DIFFAMAZIONE:
ALTA TENSIONE. POI
INTESA SUL TESTO
BERSELLI. DELLA
MONICA SI DIMETTE
DA RELATRICE.
RETTIFICA SENZA
COMMENTO.
La rettifica dovrà essere pubblicata immediatamente e senza commenti. Si rimodulano completamente le sanzioni e il tetto massimo sarà da 5 mila a 50 mila euro. La pena per la diffamazione verrà diminuita fino a due terzi qualora, a richiesta della persona offesa, siano state pubblicate dichiarazione o rettifica nei termini e nei modi stabiliti dalla legge. La pena, invece, sarà aumentata nel caso in cui il direttore si sia rifiutato o abbia omesso di pubblicare dichiarazioni o rettifiche così come previsto dalla norma. Accantonata l’interdizione dalla professione. IN CODA IL “TESTO BERSELLI”.
di Anna Laura Bussa- ANSA
Roma, 7 novembre 2012. Per la seconda volta, forse
quella definitiva, la maggioranza raggiunge l'intesa sul ddl Diffamazione. Dopo
la decisione della Conferenza dei capigruppo, poi votata dall'Aula di Palazzo
Madama, di rimandare il testo in commissione, il presidente della Commissione
Giustizia Filippo Berselli si assume il compito di mettere a punto una nuova
riformulazione del provvedimento, molto piu' snella e di due soli articoli,
sulla quale incassa ''un accordo blindato tra Pd e Pdl'' grazie alla mediazione
del capogruppo del Pd Anna Finocchiaro e del senatore Democrat Felice
Casson. L'esame del testo, che era appena stato rimandato dalla
Commissione in Aula, riceve in mattinata una nuova battuta d'arresto. Le
contrapposizioni sulla norma che disciplina la pena accessoria dall'interdizione
dalla professione giornalistica sono infinite e il testo dell'emendamento
arriva alla sua settima riscrittura. Così, alla fine di un lungo dibattito, la
relatrice Silvia Della Monica, capogruppo del Pd in commissione Giustizia,
annuncia il suo 'si' all'emendamento della discordia, il suo 'no' all'intero
art. 1 del ddl e si dimette dall'incarico. Il vicepresidente di turno Vannino
Chiti sospende la seduta, mentre il numero uno di palazzo Madama Renato
Schifani convoca la Conferenza dei Capigruppo. Questa, dopo una seduta di oltre
un'ora, decide di far tornare nuovamente il testo in commissione. Così come
proposto da Anna Finocchiaro. ''Non ci sono le condizioni per andare avanti in
questo modo'', spiega Vincenzo Vita (Pd) ''ed è bene che quelli del Pdl se ne
rendano conto''. Ma i pidiellini non intendono mollare. Berlusconi continua nel
suo pressing e non si può dire di 'no' e poi il Senato non può fare la ''figura
di quello che non sa fare le leggi''. Così tornano in commissione e dopo aver visto
che il dibattito si arenava sulla ''violazione del regolamento'' che secondo la
Lega era stata compiuta ''rimettendo in discussione temi già votati in Aula,
sospendono la seduta e si riuniscono convocati in tutta fretta da Berselli.
Durante l'incontro, quest'ultimo decide di farsi carico del problema e propone
di riscrivere completamente il disegno di legge mettendo al centro i tre 'nodi'
segnalati da Schifani: 'no' al carcere per i cronisti che diffamano;
definizione delle sanzioni pecuniarie con tetto massimo a 50mila euro;
rettifica immediata. Del resto un precedente di rinvio in commissione di un
testo già in parte votato dall'Aula per le dimissioni del relatore già c'è ed è
quello che riguarda la riforma Costituzionale per la quale Carlo Vizzini si
dimise da relatore dopo l'inserimento delle norme su semipresidenzialismo e
federalismo fiscale. Accantonata, almeno per oggi, la questione regolamentare,
portata avanti con forza solo dal leghista Roberto Calderoli, Berselli riesce
nell'impresa: entro le 20 mette a punto un testo di due soli articoli che porta
ad un incontro con Finocchiaro e Casson ottenendo il via libera da loro e dal
suo capogruppo Maurizio Gasparri. ''Ora questo testo è blindato – assicura
Berselli - e se qualche singolo vorrà presentare degli emendamenti faccia pure,
nessuno potra' impedirlo. Ma la posizione dei gruppi di maggioranza è quella
decisa stasera da Gasparri e Finocchiaro''. Nel nuovo ddl, nel quale non
compaiono più le norme che avevano fatto gridare allo 'scandalo' in Aula e cioè
la 'censura libri', l''ammazza blog' e l'interdizione dalla professione
giornalistica, si ribadisce il 'no' al carcere per i giornalisti e si impone
una rettifica immediata gratuita, integrale e senza commento anche per web e
tv. Nel caso si adempia a queste misure, la pena verrà diminuita di due terzi. Il
ddl Berselli dovrà essere votato domani alle 14 in commissione per poi
approdare in Aula per l'ennesima volta martedì prossimo. (ANSA).
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IL CONTENUTO DEL TESTO BERSELLI
Roma, 7 novembre 22012. Questo, in estrema sintesi,
il contenuto del testo Berselli:
RETTIFICHE: il direttore e'
tenuto a pubblicare gratuitamente e senza commento nel quotidiano o nel
periodico, comprese le relative edizioni telematiche o nell'agenzia di stampa
le rettifiche richieste. Queste dovranno essere pubblicate senza commento nella
loro interezza e con lo stesso rilievo e nella medesima collocazione delle
notizie considerate diffamatorie. L'autore dell'offesa potra' avvalersi della
procedura d'urgenza (ex art. 700) qualora il direttore non abbia pubblicato la
dichiarazione o la rettifica così come dispone la norma.
SANZIONI: si rimodulano
completamente e il tetto massimo sarà da 5 mila a 50 mila euro. La pena per la
diffamazione verra' diminuita fino a due terzi qualora, a richiesta della
persona offesa, siano state pubblicate dichiarazione o rettifica nei termini e
nei modi stabiliti dalla legge. La pena, invece, sarà aumentata nel caso in cui
il direttore si sia rifiutato o abbia omesso di pubblicare dichiarazioni o
rettifiche così come previsto dalla norma.
NIENTE CARCERE: si elimina il
carcere per il giornalista e si introducono solo delle sanzioni pecuniarie.
Nella nuova versione non si parla più di interdizione dalla professione
giornalistica.
SALTANO NORME SU LIBRI E RIMBORSI A
EDITORIA: Nel nuovo testo Berselli saltano le norme che 'censuravano i libri'
considerati diffamatori e non si parla più della decurtazione dei contributi
all'editoria. Per quanto riguarda il web si dovranno intendere, spiega il
senatore del Pdl, solo le testate giornalistiche con supporto cartaceo. (ANSA).
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