Diffamazione,
no a rinvio in Commissione.
L’aula approva e corregge
punti essenziali.
Multa fino a 50mila euro al posto
della prigione.
(se il ddl passa, Sallusti è salvo)
In Senato Pdl e Lega contro il Pd. La presidente dei senatori del Partito democratico ha proposto di far tornare il testo in Commissione Giustizia per "confezionare un testo che non si avverta come una violenza". Ma Gasparri ha detto no: "Rischiamo di non avere alcuna legge". Idv e Udc d'accodo con il rinvio, ma l'Aula respinge la richiesta con un pareggio. Sanzione massima ridotta da 100mila a 50mila euro. Salta recidiva, resta interdizione. Pena ridotta fino a 2/3 con rettifica. Cancellata norma 'macchina del fango'. Passa rettifica digitale. Stop al voto segreto sull’articolo 1. Il provvedimento è all'ordine del giorno nella seduta antimeridiana di martedì 30 ottobre. Fnsi di nuovo in piazza. CAMERA: FORSE NORMA SALLUSTI IN DDL “MESSA alla PROVA”.
no a rinvio in Commissione.
L’aula approva e corregge
punti essenziali.
Multa fino a 50mila euro al posto
della prigione.
(se il ddl passa, Sallusti è salvo)
In Senato Pdl e Lega contro il Pd. La presidente dei senatori del Partito democratico ha proposto di far tornare il testo in Commissione Giustizia per "confezionare un testo che non si avverta come una violenza". Ma Gasparri ha detto no: "Rischiamo di non avere alcuna legge". Idv e Udc d'accodo con il rinvio, ma l'Aula respinge la richiesta con un pareggio. Sanzione massima ridotta da 100mila a 50mila euro. Salta recidiva, resta interdizione. Pena ridotta fino a 2/3 con rettifica. Cancellata norma 'macchina del fango'. Passa rettifica digitale. Stop al voto segreto sull’articolo 1. Il provvedimento è all'ordine del giorno nella seduta antimeridiana di martedì 30 ottobre. Fnsi di nuovo in piazza. CAMERA: FORSE NORMA SALLUSTI IN DDL “MESSA alla PROVA”.
di www.repubblica.it (+Ansa,
Agi e Asca)
Roma, 29 ottobre 2012. Clima teso intorno al ddl diffamazione. Il Pd ha
chiesto all'Aula del Senato il rinvio in Commissione, ma il Pdl, insieme alla
Lega, si è opposto: "Meglio decidere che non avere una legge".
D'accordo con la proposta di rimandare la discussione Idv, Udc e Api. Alla
fine, dopo una votazione resa lunghissima dai 'pianisti' che hanno richiesto un
controllo 'extra' da parte dei segretari d'Aula, la richiesta è stata respinta
con un pareggio che da regolamento vale come voto contrario. Prima della
votazione elettronica il voto era avvenuto per alzata di mano. È stata quindi
chiesta la controprova elettronica che ha dato come risultato: 145 no, 150 sì e
5 astenuti. Ma l'astensione vale voto contrario e così in pratica è finita 150
a 150. Essendo una controprova, i nominativi non vengono registrati e quindi
non è noto 'chi ha votato come'.
La richiesta del Pd. "Anche con un
senso di sconfitta chiedo ai colleghi di porre in votazione il ritorno in
Commissione del testo del ddl sulla diffamazione a mezzo stampa. Probabilmente
lì saremo in grado di confezionare un testo che l'Aula non avverta come una
violenza". Con queste parole il presidente dei senatori del Pd, Anna
Finocchiaro, è intervenuta in Aula del Senato. La senatrice Pd ha citato in
particolare, come elementi di sopravvenuto dissenso del suo partito, le due
votazioni di giovedì scorso in cui si prevede, per i giornali che li
percepiscono, la decurtazione dei fondi dell'editoria, e l'obbligo di rettifica
anche per i libri. "Così si è pregiudicato in maniera significativa",
ha detto Finocchiaro, l'equilibrio del provvedimento.
L'appoggio di Idv e Udc. Anche per Idv e
Udc sarebbe stato necessario un rinvio in Commissione: lo hanno confermato in
Aula il responsabile Giustizia dell'Idv, Luigi Li Gotti, e l'ex prefetto
Achille Serra per i centristi. Per Li Gotti il testo devrebbe essere
migliorato, mentre per Serra ciò che è stato fatto sinora "è solo un
pastrocchio inaccettabile" che è meglio bloccare subito.
