Cossiga taoista e fioriera killer: il giallo ispirato da Montanelli
di Fabrizio d’Esposito
“I misteri di via dell’Anima”, romanzo di Delbecchi ambientato nell’Italia del Caf e di Gladio: doveva uscire a puntate sul “Giornale” diretto dal grande Indro
Una delle scene più esilaranti – di quelle che fanno poggiare il libro semiaperto sul bracciolo del divano o della poltrona per ridere meglio – riguarda il Cossiga picconatore dalla vetta del Colle. Dopo un misterioso viaggio in Oriente, il presidente torna e fa un messaggio a rete unificate alle sette del mattino, comprensivo persino di un saluto al sole in diretta dai Giardini del Quirinale.
Quindi il Cossiga taoista si siede nella posizione del loto davanti al caminetto acceso, butta il piccone nel fuoco e comincia: “C’è un tempo per picconare e c’è un tempo per costruire”. Tira poi una “profonda boccata” da “un grande narghilè di cristallo”, sorride e predice una reincarnazione istituzionale: “Avverto forti vibrazioni positive per il futuro… Sono convinto che la Prima Repubblica si reincarnerà molto presto nella Seconda”. Oggi che il boom letterario (massì usiamo pure questo aggettivo) del giallo vanta anche un floridissimo filone satirico, laddove si ammazza e si ride e viceversa, Nanni Delbecchi, firma dalla magnifica scrittura del Fatto, ha l’indiscusso merito di avere iniziato a scrivere I misteri di via dell’Anima ben trentaquattro anni fa. Un pioniere, in pratica. Il romanzo ebbe una genesi epica e casuale allo stesso tempo. Era il 1991 e il giovane Nanni era al Giornale montanelliano, alla redazione Spettacoli. Capitò che i due presero insieme l’ascensore in redazione. Una volta arrivati, il grande direttore si rivolse in modo secco al giornalista: “Giusto tu. Vieni un momento con me”.
Il Novantuno era ancora l’anno della Gladio italiana, l’esercito clandestino e anticomunista voluto da Cia e Nato, e Montanelli chiese a Delbecchi di vergare un romanzo d’appendice “come si faceva una volta” e da pubblicare a puntate. Un giallo politico, per la precisione: quello era il Malpaese del Caf, il patto tra Craxi, Andreotti e Forlani, saturo di pentapartiti e quadripartiti intorno alla Dc e al Psi. Il direttore del Giornale dettò al cronista finanche trama, attacco e luogo del delitto: “Ascoltami bene. Un distinto signore passeggia a notte fonda per via dell’Anima; all’improvviso, da un cornicione cade un vaso di fiori, centra l’uomo e lo uccide… Si scopre che quel distinto signore al di sopra di ogni sospetto era un ex Gladiatore”. Via dell’Anima era una via di quel potere, dove c’erano il quartier generale craxiano, l’Hotel Raphael, e la prima residenza romana di Silvio Berlusconi, all’epoca editore del Giornale. Così Delbecchi macinò cartelle su cartelle, un centinaio, ma nel frattempo arrivò il Novantadue di Tangentopoli e Montanelli disse a Nanni di fermarsi e non fare più niente. Tre decenni dopo a quelle cento cartelle battute con la macchina per scrivere se ne sono aggiunte altre, stavolta al computer, ed ecco finalmente il libro. L’ex Gladiatore stecchito dalla fioriera killer è un cuoco friulano di nome Arrigo Lorenzon. E a trovarlo morente per terra è un giornalista: Diego Stella, che alla Nuova Onestà scrive ogni giorno trame di film, ciascuna di cinquecento battute, vero esercizio di stile e di sintesi ma altamente frustrante. Il vaso è precipitato dalla sontuosa dimora della bellissima Flaminia dell’Ongaro, regina dei salotti romani nonché eterna amante del conte Inigo Saverio Primoli. La fioriera killer diventa per Stella un’occasione di riscatto professionale e da quel momento in poi sale su una rutilante giostra di spie, intrighi, generali e politici insabbiatori che farebbe pensare all’esistenza di un’altra Gladio, la numero due. Tra nomi falsi che vanno e vengono, si scopre che nella fioriera c’erano dei garofani. Chiaro indizio contro i socialisti. Ma quando poi spuntano dei myosotis, Ugo Intini, fedelissimo di Bettino, rilancia sull’organo del Psi, l’Avanti!: “La fioriera che ha ucciso Lorenzon non era coltivata solo a gerani e garofani, ma anche a myosotis… Perché nascondere la presenza dei myosotis ed esaltare quella dei garofani?”.
