COPPOLA Antonio: hai fatto bene ... incomprensibile ... ora vado là e glielo dico anche io ... incomprensibile ... vuoi vedere che tanti casini me gli metto io in tasca ... io non ho neanche una lira, quelli così si credono ...
CASTELVENERE Aldo: tu devi dire la verità, come volevi guadagnare qualcosa di soldi come noi ... così fai anche tu ... digli la verità Antonio, quelli sanno tutto ... ! ... sul giornale stanno scritti già gli indagati ...
COPPOLA Antonio: sul giornale ... ?
CASTELVENERE Aldo: ... i medici ...
COPPOLA Antonio: và bene i medici ... incomprensibile ...
CASTELVENERE Aldo: lo hai visto il giornale ... ?
MERCURIO Germana: gliel’ ho detto a questo che se lo prendevi ieri gli facevi una faccia di schiaffi ... !
CASTELVENERE Aldo: e come stavo ... !
COPPOLA Antonio: io ti volevo venire a prendere, se Salvatore veniva ...
CASTELVENERE Aldo: adesso ti dico una cosa ...
OMISSISS
CASTELVENERE Aldo: ... io gli ho detto Germana, devo dire la verità ... Antonio è venuto vicino a me diglielo ... perché anche Antonio ha detto hai fatto bene ...
MERCURIO Germana: incomprensibile ...
CASTELVENERE Aldo: sanno tutto ...
MERCURIO Germana: io non ho parlato proprio ... appena mi hanno sentito che io al nome di Antonio ho detto no, hanno detto, Signora vostro marito ha detto tutto ... ! ... io non ho parlato proprio ...
CASTELVENERE Aldo: lo conoscono Antonio, però io il cognome non lo sapevo, ed ho detto lo conosco di vista, sò a stento il nome, il cognome non lo conosco ... adesso mi state dicendo che fa di cognome Coppola ...
OMISSISS
Aldo Castelvenere riceve una chiamata telefonica da parte di un certo Antonio, la conversazione tra i due viene così riportata)
Antonio: ... dichiarazione di che cosa ... ?
CASTELVENERE Aldo: la dichiarazione che feci quel referto medico ... che non è vero che io ho fatto l’incidente ... quello è la verità ... niente per guadagnarmi 50 euro che poi non ho nemmeno avuto , questo è ... và bene ... ti faccio io uno squillo quando esco io di qua ... ciao ciao ...
riprende la conversazione tra Germana Mercurio e Aldo Castelvenere
OMISSISS
Orbene, con l’illuminante premessa rappresentata principalmente dal colloquio tra Castelvenere e Coppola e dalla preoccupazione del secondo per quanto il primo ha riferito sul suo conto e su un certo Angelo, possono ora esaminarsi gli altri dati investigativi e documentali, da cui risulta innanzitutto che la certificazione sanitaria di cui sopra è stata effettivamente utilizzata per confezionare il falso sinistro stradale Castelvenere Aldo contro Russo Domenico di cui s’è detto sopra; su quel sinistro stradale attribuito a Castelvenere risultano inoltre dei colloqui intercorsi tra Di Caterino, Dalena e Coppola Antonio (cfr. in particolare registrazioni nr. 5689, 5709 e 6245)
Nella prima, con numero progressivo 5689 del 12.01.2011 alle ore 13:06si sentono Di Caterino Angelo, che parla dall’utenza nr. 327/1938415 e Coppola Antonio, con l’ utenza nr. 328/1744241 intestata alla madre Capitelli Santina.
C: Ue buon giorno.
A: Antonio buon giorno ... Antonio mi serve una cosa importante e subito no subito oggi ...
C: Va bene per domani dopo domani.
A: Mi serve Russo ... e Castelvenere.
C: Russo chi sarebbe Domenico?
A: ... incomprensibile ...
C: Ah?
A: Si si.
C: Eh.
A: E Castelvenere.
C: Ok e ma per ... mi devi dare quelle cose oppure ...
A: No e sta vedendo ... deve venire il perito ... e ... deve periziare capito? la macchina.
C: Eh eh per la smart.
A: Eh si.
C: Eh eh ok dai.
A: Va bene quando ci possiamo ... dammi un appuntamento già così io dò anche l'appuntamento al perito ha capito?
C: E fai una cosa vieni domani.
A: Domani a che ora? no ci dobbiamo vedere ... questo domani sta a Casal di Principe dai ... vedi tu
C: Eh devo venire io lì ... posso venire io li posso venire.
A: Eh.
C: E dai allora adesso lo chiamo adesso e prendo appuntamento per ... vogliamo fare domani mattina verso mezzogiorno (12:00).
A: Va benissimo ... fammi vedere domani che è? giovedì si.
C: Domani è giovedì.
A: Domani a mezzogiorno (12:00) va bene?
C: A mezzogiorno (12:00) precico vengo lì dai.
A: Va bene ok ...
C: Eh cia cia cia.
A: E allora adesso ... tu li puoi prendere a tutti e due?
C: Eh si si come no.
A: Va bene domani a mezzogiorno (12:00) va bene.
C: Eh cia cia.
A: Ciao.
Nella conversazione nr. 5709, sempre in data 12/1/2011 alle 13:22 ,si sentono ancora i due:
C: Ue.
A: Antonio.
C: Oh ti volevo dire ...
A: Eh.
C: Eh Castelvenere quello sta a lavorare ha detto Antonio posso mai perdere la giornata di lavoro gli ho detto non ti preoccupare te la faccio recuperare qualche cosa.
A: Eh.
C: Va bene?
A: Va bene va bene a dopo.
C: Eh eh dai poi ...
A: Ci vediamo domani a mezzogiorno
C: Eh eh cia.
A: Ue non ti dimenticare lunedì abbiamo quell'appuntamento eh.ù
C: Eh lo so.
A: Va bene cia cia.
C: Cia cia cia.
Dopo qualche giorno il 17/1/2011 alle 11:58 nella telefonata nr. 6245 i due tornano ancora sull’argomento
C: Ue.
A: Antonio ma già se è andato l'amico mio?
C: Eh l'ho fatto andare via.
A: Mannaggia gli hai dato quelle carte?
C: No e tu non me lo hai detto mamma mia.
A: Ma adesso se ne è andato o è tanto tempo?
C: Eh già è tanto.
A: Mannaggia la miseria Antonio ... Antonio mi servono anche le carte di quelle due (2) altrimenti non posso prenotare ... perché adesso è cambiato adesso mi servono le carte per prenotare altrimenti non posso fare niente.
C: Eh adesso ... allora te le porto io oggi dai.
A: E dai dai ... incomprensibile ... mi devi portare quelle carte di Castelvenere e di quell'altro là.
C: Quello di Caiazzo ... ma ...
A: Va bene?
C: ... incomprensibile ...
A: Che?
C: ... incomprensibile ... ti chiamo e vengo lì.
A: Va bene cia cia.
C: Cia.
A parte gli altri dati che emergono chiaramente dai colloqui sopra riportati, non è superfluo sottolineare l’affermazione di Coppola quando esclama “Eh Castelvenere, quello sta a lavorare, ha detto Antonio posso mai perdere la giornata di lavoro, gli ho detto non ti preoccupare te la faccio recuperare qualche cosa”, che è emblematica della falsità del sinistro e che l’eventuale risarcimento non andrà al Castelvenere se non in minima parte, come del resto è emerso nel corso dell’intercettazione ambientale effettuata negli uffici dei Carabinieri.
