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giovedì 22 agosto 2013

AMNISTIA SE NE PARLA LA CHIESE PERFINO IL PAPA MA QUESTI CIALTRONI DEL PARLAMENTO FANNO LA MELINA: VERGOGNA

 



    

Giustizia: il ministro Cancellieri; sì amnistia, decreto carceri non metterà in giro delinquenti

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Asca, 22 agosto 2013

"Il sovraffollamento è il problema centrale, ma non è l'unico delle nostre carceri, serve più in generale una filosofia nuova di intendere il carcere nel nostro Paese". Lo ha affermato a "Prima di tutto", su Rai radio 1, il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri.
Rispondendo a chi sostiene che il decreto "svuota carceri" non risolverà il problema del sovraffollamento, il ministro ha spiegato che "hanno assolutamente ragione, il decreto è solo il primo passo di una serie di misure che stiamo preparando.
Agiremo su diversi fronti per rispondere alla Corte europea dei diritti dell'uomo: sull'applicazione del regolamento penitenziario che è illuminato ma non viene applicato in tutte le carceri, faremo nuove norme di depenalizzazione, ricorreremo ancora di più alle misure alternative e stiamo anche procedendo sul fronte della riorganizzazione delle carceri e sulla costruzione di nuovi padiglioni, ad esempio siamo assolutamente carenti sui luoghi comuni, come le mense, molti detenuti mangiano in cella".

Il ministro Cancellieri ha poi risposto alle critiche di chi sostiene che il provvedimento metterà in circolazioni migliaia di delinquenti: "Assolutamente no - ha spiegato - non metteremo in circolazione chi è socialmente pericoloso, ma ci sono tanti che hanno commesso fatti penalmente rilevanti e possono pagare la loro colpa lavorando. Per i reati previsti da questo provvedimento il rischio assolutamente non c'è".

Sono favorevole all'amnistia

Anna Maria Cancellieri è favorevole all'amnistia. Il ministro della Giustizia l'ha detto in un'intervista al Sussidiario.net, precisando però che la decisione non è un suo compito. "La mia opinione personale è favorevole all'amnistia, oltre che per motivi umanitari anche perché ci darebbe l'opportunità di mettere in cantiere una riforma complessiva del sistema penitenziario; ma come ho detto più volte è un provvedimento che tocca al parlamento. Mi rimetto alle scelte della politica".

E le carceri sono piene anche di immigrati: "La pena ci deve essere per chi ha commesso reati ed è stato giudicato: italiano o straniero che sia. Ma è evidente a tutti che il tema dell'immigrazione, che è globale ed è addirittura biblico, non si governa col carcere". Cancellieri ha spiegato poi a Prima di tutto, su Radio Uno: "Il sovraffollamento è il problema centrale, ma non è l'unico delle nostre carceri, serve più in generale una filosofia nuova di intendere il carcere nel nostro Paese".
A chi dice che il decreto svuota carceri non può risolvere il problema, il ministro ha risposto: "Hanno assolutamente ragione, il decreto è solo il primo passo di una serie di misure che stiamo preparando. Agiremo su diversi fronti per rispondere alla Corte europea dei diritti dell'uomo: sull'applicazione del regolamento penitenziario che è illuminato ma non viene applicato in tutte le carceri, faremo nuove norme di depenalizzazione, ricorreremo ancora di più alle misure alternative e stiamo anche procedendo sul fronte della riorganizzazione delle carceri e sulla costruzione di nuovi padiglioni, ad esempio siamo assolutamente carenti sui luoghi comuni, come le mense, molti detenuti mangiano in cella".
Cancellieri ha risposto anche alle critiche di chi sostiene che il provvedimento rischia di mettere in circolazioni migliaia di delinquenti: "Assolutamente no, non metteremo in circolazione chi è socialmente pericoloso, ma ci sono tanti che hanno commesso fatti penalmente rilevanti e possono pagare la loro colpa lavorando. Per i reati previsti da questo provvedimento il rischio assolutamente non c'è".
Il ministro ha anche parlato a Prima di tutto, su Radio Uno, dando la sua opinione sull'applicabilità della legge anticorruzione al caso di Silvio Berlusconi. "Credo che il governo debba stare a guardare perché c'è la competenza assoluta del Senato, è un dovere che il Senato faccia la sua parte e il governo farà la sua quando sarà chiamato a farla. La legge Severino l'abbiamo fatta in collaborazione tra il ministero della Giustizia, degli Interni e della Pubblica amministrazione. Leggendo i giornali vedo che illustri giuristi e professori hanno posizioni opposte in materia, tutto con motivazioni giuridiche molto forti".
Sulla durata dell'esecutivo il ministro ha precisato: "Io mi ispiro a questo aforisma: fai quel che devi, accada quel che può". Certo non si può più evitare di affrontare il tema della Giustizia: "Per la politica è un momento delicato, capisco che è difficile mettere in cantiere una riforma vera oggi. Ma ha ragione il presidente Napolitano: abbiamo il dovere di provarci", ha detto al Sussidiario.net. Per la Guardasigilli due sarebbero i punti chiave della riforma: "La certezza dei tempi della giustizia e la certezza della pena. Con queste due certezze i cittadini forse comincerebbero a ritrovare più fiducia nella giustizia".

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