Prende il via a Sessa Aurunca per il secondo anno il progetto
“ADOZIONE DI STILI DI VITA ED EQUITÀ
IN SALUTE” PROMOSSO DALLA REGIONE CAMPANIA”
Sessa Aurunca - L’iniziativa nasce dalla
constatazione che “le cattive abitudini alimentari e la ridotta
attività fisica” sono tra i fattori determinanti gravi e diffuse patologie. In
Italia 11% della popolazione adulta è obesa e il 32% in sovrappeso. Quest’anno
il progetto si realizzerà nelle scuole primarie e medie di Castelvolturno, Mondragone
e Sessa Aurunca, con la partecipazione dell’Istituto Superiore Taddeo da Sessa e il
Liceo classico A. Nifo.
Gli studenti
di età compresa tra 11-18 anni, parteciperanno ad un percorso educativo
curricolare in linea con le indicazioni della ricerca scientifica per la
promozione di comportamenti salutari, svolto da insegnanti che saranno formati
e sostenuti dal gruppo di lavoro ASL Caserta,
costituito dalla dott.ssa Flavia
Bergamasco Responsabile dell’Uosd, Educazione alla Salute e referente regionale
della macroarea IV progetto “Equità in Salute”; dalla Dott.ssa Franca Serino, biologa nutrizionista
del Servizio CAD e referente per l’educazione alla salute del DS 23 e del Distretto
14 che ha organizzato in loco le
attività progettuali e supporterà i docenti durante il percorso educativo; dal Dott. Claudio
Briganti, responsabile UO Medicina Sportiva; dalla Dott.ssa Loredana Casto, biologa del Servizio
Igiene degli alimenti e nutrizione e Responsabile dell’Ispettorato micologico;
dal Dott. Claudio Mingione, endocrinologo-pediatra
dell’ UO Materno infantile e dal Dott. Gianpaolo
Antonucci, Presidente della Juve
Caserta Academy. Come è noto il 24% negli undicenni, il 22% nei tredicenni e
il 20% nei diciassettenni è in sovrappeso. Tali condizioni sono determinate da
cattive abitudini alimentari e da un’inadeguata attività fisica. Alcuni dati
sono indicativi: solo un adolescente su 5 mangia verdura tutti i giorni, solo
il 42% dei soggetti di 11 e 13 anni e il 37% di quelli di 17 anni. L’obiettivo generale che il progetto intende
perseguire è quello di promuovere azioni di discriminazione positiva a favore
delle persone e delle comunità che risultano più fragili, neutralizzare o
quantomeno, ridurre il carattere del prefisso disuguaglianza, incentivare
la ricerca di strategie che rendano la
rete di offerta di salute, sempre più e meglio, orientata all’equità, e, nello specifico ottenere è una riduzione
delle patologie e disturbi conseguenti ad una cattiva alimentazione e una
scarsa attività fisica, il miglioramento dei comportamenti alimentari e l’incremento dell’attività fisica.
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