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venerdì 18 maggio 2012

RIGETTATE LE ECCEZIONI DELLA DIFESA SULLA INUTILIZZABILITA’ DELLE INTERCETTAZIONI. ASCOLTATI TRE TESTI DELLA PUBBLICA ACCUSA CON IL CONTROESAME DELLA DIFESA. QUELLA DI CARRINO FU UNA FUGA D’AMORE. RISCONTRATE NUMEROSE CONTRADDIZIONI - RINVIO AL 1° GIUGNO -


RIGETTATE LE ECCEZIONI DELLA DIFESA SULLA INUTILIZZABILITA’ DELLE INTERCETTAZIONI. ASCOLTATI TRE TESTI DELLA PUBBLICA ACCUSA CON IL CONTROESAME DELLA DIFESA. QUELLA DI CARRINO FU UNA FUGA D’AMORE. RISCONTRATE NUMEROSE CONTRADDIZIONI -  RINVIO AL 1° GIUGNO -

      S. Maria  C.V. ( di Ferdinando Terlizzi ) – E’ ripreso ieri, il  processo a carico dell’avv. Michele Santonastaso,   difeso dagli avvocati  Giuseppe Garofalo,  Gaetano Pastore, Stefano Sorrentino e Laura Arena, che si sta celebrando innanzi alla  1° Sezione ( Presidente Orazio Rossi, a latere Francesca Auriemma e Maria Graziano) nel corso della udienza sono stati sentiti tre funzionari di polizia che fanno parte della lista della pubblica accusa.
     Dopo la loro escussione, a fine udienza, il Presidente Rossi, dopo aver rinviato per l’ulteriore corso al primo giugno prossimo, ha dato lettura della ordinanza con la quale ha sciolto la riserva per le eccezioni avanzate dalla difesa nella udienza del 13 aprile sulla nullità e inutizzabilità delle intercettazioni poste a base delle due ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti dell’imputato Santonastaso.
     In effetti le eccezioni sono state tutte rigettate ed il presidente ha articolato le motivazioni del rigetto con numerosi riferimento giurisprudenziali. Sul punto – la questione posta dalla difesa è ben precisa – nel corso dell’effettuazione della propria consulenza, ai consulenti della pubblica accusa erano state fornite  conversazioni telefoniche, le quali erano state intercetate con decreti  che, successivamente, erano stati dichiarati inutilizzabili e non potevano in alcun modo essere utilizzati come elemento comparativo delle voci di Aniello Bidognetti e Vincenzo Tammaro. Quindi rigetto delle eccezioni e prosieguo del processo.  
    Ritorniamo allora ai tre testi,  chiamati a deporre dal pm Antonello Ardituro della Dda di Napoli, sono stati sottoposti anche a domande ( nel controesame ) dagli avvocati della difesa anche per contro dell’altro imputato, professore dell'Universita'  di Catania, Alberto Alfio Natale Fichera, nominato perito dal tribunale di Napoli nell'ambito del processo per il duplice omicidio di Enrico Ruffano e Giuseppe Consiglio, avvenuto a Napoli il 28 aprile del 1999 in cui erano imputati tra gli altri Aniello Bidognetti, figlio del boss Francesco Bidognetti detto Cicciotto e'mezzanotte, Luigi Cimmino, capoclan del Vomero, e il suo gregario Vincenzo Tammaro.
     Il Fichera e’ accusato di aver redatto la perizia falsa per scagionare Bidognetti su impulso dell’avv. Michele Santonastaso mediante una “parcella” di 100 mila euro. Della dazione però, non ci sono tracce. Ma ci sono invece numerosissime contraddizioni sia tra i testi-pentiti che tra i verbalizzanti.
     La difesa di Fichera rappresentata dall’Avv. Giovanni Avila del Foro di Catania,  ha fatto testimoniare Don Salvatore Risca, parroco di Catania, il quale ha descritto la condotta adamantina e l’impegno sociale antimafia della famiglia e del Professore   Alfio Fichera con numerose battaglie sulla legalità.  
     Con l’audizione dei tre funzionari di polizia  Mario Mauro, Carmine Solla e Vincenzo Vanessa del centro operativo della DIA di Napoli, la pubblica accusa ha anche esaurito tutti i testi riguardante l’ accusa della falsa perizia e corruzione svolta dal Professore Alberto Fichera dell’Università di Catania e dell’attuale vicequestore  Aldo Berretta della stessa città siciliana.  Testi chiave per l’accusa in quanto tutte e tre funzionari della polizia di stato hanno a vario titolo partecipato alle indagini, intercettazioni e sopralluoghi del processo che vede coinvolto anche l’avvocato Michele Santonastaso.
