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giovedì 6 novembre 2025

 

anna magnani

ANNA MAGNANI, UNA DONNA DAI BOLLENTI ARDORI - BARBARA COSTA: "AL POTENTE CHE CON LEI SI SBOTTONÒ I PANTALONI, NON SI CONTANO GLI SCHIAFFONI. NON SI E’ MAI DISPERATA PER GLI UOMINI, MANCO PER ROSSELLINI! SE HA SPESO QUALCHE LACRIMA, È STATA PER GOFFREDO ALESSANDRINI, SUO PRIMO AMORE PER CUI PENSO’ ANCHE A UN THREESOME QUANDO LUI LA MOLLO’ PER METTERSI CON L’ATTRICE REGINA BIANCHI - DOPO MASSIMO SERATO, ARRIVA ROBERTO ROSSELLINI CHE LA TRADISCE CON INGRID BERGMAN (E CI PRENDE ALMENO UN PIATTO SPACCATO IN TESTA). E POI MARLON BRANDO, ANTHONY FRANCIOSA, GABRIELE TINTI, OSVALDO RUGGERI, MAESTRANZE DA SET DA CUI ANNA OTTENEVA SESSO, SESSO, SESSO" - SUL LETTO DI MORTE CHIESE A MONTANELLI: “PERCHÉ NON MI HAI VOLUTO…?”. E LUI RISPOSE... - VIDEO

 

 

Barbara Costa per Dagospia

 

anna magnani film bellissima

Imbarazzante già dal trailer: “Sono eccessiva, sono volgare, urlo, ma devo farlo, perché nessuno lo fa per me” grida e piange la Anna Magnani di Monica Guerritore. Ma come è mai possibile fare una Magnani così. Che frigna protezione. E di chi. E da chi.

 

E da che??? Cavolo, è LA MAGNANI!!!!! Femmina tale che fin da giovanissima non faceva, già ERA, attrice. E a chi produttore solo ardiva pensar di farla "passare" sul divano, diceva NO! andando dritta per la sua strada. E di un potente, che con lei si sbottonò i pantaloni, a invito, non si contano gli schiaffoni, che dalla MAGNANI c’ha rimediato.

 

La protezione di un uomo? Cr*sto santo, ancora si sta fermi a ′sto prototipo? E con LA MAGNANI??? È una barzelletta, o cosa??? Ma pepppiacere!!! La MAGNANI stava anni avanti allora come ci sta ora e le prossime femmine generazioni!!! Ci si chiede mai perché la MAGNANI se n’è alla grande sbattuta del femminismo?

 

Perché stava da tutt’altra parte. La sua. Quella della sua libertà. Presa e mantenuta e difesa a morsi e contro chiunque. C’è una sola legge: se ce la fai, da te, e non la dai, sei inattaccabile. Spunti le armi a chiunque, uomo o donna, voglia intralciarti con atavici colpi bassi.

 

anna magnani anthony franciosa

Sicché, come figurarsi una MAGNANI a disperarsi per gli uomini! Manco per Rossellini! Se ha speso qualche lacrima, per qualcuno, magari è stata per Goffredo Alessandrini, suo primo amore (e non Paolo Stoppa, un acerbo filarino). Sì però, con Goffredo, ANNA era giovane. Una ragazzina. Goffredo, poi… poveraccio: un regista che è stato in luce fino a che s’è ammanicato col fascismo (con ANNA che non voleva, era contro, e daje a litiga′). Caduto il Regime, non se lo è filato più nessuno.

 

Goffredo era regista così acuto che alla MAGNANI non voleva farle fare il cinema: diceva che non c’aveva la faccia giusta, e ce l’aveva storta. Goffredo la sminuiva. Goffredo che io mi chiedo come non sia scappato a nascondersi la notte che la MAGNANI ha vinto l’Oscar (e notte in cui la MAGNANI stava da sola, a casa sua, e da sola ha ricevuto la strepitosa notizia).

 

Eppure ANNA Goffredo lo ha amato, tanto da pensare a un 3some quando lui la molla per mettersi con l’attrice Regina Bianchi. La MAGNANI lo ama talmente da ideare di condividerlo, in "tutto", con un’altra.

