Continua il nostro viaggio con
i racconti brevi dei più efferati delitti di “Terra di Lavoro”. Per lunedì 22 dicembre ci occuperemo di una strana
coppia, per fatti che risalgono al 1920. Una sorta di
Bonnie e Clyde degli anni venti. I
torbidi amori e le sevizie da carnefice del suo amante, un bandito geloso della
sua donna. Le audace
rapine per vendetta nella zona di
Cancello Arnone e Capua. La bella e crudele Raffaella Angelino, amante del capo della banda, Salvatore Boemio. Donna di fosche
avventure, aveva 23 anni ed era vedova di un altro terribile bandito, ucciso in
una rissa. La Corte di Assise condannò
Salvatore Boemio a 30 anni di reclusione
e tre anni di vigilanza speciale. Alcuni suoi omicidi rimasero impuniti per la
pressante omertà della zona. Ed è, inoltre, la cronistoria di un processo tra i più clamorosi di quell’epoca, che si svolse
innanzi alla Corte d’Assise, del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, e
che, sia per la singolarità dell’imputalo, che per le caratteristiche dei reati
attribuitigli, destò nel pubblico un
enorme interesse.
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