Due
delitti al mese: Lezioni di un cronista
giudiziario
Con
la partecipazione straordinaria
dell’Avv. Giuseppe Garofalo per un
processo di sesso e follia omicida: l’assassinio del medico sammaritano Enrico Gallozzi e del suo fattore. Seguirà un
dibattito sull’ultimo libro dell’autore
“L’Empia Bilancia”
Nell’ambito delle lezioni
settimanali per V° Edizione del Corso di
Alta Formazione in Criminologia, organizzato dalla Scuola Formed di Caserta, diretta dalla Prof.ssa Vittoria Ponzetta, che si avvale della collaborazione del
Dipartimento di Giurisprudenza della SUN
di S. Maria C.V., il cronista giudizio Ferdinando Terlizzi, terrà una serie di
conferenze commentando alcuni efferati delitti della
Provincia di Caserta. Il terzo appuntamento settimanale in programma per martedì 24 marzo, alle ore 16.00, prevede
la partecipazione straordinaria dello storico e scrittore Avv. Giuseppe
Garofalo, che risponderà alle
domande dei discenti sulla trama di una storia di sesso, lettere anonime e
follia omicida e riguarderà il processo per l’assassinio del medico sammaritano
Enrico Gallozzi e del suo
fattore. Il cronista invece parlerà del
delitto di Gaetano Barbarulo che a
Marcianise uccise il padre-padrone. L’avv.
Giuseppe Garofalo – come è noto – è autore dei tre libri di successo. Noto penalista, è scrittore
dotato di sorprendente ironia, che gli deriva forse dall’amara comicità che le
vicende giudiziarie spesso racchiudono, quelle contemporanee, nonché quelle
storiche, verso le quali egli mostra una dotta dimestichezza. Il primo libro, che risale quasi a venti anni or sono “La Seconda Guerra Napoletana alla Camorra”,
è uno spaccato della vecchia camorra e analizza il famosissimo processo Cuocolo,
celebratosi a Viterbo in una Chiesa
Sconsacrata. Da camorristi a poliziotti nel giro di una settimana, e da
poliziotti a carcerati qualche mese dopo: forse in nessuna città è mai accaduto
che, per assicurare l’ordine pubblico nel pericoloso momento del cambiamento di
regime, un Prefetto si rivolgesse ai capi della malavita organizzata
promettendo, per ottenere i favori, gratificazioni che di lì a poco sarebbero
state rinnegate. Accadde a Napoli nel settembre del 1860. Fu quella la “Prima guerra napoletana”, secondo la
definizione dell’avvocato Garofalo, il quale precisando che la Terza è tuttora
in corso - si occupa in questo libro della “Seconda
guerra”, quella che presenta incredibili analogie e singolari somiglianze
con eventi malavitosi e giudiziari più recenti. Il secondo libro di successo di
Giuseppe Garofalo è stato “Teatro di
Giustizia”. Per
motivi di donne Cesare Riccardi, un
prete di Cimitile, uccise, nel 1669, don Alessandro
Mastrillo, duca di S. Paolo di Nola. Dallo scontro con i giudici, che
accusò con pubblico manifesto di essere complici dei potenti e persecutori dei
deboli, finì a capo della delinquenza organizzata del Regno di Napoli. Generoso
e spietato, impose tangenti singole e collettive, rapinò, incendiò, sequestrò
cittadini e giudici a cui impose il prezzo del riscatto. Giustiziò con ferocia
i traditori, minacciò, e in parte eseguì, di interrompere i rifornimenti di
viveri alla Città. Legislazione e giudici di emergenza contribuirono a
rafforzargli la simpatia e la solidarietà dei napoletani. La narrazione della
sua storia oscilla come un pendolo tra passato e presente sul secolare teatro
di giustizia di Castelcapuano dove giudici, accusati, accusatori, difensori,
pentiti, carcerieri, carcerati, protagonisti e comparse hanno recitato copioni
spagnoli, borbonici, unitari, repubblicani. Senza novità. Alla ribalta è
tornato anche un personaggio che Napoli avrebbe voluto cancellare dalla sua
storia e dalla sua memoria: Onofrio
Viscardi. Per aver salva la vita venne a patti col giudice. Si pentì e
consegnò i figli innocenti alla giustizia e al boia. Il terzo libro – quello che
sarà discusso e dibattuto martedì prossimo è “L’Empia Bilancia”. Gaspare
Starace, cassiere maggiore del Banco dello Spirito Santo di Napoli, fu
arrestato e processato dalla Gran Corte della Vicaria e dalla Real Camera di S.
Chiara per spaccio di zecchini tosati (scarsi di peso), uso di bilancia e pesi
truccati, abusivo esercizio di finanziamento, reati punibili con la pena di
morte. La descrizione delle fasi e dei tempi dell’annoso processo ha richiesto
il richiamo della legislazione sulle monete, sui banchi, di eventi storici,
giudiziari e di cronaca collegati a coloro che, a vario titolo, si occuparono o
ebbero a che fare con la vicenda giudiziaria. Un elenco nutrito: il re Carlo di Borbone, il capo del
governo Gioacchino Montealegre, il
ministro della Giustizia Don Bernardo
Tanucci, i giudici, i testimoni, gli investigatori, gli avvocati, i
carcerieri. Una folla di personaggi che si mosse per il palazzo e per
Castelcapuano, secolare teatro di giustizia napoletana, in un sistema
legislativo-giudiziario che di frequente l’autore confronta con quello attuale
traendone conclusioni che il lettore giudicherà se giuste o non.
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