Se tutto ciò non bastasse, si noti che sulla cartellina sequestrata presso lo studio di Tagliarina Anna, è apposta la dicitura in alto a sinistra “ Io /Antonio 500”, a ulteriore conferma, dunque, che il sinistro in questione è attribuibile al duo Di Caterino- Coppola Antonio. Inoltre per una “singolare” coincidenza, la controparte del sinistro Russo Domenico è lo stesso che in data 30/10/2010 è stato accompagnato dal Di Caterino per sottoporsi anch’egli a degli esami radiografici presso il centro Radiologico Massa. (annotazione e video allegato 2). Del resto gli esami ecografici rilasciati dal centro Radiologico Massa a favore di Castelvenere Aldo e Mercurio Germana datati 22.01.2011, sono stati rinvenuti presso l’abitazione di Di Caterino Angelo in data 28.01.2011( sul punto si rinvia agli allegati 12 e 13)
Quanto al Russo Domenico, s’è detto delle sue radiografie al Centro Massa; egli infatti compare anche nel sinistro contro Aversano Alessandro del 15.06.2010 allorchè a bordo di un motociclo, ha investito il pedone Aversano Alessandro il quale è stato poi sottoposto ad esami radiografici da parte del Dalena in data 26.06.2010. Da notare che Aversano Alessandro, dopo il presunto sinistro, si recò presso il pronto soccorso di Aversa, ove il radiologo - dopo averlo sottoposto agli esami del caso – concluse: “ non si evidenziano definite lesioni ossee traumatiche”.
Del modo di operare di Di Caterino, dei suoi rapporti con gli altri suoi complici organizzatori e procacciatori di figuranti per i falsi sinistri si avrà modo di parlare ancora nei paragrafi precedenti. Tuttavia qui non è superfluo precisare alcuni aspetti che riguardano le sollecitazioni che egli riceve dalle persone coinvolte nei finti incidenti, le quali di tanto in tanto prendono a cercarlo con insistenza e non senza sospetto, per via dei ritardi nei pagamenti che evidentemente essi si immaginavano immediati o comunque rapidi. Di Caterino invece si mostra sempre sfuggente con i numerosi questuanti, che egli tratta con sufficienza quando non con scherno addirittura, ma che il più delle volte cerca di smistare alla Migallo o a altri dei suoi collaboratori , cercando di defilarsi. L’impressione che se ne ha, invero, è che Di Caterino e i suoi cerchino di assoldare persone allettandole con la prospettiva di un congruo indennizzo assicurativo, ma poi cerchino di procedere nella pratica evitando per quanto possibile i suoi destinatari e protagonisti e cercando di tirarli fuori da ogni coinvolgimento diretto, non già per spirito di servizio, naturalmente, ma per mancanza di fiducia sulle capacità di detti prestanomi e figuranti.
In questa ottica, emblematica di un modo di procedere e di uno “stile” di Di Caterino nel rapportarsi ai suoi interlocutori, quasi che egli fosse un grande professionista o consulente, che non può essere disturbato per le quisquiglie che gli vengono opposte, vi è una sequenza di telefonate tra lo stesso e tale Abbate Vincenza madre di Giannattasio Gessica, una minorenne che solo in apparenza sarebbe stata investita mentre andava in bicicletta da Niccolò Francesco, che a sua volta è un dipendente e collaboratore del’altro indagato Cardone Silvio. Di queste telefonate si riparlerà nel paragrafo 2-a 8.), sul conto di Migallo Maria, ma si riporta qui qualche brano della telefonata nr. 995 del 7.12.2010, di sicuro interesse per descrivere il tono delle conversazioni, le modalità dei rapporti e il ruolo di Di Caterino nelle truffe esperite, simpaticamente chiamate pratiche dai due interlocutori
A: DI CATERINO Angelo, con utenza nr. 327/1938415.
Abbate Vincenza, con utenza nr. 081/6581919.
A: Pronto.
S: Pronto parlo con Angelo?
A: Pronto.
S: Eh ... pronto Angelo.
A: Si chi è?
S: Eh ... buona sera prima di tutto ... sentite io sono la signora Abbate.
A: Abbate si.
S: Eh ... sentite vi ho chiamato due (2) mesi fa per sapere qualche cosa e voi non mi avete fatto sapere proprio niente adesso oggi domani e dopo domani ma non è che ... che perchè io a Maria non la sto proprio sentendo ... perchè mi stacca il telefono ... quella poi è un'altra secondo me sto sbagliando ma può darsi pure che ... che i soldi già sono stati presi e sono stati pure mangiati.
A: Si signora me li sono mangiati io i soldi.
S: Eh ... è colpa vostra che ve li siete mangiati voi ... e ma scusate io niente di meno ho una pratica ... io ho una pratica con voi da un anno e mezzo ... da un anno e mezzo giusto questo?
A: Si si.
S: Penso che voi lo sapete senza che ... e quindi non mi avete fatto sapere niente più niente.
A: Eh se me lo sono mangiato, che vi devo far sapere signora.
S: Eh ma scusate ma così si agisce secondo voi?
A: E si secondo me si.
S: E ma scusate, io parlo con Maria e Maria dice e quello Angelo ... dice oggi domani e dopo domani ... ma scusate a chi poi uno si deve rivolgere? uno ... incomprensibile ...
A: A me a me a me a chi si è mangiato la pratica.
S: Eh eh eh eh e quando parlo con voi parlo ...
A: A chi si è mangiato ... a chi si è mangiato la pratica ... me la sono mangiata io.
S: Ma scusate ma se ... scusate Angelo ma se fossero pure voi no ...
A: Si si.
S: Giustamente voi che cosa pensereste fatemi sapere.
A: Si si che mi sono mangiato la pratica ... mi sono mangiato.
S: Eh eh eh ... vi siete mangiato la pratica?
omissis
A: Io se ero maleducato vi risponderei diversamente ...
S: Io ...
A: Essendo essendo ...
S: Ditemi.
A: Essendo che sono una persona molto seria anche io come voi ...
S: Appunto.
A: Vi rispondo mi sono mangiato la pratica che vi devo dire?
S: Appunto ... e allora ... allora solo questo mi sapete rispondere scusate?
A: No e perchè voi siete la signora che mi avete chiamato venti giorni fa, no due mesi fa eravate voi e l'altra signora.
S: No no ... ma no Angelo.
A: Eh signora ... scusate signora Abbate.
S: Io non ... incomprensibile ... che quella signora che ... chi sarebbe la signora Esposito?
A: Signora signora.
S: E che c'entro io e che c'entra mia nuora scusate ne Angelo ...
omissis
A: Signora se io mi avrei ... mi avrei mangiato la pratica come dite voi ...
S: Eh eh.
A: Sarei sazio ma sazio non ci sono ... poi per quanto riguarda ...
S: Eh.
A: Io ... voi ... io vi chiamo io personalmente e per qualsiasi cosa ...
S: E nemmeno ...
A: La pratica non è stata mangiata non vi preoccupate ...
omissis
A: Che purtroppo io non mi mangio le pratiche perchè la carta non mi piace.
S: Eh voi dite ... allora io ... io vi dico un'altra cosa che se voi pensate che io sono quella persona che voi mi avete detto che vi ho chiamato venti giorni fa io non vi ho chiamato venti giorni fa ... te lo giuro sui miei figli.
A: Signora il problema lo sapete qual'è?
S: Eh eh perchè voi ...
A: Non so ... non so ...
S: Voi dite che io ...
A: Chi vi ha dato il numero ...
S: Eh e chi me lo ha dato ... io adesso ve lo dico pure chi mi ha dato il numero ...
A: ... incomprensibile ...
S: Vuoi che io te lo dico ... chi me lo ha dato il numero.
A: Ma è la stessa cosa ... chi ve lo ha dato o non ve lo ha dato ... io sto dicendo non lo so chi vi ha dato il numero ...
S: Eh.
A: Però vi sto dicendo che io ...
S: Ditemi.
A: Comunque come vi faccio sapere per le visite per tante altre cose vi faccio sapere anche per ... quello che viene non è che non vi faccio sapere.
S: Eh eh ... ma siccome ... posso dire un'altra cosa visto che stiamo parlando?
A: Si si.
S: Eh ... sentite io ho una pratica con voi è un anno e mezzo.
A: Si signora ... incomprensibile ...
S: Un anno e mezzo.
A: Signora non c'entra ...
S: ... incomprensibile ... nessuna chiamata.
A: Signora ma non c'entra ...
S: Ditemi.
A: Un anno e mezzo.
S: Va bene ...
A: Purtroppo purtroppo c'è chi nasce buono e chi nasce malato.
S: Eh eh e questo pure è vero.
