semplicemente uno zero e scatenando così appetiti e nello stesso tempo una rissa generale).
     “Chi tiene il controllo delle “operazioni domiziane” è la DC. – scriveva L’Unità  a firma di Mario Bologna ( il giornalista Bologna, casertano, comunista della prima ora   è stato poi responsabile stampa di Antonio Bassolino N.d.R. ) Perciò tra i suoi vertici non v’è pace. I partiti minori tacciono. Taluni sindacalisti si sono limitati qualche volta a dare soltanto un’occhiata ai cantieri. La magistratura non è sempre messa in condizione di intervenire. Perché tutto questo silenzio?”.
    Ma poi la magistratura intervenne. Ci fu anche un phamplet “Dossier Baia Domizia” scritto da Silvio Bertocci che era stato per anni segretario dell’On. Baldassarre Armato. Il Sostituto Procuratore della Repubblica Gianfranco Izzo fece arrestare un avvocato ( che aveva fatto il mediatore per Baia Domizia)  e molti politici locali… Furono rinviati a giudizio tutti i consiglieri comunali dell’epoca.



Nessun commento:

Posta un commento