Il talento acuminato ed elegante di Delbecchi mostra il teatrino della politica italiana di allora, compreso un Bossi che scappa in Marocco per paura di essere rapito, per quello che era: una parodia gialla fluttuante tra vero e verosimile, come annota nella postfazione un altro montanelliano di quella stagione, il nostro direttore Marco Travaglio. Nanni alterna colpi di scena e miniature satiriche di somma efficacia, come quella centrata su un’enorme commessa di beluga bianco della Siberia, cioè caviale di qualità suprema (il motivo di questa commessa lo scoprirete da soli). E senza tralasciare nulla. Come la verifica permanente da Craxi, Andreotti e Forlani. Verifica: termine ferale del teatrino di Palazzo. In questi giorni l’ha ritirata fuori il grigio Antonio Tajani per proporla agli alleati Meloni e Salvini. Chissà, magari a Delbecchi verrà in mente un nuovo omicidio fintamente casuale. Sarebbe bello.
Domenica 23 marzo 2025
Donne che pagano uomini
«Sono a cena con amici. Si parla di sesso (primo bicchiere di vino). Di escort per signore (secondo bicchiere di vino). E una coppia di amici (eterosessuali) racconta le meraviglie del massaggio tantrico»
Lauren Hutton e Richard Gere in una scena di American Gigolò di Paul Schrader, 1980 (mptvimages.com/contrasto)
Ho 47 anni e sto bevendo il terzo bicchiere di vino per mettere a tacere quella parte di me bigotta, pudica, quella parte di me che mi dice che sto facendo qualcosa di male.
Sono a cena con amici. Si parla di sesso. Di donne che pagano per fare sesso (primo bicchiere di vino). Di escort per signore (secondo bicchiere di vino). Una coppia di amici (eterosessuali) racconta le meraviglie del massaggio tantrico, erotico, a pagamento. Lettini vicini, un massaggiatore per lei, una per lui. Io che non bacio il mio compagno in pubblico. Io che non ho il coraggio di andare su Tinder per paura di mettermi in piazza. Mi ritrovo a bocca aperta. Felice di sentire i miei amici raccontare di queste mani sconosciute che preparano il corpo. Di queste mani che finiscono tra le gambe. Il piacere. L’happy ending. L’orgasmo. Terzo bicchiere di vino. Voglio sapere tutto. L’idea che anche le donne paghino mi piace perché mi sa di libertà.
Easy Rent: il servizio di noleggio smartphone, assistenza, riparazione e sostituzione.
Scopri di piùContenuto Sponsor
La prostituzione in Italia è legale. Manca la regolamentazione. Secondo l’Eurispes, il 5 per cento delle persone che si vende è maschio. Di questo 5 per cento fanno parte i ragazzi iscritti al sito più famoso di accompagnatori per signore: gigolo.cloud. Il titolare di questo sito si chiama Roberto Dolce, in arte Roy. Nella sua scheda c’è il numero. Gli scrivo un messaggio. Mi presento. Gli chiedo un’intervista. Aspetto.
Per i massaggi tantrici la ricerca è più complicata. Non trovo numeri di persone fisiche, ma solo di segreterie. Quando chiedo la specifica del massaggio erotico con finale a sorpresa non rispondono. Anche il centro dove sono andati i miei amici mi ignora.
Trovo un uomo di nome Philip (nome finto). Mi risponde subito. Vuole farsi intervistare. Incontrarmi di persona. Farmi provare l’esperienza.
Secondo l’ultimo rapporto Censis-Bayer, vent’anni fa solo il 37,5% delle donne riteneva che sesso e amore potessero essere separati. Oggi questa percentuale è salita al 77,4 per cento. Cioè: c’è una crescente tendenza delle donne italiane a vivere la sessualità in modo più autonomo, in modo svincolato dal sentimento.
Mentre m’incammino per andare da Philip mi chiedo a quale di queste due categorie appartengo. Il fatto che io sia pudica non esclude che possa separare sesso e amore. Mi esalta l’idea che anche le donne possano accedere ad un servizio erotico a pagamento. Però sono nervosa. Il passo è svelto. Ho il fiatone. Quando arrivo davanti al palazzo, non lontano da piazza Vittorio (siamo a Roma), sono le otto di sera. Fa freddo. In un messaggio ho avuto le indicazioni. Citofono, interno. Scendo una rampa di scale, mi trovo nel seminterrato. Apre la porta un ragazzo non troppo alto, capelli lunghi, raccolti in una coda, una divisa fucsia da infermiere. Mi sorride, stende la mano. È Philip.
L’entrata è una sala d’aspetto. Divanetti, riviste. Mi accompagna nella stanza dei massaggi. Pulita, calda. C’è il lettino, la sedia dove appoggerò i vestiti. Mi sudano le mani. Non ce la faccio a fare l’happy ending, lo confesso (mi esce proprio dalla pancia). Lui ride, mi assicura che non succederà, mi invita a spogliarmi, esce. Quando mi tolgo pantaloni e biancheria intima mi guardo intorno per vedere se mi ha lasciato gli slip di carta che si indossano di solito. Non ci sono. Non so se rimanere così. Prendo un bel respiro, grido: «Ma completamente nuda?». Sì, mi risponde. Obbedisco solo in parte.
Quando bussa per chiedermi se è tutto ok, sono sdraiata a pancia in giù, il viso infilato nel buco del cuscino del lettino, gli occhi chiusi, un asciugamano avvolto intorno al ventre (disobbedienza). In filodiffusione i suoni dei boschi, gli uccellini, il vento.