A: E ancora e ancora ... e significa che adesso sta ancora ... ancora ...
S: Sono tutte malate allora tutte le pratiche che io ho fatto con voi ... scusate che lo sapete non ne ho fatto solo una no ... sono tutte malate?
A: E purtroppo non è che sono malate che sono malate perchè ci sta qualche problema purtroppo è così non è che è colpa mia.
S: Va bene però Angelo alla sorella se voi vorreste capitemi ... non proseguo.
A: Signora ...
S: Se voi vorreste no ...
A: Io non vi sto capendo però vi sto dicendo solo che qualsiasi cosa ... qualsiasi cosa io vi faccio sapere io non vi preoccupate.
S: Eh ma non lo voglio sapere tramite Maria perchè io con Maria ho litigato ... perchè per me Maria non è buona.
A: No signora ma è buona o non è buona questi sono problemi vostri io non mi posso permettere ...
S: Eh.
A: Di dire è buona o non è buona ... io comunque avviso sempre a Maria poi Maria mi dice vacci tu dalla signora io chiamo a voi e comunque io devo avvisare per forza lei ...
S: Eh.
A: Perchè comunque è una donna che io non ... non la posso scavalcare ma ...
omissis
S: Sentite Angelo quì dove io abito io per per ... per bocca delle persone sapete cosa dicono?
A: Eh.
S: Che lei sta attaccata con voi e io perciò mi sono permessa di pronunciarmi in quella ...
A: Signora io non sto attaccato con nessuno ...
S: Frase poco corretta ... poco corretta.
A: Signora Abbate.
S: Ditemi.
A: Io non sto attaccato nemmeno con il Padre Eterno ...
S: Eh.
A: come sto attaccato con Maria.
omissis
A: No non vi preoccupate ariverderci.
S: Arrivederla arrivederla.
Sul conto di Di Caterino, in ogni caso, la documentazione raccolta e gli analitici riscontri acquisiti incrociando le intercettazioni telefoniche e ambientali con i documenti sequestrati e risultati delle perquisizioni sono quanto mai ampi e articolati.
La loro rassegna completa, con la disamina sinistro per sinistro delle false pratiche istruite, in uno con i rapporti che Di Caterino ha avuto di volta in volta con i singoli figuranti e con i medici e gli avvocati coinvolti, è stata compiuta dal PM nella richiesta cautelare al paragrafo 5, pagg. 122 e seguenti, cui si rinvia per non appesantire il testo con inutili ripetizioni.
Qui si compirà solo una rapida carrellata, evidenziando i fatti più eclatanti e prendendo in considerazione le risultanze investigative, ciò sia per descrivere gli indizi con riferimento ai reati contestati nelle imputazioni che precedono, sia per analizzare il metodo adottato dalla Polizia Giudiziaria, e poi si riscontra anche nei paragrafi successivi con riferimento alle diverse posizioni esaminate.
Senza dubbio interessante, anche per il coinvolgimento di diversi soggetti, è il giudizio che vede contrapposti tali Sanso’ Pasqualina e Testa Annunziata proprio contro Di Caterino Angelo e la Navale Assicurazione, in relazione ad un sinistro stradale che sarebbe avvenuto in data 18.02.2009 alle ore 17.30 in Melito di Napoli, allorchè il Di Caterino Angelo, alla guida della vettura di proprietà di tale Feo Rodolfo avrebbe investito ben due pedoni, appunto la Sanso’ e la Testa. A seguito del sinistro le due donne si sarebbero recavate al pronto soccorso di Aversa dove sarebbero state dichiarate guaribili entrambe in 5 giorni s.c., in quanto la Testa lamentava dolori al ginocchio mentre la Sanso’ avrebbe riportato una contusione alla spalla sinistra. Al pronto soccorso tuttavia Testa Anna veniva sottoposta a esame radiografico con esito negativo senza riscontro di lesioni ossee. Nei giorni successivi, però, il Dottor Di Fabio provvedeva ad allungare la prognosi ad entrambe le donne coinvolte nel sinistro mentre gli esami radiografici (a firma della dott.sa Mazzacca Aida), effettuati presso il centro radiologico Massa, accertavano una lesione al ginocchio per Testa Anna, quale conseguenza di un pregresso trauma e un ispessimento della cuffia dei rotatori per Sansò Pasqualina: il tutto in contrasto con quanto diagnosticato dal radiologo del pronto soccorso.
La pratica di risarcimento veniva patrocinata dall’avvocato Tagliarina Anna e al momento della redazione dell'informativa finale non risultava ancora liquidata, poiché era previsto per il 7 febbraio 2011 la visita presso il medico legale dell’assicurazione ed era in corso controversia civile davanti al Giudice di Pace di Marano di Napoli( vedasi all.16).
Dalle indagini appare chiaro come la paternità del falso sinistro in questione sia attribuibile a Migallo Maria e Di Caterino Angelo. In tal senso depongono innanzitutto le conversazioni telefoniche intercettate riportate nella richiesta cautelare della Procura che riguardano il sinistro di cui sopra (si vedano le conversazioni e gli SMS nn.. 5311, 5806, 6512, 5804), che dimostrano come Di Caterino abbia simulato il sinistro stradale con la compiacenza di Migallo Maria, la quale si era occupata di procurare i due pedoni che si sono poi recati al pronto soccorso.
Sul rapporto tra la donna e le due figuranti è emblematico tra gli altri il messaggio SMS nr. 5806 in data 13.01.2011 inviato a Di Caterino Angelo appunto dalla Migallo, dal suo cellulare numero 366/3147687, con il seguente testo: "An.fa` attenzione stanno chiamando testa anna cn tutte le zulu` del suo parco.", nonché il successivo nr. 6512 del 19.01.2011 sempre inviato dalla Migallo a Di Caterino: “Ang.mi ha chiamato testa anna dice mari` o` scem nu risp.al telefono io ho risposto anna se tu` ti comporti bene ci mandi un mesg.e` lui vedi che e` na person”.
Da questi messaggi e dalle telefonate integralmente nella informativa, come si vedrà anche più avanti, si comprende in sintesi che dopo aver organizzato il falso sinistro le due donne ed in particolare la Testa erano andate in fibrillazione ed avevano cercato più volte di contattare Di Caterino, evidentemente per gestire le pratiche relative all'indennizzo del quale le stesse avrebbero dovuto essere destinatarie. In astratto non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che, come si è detto prima, le due erano contrapposte al Di Caterino, poiché nella simulazione inscenata sarebbe stato proprio quest'ultimo ad investirle alla guida di un'auto e dunque egli rivestiva la parte di convenuto nel giudizio che proprio la Testa e la Sansò avevano promosso.
In questa logica, evidentemente, ben si spiega il messaggio SMS nr. 6502 data 19.01.2011 inviato a Di Caterino proprio dalla Testa Anna, con il seguente testo: “Ciao angelo sono anna testa mi sono arrivate delle carte della pratica e vorrei fartele vedere rispondim i quanto prima per incontrarci”, che in un contesto normale sarebbe assolutamente inconcepibile inviato dalla danneggiata direttamente al suo investitore dopo che la prima aveva promosso con il patrocinio di un avvocato una normale causa di risarcimento nei confronti dello stesso e della sua compagnia di assicurazione.
Si vedrà più avanti, peraltro, nel paragrafo relativo a Scalera n. 2-a 7.) e poi in quello n. 2-a 8.) intestato a Migallo Maria, che Di Caterino tornerà ad occuparsi della Testa anche in seguito, in occasione di altri sinistri, il che peraltro conferma quanto risultava già dalla trascrizione delle telefonate tra lo stesso Di Caterino e i suoi collaboratori ed in particolare la Migallo, laddove quest'ultima gli riferiva che erano in tanti a cercarlo, evidentemente perché interessati tramite lui a guadagnare il compenso garantito per figurare come falsi danneggiati nei sinistri e nelle relative truffe.
