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sabato 26 maggio 2012

Il corso organizzato dalla Camera Penale del Tribunale di S. Maria C.V. L’ORATORIA FORENSE: SCUOLE A CONFRONTO



  Il corso organizzato dalla Camera Penale del Tribunale di S. Maria C.V.
L’ORATORIA FORENSE: SCUOLE A CONFRONTO

Di scena il grande penalista Raffaele Della Valle del Foro di Milano di origine sammaritane che è stato l’avv. di Enzo Tortora. Il saluto del Presidente 
Angelo Raucci.

 S. Maria C.V.  ( di Ferdinando Terlizzi )  E’ toccato a  Raffaele Della Valle, grande avvocato Milanese,  ma di origine sammaritane, aprire  la serie di incontri, ad alto livello, sulla oratoria forense, organizzati dalla Camera Penale di S. Maria C.V.  Si sono dati convegno, infatti, per l’occasione,  presso l’Aula D’Antona della Facoltà di Giurisprudenza, moltissimi giovani avvocati ( la cui presenza faceva maturare crediti formativi ) e tantissimi operatori del diritto appassionati di eloquenza e oratoria forense.
     Presentato da Angelo Raucci, Presidente della Camera Penale, l’illustre oratore  ha tenuto alto l’interesse dell’uditorio  ( cosa assai difficile)  per oltre 2 ore.  Raffaele Della Valle figlio, figlio di un magistrato napoletano e di una casalinga pavese, dopo le scuole dell'obbligo si trasferì a Monza e nel 1946 si laureò in Giurisprudenza all'Università Cattolica di Milano. Poco dopo inizierà la carriera di Avvocato aprendo uno studio a  Monza (divenne, tra l'altro, il legale di Enzo Tortora e della modella inglese Terry Broom,  accusata di omicidio nel 1984 e condannata a 11 anni di reclusione  ) occupandosi anche di politica.

     Nel 1994 aderì a Forza Italia, di cui fu uno dei fondatori, venendo eletto nello stesso anno Deputato, primo capogruppo dei forzisti a Montecitorio fino al 1996 e Vicepresidente della Camera dei deputati, sempre fino al 1996:da quell'anno infatti ha rinunciato ad ogni incarico istituzionale, preferendo dedicarsi agli impegni professionali ed alle innumerevoli associazioni di cui fa parte.  Ha fatto parte della Commissione Giustizia, nella quale ha svolto l'attività di relatore nel disegno di legge sulla custodia cautelare ed è stato altresì membro della Commissione Stragi.
     Le prossime tre sedute saranno  occupate da altrettanti big dell’oratoria forense italiana: il napoletano Vincenzo  Siniscalchi, il romano Domenico Battista e il sammaritano Giuseppe Garofalo.
     Raffale Della Valle ha esordito con il ricordare ( nella stessa Aula dove si stava parlando in quel momento)  il processo al medico sammaritano Aurelio Tafuri celebratosi alla sua presenza nel 1963. E subito si domandato: “ Ma è ancora valida l’arringa forbita? L’arte oratoria? Lasua risposta è stata affermativa perché l’eloquenza rappresenta un patrimonio inalienabile per la professione forense. Dopo aver fatto vari riferimenti a noti avvocati italiani di tutti i tempi che hanno portato in alto l’arte oratoria il relatore si è soffermato sulla scuola napoletana  ed ha detto che quella del Foro di S. Maria C,V, doveva essere considerata in cima ai valori dell’eloquenza.  
“La continua richiesta da parte di un consistente numero di collegi giudicanti a chiedere arringhe sintetiche e una certa diffusa ostilità verso la toga dell’avvocato stanno penalizzando e snaturando, in taluni casi, l’essenza dell’oratoria e delle arringhe per le quali una volta si sudavano le classiche sette camice».  
 «Le parole sono il nostro bisturi - ha affermato - ma devono essere accompagnate dal cuore, dal pathos e dalla passione per persuadere, convincere, colpire cervello e cuore di chi è di fronte, ovvero chi giudica e non la platea. Oggi purtroppo -  ha continuato - assistiamo spesso a interlocutori che non ascoltano, a sentenze emesse a distanza siderale dal momento di chiusura, quasi religiosa, dell’arringa e a una forma strisciante di patteggiamento, sempre più adoperata dagli avvocati, un incentivo a non studiare più i processi e a non trovare uno spiraglio nella letture delle carte”.
     Ogni tanto - ha proseguito, ironizzando - dico che ‘ho perso il processo perché non ho difeso abbastanza male. La colpa non è solo di alcuni magistrati ma anche del legislatore che ha trasformato i giudici in burocrati e che spingono poi i difensori ad affrontare i processi con ‘argomentucci’ possibilmente mediocri, che non facciano pensare, evitando virtuosismi dialettici e approfondimenti tanto da far evaporare il vero senso dell’arringa».
      Il penalista ha poi affrontato il tema sulle relazioni processuali dei consulenti («leggendo le sentenze, si assiste come alcuni luminari della difesa passino da Leonardo da Vinci a Pinocchio e viceversa, all’enfatizzazione dei consulenti tecnici del pm che da Pinocchio diventano Archimede»); delle indagini scientifiche spesso non esatte e anche dell’interferenza mediatica. «Vengono sparati con veemenza, fino allo spasimo, titoli su avvisi di garanzia preannunciati dagli organi di informazione che privilegiano spesso la pista accusatoria, perché quella viene fornita, generando inevitabilmente un condizionamento in chi deve giudicare».   
    Al termine dell’ incontro  all’avvocato Della Valle sono stati donati due volumi “L’Empia Bilancia”,  di Giuseppe Garofalo e “Il Delitto di un uomo nornale”,   ossia la ricostruzione del processo Tafuri (citato dall’oratore)  di Ferdinando Terlizzi


   

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