 

anna magnani pier paolo pasolini

La MAGNANI che quando Regina rimane incinta, di Goffredo, di 2 gemelle, si auto-convince di essere sterile. Cosicché quando ANNA si innamora di quel figo di Massimo Serato (attore che recitava spesso spogliato, e che ha 9 anni meno di lei: siamo nel 1940 e ANNA MAGNANI sì che sapeva vivere! altro che mater tragica e dolorosa!) e di Serato rimane incinta, quasi non ci crede: lavora fino al 5′ mese. Rinuncia a "Ossessione" di Visconti (e aveva già ultimato prove di trucco e costumi).

 

Nasce Luca, e, poco dopo, la MAGNANI è già in scena. Con Totò. E Luca se lo cresce SOLA, ché Serato, quando Luca s’ammala di polio, si mette paura e se ne va. Via. Da ANNA (perché c’aveva un’altra) e da un figlio malato che non si sente di crescere. ANNA MAGNANI mica ci piange. Lo lascia andare. E chiarisce a Serato che, quando vorrà tornare, dal figlio, troverà la porta aperta. Serato si ripresenterà dopo 20 anni.

 

La MAGNANI che piange perché non c’ha un uomo che la difende? Sono gli uomini che devono mettersi in guardia da lei!!!!! Non vi è successo, tonfo, occasione, quattrino, che la MAGNANI non si sia fatta da sé. Credo sia l’unica attrice allora che non è diventata tale perché moglie di regista/produttore/capoccione del settore. Però il letto della MAGNANI non è mai stato vuoto a lungo. Dopo Serato arriva Roberto Rossellini.

 

È la MAGNANI che è stata importante per lui, impari il contrario. Un aspetto su tutti: sta con ANNA da poco e a Rossellini muore Romano, primogenito avuto dalla moglie Marcella, lasciata per ANNA. È alla MAGNANI e al suo Luca che si aggrappa per (soprav)vivere (e Rossellini è l’unico uomo a cui la MAGNANI ha presentato Luca). In seguito Rossellini tradisce la MAGNANI con Ingrid Bergman.

anna magnani roberto rossellini 1947 ph archivio magnani

 

Illuso di passarla liscia. Roberto c’ha preso almeno un piatto spaccato in testa fumante di spaghetti e per di più in pubblico, in un ristorante sulla costiera amalfitana.

 

Dopo Rossellini seguono tanti altri, e se non amori grandi, a letto necessari. Essenziali. ANNA non si faceva scrupoli. Si chiamasse pure Marlon Brando. Anthony Franciosa. Gabriele Tinti. Osvaldo Ruggeri. Volti noti. E no. E maestranze da set.

 

Tutte conquiste da lei volute e sedotte. E tutti uomini rigorosamente più giovani. Da cui ANNA otteneva sesso, sesso, sesso, rigenerante la sua vita da femmina risolta. Che non ha bisogno di nessuno. ANNA ha girato anche film scadenti. Li ha fatti per ottenerci i soldi per curare suo figlio, da sola, e così permettergli una vita autonoma, e c’è riuscita.

 

anna magnani marlon brando

Questa era ANNA MAGNANI. Una che “non avete raccattato per strada” e che ignorante non era, se sommi conservatorio, diploma di liceo, e accademia Silvio D’Amico (che quando ci va ANNA non si chiama così perché D’Amico è vivo, e ci insegna).

 

Una che guai a chiamarla Nannarella, lo odiava. Una che fuori copione parlava pacato, senza urlare, e in italiano corretto. Una che se c’aveva un problema se lo risolveva, senza rompere neppure agli amici. E una che ha mantenuto in alimenti Goffredo, e che ha aiutato più volte Rossellini a stare in piedi, dati i flop inanellati post Bergman.

 

ANNA MAGNANI e a più di 60 anni, e in tv, ti fa una dichiarata p*ttana emancipata ne "L’automobile" di Giannetti. In minigonna e senza il minimo ritocco. ANNA MAGNANI sul letto di morte ha chiesto a Indro Montanelli: “Perché non mi hai voluto…?”.

 

Perché, se ci fossimo messi insieme, “ci saremmo ammazzati”, le risponde lui. E se sì o no pure Montanelli sia caduto nella rete di ANNA, io non lo so. Negli USA più di un mese intero, insieme, ci sono stati.

