La classica immagine legata alla giustizia è quella della
bilancia, che rimanda al concetto di corrispettività dei comportamenti. Il
libro Una giustizia diversa, curato da Luciano Eusebi, critica proprio questo
approccio per far emergere il concetto di giustizia riparativa (restorative
justice), una giustizia diversa appunto: «che scelga di rimanere fedele
all’agire secondo il bene di tutti anche quando si tratta, e proprio perché si
tratta, di opporsi al male. Una giustizia, dunque, che sappia fare progetti di
bene dinnanzi al male; che si orienti, anche nell’affrontare il male, non a
dividere, ferire, distruggere, ma a ristabilire relazioni buone quando non lo
siano state e, pertanto, a rendere nuovamente giusti rapporti segnati dalla
prevaricazione o dall’odio» (dalla Prefazione). La questione viene affrontata
con uno sguardo specifico alla questione penale, secondo una visione della
giustizia che alle ritorsioni preferisce progetti, umanamente impegnativi, tesi
a ricostruire secondo ciò che è altro dal male e creando i presupposti per una
prevenzione stabile. Le buone ragioni di questa scelta vengono tuttavia
approfondite attraverso apporti multidisciplinari – diritto, teologia,
filosofia, pedagogia, scienze letterarie, psicologia – in un inedito disegno organico
che guarda anche oltre alle esigenze di riforma dei sistemi sanzionatòri penali
e del dibattito sulla riforma penitenziaria e le carceri. Ne emerge quanto il
tema affrontato rappresenti un nodo culturale cardine della nostra civiltà, che
investe le questioni della guerra e della pace, dei rapporti politici, delle
relazioni intersoggettive.
Il volume raccoglie contributi di: Virgilio Balducchi,
Monica Bisi, Francesco Botturi, Luciano Eusebi, Antonio Iaccarino, Ivo Lizzola,
Luciano Monari, Maria Rosaria Parruti, Giancarlo Tamanza.
Il volume muove dalla critica del concetto classico di
giustizia fondato sulla corrispettività dei comportamenti ed espresso
dall’immagine della bilancia. Su questa base, si argomenta che l’agire in rapporto
al male non può consistere nella ripetizione del male, ma deve assumere i
contorni di una progettazione pur sempre secondo il bene di tutte le parti
coinvolte, che tenda a rendere nuovamente giusti rapporti interpersonali e
sociali segnati dal male: nel solco della c.d. giustizia riparativa
(restorative justice). Le buone ragioni di quest’ultima vengono approfondite
attraverso apporti di carattere multidisciplinare. Se ne considerano le
potenzialità, soprattutto, con riguardo alle esigenze di riforma dei sistemi
sanzionatòri penali e, in tale ambito, con riguardo a una comprensione non
semplificatoria delle dinamiche di prevenzione dei reati. Si evidenzia,
peraltro, che il tema affrontato, se trova nella problematica penale il
contesto più facilmente percepibile, rappresenta un nodo culturale cardine
della nostra civiltà, che investe le questioni della guerra e della pace, dei
rapporti politici, delle relazioni intersoggettive.
BIOGRAFIA DELL'AUTORE
Luciano Eusebi è
ordinario di Diritto penale nell’Università Cattolica di Milano. È stato membro
di commissioni ministeriali per la riforma del codice penale e del sistema
sanzionatorio penale. In merito alle questioni di cui al presente testo, ha fra
l’altro pubblicato le monografie La pena ‘in crisi’. Il recente dibattito sulla
funzione della pena (Brescia 1990) e La Chiesa e il problema della pena. Sulla
risposta al negativo come sfida giuridica e teologica (Brescia 2014); ha curato
i volumi Colpa e pena? La teologia di fronte alla questione criminale (con A.
Acerbi, Vita e Pensiero 1998) e Ha ancora senso parlare di guerra giusta? Le
recenti elaborazioni della teologia morale (con C. Bresciani, Bologna 2010),
nonché, con A. Acerbi, la sezione monografica Perdono e giustizia nelle
religioni (Atti del Convegno «Non è giustizia rispondere con il male al male.
Un punto di incontro fra le tradizioni religiose?», Milano, Università
Cattolica, 12 maggio 2002), «Humanitas», 2004, 2, pp. 261-379; ha tradotto E.
Wiesnet S.I., Pena e retribuzione: la riconciliazione tradita. Sul rapporto fra
cristianesimo e pena(Milano 1987); ha redatto l’Introduzione a C.M. Martini,
Non è giustizia. La colpa, il carcere e la Parola di Dio(Milano 2003).
Gli autori dei contributi:
Virgilio Balducchi, Ispettore generale dei Cappellani delle
carceri italiane.
Monica Bisi, dottore di ricerca in Storia e letteratura
dell’età moderna e contemporanea e assegnista di ricerca di Letteratura
italiana presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano.
Francesco Botturi, professore ordinario di Filosofia morale
e Pro-Rettore nell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano.
Antonio Iaccarino, docente incaricato di Teoria della
giustizia presso la Pontificia Università Lateranense, Città del Vaticano.
Ivo Lizzola, professore ordinario di Pedagogia sociale
nell’Università degli studi di Bergamo.
Luciano Monari, vescovo di Brescia.
Maria Rosaria Parruti, magistrato di sorveglianza, Pescara.
Giancarlo Tamanza, professore associato di Psicologia
clinica nell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Brescia.
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