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domenica 21 febbraio 2010

(18) Sui fidi vale la pena spendere ancora qualche parola. Le banche concessero ben 200 miliardi di mutui con ipoteca su di un terreno che non era di proprietà della Mirabella.



Ci si domandava e ci si domanda: ”Di che entità è stata la tangente per i direttori delle banche, visto che la società Mirabella aveva un buco di oltre 400 miliardi. Che nesso c’èra con la costruzione del villaggio della U.S. Navy? Mi piace terminare questo capitolo con una affermazione dell’avvocato Frojo. Leggendo la citazione della Mirabella contro di me disse: ”Si tratta di una vera e propria intimidazione al giornalista il quale potrà anche chiedere i danni”.
Ma non è finita perchè vi è da aggiungere ancora un piccolo insignificante codicillo. A maggio 2007, il quotidiano delle Forze Armate Statunitensi, “Stars&Stripes”, ha pubblicato una intervista a Linda Cruising - responsabile degli alloggi della base “U.S. Navy Support Site”- la cittadella americana di Gricignano, secondo la quale saranno costruiti cento nuovi appartamenti e la Mirabella incasserà fitti per 2 milion e mezzo di dollari. Nella stessa intervista però si faceva notare che la città americana era piena di immondizia che non si riusciva a smaltire.
Stavamo parlando del rapimento Coppola ma abbiamo divagato. A quanto raccontarono le cronache dell’epoca, il rampollo di famiglia fu bloccato a Napoli, da un commando, non si è mai saputo con certezza se si trattasse di Nuclei Armati Proletari - una sorta di Brigate rosse - o di altre organizzazioni criminali. All’epoca si parlò di commistione “camorra-mafia”, per la inquietante presenza di Luciano Liggio, in soggiorno obbligato sul litorale Domizio, e per il suo riscatto furono pagati sei miliardi di lire. La somma fu anticipata da Franco Girfatti, che a sua volta l’aveva prelevata alla Banca d’Italia, oggi senatore di Forza Italia, all’epoca direttore della Banca Massicana, una banca popolare che sorse, inverosimilmente, all’indomani della vendita, da parte del comune di Sessa Aurunca, dell’intera pineta di Baia Domizia alla Società Aurunca Litora S.p.A. L’atto di rogazione fu stipulato appunto dal notaio Federico Girfatti, padre del senatore Franco Girfatti, che era sindaco della cittadina aurunca e che incassò una cifra ragguardevole per la sua parcella.
La cosa, naturalmente fece molto scalpore e la stampa nazionale se ne occupò con ampio risalto. All’epoca io ero cronista giuidiziario de “Il Roma” ricordo il titolo del mio pezzo: ”Notaio roga a favore di se stesso”.
Franco Antonio Girfatti, nel libro “Onorevoli Wanted” viene così descritto: “Due arresti, due elezioni. Casertano, ex Dc, ex Assessore al Bilancio, ex vice presidente della giunta regionale della Campania, viene arrestato per ben due volte, ( 1997 e 1999 ) per gli scandali legati al crac della Banca Massicana di Sessa Aurunca ( fondata dal padre ),di cui è direttore e amministratore. La prima inchiesta ipotizza il peculato pluriaggravato e continuato ( poi derubricato in abuso) . La seconda, l’associazione per delinquere, il falso in bilancio e la bancarotta per il crac di due società, delle quali Girfatti, insieme a due soci occulti, avrebbe sottratto diversi miliardi. Accuse poi approdate al rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta della Banca Massicana: Girfatti, da amministratore, avrebbe elergito crediti a società di cui era socio occulto. Per questa accusa, il piemme di Napoli, Enzo Piscitelli, ha chiesto al Tribunale la sua condanna. La sentenza è imminente. Intanto nel 2001, l’imputato Girfatti è diventato senatore di Forza Italia. Riconfermato nel 2006”.
Alcune inesattezze del libro vanno rettificate. La prima. Il “Bell’Antonio” non è stato processato per bancarotta della Banca Massicana ( Banca che poi è stata accorpata dal Banco Ambrosiano Veneto - previa valutazione della Banca d’Italia. Si immagini il fiume di tangenti pagate ai funzionari che hanno valutato la Banca Massicana, e l’enorme speculazione clientelare, con il piazzare - prima della cessione - compari, amanti, nipoti, cugini e affini tra gli impiegati. Come pure va segnalato il sospetto acquisto - per vari miliardi - da parte del Comune di Sessa Aurunca - della sede centrale della Banca “popolare” Massicana.), bensi per la bancarotta di due società di comodo, di cui il senatore è stato ritenuto “socio occulto”.
Una seconda inesattezza. Il reato non è stato derubricato ma è rimasto peculato tanto è vero che Girfatti è stato condannato a 4 anni di reclusione. Il Tribunale di Napoli, inoltre lo ha condannato a 6 anni di carcere per i reati di bancarotta fraudolenta. Ma non è finita. Il Tribunale di S. Maria C.V. ha sul ruolo un’altra gravissima causa - al momento in cui stendo queste note il processo è in corso - che potrebbe portare ad una ulteriore condanna al carcere del senatore. Ma lui non è preoccupato. Come tutti quelli che hanno i soldi. Il carcere è duro solo per i poveri cristi! A novembre del 2006, però, ha avuto anche la bella soddisfazione di vedersi applicata la ex Cirielli per un grave processo che era in corso presso il Tribunale di S. Maria C.V.
E non so, perchè non seguo più la cronaca giudiziaria, se si tratta del processo che ho accennato sopra o di altro. E qui ancora una mia personale considerazione. Le leggi premiali che il Parlamento ha emanato sono state sempre a favore dei brigatisti, dei pentiti, dei deputati, senatori e loro affini e mai veramente a favore delle masse popolari.
Sono oltre venti anni che in Italia non si proclama una aministia, nonostante l’avesse chiesta - in ginocchio- il Papa. Hanno fatto un nuovo Presidente della Repubblica che neppure si è sognato di chiederla. La gente semplice è sfiduciata. Pensa che a Roma ci siano andati tutti cialtroni, rufffiani, strozzini, omosessuali, drogati, truffatori, invertiti; una coorte cioè, di azzeccagarbugli e di smidollati, che oltre a sapersi fare lo spinello e qualche amante, ( le mogli sono tenute buone dagli autisti, che se le sbattono, ogni volta che escono per lo shopping, e grazie alle carte di credito del Parlamento possono fare la spesa anche per le loro famiglie ), non sanno fare altro. Non è proprio cosi, ma la gente comune ha un suo “metro” di valutazione e spesso, non è molto distante dalla realtà. Il caso del deputato dell’Udc, Mele che a luglio 2007 è stato colto in flagranza, mentre scopava in un hotel con due prostitute e varie dosi di cocaina è l’esempio più probante di quanto ho detto prima.

( In galera, in galera – 18° . Continua )

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