Philip mi srotola l’asciugamano, ma lo usa per coprirmi la parte che non massaggia, le gambe, i glutei. Sento le sue mani sulle spalle. Poi passa alla testa, al collo. Oltre alle mani però ho la percezione che ci sia un terzo elemento, qualcosa di caldo, qualcosa che sembra un oggetto. Non mi muovo. Passa al braccio destro, me lo allunga, lo appoggia sul suo, con la mano sento della pelle, dei peli.
Mi alzo di scatto, lo guardo, è nudo, in piedi davanti a me, NUDO.
Mi spiega (vestito) che lui è un operatore olistico. Che quello che mi stava facendo da nudo è un massaggio tantrico. Che il massaggio tantrico si fa così. Non si toccano i genitali. Il corpo del massaggiatore si poggia, abbraccia, avvolge (la terza cosa che sentivo addosso era il mento). Il massaggio di cui io cerco informazioni invece, quello che coinvolge le parti intime, si chiama yoni, o massaggio vaginale. “Yoni”, in sanscrito, significa “luogo sacro”. Il massaggio Yoni, mi spiega Philip, dovrebbe essere sempre gratuito, è un dono. Spesso, però, viene fatto per denaro. Certi centri olistici se lo fanno pagare caro. Nei quartieri bene va di moda, tante donne ricche lo richiedono.
Se conosci il termine yoni, una volta digitato su internet, escono fuori molti centri in tutta Italia, molti numeri di massaggiatori privati. Nei forum al femminile le donne ne parlano con entusiasmo. Ho trovato anche un articolo di Clio Make Up (una nota influencer). I prezzi variano dagli 80 ai 250 euro, dai 60 minuti ai 90.
Quando esco dallo studio di Philip ho la pressione bassa, la certezza che il massaggio tantrico non fa per me, molta fame, e la risposta di Roy nei messaggi. Vuole farsi intervistare.
Roberto Dolce, in arte Roy, 52 anni, è uno dei gigolò più famosi d’Italia. Marchigiano, single, solitario, ex culturista. Nel paese dove vive, tutti sanno quello che fa. Quando va in televisione, qualcuno ferma per strada la madre. Il padre lo disprezza. Del suo lavoro in casa non parla, in paese non parla, in palestra non parla. Ha avuto una sola storia seria. Tutto questo Roy lo racconta nel suo ultimo libro (Amore in contanti). Dice che lui di amici non ne ha.
Sul sito gigolo.cloud, di cui è titolare, Roy ha una vita attiva. Pubblica video, racconta la giornata. Dispensa consigli su come scegliere l’accompagnatore. L’importanza dell’igiene. Risponde ai commenti. Quando lo chiamo sta andando da una cliente. È in autostrada, direzione Modena. Secondo Roy, gli accompagnatori in Italia sono circa cinquemila (3.000 nel suo sito). Solo una cinquantina, però, lavora in modo continuativo. Media di incontri a settimana: due (per difetto).
La prima cosa che mi salta all’occhio scorrendo sul sito le schede di questi ragazzi è che non c’è un prezzario. Qualcuna nei commenti se ne lamenta. Roy mi spiega quanto sia importante, per stabilire una tariffa, parlare con la cliente, farsi mandare una foto. I criteri per decidere il prezzo sono l’avvenenza di lei, la sua ricchezza. Si paga comunque il tempo, non la prestazione. Due ore a fare l’amore o al ristorante hanno lo stesso costo, quasi mai sotto i 500 euro, in contanti, spesso in nero, non perché un gigolò non possa avere una partita iva (servizio alla persona), ma perché è la consumatrice a non voler essere tracciata. A questa tariffa vanno aggiunte spese di viaggio, vitto, alloggio. Sempre a carico della cliente. Quando chiedo a Roy se esistono gigolò a prezzi più abbordabili, risponde che probabilmente non sono dei professionisti, sono alle prime armi. Questi prezzi sono dovuti anche alla difficoltà del lavoro. Per esempio, le donne brutte. Il pisello si deve poter alzare. Ci si prepara in macchina.
Gli chiedo se è normale aiutarsi con qualcosa. Nel porno, mi risponde, alcuni si iniettano una sostanza direttamente sul pene, un farmaco per l’impotenza. Io però uso il Cialis, mi dice. Solo certe volte, e con le coppie. Il confronto con un altro maschio mi mette ansia da prestazione. Quando gli parlo dei massaggi tantrici, non sa cosa siano. Quando gli chiedo se secondo lui le donne vorrebbero poter accedere a prestazioni economicamente più abbordabili, pagabili magari non a tempo ma a servizio, mi dice che lui, le donne così, non le vuole come clienti. La donna che vuole dominare, la donna aggressiva, forte, la donna che fa come l’uomo che va alla ricerca di un pompino a 50 euro, non gli interessa. Per Roberto, i ruoli devono rimanere quelli di sempre. L’uomo è Alpha. L’uomo ti insegna cose che non hai mai fatto (sesso orale, sesso anale). L’uomo ti deve guidare.
