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lunedì 2 maggio 2011

Terza udienza del processo a carico dell’On. Nicola Cosentino

SCHERMAGLIE TRA ACCUSA E DIFESA SUL RITARDO DELLA ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DOPO BEN 13 ANNI – SECONDA LA DIFESA LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE NON SI E’ ADEGUATA ALLA NORMATIVA DELLA CORTE EUROPEA - ASSEGNATO UN TERMINE ALLE PARTI PER CHIARIMENTI - RINVIATA L’AUDIENZA AL PROSSIM0 30 MAGGIO -



S. Maria C.V. ( di Ferdinando Terlizzi ) .- Si è tenuta ieri mattina, innanzi alla Prima Sezione del Tribunale di S. Maria C.V., ( Presidente Gianpaolo Guglielmo, giudici Luigi D’Angiolella e Tommaso Perrella), la terza udienza del processo a carico dell’on. Nicola Casentino, accusato di associazione camorristica ( art. 416 bis ) con l’aggravante dell’art. 7 ( concorso esterno ) difeso dagli avvocati Agostino De Caro e Stefano Montone. Assente gli avvocati della Fibe. Presenti, invece, ed agguerriti come sempre, i pubblici ministeri della DdA dott.ri Giuseppe Narducci e Alessandro Milita.


Il processo, dopo una lunghissima schermaglia, tra accusa e difesa, e dopo numerosi interventi del Presidente, è stato aggiornato per il prossimo 30 maggio, assegnando un termine fino al 19 di questo mese, per la presentazione di memorie e documenti illustrativi, onde porre in condizione il tribunale di decidere su alcune eccezioni preliminari.


In apertura di udienza il Presidente ha invitato le parti a concordare i metodi e tempi per la escussione dei testi ( ben 241 in totale di cui 186 per la pubblica accusa e 57 per la difesa ) e trovare un accordo per l’acquisizione di informative ( specialmente per quanto attiene alle deposizioni dei verbalizzanti onde consentire l’acquisizione di informative invece di escutere i testi) ed inoltre ha fatto notare, nelle istanze dei pubblici ministeri, alcune inesattezze dovute evidentemente a refusi da “copia e incolla”.


L’On. Nicola Casentino appariva ( impeccabile nel suo blu diplomatico) stanco e non sorridente – come le volte scorse – per questo in una pausa da caffè, lo abbiamo avvicinato e gli abbiamo chiesto se era preoccupato per gli sviluppi del processo: “Per niente, sono sereno soltanto che la politica gioca brutti scherzi e a volte ci affatica e stanca... specialmente nelle vigilie elettorali. No. Per il processo non sono preoccupato soltanto che sto notando che pur avendo chiesto un processo immediato le cose andranno molto per le lunghe”.


Hanno preso quindi la parola i difensori sulle eccezioni preliminari e segnatamente sulla utilizzazione di alcune intercettazioni ambientali definite dalla difesa ( un fumus persecutionis ) anche in ragione della negazione dell’utilizzo da parte della Camera dei Deputati, nonché sull’acquisizione di intercettazioni ambientali provenienti da altri processi. L’Avv. De Caro ha, tra l’altro, evidenziato il fatto che pur avendo chiesto il suo assistito un processo immediato, a causa del moltissimo materiale probatorio esibito dall’accusa, ( vedi la richiesta acquisizione del processo cosiddetto della P4 di Roma), il processo si sta dilatando a dismisura. Sulla irrilevanza di alcune intercettazioni la difesa ha insistito per il rigetto trattandosi di “meccanismi di suggestione”. L’altro difensore, l’avvocato Stefano Montone, si è soffermato sulla invalidità delle indagini esperite prima della iscrizione ufficiale del Casentino nel registro degli indagati cosa che è avvenuta ben “13” anni dopo. E che tutte le azioni ritenute persecutorie sono iniziate pochi giorni dopo che il Casentino aveva avuto la nomina a sottosegretario del Governo Berlusconi. L’Avv. Montone ha evidenziato la campagna giornalistica messa in atto dal settimanale “L’Espresso” che è stato il primo a pubblicare atti ritenuti coperti dal segreto istruttorio ( tanto che i piemme effettuarono anche un blitz nella redazione romana ) ed inoltre ha fatto presente che tuttavia il suo assistito aveva chiesto da tempo di essere sentito dai pubblici ministeri ( mediante il deposito di una corposa memoria il cosiddetto “foglio di lume” ) ma che si erano sentiti rispondere che gli inquirenti non sapevano a che titolo avrebbero potuto sentire il Casentino.


In definitiva la difesa lamenta che vi è stata una attività investigativa da parte della DdA senza che il Consentino fosse iscritto nel registro degli indagati, nonché con l’omessa o tardiva iscrizione ( abnorme e ingiustificata), “avrebbe depresso una facoltà difensiva”( il cosiddetto diritto all’informazione). Ciò renderebbe, secondo la difesa, nulla tutta l’attività precedentemente esperita prima della iscrizione ufficiale nel registro degli indagati, “una vera e propria istruttoria occulta”, di cui spesso si è occupata la Corte Europea, condannando per questo l’Italia e formando una giurisprudenza in contrapposizione a quella della Suprema Corte di Cassazione. “Non si può parlare di principio di ragionevolezza, con l’elusione degli obblighi di iscrizione ( che è censurabile ), dopo ben 13 anni e cioè dal 1996, epoca in cui risale il primo atto processuale”.


In definitiva la difesa per questa materia, ha sollevato conflitto di incostituzionalità. E’ stata poi la volta della pubblica accusa la quale, per bocca dei pubblici ministeri Narducci e Milita, ha insistito sull’accoglimento degli atti relativi alle intercettazioni. Sulle eccezioni solevate dalla difesa ha dichiarato che già vi è stata una sentenza della Corte di Cassazione ( Prima Sezione Penale sentenza del 28.01.2010) che si è pronunciata proprio sull’argomento sollevato dalla difesa. “La vicenda chiave - ha detto il Dr.- Narducci - è quella relativa alle deposizioni di Gaetano Vassallo ( 2008 ), dell’Eco4, del CE4, dell’Impregeco e tutto quanto attiene alla gestione del ciclo dei rifiuti in Campania”. “E’ chiaro – ha proseguito il piemme antimafia – che il reato contestato a Nicola Casentino è un reato permanente ( 416 bis C.P.) e come tale consentiva l’utilizzazione delle indagini per tutta la sua durata”.


Infine, poiché era stato citato come teste il maresciallo dei carabinieri del Nucleo di Caserta Gianluca Di Giuseppe si è accesa una discussione sulla possibilità di acquisire le informative ( che tra l’altro sono piene zeppe di …omissis ) oppure sentirlo. Farà parte del primo scaglione dei 186 testimoni di lista dei piemme nelle prossime udienze.


Il Presidente, infine , come detto, ha assegnato il termine fino al 19 maggio per produrre liste di testi, memorie e docenti relativamente alle eccezioni sollevate.





















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