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IL SENATORE BERSELLI |
DDL DIFFAMAZIONE:
OK della COMMISSIONE
al DDL BERSELLI. MARTEDI'
dibattito in AULA. LEGA
E API VOTANO CONTRO.
RESTA IL NODO DELLE
RETTIFICHE INFINITE
FNSI: “SULLA BUONA STRADA MA SERVONO INTEGRAZIONI”
di Anna Laura Bussa-ANSA
Roma, 8 novembre 2012. Il secondo accordo
di maggioranza sul ddl Diffamazione regge alla prova del voto in commissione.
Il testo, completamente riscritto dal presidente della commissione Giustizia
del Senato Filippo Berselli (Pdl) viene approvato a maggioranza, con i soli
voti contrari di Api e Lega. I 10 emendamenti che stamattina erano stati
depositati al testo da Api, Idv e Vincenzo Vita (Pd) vengono ritirati per
essere ripresentati probabilmente in Aula dove e' atteso per martedi'
prossimo, 13 novembre. Berselli e' molto soddisfatto:
''E' andato tutto molto bene - commenta sorridente dopo il voto in
commissione - e credo che il voto di oggi possa essere di buon auspicio per
l'esame dell'Aula fissato per martedi' prossimo''. ''L'accordo politico ha
tenuto - aggiunge - e se ha tenuto oggi, al 100% terra' anche in Aula''. Il
testo, cosi' com'e' stato riscritto dal senatore del Pdl, e' decisamente piu'
snello, e' di 2 soli articoli e non comprende tutte le norme piu' controverse
che erano state aggiunte in Aula: da quelle che consentivano la decurtazione
dei rimborsi per l'editoria in caso di danno non risarcito a quella che
avrebbe permesso di 'censurare' i libri sempre in caso di diffamazione. Il
ddl ora, come spiega ironicamente un senatore del Pdl, ''e' piu' ritagliato
sul caso Sallusti'': cioe' esclude solo il carcere per i cronisti; fissa a
50mila il tetto massimo per le sanzioni pecuniarie; prevede una disciplina
piu' rigida per la rettifica. Ed e' proprio su questo
tema che resterebbe intatto uno dei 'nodi' principali. Per com'e' stata
corretta la norma, infatti, la rettifica potrebbe non avere limiti di spazio.
Berselli riscrivendo l'articolo 8 della legge sulla stampa del 1948 ha
eliminato le parole ''purche' contenute entro i limiti di 30 righe'' per
sostituirle con la frase ''con lo stesso rilievo e nella medesima
collocazione''. Togliendo il limite delle 30 righe, per indicare il modo in
cui dovra' essere collocata la rettifica in teoria elimina ogni 'paletto' al
testo delle rettifica. In piu' stabilisce che dovra' essere pubblicata
''senza commento'' e nella sua ''interezza''. Il deputato del Pd Vincenzo
Vita si riserva di presentare sul punto una sua proposta di modifica perche'
altrimenti, ipotizza il direttore di una testata, si corre il rischio che
''saranno gli avvocati a decidere il menabo' del giornale'' e non i grafici
insieme ai giornalisti. Per quanto riguarda il
capitolo sanzioni, nel ddl Berselli
si fissano piu' tetti: per la diffamazione a mezzo stampa generica si dovra'
pagare dai 3 ai 30 mila euro; per la diffamazione a mezzo stampa con
l'attribuzione di un fatto determinato, la multa sara' dai 5 ai 50 mila euro;
per la diffamazione semplice invece la forbice sara' dai 3 ai 15 mila euro.
Multa fino a 5 mila euro per il reato di ingiuria. Per ridurre il tetto della
diffamazione a mezzo stampa per fatto specifico si sono dovute rimodulare,
infatti, tutte le altre sanzioni di reati della stessa natura. Nel caso in
cui si adempia correttamente alle norme sulla rettifica, la pena verra'
diminuita fino a due terzi. E questa diminuzione varra' anche nel caso
dell'autore che abbia chiesto di pubblicare la smentita o la rettifica
richieste dall'offeso. Pene piu' severe, invece, per il direttore che rifiuti
di pubblicarle. L'obbligo della pubblicazione obbligatoria della sentenza si
applica anche nel caso in cui il reato sia commesso in Tv o via Radio. Per
quanto riguarda la stampa periodica, l'omesso controllo del direttore e'
punito, per colpa, con la pena prevista per il reato commesso diminuita non
piu' di un terzo. Ma la riduzione non si applica se l'autore e' ignoto o non
identificabile. La pena, invece, aumenta se l'autore e' un giornalista
professionista o radiato dall'ordine. (ANSA).
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IL DIRETTORE SALLUSTI |
FNSI: "SULLA BUONA STRADA MA SERVONO INTEGRAZIONI"
Roma, 8 novembre 2012. ''La nuova bozza
di legge sulla diffamazione a mezzo stampa pare incanalata sulla buona strada
ma richiede ulteriore attenzione e correzione''. E' quanto sottolinea in una
nota la Federazione nazionale della stampa.
''Se davvero il cuore della
iniziativa legislativa vuole corrispondere al ristoro del danno della persona
offesa da un errore o orrore di stampa - fa notare la Fnsi - la rettifica
deve essere fondata su documentati elementi di verita' e non generica
esposizione di parte senza commento. Di conseguenza, la stessa rettifica, se
cosi' prevista dalla legge, avra' una capacita' riparatoria che nessun'altra
sanzione puo' assicurare. L'impossibilita', nella congiuntura politica che si
vive, di apprezzare questo strumento, per renderlo veramente efficace,
accompagnandolo con la previsione del giuri' per la lealta' dell'informazione
(cosi' come formulato originariamente nell'emendamento Chiti-Gasparri), rende
complicato scrivere una riforma armonica che liberi la stampa e ne accresca
le responsabilita'. Altro punto dolente rimane il fatto che nulla viene
previsto per le querele temerarie e - per come e' impostata adesso la nuova
proposta - per le tante rettifiche 'temerarie' che saranno richieste senza
aver obbligo di comprovare nulla a giornali e giornalisti e quindi senza
certezza di un ristoro di verita' di cui ha diritto il pubblico nel caso di
informazione sbagliata''. Quanto alle sanzioni
economiche, il sindacato dei giornalisti ''chiede che queste giornate
sollecitino una riflessione sul loro contenimento, anche in considerazione
che nulla viene fatto per riformare procedimenti civili sulla materia che
possono essere intentati addirittura in un arco temporale di dieci anni.
Anche in questo caso si tratta di dare pieno valore alla rettifica prevedendo
che l'ottemperanza immediata e con il giusto rilievo a questa disposizione
non puo' dar luogo al risarcimento del danno''. (ANSA).
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IN CODA IL “TESTO BERSELLI”.
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