Prima di chiudere la telefonata mi vuole fare una domanda. Certo, gli dico, chiedi pure. Pagheresti per uscire con me? No, rispondo. Ti sei bagnata? Neanche.
Apro il sito di Roy. Vado nella sezione “social web”. Pubblico questo post:
«Buonasera, sto facendo un’indagine sul sesso a pagamento. Mi sono fatta una lunga chiacchierata con Roy. Mi piacerebbe sentire il punto di vista femminile. Il vostro».
Il giorno dopo trovo tre email.
La prima è di Umar. Mi scrive «Sono un ragazzo nigeriano, educato e bravo come fare per conoscerti».
La seconda e la terza sono di Emma e Margherita (nomi finti). Hanno risposto al mio annuncio. Vogliono raccontarsi.
Quando parte la videochiamata con Emma, compare una donna sorridente, capelli corti bianchissimi, piccoli orecchini d’argento, un golfino nero con i ricami sulle spalle. Mi chiede un momento per cambiarsi gli occhiali altrimenti non riesce a mettermi a fuoco. Emma, 60 anni, pensionata, ogni tanto lavora come collaboratrice esterna per delle società di eventi. Tra la pensione e le collaborazioni arriva a tremila euro al mese. Separata in casa, le chiedo perché viva ancora con il marito «Ma dove lo mando, poveraccio. Stiamo bene così, ognuno fa la sua vita».
La prima volta che ha chiamato un gigolò è stato due anni fa. In spiaggia, con le amiche, sdraiate sui lettini, parlano di uomini, uomini giovani, una di loro suggerisce di provare con i gigolò. Emma si mette subito a digitare su google, ma c’è troppo sole, dal cellulare non si legge niente.
Va nella sua camera d’albergo (sempre lo stesso da anni, la conoscono tutti). E lì, con la luce giusta, trova un sito, sfoglia le schede, sceglie tre uomini che le piacciono, tre uomini calvi, giovani. Manda un messaggio a tutti e tre.
Due giorni dopo arriva davanti all’albergo una macchina con Leo (altro nome di fantasia). Le amiche di Emma per vederlo si nascondono. Emma e Leo si incontrano nella hall, prendono qualcosa da bere, rompono il ghiaccio, salgono in camera.
Da allora Emma ha provato sette gigolò diversi, tre sono diventati i suoi preferiti, li alterna, ci va a cena, si fa le passeggiate, fa sesso, uno l’ha presentato in famiglia come amico. Usa anche le app di dating, «ma non è la stessa cosa», mi dice ridendo «Dove lo trovo uno giovane così? Con i gigolò c’è professionalità, sai quello che trovi, e poi col tempo si è costruito un rapporto, ci sentiamo per telefono, ci raccontiamo i fatti nostri» (gratuitamente, sottolinea).
Le chiedo se conosce i massaggi tantrici, lo yoni. Non li conosce, ma ne è incuriosita. Le chiedo se vorrebbe dei servizi meno cari. Certo, mi risponde, non posso spendere così tanti soldi tutti i mesi.
L’anno scorso si è presa una sbandata per uno dei suoi tre preferiti. Lui, con calma, le ha fatto capire che il suo è un servizio, un lavoro, che al di fuori di questo lavoro non potrà esserci altro.
A oggi, Emma continua a vederlo (a pagamento). Le chiedo perché. Mi rende felice, risponde.
Quando provo a chiamare Margherita in video, la connessione è debole, riesco a vederla pochi secondi.
Viso paffuto, capelli lunghi stropicciati. Sono le cinque del pomeriggio di domenica. Margherita si sta infilando il pigiama. È la proprietaria di un forno, si alza a mezzanotte per fare il pane. Romagnola, 51 anni, divorziata da sei. Dopo la terza media va a lavorare, a 15 anni rimane incinta (1989). Della legge sull’aborto (1978) non sa niente. L’anno dopo si sposa. 27 anni di matrimonio, poi il tradimento di lui, la separazione, il divorzio. Margherita sta male, un anno di psicoterapia che non porta a nulla. Oltre al marito non ha mai avuto nessuno. Un familiare le consiglia di provare con un accompagnatore. Lei non sa neanche cosa sia, cerca su internet, capisce, ne trova uno che le piace, se lo studia per tre mesi, è terrorizzata da quello che sta facendo. Poi, un pomeriggio di febbraio, uscita da un centro estetico, in piedi davanti alla sua macchina, lo chiama. Non sa cosa dire. Lui si fa raccontare la storia matrimoniale di lei, le dice le tariffe, che quando si sentirà pronta potranno incontrarsi. Margherita ci pensa altri tre mesi. Ad aprile prende coraggio, lo chiama, stabiliscono una data.
Il luogo però Margherita lo deve ancora trovare. Non può essere in paese, dove la conoscono tutti. Cerca degli alberghi abbastanza lontani, ma lei in albergo nella sua vita non ha mai dormito. Non sa con quale criterio vada scelto, quanto costi, cosa offra. Su internet incappa nella foto di un hotel dove era stata da bambina con i genitori per una festa di Natale dell’azienda dove lavorava il padre. A casa della madre c’è ancora la foto che ritrae tutta la famiglia davanti all’entrata. Prenota lì.
