NAPOLI. EDITORE CONTRO GIORNALISTA. 500 FIRME PER LA CRONISTA AMALIA DE SIMONE
Sono state consegnate nella sede del Mattino a sostegno della giornalista sulla quale il quotidiano vuole rivalersi dopo aver subito in primo grado la condanna a versare un risarcimento a causa di un suo articolo. E’ un ricatto, dicono i precari. Enzo Iacopino: “Vinceremo questa battaglia”
OSSIGENO – Napoli, 6 novembre 2012 – All’Ordine dei giornalisti della Campania sono state depositate oltre 500 firme di solidarietà con Amalia De Simone, la ex collaboratrice de Il Mattino citata in giudizio per danni dal suo stesso giornale. E’ avvenuto durante l’incontro pubblico dedicato alla vicenda, intitolaro “Il Ricatto”, al quale ha partecipato il presidente dell’Ordine, Enzo Iacopino, che ha dichiarato: “Il gruppo Caltagirone e il giornale Il Mattino perderanno questa battaglia.
L’incontro, organizzato dal Coordinamento dei giornalisti precari della Campania, si è svolto a Napoli lunedì 5 novembre . Oltre a rifletere sulla vicenda della giornalista De Simone, è servito a denunciare i nuovi attacchi che sta subendo la categoria dei gironalisti: con il tentativo di introdurre nuovi bavagli sfrumentalizzando il caso Sallusti e con il diffondersi di richieste di risarcimento che rischiano di ridurre in rovina soprattutto i giornalisti precari, privi di tutele, diritti e garanzie sindacali. Si è parlato anche del difficile iter della legge sull’equo compenso e della nuova disciplina dei fondi regionali per l’editoria.
Il caso di Amalia De Simone è stato definito emblematico delle difficoltà dei giornalisti precari: l’editore del Mattino, il gruppo Caltagirone, pretende dalla sua ex collaboratrice una cifra che corrisponde al compenso di circa 2600 articoli, visto che Amalia guadagnava 25 euro lordi “a pezzo”. Questa richiesta, si è detto, lede un principio di tutela del giornalista da parte dell’editore che esercita una precisa funziona imprenditoriale: gli commissiona gli articoli e ne valuta professionalmente la correttezza, e non condivide con lui premi e riconoscimenti che il giornale riceve anche grazie al suo lavoro.
Come è noto, l’editore ha deciso di rivalersi su Amali De Simone – chiedendole 52 mila euro – dopo aver subito una condanna in sede civile causata da un articolo della cronista, la quale fa osservare che l’articolo è stato pubblicato con la piena approvazione, e quindi con la corresponsabilità, della direzione del quotidiano. Ossigeno per l’Informazioneha raccontato la vicenda lo scorso luglio in un ampio articolo.
Al fianco della giornalista si è mobilitata tutta la categoria: dall’Ordine nazionale dei giornalisti a quello della Campania, dalla Federazione nazionale della stampa a tutti i coordinamenti dei precari d’Italia. “Abbiamo raccolto queste 500 firme una per una – spiega Simona Petricciuolo, animatrice dell’Appello – chiedendo un gesto consapevole, un atto di responsabilità dei colleghi: sono firme che hanno il valore di un investimento verso la libertà di ogni singolo giornalista. Tra i primi a sottoscrivere l’iniziativa c’è stato Ermanno Rea”.
Annamaria Chiariello, consigliere nazionale della Fnsi, ha spiegato: “Quello che è successo ad Amalia De Simone potrebbe capitare a tutti, garantiti e precari. Ormai è l’intera categoria dei giornalisti che è precaria e quotidianamente perde la propria libertà e autonomia professionale”.
La Simone ha ricordato che lunedì prossimo, 12 novembre, ci sarà la prima udienza del contenzioso in Tribunale fra lei e il suo editore. “Oggi sono più serena perché accanto a me ci sono tanti amici e colleghi”, ha dichiarato.
Il presidente dell’Ordine, Enzo Iacopino, ha detto: “L’editore Caltagirone non è nuovo a questo tipo di iniziative: a un critico della redazione spettacoli del Messaggero ha chiesto 200 mila euro di danni. Mi sembra che queste iniziative legali facciano parte di una vera e propria politica aziendale di Caltagirone. Ed è deplorevole che a quest’incontro non partecipi un solo redattore del Mattino, e neppure un rappresentate del Cdr di quel quotidiano”.
“La vicenda di Amalia De Simone – ha aggiunto – deve unire la nostra categoria. Non è tempo di contrapposizioni inutili e di lotte tra diseredati”.
Arnaldo Capezzuto per www.ossigenoinformazione.it
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