     Nel corso dell’Udienza il Funzionario della DIA Mauro, distaccato presso la DDA di Napoli  che ha condotto le indagini sulla cattura di  Aniello Bidognetti  ed in particolare delle intercettazioni ambientali su Anna Carrino e tra i colloqui in carcere tra  Francesco Bidognetti  e la sua convivente Carrino ha anche precisato l’episodio dell’allontanamento di Anna Carrino da Casal di Principe era stato per una fuga d’amore con un giovane del luogo (Gennaro Coronella) che da tempo aveva una relazione sentimentale.
     La fuga dell’ex convivente era comunque monitorata dalle forze dell’ordine che nei mesi del 2007, mai persa di vista sia con intercettazioni che con pedinamenti, nella capitale Roma poi in Liguria per poi ritornare di nuovo a Roma dove venne tratta in arresto.  Altro particolare ancora non pubblico e che la Carrino decise di collaborare dopo poche ore con il P.M.  Francesco Curcio. E sempre lo stesso funzionario  Mario Mauro che ha partecipato al sopralluogo in San Cipriano d’Aversa del capannone che secondo la versione del pentito Domenico Bidognetti avvenivano gli incontri tra camorristi anche per spedizioni di morte. Un capannone che sarebbe stato abbattuto su indicazione dell’avvocato Santonastaso.
     Ebbene il funzionario ha fatto rilevare, che i rilievi fotogrammetrici 2001 e 2004 il capannone risultava esistente e non era mai stato abbattuto, nel 2006 viene venduto e solo nella fotogrammetria del 2007 il capannone scompare, un dato che smentisce clamorosamente il pentito Domenico Bidognetti e l’accusa. 
     Anche il maresciallo Carmine Solla in merito all’episodio ha affermato che nel rilievo aereo del 2007 risultava solo il capannone di  Gaetano Pagano, zio di Domenico Bidognetti molte volte avuti colloqui in carcere con il suo parente.  Su sollecitazione delle domande fatte della difesa di Michele Santonastaso, Avvocato Sorrentino e Gaetano Pastore, è emerso che i colloqui in carcere tra l’avvocato Michele Santonastaso difensore di Domenico Bidognetti detenuto nel carcere di Parma erano stati solo due.     
     Dalla ricostruzione i colloqui sono avvenuti nel Giugno 2002 e Gennaio 2003 con una revoca di mandato allo stesso avvocato, con nomina dell’avvocato  Camillo Irace e  Raffaele Quaranta. Una ricostruzione quella fatta dalla stessa Procura, che manda in frantumi le dichiarazione contradditorie rese in diversi momenti dal collaboratore Bidognetti.
     Date e colloqui acquisiti dal presidente del Tribunale Orazio Rossi, dei giudici a latere Auriemma e Graziano, anche per altri pentiti  come  Raffaele Piccolo  ed Albino Francesco che stando a date e dichiarazioni non coincidono da quelle riferite in aula dai collaboratori di giustizia.
     Come quelle del Pentito  Francesco Albino che stando alle sue dichiarazioni avrebbe incontrato nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il detenuto Giuseppe Cristofaro che avrebbe confidato del “taroccamento” della perizia ai suoi danni.
     Un periodo che non trova riscontro dai report della polizia penitenziaria (che l’unico periodo di un loro possibile è tra il 25 maggio ed il 13 Giugno 2009 in quanto erano detenuti nello stesso braccio ed in celle diverse) totalmente diverso dall’episodio descritto dal collaboratore  Francesco Albino.
     Ultimo teste a favore dell’accusa è stato il funzionario Vincenzo Vanessa che ha partecipato anche alle perquisizioni di casa ed ufficio universitario di Catania del professore Alberto Fichera, che su sollecitazione sempre della difesa ha ammesso di aver partecipato agli interrogatori della Carrino, in particolare a quello in cui dichiara di custodire i 100.000 euro a casa all’interno di una scarpa, corretta dallo stesso agente in uno scarpone. In tutti e due i casi il principio della fisica non è un optional.
 





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