Poi va al compro oro e vende la fede. Non che di soldi non ne abbia, ma vuole pagare il gigolò con quel denaro, è un gesto simbolico. Le danno poco più di 250 euro.
Il giorno dell’appuntamento Margherita esce dal panificio in tarda mattinata, va dal parrucchiere, compra della biancheria di pizzo bianca, reggiseno imbottito, poi a casa, si lava. Cosparge il corpo con una crema, «troppa» mi dice «l’odore era fortissimo». Un vestito blu fino alle ginocchia. Sale in macchina, arriva in albergo con due ore d’anticipo.
Quando alla reception le chiedono i documenti, si preoccupa che il concierge, leggendo il suo indirizzo di residenza (a soli tre chilometri), possa capire perché è lì. Non sa come definire l’uomo che arriverà dopo. Il suo compagno, un suo amico?
È la prima volta che si trova in una stanza d’albergo, c’è la moquette, si toglie le scarpe, le unghie bordeaux, fa caldissimo, suda, si muove per la stanza, va alla finestra, spera di riconoscere la macchina di lui (l’ha vista nei video). Passa due ore stordita, emozionata. Lui arriva.
Quando apre la porta, Margherita si ritrova questo uomo alto, slanciato, possente. Si siedono una di fronte all’altro. Lei sul letto, lui sul divanetto. Lui fa delle domande. Margherita non si ricorda quali, non si ricorda le risposte. Poi lui si alza, si toglie la camicia, la fa sdraiare sul letto, le sale sopra.
Margherita frequenta questo gigolò ormai da sette anni. Con lui ha passato gli ultimi capodanni (sempre pagando). Grazie a lui è riuscita a venir fuori dal paese, a guidare in autostrada (il marito glielo proibiva). Ha conosciuto città, alberghi, ristoranti, spa.
L’unica volta che è uscita con un altro accompagnatore (e solo per cena) è stato per chiedergli se fosse normale che non venisse mai baciata sulla bocca.
Da quasi un anno Margherita si porta il gigolò in casa, cucina le cose che piacciono a lui (l’ultima volta, le costolette), gli ha comprato un pigiama, le pantofole.
Dopo cena vanno a letto, lui si copre fino agli occhi, che è freddoloso. L’ultima volta hanno guardato un film con Abatantuono, fatto l’amore.
Poi Margherita lo ha pagato, lui se n’è andato.
Le chiedo se usano precauzioni, risponde che spesso non le usano. Le chiedo se fa le analisi con regolarità. Le analisi normali, risponde, che le prescrive il medico di base, una volta l’anno. Le chiedo se conosce il rischio che corre. Non ne è preoccupata.
Romana, lavora nel mondo dello spettacolo dal 1999. Nel cinema come aiuto regista, nel teatro come autrice, regista e performer. Nel 2022 ha pubblicato Wanderwoman per Miraggi Edizioni.
Migrazioni, conflitti, crisi climatica, politica e questioni di genere. Raccontano la complessità, l'ingiustizia e il dolore del mondo, ma al contempo la resilienza e la voglia di riscatto gli scatti vincitori del concorso World Press Photo Contest 2025, che presentano al mondo una selezione dei migliori lavori di fotogiornalismo e fotografia documentaria
1/42worldpressphoto.org
ATTEMPTED ASSASSINATION OF DONALD TRUMP - AMERICA DEL NORD E CENTRALE, SINGOLE
Il 17 aprile durante la conferenza stampa inaugurale della mostra principale ad Amsterdam saranno annunciati il vincitore del World Press Photo of the Year e i due finalisti. Tutti i fotografi vincitori di categoria potranno concorrere per l'ambito premio Photo of the Year. In questo scatto il tentativo di assassinare Donald Trump durante un comizio a Butler, in Pennsylvania, il 13 luglio 2024 (Jabin Botsford, The Washington Post)
2/42worldpressphoto.org
NIGHT CROSSING - AMERICA DEL NORD E CENTRALE, SINGOLE
Migranti cinesi cercano di scaldarsi a vicenda dopo avere attraversato il confine tra Stati Uniti e Messico a Campo, in California, 7 marzo 2024 (John Moore, Getty Images)
3/42worldpressphoto.org
CONSTANCE WYNN II, WILKES-BARRE, PENNSYLVANIA, 2025 - AMERICA DEL NORD E CENTRALE, SINGOLE