Ancora un sinistro stradale procurato apparentemente da Di Caterino è al centro della vertenza tra Gazzillo Antonio e Dogali Giuseppe contro appunto Di Caterino Angelo e la Zurich Assicurazione, con riferimento ad un altro investimento, anche questa volta di ben due pedoni, che sarebbe avvenuto il 22.10.2009 alle ore 17.30 in Maddaloni. Come nel caso precedente anche stavolta a seguito dell’urto i due pedoni si recavano presso il pronto soccorso di Maddaloni per le cure del caso lamentando dolori vari per i quali veniva assegnata ad entrambi una prognosi di 4 giorni. Dei giorni successivi il Dottor Buono Michele provvedeva ad allungare la prognosi ad entrambe le persone rimaste coinvolte nel sinistro, mentre gli esami radiografici successivi effettuati presso il centro radiologico Massa dai dottori Mazzacca Aida e Dalena accertavano poi rispettivamente lesioni al ginocchio ed alla spalla per entrambi i pedoni coinvolti quale conseguenza di un pregresso trauma.
Anche in quel caso la pratica, che si è conclusa con la liquidazione di euro 3200 a favore di Gazzillo e di euro 3700 a favore di Dogali, era stata patrocinata dall’avvocato Anna Tagliarina e, se non si fosse in presenza di una truffa sfacciata e reiterata, sarebbe quasi da ridere la singolarissima coincidenza per cui, per ben due volte in un anno, Di Caterino avrebbe investito in ogni occasione due pedoni e tutti e quattro i danneggiati si sarebbero rivolti autonomamente sempre allo stesso avvocato, quasi che la Tagliarina fosse specializzata nelle cause contro Di Caterino Angelo e non invece una sua stretta collaboratrice!
Non è superfluo notare, infine, che all'interno del fascicolo sequestrato relativo a questa pratica di risarcimento è stato rinvenuto il referto rilasciato dal pronto soccorso a favore di Dogali Giuseppe sul quale è scritto “Vcienz Caserta” che indica come la pratica sia stata preparata da Scalera Vincenzo, che come si vedrà più avanti è un collaboratore fisso di Di Caterino. Sempre all'interno di quel fascicolo inoltre è stata rinvenuta una dichiarazione testimoniale a firma di Scalera Maria Addolorata che - per un'altra singolarissima coincidenza!- è la figlia di Scalera Vincenzo (al riguardo si rinvia all’allegato n. 17). Il falso sinistro in questione – e dunque i delitti allo stesso connessi - sono da attribuire a Scalera Vincenzo e Di Caterino Angelo.
Nell'informativa sono riportate inoltre le trascrizioni di alcune conversazioni telefoniche che riguardano il sinistro di cui sopra (si vedano le conv.174, 176,180,190 e 198), le quali dimostrano come proprio Di Caterino e Scalera, dunque l’apparente danneggiante e il suo collaboratore, si siano adoperati poi per rintracciare Dogali e Gazzillo per poter cambiare gli assegni loro destinati. In particolare si comprende che Di Caterino ha bisogno di cambiare l’assegno per fare cassa e spiega che vi sono problemi per reperire gli intestatari degli assegni che il problema viene poi risolto grazie all’intervento di Cardone Silvio il quale riesce, tramite una sua conoscenza all’interno di uno sportello della Banca di Ciaiazzo, a far cambiare gli assegni. (Si vedano le conversazioni nn. 134, 170, 203, 204, riportate anche dal PM nella richiesta cautelare alle pagine 138 e ss.).
Altro investimento di pedone sempre ad opera di Di Caterino Angelo sarebbe avvenuto in data 30.04.2009 alle ore 15.30 in Maddaloni stavolta alla guida di un ciclomotore a scapito di tale Mercede Nicola, con il solito iter di visita al pronto soccorso stavolta dell'ospedale di Maddaloni, successiva visita medica del dottor Franco Di Fabio, con relativo allungamento della prognosi e poi i soliti esami radiografici effettuati stavolta presso il centro radiologico Diagnostika di Napoli. Da pratica era stata curata dall’avvocato Cecoro Paolo e risulta liquidata per euro 2845 euro; nella documentazione sequestrata presso lo studio Cecoro è stata rinvenuta una sentenza del Giudice di Pace di Maddaloni ed altra corrispondenza da cui si evince che in quel giudizio era stato sentito come testimone tale Busiello Santino, che come si vedrà anche più avanti è indagato nel presente procedimento penale per diverse condotte illecite riscontrate anche dalle conversazioni telefoniche.
Ennesimo investimento causato da Di Caterino è al centro della pratica che vide contrapposti De Liso Anna contro Di Caterino Angelo e Groupama, per un incidente apparentemente avvenuto il 12.07.2008 in Villaricca. Lo schema è pressoché identico a quello del sinistro di cui si è detto subito prima, con referto del pronto soccorso di Giugliano in Campania, successivo certificato del Dottor Buono Michele che provvedeva ad allungare la prognosi e esami radiografici effettuati presso il centro Diagnostika di Napoli, dove sarebbe stata accertata una lieve lesione al menisco quale conseguenza di un pregresso trauma. Anche in questo caso la pratica veniva patrocinata dall’avvocato Paolo Cecoro.
Interessanti sul punto sono le trascrizioni delle conversazioni e degli SMS nn. 4409, 2351, 2352, 2353, 4411, 4442 e 21, intercorsi tra Migallo Maria, Di Caterino Angelo e Armando Cecoro, fratello dell’avvocato Paolo, con riferimento a questo sinistro dalle quali si comprende chiaramente come fosse necessario trovare un teste capace di confermare la dinamica del sinistro e che la persona prescelta da Di Caterino, su suggerimento della Migallo, sia tale Violante Rosaria, benché la Migallo rappresenti a Di Caterino la sua paura che la Violante non regga alla testimonianza.
Le varie manovre, i ripensamenti di Violante e tutte le fasi successive emergono in modo inequivocabile dalle conversazioni e i massaggi trascritti ai nn. 22, 23, 24, 25, 26, 45, 46, 139, 304, 386, 1499, 2378, 2432, 2439, 2451, 2452, 2454, 2501, 6366, 6625 tutti riportati nell'informativa cui si rinvia e di cui di seguito vengono trascritte solo alcuni passaggi particolarmente significativi. Dalla loro lettura sembra di comprendere che il rapporto tra la Migallo e Di Caterino sia particolarmente stretto e forse anche controverso, poiché in particolare la donna alterna comunicazioni relative al procacciamento di testimoni e figuranti ad altre nelle quali ella sembra più interessata direttamente alla persona di Di Caterino e ad incontrarlo. Questi ultimi aspetti, evidentemente di carattere privato, spiegano il senso di alcuni dei messaggi che seguono inviati dalla Migallo a Di Caterino, in cui la prima riferisce all'altro della teste Violante e delle titubanze di quest'ultima.
Si parte dalla telefonata avente numero progressivo 4409 del 25.11.2010 tra Di Caterino Angeloe Cecoro Armando:
A: Angelo?!
D: uè Armando!
A: ciao ... dove sei?
D: sto dal barbiere ... però fra un'oretta ...
A: mio fratello ti voleva ... .per domani ...
D:ah ...
A:eh ... hai capito?
D:no ... .
A:Melito ...
D:si ...
A:..incomprensibile ...
D:glielo diedi il nome ...
A:ah?
D:gliel'ho dato il nome..
A:ah ... .eh ... mi ha chiamato chiedendomi di rintracciarti ... poi non lo so.. vuoi chiamare a casa per vedere cosa voleva? ...
D:ti chiamo fra dieci minuti..sto facendo i capelli, Armando ... fra dieci minuti ti chiamo ...
A:ah..va bene dai..
D:va bene?
A:va bene ciao ciao ciao ...
e la successiva nr. 4411 in data 25.11.2010 sempre tra Di Caterino Angelo e Cecoro Armando
A: Angelo ...
D: Armando scusami, Violante Rosaria ...
A: ehe si si ... ahe ... !
D: da Sant'Antimo ...
A: và bene ok dai ...
D: và bene ... ? ... però già lo teneva lui ... !
A: và bene ok ...
D: hai capito allora, Violante Rosaria ...
A: và bene ok ...
D: da Sant'Antimo ... và bene ...