Pdl dice no, la Lega pure. "Io credo che
si debba proseguire, so che il tema è impegnativo ed ostico, ma penso che sia
meglio una regolamentazione che nessuna legge". Il presidente dei senatori
Pdl, Maurizio Gasparri, è intervenuto subito dopo che la capogruppo Pd ha
chiesto un rinvio del ddl Sallusti. "Questa volta - ha aggiunto Gasparri -
anche l'attualità ci deve spingere a prendere una decisione, altrimenti
potremmo non avere nessuna legge. Noi riteniamo che sia opportuno procedere pur
sapendo che è una discussione complessa e difficile, ma noi siamo il Parlamento
e siamo chiamati a decidere". Gasparri si è detto convinto che
"questo testo a cui siamo arrivati, sia un testo con un equilibrio
apprezzabile. Ho ascoltato le motivazioni della senatrice Finocchiaro con
rispetto, ma con altrettanta consapevolezza ritengo che una legge così sia
meglio che lasciare le regole attuali". Sulla stessa linea si è schierata
la Lega: "Il ritorno in Commissione rappresenta la morte sicura del
provvedimento dati i tempi tecnici della commissione Giustizia", ha detto
il senatore della Lega Sandro Mazzatorta. "Il provvedimento - ha aggiunto
- è metodologicamente sbagliato, ma per dimostrarne l'incongruenza e perché
tutti si assumano le proprie responsabilità vogliamo che l'esame prosegua in
Aula". Anche il gruppo di Coesione nazionale si è detto contrario al
ritorno in Commissione.
Anche Api per il rinvio. "Per
evitare il carcere a Sallusti possiamo distruggere l'ordinamento
italiano?". Se lo chiede il segretario dell'Api Francesco Rutelli.
"Introdurre per un reato grave uno squilibrio del sistema
sanzionatorio" solo per salvare una persona cioè Sallusti, è profondamente
sbagliato pertanto, afferma Rutelli, è "bene che il testo ritorni
all'esame della Commissione. "Il fotomontaggio on line, ad esempio -
aggiunge il senatore parlando dei 'danni' che può provocare questo ddl - può
demolire una persona e se si abbassa l'asticella delle condanne" si fa una
cosa "sbagliata". "Leggi ad personam si possono fare - ha
insistito -, ma per quanto riguarda i provvedimenti di clemenza". Cosa che
nel caso Sallusti sarebbe auspicabile, ha concluso Rutelli.
Riduzione multe da 100mila a 50mila
euro. Passano da 100mila a 50mila le pene pecuniarie per la diffamazione
contenute nel ddl. La pena pecuniaria di 100mila euro era stata inserita nel
testo nel corso dell'esame in Commissione. Sono stati approvati con 177 sì, 46
no e 7 astensioni gli emendamenti identici di diversi gruppi, concordati in
origine nell'intesa di maggioranza sul testo (poi saltata in alcune votazioni
di giovedì scorso sulla sanzione del taglio del contributo pubblico e sulla
rettifica per i libri).
Salta recidiva, resta interdizione. L'aula del
Senato ha approvato la norma che cancella il raddoppio delle multe per i
giornalisti in caso di recidiva nei due anni precedenti alla condanna. Gli
emendamenti identici, a firma D'Alia (Udc) e Li Gotti (Idv), avevano avuto
parole favorevole dei relatori mentre il governo si era rimesso all'Aula. È
stato invece respinto un emendamento del Pd, a firma Vincenzo Vita, che
chiedeva di sopprimere il comma che prevede la sanzione accessoria
dell'interdizione dalla professione. L'interdizione quindi resta.
Pena ridotta fino a 2/3 con rettifica. La pena "è
diminuita fino a due terzi qualora, a richiesta della persona offesa, sia stata
pubblicata la dichiarazione o la rettifica nei termini e con le modalità"
previsti dalla legge ed "è diminuita fino a due terzi limitatamente al
solo autore" quando questi abbia chiesto "la pubblicazione della
smentita o della rettifica richiesta dalla parte offesa". È quanto
prevedono due emendamenti approvati dall'Aula del Senato.