Constance Wynn nella sua casa nella contea di Luzerne, in Pennsylvania, il 5 novembre 2024, giorno delle elezioni Usa. I suoi antenati si rifugiarono in Pennsylvania, primo stato ad abolire la schiavitù (Philip Montgomery, The New York Times Magazine)
4/42worldpressphoto.org
CRISIS IN HAITI - AMERICA DEL NORD E CENTRALE, STORIE
Persone camminano davanti al corpo senza vita di un uomo ucciso a colpi d'arma da fuoco da un soggeto non identificato la sera precedente: Port-au-Prince, Haiti, 28 marzo 2024 (Clarence Siffroy, Agence France-Presse)
5/42worldpressphoto.org
A PLACE TO DIE - AMERICA DEL NORD E CENTRALE, STORIE
Oliver Farshi ha fotografato le persone malate terminali che scelgono di trascorrere le loro ultime ore in una struttura per il suicidio assistito. Washington, 1 marzo 2024 (Oliver Farshi)
6/42worldpressphoto.org
A TOWN DERAILED - AMERICA DEL NORD E CENTRALE, STORIE
Il luogo del deragliamento a East Palestine, in Ohio, tre mesi dopo il disastro che ha visto protagonista un convoglio che trasportava merci pericolose, 9 marzo 2023 (Rebecca Kiger, Center for Contemporary Documentation, TIME)
7/42worldpressphoto.org
LIFE AND DEATH IN A COUNTRY WITHOUT CONSTITUTIONAL RIGHTS - AMERICA DEL NORD E CENTRALE, PROGETTI A LUNGO TERMINE
Un uomo viene preso in custodia dalla polizia il giorno in cui l'Assemblea legislativa di El Salvador ha approvato lo "stato di emergenza”. Da quel giorno, sono state arrestate più di 80mila persone. Santa Tecla, El Salvador, 27 marzo 2022 (Carlos Barrera, El Faro)
8/42worldpressphoto.org
BEYOND THE TRENCHES - EUROPA, SINGOLE
Anhelina, 6 anni, nella sua nuova casa a Borshchivka, Ucraina, 7 marzo 2024. A causa della guerra la bambina soffre di attacchi di panico (Florian Bachmeier)
9/42worldpressphoto.org
UNDERGROUND FIELD HOSPITAL - EUROPA, SINGOLE
Un soldato ucraino ferito a Bakhmut, nella regione di Donetsk, 22 gennaio 2024 (Nanna Heitmann, Magnum Photos)
10/42worldpressphoto.org
MIKA - EUROPA, SINGOLE
Mika, 21 anni, ha aspettato 22 mesi per una visita in una clinica per la transizione di genere. Nell’attesa ha provveduto personalmente ai costi per i trattamenti ormonali e la chirurgia plastica. Rotterdam, 2 febbraio 2024 (Prins de Vos, Queer Gallery)
11/42worldpressphoto.org
MARIA - EUROPA, STORIE
Una delle uniformi di Ana Maria, vittima della tratta di esseri umani tra Angola e Portrogallo, appesa e pronta per il lavoro. In origine chiamata Utima (la parola Kimbundu per "cuore"), il nuovo nome le è stato dato dalla sua nuova famiglia. Lisbona, 27 novembre 2023 (Maria Abranches)
12/42worldpressphoto.org
PROTESTS IN GEORGIA - EUROPA, STORIE
Proteste antigovernative a Tbilisi, in Georgia, 7 dicembre 2024 (Mikhail Tereshchenko, Tass Agency)
13/42worldpressphoto.org
DEMOCRACY DIES IN DARKNESS - EUROPA, STORIE
Alternative für Deutschland tiene una conferenza del partito. Molti tedeschi vedono le idee di estrema destra del partito come una minaccia alla democrazia. Essen, Germania, 30 giugno 2024 (Rafael Heygster, Der Spiegel)
14/42worldpressphoto.org
IT SMELLS OF SMOKE AT HOME - EUROPA, PROGETTI A LUNGO TERMINE
Una fotografa russa, ma ora residente in Germania racconta come la guerra abbia trasformato il suo Paese (Aliona Kardash, DOCKS Collective per Stern Magazine)
15/42worldpressphoto.org
BOTAFOGO FANS: PRIDE AND GLORY - AMERICA DEL SUD, SINGOLE
Tifosi del Botafogo dopo la vittoria della Copa Libertadores a Rio de Janeiro, il 30 novembre 2024 (André Coelho, Efe)
16/42worldpressphoto.org
AIRCRAFT ON FLOODED TARMAC - AMERICA DEL SUD, SINGOLE
Un Boeing 727-200 all’aeroporto internazionale Salgado Filho dopo un’alluvione. Porto Alegre, Brasile, 20 maggio 2024 (Anselmo Cunha, Agence France-Presse)
17/42worldpressphoto.org
THE LAST HOPE - AMERICA DEL SUD, SINGOLE
María Corina Machado dell’opposizione venezuelana durante la campagna elettorale per il candidato alle presidenziali Edmundo González Urrutia. Mérida, Venezuela, 25 giugno 2024 (Gabriela Oráa, Reuters)
18/42worldpressphoto.org
BRAZIL’S WORST-EVER FLOODS - AMERICA DEL SUD, STORIE