A: ehe ciao ciao ...
Alle quali sono collegati i seguenti SMS, sempre inviati dalla Migallo a Di Caterino:
Progressivo nr. 2351 data 12.11.2010 ora 10.15
“Ang.ha chiamato violante rosaria ti vuole cn urgenza nn lo s? pero`”
Progressivo nr. 2352 data 12.11.2010:
“ e` qualcosa dell.assicurazione poi se alle 11 nn ci sei chiamami.ha`”
Progressivo nr. 2353 data 12.11.2010:
“fa` o squillo.”
Progressivo nr. 4442 data 25.11.2010 :
“Ok.nn so` che dirti.ci vediamo il 3 x la test.cn violante.tu` ti arrab.ma nn si gestisce la situazione cm fai t?!tu` ti innervosisci e` basta”
Progressivo nr. 20 data 30.11.2010:
“Ho cambiato idea nn vado mi scoccio x vendicarmi delle tue parole h”
Progressivo nr. 21 data 30.11.2010:
“o altro x la testa ha famsape` se violante viene x sfizio io la matt”
Progressivo nr. 22 data 30.11.2010 :
“vado a prendere il mensile xr? x le 9e15 accendo il telf.cela facc”
Progressivo nr. 23 data 30.11.2010:
“io forse anche prima vediamo se ti rosichi il fegato anche senza ch”
Progressivo nr. 24 data 30.11.2010 :
“e io mi muovo.la tua fitanzata anna ti minacci? e` mise publico tutt”
Progressivo nr. 25 data 30.11.2010 :
“o sul compiuter t? ti sei imparato e` conservi i msg?bravo complimen”
Progressivo nr. 26 data 30.11.2010 :
“ti ai avuto unottima maestra peccato che nn ti ha fatto uomo!!”
Progressivo nr. 45 data 30.11.2010:
“An x favore domani ci possiamo incontrare mi serve un piccolo aiuto da te` ang.ti prego di di si e` importante se vieni io venerdi` chiamo violante rosaria”
Progressivo nr. 139 data 01.12.2010:
“3336219272 questo e` il n.di violante chiamala che penso che poi si deve organiz.cm vedi nn sn un infame.”
Progressivo nr. 304 data 02.12.2010 :
“DIGLI ALLA SIG VIOLANTE DOMANI 8.30 NIGRO GRAZIE.”
Progressivo nr. 386 data 02.12.2010:
“ Dom.caffe` e` cornetto seno` niente violante.”
Progressivo nr. 1499 data 10.12.2010:
“Mi sn ricordata che violante rosaria una volta ma dato un.asscz.tu`”
Progressivo nr. 2378 data 17.12.2010:
“ Ang.la sig.violante si e` spaventata dice che io ho fatto finta che”
Progressivo nr. 2432 data 17.12.2010:
“Ang.violante ti mette nei guai poi nn tela piglia` cn me` come sempre io ti ho avvisato ultimo msg.”
Progressivo nr. 2439 data 17.12.2010, questa volta inviato da Di Caterino Angelo a Migallo Maria:
“ Dacci il mio numero a violante.”
Progressivo nr. 2451 data 17.12.2010, di nuovo inviato dalla Migallo a Di Caterino:
“Ang.penso che dom.a mezg.ti conviene venire violante sta` trop.spaventata se nn vieni avv.io la chiamo ha io nn ci saro` cosi`j tu` nn dici che io ti tradisc”
Progressivo nr. 2452 data 17.12.2010 :
“o e nemmeno rosaria dir? che io la tradisco mi avete sl rott.il c ... .tutti”
Progressivo nr. 2454 data 17.12.2010 ora 21.57.47:
“ Scusami x lora ma sto di turno dice violante domani x favore porta tutti i suoi documenti nn vuole spiegazione.troppe tarantelle.grazie.”
A questo punto - evidentemente all'approssimarsi dell'appuntamento per la testimonianza che doveva essere resa dalla Violante - si succedono una serie di telefonate perché la donna dapprima si rende irreperibile e poi comunque cerca di sottrarsi all'impegno e non andare più a deporre. Tra le altre conversazioni, che ruotano tutte intorno a questi temi, è qui sufficiente citare la seguente, avente numero progressivo 6366 del 18.01.2011 ora 12.25 tra Di Caterino Angelo e Violante Rosaria:
R: Angelo ... !
A: weh signora ...
R: weh senti un pò, sono la signora Violante ... ho detto così, ma tu dopo domani giovedì, perchè non mi fai accompagnare da Maria che ho anche il problema, ora avanti a quel signore non potevo parlare
A: ehe signora ma io non mi posso mettere ...
R: ehe ti stò dicendo una cosa ... ! ... aspetta ...
A: ehe ...
R: ho il problema che ho la macchina con l'assicurazione falsa ... hai capito ...
A: ehe ehe signora vi ho capito, ma io che ne sò ... ! ... dovete parlarci più voi che io ... io che gli posso dire ...
R: di che cosa ... ?
A: e ci dovete parlare voi io cosa gli vado a dire ... ?
R: mi può accompagnare Maria ... ?
A: ehe ehe che ...
R: allora chiamo lei e vedo se ...
A: ehe vedete voi, mettetevi daccordo voi ...
R: ... incomprensibile ...
A: ehe ciao ciao ...
R: và bene ... ?
A: ehe ciao ...
R: ciao ...
L'epilogo si ha dopo due giorni con la telefonata avente numero progressivo 6625 del 20.01.2011 sempre tra Di Caterino e la Violante in cui quest’ultima prova ancora a sottrarsi:
A: Pronto ...
R: Angelo buongiorno sono Rosaria Violante..
A: buongiorno ...
R: ehe senti un pò, io veramente ho chiamato perchè ho detto non mi sento bene oggi, ho la testa che mi gira da lunedì che ci siamo lasciati che siamo andati ad Aversa ... allora quando mi gira la testa non posso stare neanche in piedi ... incomprensibile ... possiamo fare la settimana che entra ... ? ... dai non dirmi niente ...
A: ... no no ma quello non è per me, quello è una cosa urgente per voi signora, per me voi ... incomprensibile ...
R: ehe no lo sò, lo sò ...
A: no e poi dopo vi vengono, vengono a prendervi direttamente, vengono loro a prendervi ... allora è meglio evitare questo, andate voi, altrimenti vengono a prendervi loro ...
R: a me vengono a prendere ... ?
A: ehe vi vengono a prendere per ... per accompagnarvi non è che vengono a prendervi per qualcosa ...
R: ahe mi hai messo paura ...
A: no ...
R: ehe chi viene a prendermi ...
A: alle tre, ci vediamo alle tre signora và bene ... ?
R: ehe ...
A: ... incomprensibile ...
R: ehe non lo sò mi deve chiamare Maria allora ...
A: signora non lo sò, vedete voi, organizzatevi, telefonicamente ehe non lo sò, diciamo sempre le stesse cose, organizzatevi voi non vi preoccupate ...
R: ehe allora Angelo scusa non ho capito, una persona allora non stà bene, non stà bene deve andare per forza ... ?
A: ehe si, perchè quello è un invito per forza, a volte si sono fatti accompagnare dalle autoambulanze, perchè quello è un invito urgente ... quello stà scritto lì sopra, eventuale mancanza viene fatto un ... incomprensibile ... avete capito ...
R: ho capito, và bene dai ...
A: vèà bene ...
R: chiamo a Maria dai, ciao ...
Nell'informativa conclusiva nella richiesta cautelare della Procura è riportata infine una rassegna degli altri sinistri individuati dai Carabinieri nei quali compare come parte sempre il Di Caterino; nel rinviare a quell'elenco si segnala tra le altre una richiesta di risarcimento danni che Di Caterino ha presentato tramite l’avvocato Tagliarina alla società “ Mars Italia”, lamentando di aver subito la rottura di un dente dopo aver mangiato un confetto “M&M”, il tutto accompagnato dal solito certificato del pronto soccorso, stilato - manco a dirlo – dal dott. Schiavone Vincenzo( allegato 23).