Cancellata norma 'macchina del fango'. Salta dal ddl
Sallusti sulla diffamazione a mezzo stampa la norma ribattezzata 'anti-macchina
del fango', ossia l'aggravante in caso di diffamazione organizzata. L'Aula del
Senato ha approvato un emendamento, a prima firma del vice presidente del Pd
Luigi Zanda, che sopprime il comma che stabiliva il raddoppio delle pene in
caso di concorso, tra autore, direttore ed editore, nel confezionamento di un
articolo ritenuto diffamatorio. In pratica era una norma che cercava di
dissuadere dall'opera di dossieraggio.
Passa rettifica digitale. È passato,
con il parere favorevole dei relatori, un emendamento a firma Lucio Malan (Pdl)
e Vincenzo Vita e Luigi Vimercati (Pd), che in pratica introduce la rettifica
digitale per le testate internet. Si prevede che "non oltre quattro
giorni" dalla richiesta venga pubblicata la smentita o la precisazione
"con gli accorgimenti tecnici idonei al collegamento con l'articolo
oggetto della rettifica". Il governo, su questo emendamento, si è rimesso
all'Aula.
Fnsi di nuovo in piazza. Nuovo presidio
della Federazione Nazionale della Stampa a Piazza del Pantheon dopo quello
della settimana scorsa contro il ddl sulla diffamazione. Nel corso della
manifestazione sono stati esposti cartelli in stile Halloween con la scritta
"È uno scherzo di cattivo gusto. No al bavaglio alla stampa" e il
disegno di una zucca.
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DDL SALLUSTI. FNSI: DI NUOVO IN PIAZZA
CONTRO 'BAVAGLIO'
Roma, 29 ottobre 2012. Nuovo presidio della Federazione
Nazionale della Stampa a Piazza del Pantheon dopo quello della settimana scorsa
contro il ddl sulla diffamazione. Nel corso della manifestazione sono stati
esposti cartelli in stile Halloween con la scritta ''E' uno scherzo di cattivo
gusto. No al bavaglio alla stampa'' e il disegno di una zucca. ''Non
c'e' piu' uno spread finanziario, questo paese si sta assumendo la
responsabilita' di aumentare lo spread democratico - ha detto il segretario
della Fnsi, Franco Siddi - questo e' il primo vero attacco al governo Monti,
che in questa materia, attento ai destini della democrazia europea, ha espresso
una linea liberale e condivisibile. Con il ministro Severino ha detto no al
carcere e ha chiesto strumenti chiari di riparazione del danno alla dignita'
della persona. Chi decide di andare avanti con questa legge punitiva e
rancorosa - ha proseguito - regola male i conti con i giornalisti perche' non
sa che sta chiudendo i ponti con la popolazione. La nostra protesta continuera'
con tutti i mezzi possibili''. Se in Senato qualcuno pensa che ci
siano due caste in contrapposizione sbaglia di grosso - ha aggiunto il
presidente del sindacato, Roberto Natale - si sta mobilitando non solo la
categoria dei giornalisti ma parte dell'opinione pubblica che vuole essere
informata correttamente. Siamo pronti a convocare una grande manifestazione e
porteremo in Europa la battaglia. Dedichiamo questa manifestazione al collega
greco Costas Vaxevanis, arrestato ieri ad Atene per aver pubblicato sul suo
sito l'elenco di duemila grandi evasori greci. Siamo solidali con chi, per
informare, rischia persino il carcere''. (ANSA).
