( aggiorn. luglio 2009 )
DALLO SCAFFALE al Web
Da quando Giustiziaoggi ha inaugurato (sett. 2006) questa rubrica, dedicata alle pubblicazioni meritevoli di segnalazione per il contenuto attinente alla vita giudiziaria, continuano a giungerci volumi freschi di stampa, con garbate richieste di recensione.
Naturalmente , la scelta operata dalla Direzione non rappresenta alcun giudizio di... valore rispetto alle opere : ed infatti l'unico criterio seguito è quello della attualità del racconto e del suo possibile interesse per il mondo forense.
Quello che segue è, dunque, un altro libro fuori dal...comune, di cui ci ha fatto omaggio l'Autore Ferdinando Terlizzi, giornalista, con alle spalle un passato di cronista giudiziario per importanti quotidiani campani e nazionali. In tale veste, negli anni a cavallo tra il 1958 ed il 1962, Terlizzi ebbe modo di interessarsi ad una torbida vicenda, che vide, quale protagonista, uno stimato professionista della provincia di Caserta, resosi responsabile di un delitto efferato, maturato nel mondo del vizio in cui l'uomo era finito quasi senza avvedersene, fino a rovinarsi moralmente ed economicamente.
La storia , raccontata - com'è nello stile del cronista di razza - con accenti di crudo verismo, corredata da immagini sconcertanti e riferimenti puntuali a pagine processuali, è destinata- ne siamo certi - a riscuotere successo entro e fuori l'ambiente della provincia in cui la vicenda, ed il processo che ne seguì, si svolsero.
Ai nostri lettori regaliamo qualche anticipazione, lasciando la curiosità di sfogliare le pagine del volume che ha spesso la cadenza degna di un triller, tratto da un episodio di vita vissuta.
Il libro esce dopo oltre quarant'anni dall'epilogo giudiziario della torbida vicenda che vide quale protagonista uno stimato medico casertano, spinto all'omicidio da una voglia di vendetta contro l'uomo che si frapponeva al coronamento di una sua impossibile storia sentimentale con una giovane donna, avida e spregiudicata, che lo aveva irretito per ragioni di interesse. La vicenda - com'è noto perchè occupò le prime pagine di tutti i maggiori quotidiani - culminò con una sentenza di condanna ad una pena, per vero, alquanto mite a fronte della crudezza del delitto e tuttavia, l'Autore, obbedendo ad un istinto di scrittore di gialli, piuttosto che alla sua vena di cronista di noire, non esita ad insinuare pesanti dubbi sui reali contorni della responsabilità dell'imputato accertata con la pronuncia della Corte di assise di S.Maria Capua Vetere, ormai definitiva.
Si tratta di dubbi che l'Autore ispira al Criminologo Carmelo Lavorino, che ha firmato una interessante prefazione di cui riportiamo, senza commenti, alcuni brani.
Mario Romano- Direttore Responsabile
"Ci sono contorni - scrive Lavorino - ancora misteriosi e interrogativi mai risolti: se l'assassino abbia agito da solo o con altri; se abbia caricato sulla propria vita l'enorme peso di responsabilità, complicità e spinte altrui per proteggere i propri complici e/o mandanti; se alle spalle delle attività ammaliatrici della bella Anna Maria Novi possa esserci qualche invisibile suggeritore, spregiudicato regista e diabolico profittatore; se le mani che hanno fracassato la testa del povero De Luca,che gli anno trafitto il cuore, che gli hanno stretto il collo col filo di ferro, siano state sempre e solo quelle di Tafuri, oppure ce ne siano anche altre!"
E, più oltre:"Tutti gli omicidi sono delle autentiche tragedie, drammi - come ha scritto Marino Niola, Docente di antropologia culturale presso l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli - che suscitano un'attenzione morbosa.(...) Ferdinando Terlizzi nel suo lavoro evidenzia proprio l'aspetto di cui parla Niola. (...) Certamente Tafuri ha nascosto i cinque grandi elementi che costituiscono , a livello criminologico e d'investigazione criminale, la struttura interna e segreta del crimine:1) il vero e totale movente dell'uccisione; 2) l'obbiettivo principale della sua morte, se solo di tipo emozionale ovvero basata su motivi economici, di gerarchie all'interno di un gruppo di pervertiti; 3) se trattasi di un contesto di omicidio di gruppo, oppure di seguito a litigio e scontro fisico, se per motivazioni che vanno oltre il sesso e e la fissazione amorosa; 4) come, quando e da chi sia stata organizzata l'azione criminosa, anche a livello logistico;5) il ruolo avuto da diversi personaggi che orbitavano tutti intorno alla pietra dello scandalo, cioè Anna Maria Novi: non proprio un convento di educande e chierichetti, dove l'assassino Tafuri era il vaso di coccio tra i vasi di ferro"
Nelle immagini tratte dal Libro: A.Tafuri, M.De Luca, A.M. Novi
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