Degli altri sinistri e altre pratiche false nelle quali è coinvolto Di Caterino si parlerà ancora nei paragrafi che seguono relativo a Scalera Vincenzo e alla Migallo, data la stretta correlazione tra le loro posizioni.
Una sintesi sul ruolo di Di Caterino, il suo ampissimo margine operativo e il potere che in questo modo egli si è ritagliato può essere affidata alle sue stesse parole, intercettate nel corso di un’ambientale a bordo della sua potente Audi, mentre ne parla con la moglie, che gli chiede notizie sul conto del dottor Dalena, che gli ha appena inviato un messaggio, cosa per altro non gradita da Di Caterino, sempre piuttosto cauto con l’uso del telefono:
Si tratta dell’ambientale con numero progressivo nr. 45 datata 19.11.2010 alle ore 11.19 tra
Di Caterino Angelo e la moglie Beatrice all'interno dell'autovettura AUDI Q7 in uso al primo
omissis fino al minuto 0.01.35 perché non attinente alle indagini
Angelo: Madonna santa, madonna santa, il dott. Dalena ...guarda ...questo è un dottore manda i messaggi ...guarda..... Dottore....mi puoi chiamare devo dirti una cosa .....non sta bene....non sta bene non sta bene ....
Beatrice: mi puoi chiamare...perché lui no ti puo' chiamare?
Angelo: io non lo rispondo, stacco il telefono .....
chiama a telefono il Dott, Dalena
Angelo:......dottore io alle due e mezzo ho delle perizie da fare fuori al campo sportivo, ci vediamo qua' a Casale ?.........ci prendiamo un caffè qua dottore .....si si di fronte, di fronte proprio ....eh.. alle due e un quarto ..non vi preoccupate dottore non vi preoccupate ....
Beatrice: è quello di Napoli?
Angelo: noooo.....questo è una persona perbene no, questo è un'altro dottore ..una persona perbene
Bearice :incomprensibile
Angelo : eeeh quello è maschio
Beatrice: lo so che è maschio
Angelo: è maschio non è mica gay
Beatrice: è sposato ?
Angelo: e sposato si , ha i figli
Beatrice: che deve fare con il numero di mio fratello
Angelo: no... gli stiamo facendo guadagnare una marea di soldi
Beartice: a chi?
Angelo : e mi chiama sempre , hai capito.... gli ho fatto fare già' una cosa troppo importante hai capito..dici dici...
Beatrice: 3282432868
Angelo: lo fatto entrare in una cosa un poco importante hai capito..e allora ha visto quanto sono potente ed allora ha detto..caspita... che cos'è
Beatrice: e che ti deve dire
Angelo : no ..mi chiama sempre, va qualcuno la..e mi chiede informazioni ..Angelo posso ...posso fare......
Omissis fino alla fine perché non di interesse alle indagini
Alla luce di quel che si è detto e ancor più di quel che emergerà passando in rassegna anche le altre posizioni, prima fra tutte quella dello stesso Dalena e provando a stilare una rapida contabilità della mole degli affari che ruotano intorno a Di Caterino, può concludersi che il discorso alla moglie sopra riportato non era affatto una sbruffonata dell’uomo per darsi delle arie, ma una fedele rappresentazione della situazione.
2-a 2.) Di Dona Domenico
È stato lo stesso Dalena a riferire nel corso del suo interrogatorio di conoscere il Di Dona Domenico (alias Mimmo) da tanto tempo a conferma che la collaborazione illecita tra i due era antecedente alle indagini di questo procedimento.
L’ambito operativo in cui opera Di Dona come procacciatore di affari è essenzialmente il comune di Sessa Aurunca, dove egli rastrella di volta in volta i soggetti disponibili a simulare falsi incidenti stradali o comunque piccoli sinistri da amplificare poi con pratiche risarcitorie per migliaia di euro, per le quali si affida a diversi avvocati di fiducia, che a loro volta si occupano della questione legale.
Anche Di Dona, naturalmente, si rivolge al dott. Dalena per integrare la documentazione sanitaria necessaria per consentire la richiesta di risarcimento alle compagnie assicurative, ma oltre alla documentazione del centro Radiologico Massa, si avvale in altre occasioni dei certificati redatti dallo stesso Dalena presso la sua abitazione, con l’intestazione Centro Diagnostica, oltre ad utilizzare anche i certificati del pronto soccorso di Casoria.
Le indagini della PG hanno dimostrato inoltre che, oltre al connubio medico/procacciatore, il rapporto tra Dalena e Di Dona è ancor più fitto per via degli ottimi contatti presso la sede del Giudice di Pace di Sessa Aurunca, il che gli dà modo di caldeggiare le nomine del dottore quale CTU.
I termini della questione e l’intensità del coinvolgimento e della relazione tra i due appare chiara senza possibilità di equivoci dalla lettura della conversazione che segue, avente nr. 2016 e datata 13/1/2011, intercettata in ambientale tra Dalena Giuseppe e Di Dona Domenico, il cui nominativo è entrato nell’indagine e si è imposto all’attenzione della PG proprio dopo quel dialogo. Rimandando agli atti di indagine per l’integrale trascrizione (riportata più volte nell’informativa dei CC di San Prisco a pagg. 42 e seguenti, a pagg. 95 e ss. 331 e ss. 445 e ss. e altre), se ne riportano qui i tratti più rilevanti e significativi, che invero spaziano in un impressionante campionario di prassi irregolari, atti propriamente illeciti e altri atteggiamenti sospetti, che per altro corrispondono ai diversi filoni in cui si è snodata l’indagine (attività dei medici, false certificazioni, sinistri inesistenti, CTU truccate, avvocati complici delle truffe assicurative etc.):
DALENA : mi hai chiamato tu con il numero sconosciuto..?
MIMMO: no..! ... .incomprensibile ...
DALENA : dimmi..!
MIMMO: mi serviva una cosa se si può fare al pronto soccorso..!
DALENA: pronto soccorso..?
MIMMO: si ... tanto mica ci sarà qualche problema..? ... incomprensibile ...
DALENA: no..! che data dovrebbe ... .!!
MIMMO: no quando ci sta tempo.
DALENA: va bene d'accordo..! penso per sabato..!
MIMMO: vi fa gli auguri il Giudice Bagni..! ha detto che adesso te le dava anche lui. incomprensibile ... tramite l'avvocato. sempre con il mandato..
DALENA: Eh ... !
MIMMO: no ha detto che lui ... incomprensibile ... . se no mi ha detto che non me la fa ... .. cioè che non dobbiamo far vedere ... .
DALENA: non dobbiamo far veder che cosa..?
MIMMO: troppe diciamo ... !!
DALENA: che ne facciamo molte..?
MIMMO: no diciamo troppo che uno parla ... ..!! fa ... .!! faccio altre cose ...
DALENA: Schiavone sta venendo a Sessa ... !
MIMMO: si.. si..
DALENA: sta sempre là ... !
MIMMO: si..si ... è un mezzo fallito ... !
DALENA: Eh ... ?
MIMMO: ... incomprensibile..
DALENA: perché..?
MIMMO: perché ha fatto due tre tarantelle..!
DALENA: cosa ha fatto.?
MIMMO: accompagnamento della gente senza documenti.. è fesso pure ... !!! No i documenti ... !! i documenti le tessere ... !!
DALENA: si ... .. e se ne è accorto il C.T.U ... ?
MIMMO: lo ha messo anche a verbale..!! non è che ... ! lui puo dire anche io che ne so ... . se ne sono scappati..! ..incomprensibile ...
DALENA: come se ne sono scappati..?
MIMMO: il ragazzo gli ha detto che lo aveva nella macchina il documento..! e se ne è scappato..! lui diceva "quello quello perché non viene..?" se ne andò anche lui..! scappo il C.T.U.e e ... e quello dell'assicurazione quando ... ... è ... è ... .!!
DALENA: (ride)
MIMMO: disse collega mettiamo a verbale.. Povero C.T.U. diceva.. !! ma che dobbiamo fare..!!se ne sono andati vediamo cosa è successo..!! disse ... chiamiamo i Carabinieri..?