DIFFAMAZIONE. FNSI: SENATO SI ASSUME
GRAVE RESPONSABILITA'
Roma, 29 ottobre 2012. "Gli sforzi da parte di diversi
senatori di ritornare al buon senso sono stati vanificati da un voto che ha
deciso di andare avanti con un colpo di mano ed i colpi di mano non ci
piacciono", ha dichiarato Franco Siddi dopo aver ricevuto la notizia della
bocciatura del rinvio in commissione del testo. Annunciando
che il 5 novembre vi sarà una grande assemblea dei direttori dei giornali per
valutare le azioni da intraprendere, il segretario generale della Fnsi ha
osservato: "oggi incassiamo un risultato negativo ma ci riscatteremo e
penso che riusciremo ad abbattere questa decisione con i giornalisti ed i
cittadini". Qualche minuto prima del voto a Palazzo Madama, Siddi,
parlando dal palco, aveva sottolineato che, se licenziato così com'è adesso, il
ddl "scoraggerebbe il giornalismo investigativo" e "verrebbe
introdotto il principio che i poteri pubblici, finanziari ed economici
controllano la stampa e non il contrario". "Il governo Monti - ha poi
riconosciuto il leader del sindacato dei giornalisti – ha assunto una posizione
liberale, corretta sulla diffamazione a mezzo stampa, attraverso il ministro
della Giustizia, ma il parlamento si sta ribellando a questa posizione. Se
volete salvare Sallusti dal carcere - ha concluso Siddi facendo un appello al
Parlamento - fatelo pure ma fermatevi li' se non siete in grado di modificare
la legge in modo giusto". (AGI)
DIFFAMAZIONE. CAMERA: FORSE NORMA
SALLUSTI IN DDL “MESSA alla PROVA”
Roma, 29 ottobre 2012. Spunta l'ipotesi di un emendamento che
eviti il carcere ai giornalisti nel ddl sulla ''messa alla prova'', in
calendario alla Camera nella prima settimana di novembre. E' quanto
e' emerso al termine della conferenza dei capigruppo che ha deciso la
calendarizzazione del ddl sulla diffamazione con la formula ''ove trasmesso dal
Senato''. ''Abbiamo insistito - ha spiegato il
capogruppo del Pd Dario Franceschini - perche' venisse calendarizzato un
provvedimento che aspetta da mesi: quello delle quote rosa che speriamo diventi
presto legge e porti una piccola rivoluzione nelle giunte e nei consigli comunali.
Abbiamo espresso un parere contrario alla calendarizzazione della diffamazione
perche' non si sa come verra' approvato dal Senato e se esce o meno'' dall'aula
del Senato. ''Il Pdl ha insistito per la calendarizzazione - ha aggiunto - di
un provvedimento che riguarda una materia complicata e controversa e che ha
avuto un'accelerazione a partire dal caso Sallusti che ha una sua urgenza.
Si puo' esaminare con calma il merito del provvedimento e se si vuole si puo'
proporre un emendamento sul caso specifico'' di Sallusti nel ''ddl sulla messa
in prova in calendario la settimana prossima''. ''Abbiamo
chiesto che la diffamazione resti in calendario - ha chiarito da parte sua il
capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto - augurandoci che al Senato si arrivi a
duna soluzione che noi possiamo recepire. Nel caso in cui questo non fosse
vedremo l'ipotesi di un emendamento al ddl sulla messa alla prova'' che
riguardi il caso Sallusti. (ANSA) .
Ddl diffamazione: Senato arranca, tra
rinvio in commissione e stop al voto segreto sull’articolo 1.
Roma, 29 ottobre 2012. Il ddl sulla diffamazione arranca al Senato in un
intrecciarsi di veti e di cambi di orientamento. Una stentata sessione di
lavori, fitta di riformulazioni e di accantonamenti, si e' conclusa con il
rinvio dei lavori a domani mattina alle 9,30, ma anche con l'impegno del
presidente di turno, Vannino Chiti, di consultarsi con il presidente Schifani
circa la possibilita' di rinviare il solo art.1 del provvedimento, quello
comprensivo delle sanzioni amministrative e dell'eliminazione del carcere, in
commissione, così come sollecitato (in base a una disposizione del regolamento
del Senato) dal senatore Pd, Giovanni Legnini. Allo stesso tempo il leader
dell'Api, Francesco Rutelli, pur riconoscendo di essere stato lui stesso
promotore della raccolta di firme per la richiesta di voto segreto sull'art.1
del ddl, ora invita i co-firmatari ''ad assumersi le proprie responsabilità'' e
recedere da quel proposito, votando esplicitamente sull'articolo. ''Se dobbiamo
votare una legge indecorosa - ha affermato - è bene che venga fatto con voto
palese''. A chiusura di sessione Chiti, dopo aver accantonato diversi
emendamenti all'art.1, si è rivolto esausto ''a tutti i gruppi parlamentari per
una riflessione: valutare se ha un senso lavorare in assemblea come se si fosse
in commissione''. (ASCA)
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