Tangenti al tribunale di Gaeta |
di Marco Cusumano
A giudizio tre dipendenti del tribunale di Gaeta accusati di aver messo in piedi un gruppo in grado di pilotare atti giudiziari, protesti, aste, esecuzioni e perizie.Il giudice per l'udienza preliminare Guido Marcelli ha disposto il processo per otto persone coinvolte, anche con ruoli minori, nell'inchiesta sulla sede staccata del tribunale di Latina, a Gaeta. Il processo inzierà il 25 gennaio 2013 davanti al collegio penale di Latina.
La Procura ipotizza un giro di oltre sette milioni di euro, soldi intascati per truccare e pilotare alcune operazioni. A capo del gruppo c'era Giuseppe Aurola,
72 anni originario di Sessa Aurunca ma da anni residente a Formia. L'uomo era in servizio a Gaeta come ufficiale giudiziario.
E' lui, secondo l'accusa, la mente dell'organizzazione: contattava le persone coinvolte nelle esecuzioni mobiliari e immobiliari invitandoli a pagare per occultare o rinviare atti ingiuntivi, o per manipolare procedure esecutive a favore dei debitori.
Insieme a lui agiva Antonio Riccardelli, 64 anni di Formia, spesso nominato custode giudiziario nelle procedure esecutive, che secondo l'accusa era in grado «di decidere arbitrariamente l'esito di ogni singolo procedimento» relativo alla cancelleria. L'altro complice è Andrea Antonio Di Fusco (62 anni), anch'egli cancelliere del tribunale di Gaeta, che secondo l'accusa aveva un ruolo determinante nel gruppo.
Tra i "servizi" a pagamento c'era l'occultamento o il congelamento di titoli cambiari e bancari protestati in modo da prolungare a dismisura l'iter giudiziario. Il gruppo è accusato anche di aver pilotato alcune aste, sopravvalutato beni sequestrati (una vecchia fotocopiatrice del valore di 200 euro fu valutata 11.000 euro), e addirittura di aver venduto
oggetti sotto sequestro. Gli arresti risalgono al 2008.
La Procura ipotizza un giro di oltre sette milioni di euro, soldi intascati per truccare e pilotare alcune operazioni. A capo del gruppo c'era Giuseppe Aurola,
72 anni originario di Sessa Aurunca ma da anni residente a Formia. L'uomo era in servizio a Gaeta come ufficiale giudiziario.
E' lui, secondo l'accusa, la mente dell'organizzazione: contattava le persone coinvolte nelle esecuzioni mobiliari e immobiliari invitandoli a pagare per occultare o rinviare atti ingiuntivi, o per manipolare procedure esecutive a favore dei debitori.
Insieme a lui agiva Antonio Riccardelli, 64 anni di Formia, spesso nominato custode giudiziario nelle procedure esecutive, che secondo l'accusa era in grado «di decidere arbitrariamente l'esito di ogni singolo procedimento» relativo alla cancelleria. L'altro complice è Andrea Antonio Di Fusco (62 anni), anch'egli cancelliere del tribunale di Gaeta, che secondo l'accusa aveva un ruolo determinante nel gruppo.
Tra i "servizi" a pagamento c'era l'occultamento o il congelamento di titoli cambiari e bancari protestati in modo da prolungare a dismisura l'iter giudiziario. Il gruppo è accusato anche di aver pilotato alcune aste, sopravvalutato beni sequestrati (una vecchia fotocopiatrice del valore di 200 euro fu valutata 11.000 euro), e addirittura di aver venduto
oggetti sotto sequestro. Gli arresti risalgono al 2008.
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