DALENA: veramente..? quello dell'assicurazione diceva di chiamare i Carabinieri..?
MIMMO: EH ... si quello è uno di Napoli ... !
DALENA: chi è..?
MIMMO: ... .incomprensibile..
DALENA: Ravone ...
MIMMO : Ravone..
DALENA: quando va Schiavone quando ... .. a me non mi è mai capitato ... mica è uno con la barba per caso..?
MIMMO: è un uomo di merda, uno scemo ... incomprensibile ... . non è niente vero che è della (incomprensibile) ... !..non è niente vero ...
Il prosieguo di quella conservazione è del pari istruttivo per comprendere i termini della questione e i margini di guadagno dei vari protagonisti di quegli illeciti ed è stato già riportato in precedenza, alle pagg. 50 e ss. nel paragrafo 1-e) relativo al volume di affari e ai guadagni dell’organizzazione
Tornando alla prima parte del dialogo, si noti che la conversazione tra Di Dona e Dalena era iniziata con la richiesta del primo al secondo perché gli procurasse dei falsi referti del pronto soccorso. Si tratta di un discorso che era stato già avviato in astratto in precedenza tra i due, di cui s’è già detto più sopra, allorché il medico aveva ventilato a Di Dona la possibilità di fare entrare nel business delle false certificazioni e dei referti falsi anche altri sanitari e, in particolare, un suo amico che lavorava in un pronto soccorso e dunque poteva agevolmente procurare quei referti redatti nell’immediatezza che, come s’è detto, sono spesso la base indispensabile per avviare una falsa pratica di risarcimento per lesioni da incidente.
Ecco, quindi, che in occasione della conversazione di cui s’è detto Di Dona avanza a Dalena una specifica richiesta, alla quale il medico non si tirerà indietro e, al contrario, come vedremo a breve, si adopererà non poco per ottenere dal collega quanto necessario.
Il filo della questione è stato ripercorso dalla PG saldando le varie intercettazioni. Per la loro lettura in successione si rinvia alle pagg. 337 e seguenti della richiesta del PM, con la precisazione che il loro senso è talmente lampante e chiaro da non richiedere commenti i glosse di sorta. Se riporta qui una sintesi per esplicitare il senso di quelle acquisizioni.
Si parte appunto dalla richiesta di Di Dona nello studio di Dalena, di cui s’è detto sopra e che qui si richiama:
MIMMO: mi serviva una cosa se si può fare al pronto soccorso..!
DALENA: pronto soccorso..?
MIMMO: si ... tanto mica ci sarà qualche problema..? ... incomprensibile ...
DALENA: no..! che data dovrebbe ... .!!
MIMMO: no quando ci sta tempo.
DALENA: va bene d'accordo..! penso per sabato..!
Il seguito è subito chiaro perché, dopo aver ricevuto l’ordinativo, Dalena effettivamente si reca a Casoria per incontrare il collega Battaglia, prendendo con lui un appuntamento, che come di consueto nell’era dei cellulari si snoda attraverso tre telefonate nel corso delle quali il secondo gli spiega anche l’indirizzo della clinica dove presta servizio quella sera (conversazioni nn. 4111, 4115 e 4116 del 18/1/2011).
Da queste è chiaro che Dalena ha portato con se una fotocopia di documenti al collega sulla base dei quali preparare i referti, senza che il paziente si sia mai recato al pronto soccorso.
Il testo delle conversazioni, per la parte che qui rileva è il seguente:
Telefonata nr. 4111 tra D' Alena Giuseppe e Battaglia Gaetano, che si sentono ai rispettivi cellulari:
omissis
Giuseppe: senti eeeee che vogliamo fa ... vogliamo fare questa cosa ..passo per casa tua a lasciarti i dati e poi me la porti domani..come vogliamo fare
Gaetano: Peppe se a te incomprensibile pure domani..io domani sto presto al policlinico, che vieni a fare stasera la
Giuseppe: è, allora..allora ..allora ti porto i dati , giusto?
Gaetano: ho capito ..vieni un attimo qua' per portarmi i dati?
Giuseppe: e come dobbiamo fare?
Gaetano: lo facciamo domani ..scusa ma tu domani devi venire per forza ci sta la riunione
omissis
Giuseppe: no perché a me mi serviva ... quel ... . il coso del pronto soccorso la..come cazzo ... lo dobbiamo fare domani mattina ? come cazzo facciamo a farlo domani mattina scusa
Gaetano: allora mandami un messaggio
Giuseppe: no ma scusa non posso venire a casa tua che è meglio ?
Gaetano: ma io me ne vado mo ... me ne vado prima
Giuseppe: a che ora ... mo che ore sono ?
Gaetano: mo sono le sei ed un quarto, il tempo di mangiare..verso le sette mi avvio devo passare prima da un mio amico e poi vado là ... ho ci vediamo là ... .sta anche la partita del napoli stasera, hai capito
Giuseppe: lo so vediamoci la'
Gaetano: e vediamoci la'
Giuseppe: com'è l'indirizzo via ?
Gaetano: via ... San Rocco
Giuseppe: via San Rocco Casoria come si chiama ...
omissis
Gaetano: dobbiamo farla stesso la' al momento ?
Giuseppe: si, e che ci vuole ... .perché..oppure ti posso lasciare i dati poi tu te la fai con calma e poi me la porti domani mattina ..hai capito
Gaetano: va bene perché alle nove c'è la partita Peppe non vorrei perdermela
omissis
Nelle due telefonate successive si comprende che i due si incontrano, dopo che Battaglia ha dato delle spiegazioni dettagliate a Dalena su dove trovarlo, mentre in quelle ancora successive nr. 4117, 4541,4543 è chiaro che l’operazione è stata compiuta, tant’è che nell’incontro tra Di Dona e Dalena si capisce che proprio questi ha consegnato i falsi referti medici a firma del Dottor Battaglia al procacciatore Di Dona che glieli aveva commissionati, ricevendo così da quest’ultimo il compenso che dovrà poi fare avere a Battaglia, come gli preannuncia nella conversazione 4552 di cui si riporta il passaggio decisivo:
D: ehe và bene io tengo quel fatto, per te per domani mattina dai, và bene ...
B: ehe non ti preoccupare ...
D: ehe no và bene io l'ho avuto oggi e ora te lo do domattina ... và bene ... ?
B: ci vediamo domani al Policlinico ... ?
Il riscontro della PG è stato anche in questo caso puntuale e perfettamente calzante perché il 4/5/2011 i Carabinieri hanno visionato la documentazione presso il Pronto Soccorso della clinica di Casoria ed hanno acquisito il certificato medico a firma del Dottor Battaglia e rilasciato a tale Iavarone Enrico nato a Grazzanise il 22/2/1962, il cui referto contiene la dicitura “riferisce incidente stradale in Mugnano Di Napoli” (si tratta dell’allegato n. 100)
Non è un caso che il paziente fantasma resterà tale anche in seguito, perché nel corso delle conversazioni 771 e 1699 registrate sull’utenza del Di Dona si sente quest’ultimo affermare falsamente di chiamarsi Iavarone per contattare il medico incaricato come CTU di compiere la perizia per la sua causa per il sinistro stradale (si vedrà poi che si tratta della dottoressa Trabucco), mentre finge di avere degli impegni e di non potersi presentare a svolgere la visita nella data indicata.
Resta da chiedersi chi si sia poi recato alla visita peritale spacciandosi per Iavarone Enrico e se questi esiste davvero! È bene preannunciare sin d’ora che nelle intenzioni di Di Dona anche quella visita medica dovrà essere poi addomesticata con i soliti metodi, ma come vedremo più avanti in quello specifico caso non sarà possibile.
Inutile dire che anche su questi aspetti, sul coinvolgimento del dottor Battaglia e sulle sue prestazioni nella redazione di falsi referti di Pronto soccorso è giunta puntuale la conferma di Dalena nel corso dell’interrogatorio di cui s’è detto, allorché ha specificato che Battaglia ha accettato di porsi al servizio del sodalizio criminoso, con l’emissione di falsi certificati medici di pronto soccorso in cambio della somma di 200 euro per ogni falso certificato emesso. Su questi punti evidentemente si tornerà più avanti nell’affrontare la posizione specifica di Battaglia, oltre che per i profili connessi a quella di Peluso Luciano.
