Negato
l’incontro con Papa Francesco A CARMELO MUSUMECI
il detenuto modello che dopo 30 ANNI di galera si è laureato e chiede dignità
La
Comunità Papa Giovanni XXIII conferma la richiesta di poter accompagnare
Musumeci Carmelo in udienza pontificia a noi riservata il prossimo 20 dicembre
2014 con Papa Francesco. Questo evento speciale a noi riservato per l’avvio
della causa di beatificazione del nostro fondatore Don Oreste Benzi, che già
incontrò Musumeci nel 2007 al carcere di Spoleto, assume un’importanza ancora
maggiore dopo il discorso del Papa
del 23 ottobre scorso alla
delegazione dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale. (…) chiediamo
di poter accompagnare Musumeci Carmelo e la sua famiglia a questo incontro.
(Fonte: Disponibilità per il
Tribunale di Sorveglianza per accompagnamento e tutoraggio di Carmelo Musumeci,
da parte della Comunità Papa Giovanni XXIII), Associazione internazionale di
fedeli di diritto pontificio).
Papa Francesco, non mi è
neanche arrivata la risposta della magistratura di sorveglianza. Mi sento zuppo
di tristezza. E di malinconia. Non mi hanno dato dignità per una risposta. Il che
è anche peggio di un no. Di un altro di no. Persino per incontrare te.
Credo di essere il primo nella
storia a cui è stato rifiutato un incontro con un Pontefice.
Forse perché avevano paura che
chiedessi asilo politico nella Città del Vaticano, dove hai abolito la pena
dell’ergastolo.
Non ci crederai, ma mi dispiace
di non averti incontrato. E mi dispiace soprattutto per il mio angelo (che mi
ha lasciato Don Oreste). Devi sapere che il mio angelo (a volte anche i diavoli
ne hanno uno) ci teneva tanto. Spero che adesso si rassegnerà, perché se mi
hanno negato anche di uscire per incontrare te non posso fare altro che
prepararmi a invecchiare nella mia tomba di ferro e cemento. Non posso fare
altro, perché solo la morte mi può liberare dalle catene. E spesso penso che
sarebbe meglio una vita breve con poco dolore di una vita lunga con infinita
sofferenza, perché noi ergastolani non abbiamo mai anni in meno di carcere da
fare, ma sempre anni in più.
Papa Francesco, devi sapere che
essere ergastolani è come essere morti prima di morire, perché la libertà per
un ergastolano è come un orizzonte che non vedrà mai. E spesso mi domando: a cosa serve e a chi serve il carcere a vita?
Si diventa non viventi, esseri
totalmente e per sempre senza speranza, schiavi della pena.
L’ergastolo è solo la banalità
della vendetta, perché questa terribile pena ti mangia l’anima, il corpo, il
cuore e l’amore. Una pena come l’ergastolo non sarà mai in grado di fare
giustizia. Un uomo, qualsiasi reato abbia commesso, non può essere annullato.
Punito sì, ma non distrutto per sempre con la “Pena di morte nascosta”, come la chiami tu. E poi l’ergastolo non
funziona, non è un deterrente, può solo alimentare il male, e fa sentire
vittime del reato, anche se il reato è il tuo.
Molti sono contrari alla pena
di morte per motivi religiosi, etici, eppure non lo sono per la pena
dell’ergastolo. E non si capisce bene il perché. Le alternative sono due: o pensano che l’ergastolo sia meno doloroso
della pena di morte, o può anche essere il contrario: che con la pena di morte
cessa la sofferenza della pena e quindi finisce anche la vendetta sociale.
Papa Francesco, la vita scorre
ancora dentro di me, oppure oggi mi
sento un morto che respira e cammina perché sono deluso di non averti potuto
abbracciare.
Lo faccio fra le sbarre. E Buon
Natale.
Carmelo Musumeci
Carcere di Padova dicembre
2014
La
morte dura un attimo e richiede un coraggio momentaneo; l’ergastolo è un’
esistenza di sofferenza, mentre con la pena di morte cessa la sofferenza della
pena.
(Diario di un ergastolano www.carmelomusumeci.com)
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