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lunedì 14 ottobre 2013

UN PENTITO CON UN ANNO DI MILIZIA CAMORRISTICA CHE RACCONTA UNA VITA DI SOPRUSI

     UDIENZA DENSA DI COLPI DI SCENA AL PROCESSO ECO4 CONTRO NICOLA COSENTINO. IL PRESIDENTE GUGLIELMO SI E’ FRATTURATO UNA COSTOLA – ESAME E CONTRO ESAME DEL COLLABORATORE PIERO AMODIO . PREVISTA L’ESCUSSIONE DI LUIGI GUIDA E ANNA CARRINO PER LE PROSSIME UDIENZE


     SANTA MARIA CAPUA VETERE – Il primo colpo di scena – ieri mattina –  nel processo a carico dell’ex sottosegretario On. Nicola Cosentino – accusato di concorso esterno in associazione mafiosa – più conosciuto come processo ECO4, è stato quello di prendere atto che il Presidente titolare della Sezione era stato vittima di un incidente domestico riportando la frattura di una costola. Al Dr. Gianpaolo Guglielmo,  auguriamo una pronta guarigione. Al suo posto si è insediato il Dr. Luigi D’Angiolella ( che già conosce il processo per essere stato da tempo giudice a latere ) coidavato da due magistrati donne: la Dr.ssa Rosaria Dello Stritto e la Dr.ssa Alessandra Vona.


     La pubblica accusa – come sempre – era rappresentata dal Dr. Alessandro Milita della  Procura  Antimafia di Napoli. Presenti  gli avvocati difensori di Cosentino, Stefano Montone e Ferdinando Letizia. Per il testimone assistito Piero Amodio  da Capua – collaboratore di giustizia  - e accusato di reato connesso era presente l’avv. Raffaella Cipullo.

     Il collaboratore di giustizia – su specifica domanda dell’accusa – ha esordito  di essere sotto programma di protezione ed era collegato in video conferenza da un sito remoto. Sono stato tratto in arresto nel 2004 per sequestro di persona e nel 2005 per esrtorsione ad alcuni commrcianti di Casagiove e Santa Maria Capua Vetere quale referente del clan dei casalesi. Ero in  stretto con tatto con i vertici di “cosa nostra caserta”: Nicola e Massimo Alfiero, Raffaele Bidognetti, Giuseppe Cirillo. Per un certo periodo di tempo – prima di entrare in ballo con la questione dei rifiuti – mi sono occupato di commercio di alto estere.

    A quale livello di importanza era il vostro referente Nicola Alfiero – ha chiesto il piemme Milita. E il teste ha precisato che – secondo quanto gli era stato riferito – l’Alfiero era paragonabile alla potenza camorristica di Luigi Guida, detto,  “O’ ndring”. In quel periodo ho molte volte assistito lo stesso che impartiva ordini ai collaboratori di Nicola  Schiavone.

