L’Italia è un Paese che si vanta di aver promosso la moratoria della
pena di morte, eppure mantiene nel proprio ordinamento penitenziario una pena
di morte mascherata, o come la chiamo io, la “Pena di Morte Viva”. L’ergastolo,
soprattutto quello ostativo che non prevedere nessun beneficio e che di
conseguenza condanna ad un reale fine pena mai, a morire in carcere, è peggiore
è più crudele della pena di morte, perché ti uccide un po’ ogni giorno. Che
senso ha murare vivo un uomo fino alla fine dei suoi giorni? Non è più
compassionevole ucciderlo subito? In Italia ci sono più di 100 ergastolani che
hanno superato i 30 anni di detenzione e che non hanno ad oggi nessuna
prospettiva di morire fuori dal carcere. Ma se l’articolo 27 della nostra
Costituzione dice che le “pene devono tendere alla rieducazione del condannato”
che senso ha rieducare una persona per portarla rieducata alla tomba? Molti di
noi preferirebbero fare dei lavori socialmente utili, ripagare il male con il
bene, invece che sprecare la vita in carcere, dove non esiste speranza, né
futuro. Noi non siamo né vivi né morti, solo delle ombre senza futuro. Il carcere non è la medicina, è la malattia.
Il carcere non migliora una persona, solo il tempo e il lavoro interiore ci
rendono uomini diversi. Anche la scienza sostiene, e lo spiega bene il prof.
Umberto Veronesi, che dopo tanti anni l’uomo di oggi non è più lo stesso del
reato: il nostro cervello è completamente nuovo e diverso, molti di noi sono diventati uomini nuovi, perchè allora continuare a
punirci? Che c'entriamo noi con quelli che eravamo prima?
Nella vita di un ergastolano non
ci sono più speranze, né futuro. Non c’è più niente. Solo
sofferenza perché il tempo passa e non abbiamo più nulla da aspettare. Siamo
destinati per tutta la vita a stare nell’ombra e a morire di vecchiaia murati
vivi nelle nostre celle. Questo è un errore, oltre che un orrore, per un Stato
patria del Diritto e della Cristianità. La giustizia è tale quando è
retributiva, non quando è vendicativa. Uno Stato che si mette alla pari di chi
vuole punire, non rieduca e alla fine chi è stato un carnefice diventa
anch’essa vittima. Anche gli ergastolani sono per la certezza della pena, ma
vanno oltre: vogliono anche la certezza di un fine pena. Non è giusto il carcere a vita perchè il male
non potrà mai essere sconfitto con altro male e non serve a nessuno la
sofferenza di un uomo destinato a morire dentro una cella che è già la sua
tomba.
Carmelo Musumeci
2013
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