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mercoledì 5 novembre 2025

 

Alessia Pifferi: cancellato l'ergastolo: confermano la responsabilità per omicidio volontario e ribadiscono che Pifferi era pienamente capace di intendere e di volere al momento dei fatti le riconoscono però le attenuanti generiche in misura equivalente alle aggravanti / È proprio questo bilanciamento a far saltare l’ergastolo: cadute “di fatto” le aggravanti, la pena torna nell’alveo dell’omicidio semplice, il cui massimo edittale è appunto 24 anni - Speciale a cura di Ferdinando Terlizzi

Alessia Pifferi lasciò morire di stenti la figlia di 18 mesi: cancellato l'ergastolo

La Corte di assise di appello di Milano ha annullato l’ergastolo ad Alessia Pifferi, la donna imputata dell’omicidio della figlia di Diana di 18 mesi abbandonata e lasciata morire di stenti nel luglio 2022. I giudici di secondo grado non hanno riconosciuto l’aggravante dei futili e abbietti motivi e concesso le attenuanti generiche alla donna. Regge solo l’aggravante del legame parentale. La condanna è a 24 anni. La procura generale con l’avvocato generale Lucilla Tontodonati chiedeva la conferma della sentenza all’ergastolo emessa dalla corte di assise di Milano. «È una vicenda dolorosissima, con immagini che ci possiamo raffigurare pur non essendo stati nell'immediatezza del fatto a casa di Pifferi e della piccola Diana. Immagini atroci e sconvolgenti», ha detto nella requisitoria la rappresentante della pubblica accusa. «Il primo e il secondo grado - ha aggiunto - hanno accertato che Pifferi è capace di intendere e volere. È una donna capace di intendere e volere ed è stata una madre capace di intendere e volere. Su questi assunti non si può più discutere». E, in questo caso, «l'accertata imputabilità non può che coincidere con la colpevolezza», data «la coscienza e la volontà del fatto illecito».

SPECIALE CRONACHE

Caso Pifferi, l’ergastolo cancellato: perché la Corte si è fermata a 24 anni

Il verdetto, le ragioni giuridiche, il ruolo dei periti e dei media
 Caso Pifferi, 24 anni al posto dell’ergastolo: cosa c’è dietro la nuova sentenza d’appello
 La Corte d’assise d’appello di Milano conferma la piena capacità di intendere e di volere di Alessia Pifferi, ma le concede le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti: così crolla il carcere a vita e la pena scende a 24 anni, massimo previsto per l’omicidio “semplice”. Un verdetto destinato a riaccendere il dibattito su giustizia, perizie e processo mediatico. Corriere Milano+1

1. Il verdetto: ergastolo “abbattuto”, restano colpa e dolo

La Corte d’assise d’appello di Milano ha cancellato l’ergastolo inflitto in primo grado ad Alessia Pifferi per la morte della figlia Diana, 18 mesi, lasciata sola in casa per quasi sei giorni nel luglio 2022, e ha rideterminato la pena in 24 anni di reclusione. Corriere Milano+2sintony.it+2

Nel dispositivo, anticipato dalle principali testate, i giudici:

  • confermano la responsabilità per omicidio volontario (non abbandono di minore con esito mortale, come chiedeva la difesa); Corriere Milano+1

  • ribadiscono che Pifferi era pienamente capace di intendere e di volere al momento dei fatti; RaiNews+1

  • le riconoscono però le attenuanti generiche in misura equivalente alle aggravanti (vincolo di filiazione e futili motivi). Corriere Milano+1

È proprio questo bilanciamento a far saltare l’ergastolo: cadute “di fatto” le aggravanti, la pena torna nell’alveo dell’omicidio semplice, il cui massimo edittale è appunto 24 anni, e la Corte sceglie il tetto massimo. Corriere Milano+1


2. La chiave giuridica: omicidio omissivo, aggravanti e attenuanti

Perché non è più ergastolo: la matematica del diritto penale

In primo grado la Corte d’assise aveva qualificato il fatto come omicidio volontario in forma omissiva, ex art. 40, comma 2, c.p. (“non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo”), con dolo diretto e riconoscimento delle aggravanti del rapporto di filiazione e dei futili motivi; niente attenuanti generiche, niente premeditazione (ritenuta incompatibile con il dolo eventuale). Da qui l’ergastolo, pur in presenza di un omicidio “di fatto” non premeditato. sistemapenale.it+1