     In quel periodo 2003 – 2004 Raffaele Bidognetti e Antimo Perreca ( che facevano parte del gruppo Schiavone ) mi indussero ad occuparmi di rifiuti prospettandomi lauti e facili guadagni. Nel corso  di questi contatti – ha ancora detto Piero Amodio – ho conosciuto Nicola Schivone, Cesare Bianco, Giovanni Della Corte, Sebastiano Caterino, Nicola e Oreste Sachiavone.  
    Gli stessi poi mi presentarono Nicola Ferraro,  tramite Nicola Alfiero e Antimo  Perreca. La Eco Campania aveva delle quote in CE3 e ACSA3. Detta società ambiva ad avewre l’appalto per la raccolta dei rifiuti in 17 comuni della Provincia di Caserta e molti sindaci ( compreso i comuni di sinistra  S. Flice e Marcianise i cui sindaci erano Pasquale De Lucia e Filippo Fecondo )  avevano votato in tal senso. Io ero socio di minoranza di “Iniziative Ecologiche” che aspirava ad avere la raccolta e la bonifica delle gomme vecchie. ( la società era mista il 51% pubblico ed il 49 privato ). Uno che era molto interessato e anc he competente – che mi ha guidato nel settore – era Antonio Scialdone -  il quale mi aveva prospettato rilevanti appalti per alcuni comuni vesuviani. Si parlava allora di circa sei milioni di Euro. 
    Sempre su impulso del pubblico ministero il collaboratore Amodio ha detto che in quel settore della raccolta dei rifiuti – specialmente in provincia di Caserta – dettavano leggi e facevano il bello e cattivo tempo tutti i clan camorristici e tutti i politici di rilievo. Io ero in quota PRI e come tale venivo invitato da tutti  perché appoggiavamo Forza Italia.
     Io con la mia quota dal 6% contavo zero e quindi mi rivolsi a Nicola Cosentino che mi presentò Franco Cundari che mi avrebbe dovuto favorire per la richiesta di aumento di quota.
    L’approccio con l’on. Cosentino mi fu fatto tramite il vice comandante dei vigili di Casagiove Nicola Altiero. Poi il collaboratore ho siegato che tutti i componenti della direzione o presidenza dei consortzi dell’immondizia era reclutata tra i politici trombati: vi erano L’avv. Francesco Cundari,  Carmine Bevilacqua, Antimo Moretta., Vito Iannotta, Giuseppe Valente; ma nessuno di loro aveva competenza specifica oltre allo Scialdone che aveva avuto esperienze con le società di Nicola Ferraro.
    La guerra – però – ha precisato Amodio è iniziata allorquando i clan contrapposti ( fazione Bidognetti contro fazione Schiavone ) hanno iniziato a fronteggiarsi per far fuori Nicola Ferraro e inserire i fratelli Sergio e Michele Orsi,.
    Molti problemi si presentarono allorquando si pretendeva da parte di Nicola Ferraro,  di far assumere i debiti ed in particolare il fine rapporto di ogni dipendente  dall’ACSA ( si parlava di debiti per circa un milione di euro ).
    Noi repubblicani ci opponemmo ma non solo venimmo richiamati dal nostro diretto superiore a Roma l’on. Francesco Lugara,   ma fummo più volte minacciato dalla camorra. Ma tutto il vertice del consorzio era minacciato dalla camorra ( Mario Melone, Carmine Bevilacqua, Franco Cundari). Secondo il collaboratore di giustizia – più volte però smentito  in sede di controesame – tutto era subordinato al volere di Nicola Cosentino. Alla raccolta dei rifiuti erano interessati tutti i clan: Belforte, Trombetta, Musone, Di Fuccia, Froncillo, Schiavone, Bidognetti, Peppe Russo ( il padrino ).  
   In sede di contro esame è venuto a galla che il collaboratore di giustizia è accusato di stupro e violenza sessuale ( contro due rumene )  oltre che di estorsione e di essere stato coinvolto in procedimenti che hanno visto protagonisti rappresentanti della Forze dell’Ordine ( polizia e carabinieri ). E’ emerso inoltre che il Servizio Centrale del Ministero  ( per via del fatto che lui si era fatto raggiungere dalla sua compagna e dalla figlia di questa ultima  nel sito protetto )  ha chiesto la revoca del programma di protezione.  Lui ha fatto ricorso al Tar che ancora non si è pronunciato. E’ venuto anche fuori una “querelle” con il fratello che è un noto avvocato civilista della zona-.
Ha poi “svelato” il segreto dell’impianto di un distributore di benzina installato a Casagiove – concesso da Giovanni Cosentino – fratello di Nicola su alcuni terreni che interessavano politici locali e il vice comandante dei vigili urbani.
    L’udienza è stata poi aggiornata al 28 ottobre presso l’aula bunker del carcere,  dove avrà luogo il termine del controesame di Luigi Guida. Nella stessa giornata sarà sentito l’ufficiale dei carabinieri Giovanni Civitillo che redasse il verbale su alcune intercettazioni. E’ stato inifine stabilito che per l’udienza del 4 novembre dov rà essere sentita la collaboratrice Anna Carrino già compagna di “cicciotto”, Francesco Bidognetti. 


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