Strade allagate a Canoas, una delle città più colpite dalle alluvioni dello Stato del Rio Grande do Sul, in Brasile, 6 maggio 2024. Le alluvioni hanno causato la morte di 183 persone, devastazioni ambientali e lo sfollamento di oltre 600mila residenti: il governo lo ha dichiarato il più grande disastro climatico mai verificatosi nello Stato (Amanda M. Perobelli, Reuters)
19/42worldpressphoto.org
DROUGHTS IN THE AMAZON - AMERICA DEL SUD, STORIE
.Un uomo porta cibo alla madre, che vive a Manacapuru. In passato il villaggio era raggiungibile solo in barca, ma ora a causa della siccità il letto del fiume Solimões è percorribile a piedi. Amazonas, Brasile, 5 ottobre 2024 (Musuk Nolte, Panos Pictures/Bertha Foundation)
20/42worldpressphoto.org
JAIDË - AMERICA DEL SUD, STORIE
Questo progetto segue le vite delle donne Emberá, un popolo indigeno nomade della Colombia che storicamente ha abitato un'area attorno al fiume Bojayá. Molti Emberá sono migrati a Bogotà, in fuga dal conflitto tra le forze paramilitari della Colombia e in cerca di sicurezza e opportunità. Nella capitale, affrontano discriminazione ed emarginazione, vivendo in condizioni di sovraffollamento e insicurezza (Santiago Mesa)
21/42worldpressphoto.org
PATHS OF DESPERATE HOPE - AMERICA DEL SUD, PROGETTI A LUNGO TERMINE
Il progetto documenta la traversata dei migranti nella regione selvaggia di Darién Gap, tra Panamá e Colombia, per raggiungere gli Stati Uniti. In questo scatto un gruppo di migranti afghani, cinesi, venezuelani ed ecuadoriani cammina verso una barca, 2 marzo 2023 (Federico Ríos)
22/42worldpressphoto.org
TAMALE SAFALU, AFRICA, SINGOLE
Il bodybuilder disabile Tamale Safalu si allena davanti a casa sua a Kampala, in Uganda, 25 gennaio 2024 (Marijn Fidder)
23/42worldpressphoto.org
LIFE WON'T STOP - AFRICA, SINGOLE
Uno sposo con le armi usate nella celebrazione del matrimonio, Omdurman, Sudan, 12 gennaio 2024 (Mosab Abushama)
24/42worldpressphoto.org
MOTHER MOVES, HOUSE APPROVES - AFRICA, SINGOLE
L’evento Heavenly bodies durante il Pride di Lagos, in Nigeria, 21 giugno 2024 (Temiloluwa Johnson)
25/42worldpressphoto.org
THE LAKE HAS FALLEN SILENT - AFRICA, STORIE
Un giovane pescatore fruga nelle sue reti sulla riva del lago Kivu. a Goma, Repubblica democratica del Congo, 15 aprile 2024 (Aubin Mukoni)
26/42worldpressphoto.org
KENYA'S YOUTH UPRISING - AFRICA, STORIE
Le proteste contro la legge finanziaria a Nairobi, in Kenya, 2 luglio 2024 (Luis Tato, Agence France-Presse)
27/42worldpressphoto.org
THE ELEPHANT WHISPERERS OF LIVINGSTONE - AFRICA, PROGETTI A LUNGO TERMINE
A Livingstone, Zambia, gli elefanti hanno iniziato a entrare in città in cerca di cibo, a causa delle scarse piogge e dell’invasione umana dei loro spazi. Considerato il pericoloso aumento del conflitto tra uomini ed elefanti, un gruppo di volontari ha creato l'Elephant Response Team, per garantire la sicurezza di umani e fauna selvatica. Livingstone, Zambia, 29 agosto 2024 (Tommy Trenchard, Panos Pictures, per NPR)
28/42worldpressphoto.org
WOMEN'S BODIES AS BATTLEFIELDS - AFRICA, PROGETTI A LUNGO TERMINE
Dal 2017 Cinzia Canneri ha iniziato a documentare le esperienze delle donne eritree in fuga dalla repressione del governo. Dallo scoppio della guerra nella regione del Tigray, nell'Etiopia settentrionale, nel 2020, il suo raggio d'azione si è ampliato per includere le storie delle donne in fuga dall'invasione armata (Cinzia Canneri, Association Camille Lepage)
29/42worldpressphoto.org
DRONE ATTACKS IN BEIRUT - ASIA OCCIDENTALE, CENTRALE E MERIDIONALE, SINGOLE
Abitanti di Beirut osservano l’attacco di un drone israeliano, dal quartiere di Dahiyeh, 29 settembre 2024 (Murat Şengül, Anadolu Agency)
30/42worldpressphoto.org
MAHMOUD AJJOUR, AGED NINE - ASIA OCCIDENTALE, CENTRALE E MERIDIONALE, SINGOLE
Mahmoud Ajjour è stato gravemente ferito mentre fuggiva da un attacco israeliano a Gaza nel marzo del 2024. È stato poi curato in Qatar (Samar Abu Elouf, The New York Times)