In appello lo schema rimane lo stesso sul piano qualitativo (è sempre omicidio volontario, non abbandono di minore), ma cambia l’equilibrio quantitativo:

  • reato base: omicidio volontario (art. 575 c.p.), pena da 21 a 24 anni; Corriere Milano+1

  • aggravanti: rapporto di filiazione e futili motivi (che in assenza di attenuanti portano all’ergastolo); Corriere Milano+1

  • attenuanti generiche: concesse oggi in misura equivalente alle aggravanti, sulla base dei “tratti critici dell’assetto mentale” ricostruiti dalla perizia d’ufficio (fragilità cognitiva, immaturità affettiva, residuo di disturbi del neurosviluppo). Corriere Milano+2RaiNews+2

Il risultato del bilanciamento (art. 69 c.p.) è che:

  • aggravanti e attenuanti si elidono;

  • resta l’omicidio “nudo”, con la sua forbice 21–24 anni;

  • la Corte sceglie il massimo, 24 anni, cioè il livello più alto possibile senza aggravanti. Corriere Milano+1

Sul fondo, c’è anche il nuovo orientamento della Corte costituzionale che, intervenendo negli ultimi anni su varie ipotesi di ergastolo “automatico”, ha riaffermato la necessità di una individualizzazione della pena e la possibilità di far prevalere attenuanti anche su aggravanti molto pesanti. sistemapenale.it


3. Scheda cronologica – Dal luglio 2022 ai 24 anni

 Dal lettino di Ponte Lambro all’appello: tutte le tappe del caso

  • Luglio 2022 – La morte di Diana. A Ponte Lambro, periferia di Milano, la piccola Diana (18 mesi) viene trovata morta nel lettino da campeggio: la madre l’aveva lasciata sola in casa per quasi sei giorni. L’autopsia parla di morte per fame e disidratazione. EtruriaNews

  • Luglio 2022 – Arresto e contestazione. Pifferi viene arrestata e accusata di omicidio volontario pluriaggravato in forma omissiva: avrebbe consapevolmente accettato il rischio della morte della figlia. sistemapenale.it

  • Maggio 2024 – Ergastolo in primo grado. La Corte d’assise di Milano condanna Pifferi all’ergastolo per omicidio volontario omissivo con dolo eventuale, con aggravanti di parentela e futili motivi; niente attenuanti generiche, esclusa la premeditazione. sistemapenale.it+1

  • Agosto 2024 – Le motivazioni. I giudici parlano di fatto di “elevatissima gravità umana e sociale”, mosso da un movente “futile ed egoistico”: il desiderio di ritagliarsi spazi personali sacrificando il dovere di cura della figlia. Giurisprudenza penale

  • Inizio 2025 – L’appello. Si apre il processo di secondo grado. La difesa spinge sulla fragilità mentale, l’accusa sulla conferma dell’ergastolo. RaiNews+1

  • Agosto 2025 – Nuova perizia psichiatrica. La perizia collegiale disposta dalla Corte stabilisce che Pifferi era pienamente capace di intendere e di volere, pur con deficit e immaturità affettiva legati a disturbi del neurosviluppo. RaiNews+1

  • Autunno 2025 – Scontro in aula. La procuratrice generale Lucilla Tontodonati chiede la conferma dell’ergastolo; la difesa, con l’avvocata Alessia Pontenani, invoca la seminfermità mentale e una “decisione coraggiosa contro l’opinione pubblica”. Corriere Milano+1

  • 5 novembre 2025 – La sentenza di appello. La Corte d’assise d’appello cancella l’ergastolo e condanna Pifferi a 24 anni, riconoscendo le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, a partire dai profili di fragilità psicologica messi in luce dalla perizia. Corriere Milano+2The Social Post+2


4. Il processo mediatico: talk show, libri, speciali TV

Dal tribunale agli studi TV: il caso che ha diviso l’Italia

Il “caso Pifferi” non è mai rimasto chiuso tra le mura del Palazzo di giustizia. Fin dall’estate 2022 è diventato un processo mediatico permanente, con:

  • servizi e ricostruzioni nei principali talk di cronaca nera (Storie Italiane, La vita in diretta, Quarto Grado); raiplay.it+1

  • speciali della Rai sul processo di appello, con collegamenti in diretta dal Tribunale di Milano nelle ore della sentenza; YouTube+1

  • un intenso dibattito sui giornali, dai quotidiani generalisti alle riviste di approfondimento giuridico, fino alle analisi tecnico-dottrinali su prime e seconde motivazioni. Giurisprudenza penale+1

Nel linguaggio dei media, Pifferi è spesso stata trasformata in “mostro”, simbolo di una maternità tradita; parallelamente, i talk hanno dato grande spazio alla figura della sorella Viviana, che ha chiesto giustizia per Diana e si è spesso detta favorevole alla conferma dell’ergastolo. Corriere Milano+1

La sentenza di appello – che mantiene la colpevolezza ma abbandona il carcere a vita – è destinata a rilanciare il confronto su tre nodi:

  1. Fino a che punto il giudice può “resistere” all’opinione pubblica quando riconosce attenuanti in casi simbolo. Corriere Milano+1

  2. La corretta rappresentazione, nell’informazione, di perizie e fragilità psichiche: non automatismi assolutori, ma elementi di bilanciamento della pena. RaiNews+1

  3. Il rapporto tra titoli emotivi (“ergastolo cancellato”) e tecnica del diritto (24 anni è comunque il massimo per l’omicidio semplice). Corriere Milano+2Corriere Milano+2


5. Il nodo psichiatrico: “capace, ma fragile”

Titolo box: Pienamente imputabile, ma con disturbi: come i periti descrivono Pifferi

La nuova perizia d’ufficio, firmata dallo psichiatra Giacomo Francesco Filippini, dal neuropsichiatra infantile Stefano Benzoni e dalla neuropsicologa Nadia Bolognini, conferma la piena capacità di intendere e di volere ma dipinge un quadro tutt’altro che “normale”: Corriere Milano+2RaiNews+2

  • fragilità cognitiva settoriale,

  • immaturità affettiva,

  • esiti di disturbi del neurosviluppo in parte compensati in età adulta,

  • deficit che non annullano il funzionamento psico-sociale, ma lo rendono povero, rigido, poco controfattuale. Corriere Milano+2RaiNews+2

La Corte d’appello prende atto che questi elementi non bastano per dichiararla incapace o seminferma, ma li usa come base per riconoscere le attenuanti generiche, facendo leva proprio sul principio di individualizzazione della pena: la stessa condotta resta “raccapricciante”, ma la risposta sanzionatoria tiene conto della persona concreta, non solo dell’orrore del fatto. Corriere Milano+2Giurisprudenza penale+2


6. Cosa succede ora: Cassazione e dibattito pubblico

La sentenza del 5 novembre 2025 non è definitiva: sia la Procura generale, che aveva chiesto la conferma dell’ergastolo, sia la difesa di Pifferi possono proporre ricorso per Cassazione. I margini:

  • l’accusa potrebbe contestare il modo in cui sono state concesse e bilanciate le attenuanti generiche;

  • la difesa potrebbe insistere sul tema del dolo (diretto vs eventuale) o chiedere una diversa qualificazione del fatto (abbandono di minore con morte come conseguenza). Corriere Milano+2Giurisprudenza penale+2

Nel frattempo, il “caso Pifferi” resta un laboratorio di:

  • diritto penale (omicidio omissivo, bilanciamento circostanze);

  • psichiatria forense (fragilità cognitive che non azzerano l’imputabilità);

  • sociologia dei media (la distanza tra piazza e aule di giustizia).

Approfondimenti esterni sul caso Pifferi
Alessia Pifferi, cancellato l’ergastolo: in appello condannata a 24 anni per aver lasciato morire di stenti la figlia | Corriere.it

Corriere Milano

Alessia Pifferi, svolta shock in appello: cancellato l ...

The Social Post

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Cancellato l'ergastolo ad Alessia Pifferi. Pena ridotta a 24 anni in appello - il Giornale

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