TAVOLA ROTONDA “LA NUOVA SFIDA DELLE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI:
RAPPRESENTANZA QUALIFICATA E AGGIORNAMENTO PERMANENTE”
Relatori:
Salvo Barrano (presidente ANA), Roberto Knobloch (Direttivo Nazionale
ANA), Giuseppina Manca di Mores
(vicepresidente ANA), Giuseppe Pino
(vicepresidente Confassociazioni Cinema Arte e Teatro), Guglielmo Emanuele (consiglio generale ConfProfessioni e Presidente
SinGeoP).
SALVO
BARRANO introduce la Tavola Rotonda presentando gli ospiti e annunciando l’imminente
ammissione dell’ANA in ConfProfessioni.
ROBERTO
KNOBLOCH presenta un breve quadro degli elementi che caratterizzano il lavoro
archeologico in Italia, sottolineando da una parte come esso presenti ormai
tutte le caratteristiche del lavoro professionale, dall’altra come tuttavia ad
esso manchi di un completo riconoscimento a livello giuridico, essendo
l’attività archeologica definita dalla legge italiana come un’attività di
riserva statale, benché svolta prevalentemente da liberi professionisti singoli
od organizzati in imprese, sia una consapevolezza di categoria da parte degli
stessi archeologi.
GIUSEPPINA
MANCA DI MORES aggiunge come proprio l’incapacità dei singoli archeologi di
fare rete sia la causa principale della fragilità della professione, nonostante
i cospicui progressi legislativi introdotti dalla Legge 110/2014, dalla
ratifica della Convenzione di Malta e dalla Legge 4/2013 sulle professioni non
ordinistiche. Sottolinea inoltre come proprio la sottovalutazione del ruolo dei
liberi professionisti, sia da parte delle istituzioni sia da parte degli stessi
archeologi, contribuisca a un uso distorto del volontariato che viene adoperato
per coprire attività che invece costituiscono il mercato del lavoro per gli
archeologi professionisti. La battaglia condotta dalle associazioni
professionali per il riconoscimento giuridico della professione ha costituito
il necessario presupposto per poter rivendicare l’assegnazione in via riservata
di tali attività agli archeologi dotati dei titoli necessari; ora occorre che
la politica compia i giusti investimenti in questo settore, considerato
strategico per lo sviluppo del Paese.
GIUSEPPE
PINO porta l’esempio del lavoro nel campo del cinema, teatro e spettacolo,
evidenziando le analogie con il mercato del lavoro archeologico (copresenza di
lavoro pubblico e privato, difficoltà per i lavoratori del settore, inquadrati
in condizioni contrattuali differenti, a identificarsi in un’unica categoria,
carenza di spirito imprenditoriale). Porta tuttavia anche esempi virtuosi, nel
campo della gestione dei teatri stabili, che hanno saputo coniugare spirito
imprenditoriale e sensibilità culturale, contribuendo a produrre profitto e
posti di lavoro stabili.
GUGLIELMO
EMANUELE porta l’esempio del ruolo delle associazioni professionali nel caso
dei geologi, sottolineando l’importanza della formazione continua e
dell’aggiornamento professionale. Rimarca inoltre l’importanza di fare rete da
parte dei professionisti non solo come categoria, attraverso lo strumento
associativo, ma anche a livello lavorativo, ad esempio attraverso la formula
della società cooperativa.
Segue
una discussione con interventi dal pubblico (Paolo Gull, Carlotta Bassoli) che
chiariscono come nelle attività archeologiche inerenti alla filiera
dell’edilizia si verifichi un uso distorto dell’attività di impresa di tipo
cooperativo, che non mette affatto al riparo dalle bad practices
dell’outsourcing e del lavoro parasubordinato.
SALVO
BARRANO trae le conclusioni finali auspicando una sempre maggiore collaborazione
tra professionisti di ambiti diversi.
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