31/42worldpressphoto.org
THE CANVAS OF POWER - ASIA OCCIDENTALE, CENTRALE E MERIDIONALE, SINGOLE
I manifestanti antigovernativi attaccano una statua di Sheikh Mujibur Rahman, padre della premier Sheikh Hasina, costretta alle dimissioni dopo settimane di proteste (Suvra Kanti Das, The Daily Prothom Alo)
32/42worldpressphoto.org
GAZA UNDER ISRAELI ATTACK - ASIA OCCIDENTALE, CENTRALE E MERIDIONALE, STORIE
Israele ha proseguito la sua distruzione di Gaza per tutto il 2024, riducendola in macerie. Le Nazioni Unite segnalano che oltre il 60% delle case è stato distrutto e il 95% degli ospedali non è funzionante. Quasi 2 milioni di persone sono state sfollate a causa della grave carenza di cibo, acqua pulita e medicinali, a causa delle restrizioni israeliane (Ali Jadallah, Anadolu Agency)
33/42worldpressphoto.org
NO WOMAN'S LAND - ASIA OCCIDENTALE, CENTRALE E MERIDIONALE, STORIE
In Afghanistan il governo talebano nega alle donne l'accesso all'istruzione oltre la scuola elementare, impedisce loro di svolgere gran parte dei lavori fuori casa e, in alcune regioni, anche di uscire di casa senza un accompagnatore maschio o con il viso scoperto. Kabul, 17 febbraio 2024 (Kiana Hayeri, Fondation Carmignac)
34/42worldpressphoto.org
THE SHADOWS ALREADY HAVE NAMES - ASIA OCCIDENTALE, CENTRALE E MERIDIONALE, STORIE
I racconti dei sopravvissuti del carcere di Sednaya, in Siria, rivelano le atrocità della sistematica detenzione, tortura ed esecuzione segreta dei suoi oppositori da parte del regime di Assad, rovesciato lo scorso 8 dicembre (Samuel Nacar per Revista 5W)
35/42worldpressphoto.org
BULLETS HAVE NO BORDERS - ASIA OCCIDENTALE, CENTRALE E MERIDIONALE, PROGETTI A LUNGO TERMINE
I kolbar sono corrieri che trasportano illegalmente merci dall’Iraq e dalla Turchia fino al Kurdistan iraniano. Nella foto, un kolbar su un sentiero di montagna, 2019 (Ebrahim Alipoor)
36/42worldpressphoto.org
KOREA ADOPTION FRAUD - ASIA PACIFICA E OCEANIA, SINGOLE
Nicole Motta e il suo padre biologico Jang Dae-chang si incontrano di nuovo dopo 40 anni dalla loro separazione, Seul, 31 maggio 2024. Motta è stata una dei tanti bambini dati in adozione in maniera irregolare in Corea del Sud a partire dagli Anni 50 (Jae C. Hong, Associated Press)
37/42worldpressphoto.org
GABRIEL MEDINA DURING THE PARIS 2024 OLYMPIC GAMES - ASIA PACIFICA E OCEANIA, SINGOLE
Il surfista Gabriel Medina durante le Olimpiadi di Parigi, a Teahupo’o, Tahiti, 29 luglio 2024 (Jerome Brouillet, Agence France-Presse)
38/42worldpressphoto.org
THE IMPACT OF NICKEL MINING ON HALMAHERA ISLAND - ASIA PACIFICA E OCEANIA, SINGOLE
Operai si dirigono all’impianto di lavorazione del nichel a Weda, sull’isola di Halmahera, Indonesia, 12 agosto 2024 (Mas Agung Wilis Yudha Baskoro, China Global South Project)
39/42worldpressphoto.org
NO MORE MONKEY MANIA IN THAI TOWN - ASIA PACIFICA E OCEANIA, STORIE
Un uomo spruzza alcol sui macachi per impedirgli di rubare, vicino al tempio di Phra Prang Sam Yot, a Lopburi, Thailandia, 25 maggio 2024 (Chalinee Thirasupa, Reuters)
40/42worldpressphoto.org
FOUR STORMS, 12 DAYS - ASIA PACIFICA E OCEANIA, STORIE
Ilagan City, nel nord delle Filippine, dopo il passaggio del tifone Torajii, 11 novembre 2024 (Noel Celis, Associated Press)
41/42worldpressphoto.org
A NATION IN CONFLICT - ASIA PACIFICA E OCEANIA, STORIE
Gli insorti di diversi gruppi di opposizione si riuniscono nella giungla prima di sfrerrare un attacco a una base governativa nella cittadina di Hpasawng. Stato di Kayah, in Myanmar (Ye Aung Thu)
42/42worldpressphoto.org
TE UREWERA – THE LIVING ANCESTOR OF TŪHOE PEOPLE - ASIA PACIFICA E OCEANIA, PROGETTI A LUNGO TERMINE
Il popolo Tūhoe esegue un'haka, una danza tradizionale, mentre i funzionari governativi neozelandesi arrivano per la cerimonia del Tūhoe-Crown Settlement Day del 2014, in cui il governo si è formalmente scusato per le ingiustizie storiche. Tāneatua, Nuova Zelanda (Tatsiana Chypsanava, Pulitzer Center, New Zealand Geographic)