All’enorme mole di dati che sono emersi sul suo conto dalle intercettazioni e dai documenti acquisiti, anche nel caso di Di Dona, come vedremo, si aggiungeranno le esplicite dichiarazioni del collaboratore di giustizia Armando Martucci, parimenti emblematiche per comprendere quali fossero il ruolo e il coinvolgimento di Di Dona, quali i suoi contatti e i suoi referenti.
In particolare per quanto riguarda la zona di Sessa Aurunca egli risulta avere un riferimento molto importante in Peluso Luciano, primo collaboratore degli avvocati Pizza e Filippelli nonché interlocutore diretto di vari Giudici di Pace e CTU quanto meno disinvolti.
Una delle tante riprove di ciò si ha nelle ulteriori conversazioni intercettate sempre con riferimento alla causa di risarcimento danni avviata per conto di tale Iavarone, di cui s’era detto più sopra, che avevano lasciato più sopra alle prese con un appuntamento con il CTU per la visita peritali che Di Dona aveva spostato parlando al telefono con la dottoressa incaricata.
Tornando alle intercettazioni sulla utenza di Di Dona, infatti, si scopre che subito dopo quella telefonata, dopo aver concordato l’appuntamento per il lunedì successivo alle 18,30, Di Dona telefona a Peluso per sollecitare il suo intervento con il perito, per evitare sorprese.
Anche in questo caso, nonostante un vago tentativo dei due interlocutori di rimanere vaghi e di non fare al telefono riferimenti troppo espliciti, il senso delle loro conversazioni è assolutamente chiaro.
Si inizia con la telefonata avente numero progressivo 772 data 10/12/2010 alle ore 16.28, dunque immediatamente successiva a quella di cui s’è detto, che Di Dona aveva avuto con la dottoressa incaricata della consulenza, spacciandosi direttamente per il soggetto da visitare, tale Iavarone. Qui è Di Dona Domenico (D) a chiamare Peluso Luciano (P):
P: we Mimmo ... !!
D: Luciano io a qual amico l'ho chiamato..! quello che aveva appuntamento oggi ... !!
P: è quindi..?
D: ho fatto per lunedì alle sei e mezza ... ! va bene..?
P: ci devo parlare prima ... .!!! hai capito Mimmo..??
D: (imprecazione) perché questa è mezza scema..!! hai capito..?
P: ehe..! va bane ti faccio sapere più tardi ... !
D: fammi questa cortesia perché questa ha già iniziato a dar fastidio..!! hai capito..?
P: ho capito ... !
D: è un po’ particolare.. va bene..!
P: va bene non ti preoccupare ciao..!
D: ciao..!
Il giorno dopo i due si risentono (conversazione nr. 799 data 11.12.2010 ora 20.03) e qui è Peluso a rassicurare Di Dona di essersi attivato per contattare la dottoressa, che egli riteneva di potere raggiungere tramite un amico influente, che – si comprende chiaramente – però aveva rapporti molto diretti con un altro medico omonimo, ma di sesso maschile:
L: ue Mimmo?! ...
D: Luciano?! ...
L: uè ... adesso ho sentito a quell'amico ...
D: si?! ...
L: allora..qua c'è stato un equivoco mio ... perché lui conosce ... il maschio ... .
D: non ho capito?!
L: allora ... ho chiamato Michele..
D: si?!..
L: e gli ho chiesto il favore ... gli ho detto "Michele è un amico mio" ... lui mi ha detto "Luciano, dimmi ... ma chi è?" ... gli ho detto ... ..ehhhhh ... la dottoressa ... lui ha detto "Noo" ... ha detto "Io sto bene con un dottore" ...
D: ah?! ... .
L: cioè quelli stanno due dottori ... Trabucco ... ..
D: eh lo so ... ..(incomprensibile)..
L: e Trabucco ... eh.. quello sta con quell'altro che zoppica ... hai capito?..lui è un po’ biondino ...
D: eh lo so ... Luciano..tu che stai lì ... eh ... non lo so più o meno ...
L: eh ... eh ... Mimmo ... eh ... non ti so dire qua ... non ti so dire..
D: mannaggia ... .
L: (incomprensibile) ... hai capito?! ... io avevo capito ... eh..ehm ... ma tu lunedì vieni lo stesso, però ... ...
D: e lo so..ma non voglio che ci rimetto "Filippo e il paniere" ... ., hai capito?
L: no no no ... a che ora hai la visita?
D: alle sei e mezza ...
L: a Sessa? ...
D: si ...
L: ma tu vieni verso le cinque - cinque e mezza ... però..
D: ..si vengo un po prima ... .(incomprensibile)..
L: (incomprensibile) ... .
D: eh si..fammi sta cortesia ... ..
L: va bene ... ci sentiamo ... .ciao ciao ...
D: ciao ciao ... .
A prescindere dall’esito di quella visita medica, insomma, quel che colpisce ancora una volta è che a Di Dona non interessa affatto quali siano le condizioni di salute del suo patrocinato, Iavarone, ma unicamente se sia possibile raggiungere la dottoressa Trabucco e ottenere una perizia favorevole, senza rischiare di perdere l’investimento fatto per creare quel falso sinistro, con tanto di documentazione sanitaria e altro: <<non voglio che ci rimetto "Filippo e il paniere">>, aveva detto Di Dona a Peluso.
In altra conversazione sempre di quei giorni, Di Dona tornerà a parlare della stessa dottoressa anche con l’avv. Giancarlo Filippelli, per sapere se si tratta di una persona raggiungibile con i soliti metodi. Anche in quel caso (conversazione n. nr. 818 data 13.12.2010 ora 13.05 a pagg. 467 e s. della richiesta cautelare) i due si intendono al volo su cosa voglia sapere Di Dona sul conto della dott.sa Trabucco e la risposta di Filippelli è tranciante: <<insomma ... .no..no ... per niente proprio..>>
Ancora sul conto di Di Dona e il suo ruolo di organizzatore e procacciatore di falsi incidenti stradali, si osservi che il suo modo di operare risulta chiaro non solo dalla documentazione acquisita sul suo conto, elencata anche nella richiesta cautelare del PM, sequestrata presso gli uffici giudiziari e gli studi di alcuni avvocati, di cui si dirà, ma anche da alcune quanto mai chiare telefonate captate sulla sua utenza, in cui si assiste a sperticate difese di situazioni palesemente false, spesso insostenibili, che non avrebbero senso per chi svolgesse semplicemente il ruolo – per altro nemmeno molto chiaro – di ausiliario degli avvocati e di consulente in materia di sinistri stradali, con il quale lo stesso Di Dona prova a da accreditarsi in alcune telefonate.
In particolare si può partire dalla serie di telefonate nn. 21-22-23-24 del 12/11/2010 intercettate sulla sua utenza e riportate alle pagg. 441 e ss. della richiesta del PM e 768 e ss. dell’informativa, allorché un soggetto all’epoca non identificato, che aveva simulato di essere stato coinvolto in un sinistro stradale, in realtà organizzato a tavolino da Di Dona, lo contattava perché s’era presentato presso la sua abitazione il perito della compagnia assicurativa e lui si trovava in evidente difficoltà non sapendo come comportarsi. Dalla sequenza delle loro conversazioni si comprende infatti, al di là di ogni possibile dubbio, che il realtà quel sinistro non è mai avvenuto.
Nel rinviare all’informativa per la lettura integrale delle quattro telefonate in questione, se ne riportano qui alcuni passaggi emblematici, esemplificativi di un modo di procedere che si ritrova molte altre volte sempre uguale nel materiale istruttorio acquisito.
Progressivo nr. 21 data 12.11.2010
omissis
P: Mimmo ... ! ... sono Carminuccio ... ... Mimmo ... !
D: chi Carminuccio ... !?
omissis
P: Mimmo è venuto il perito, il fatto che quando, ti ho detto là, che doveva fare la lettera a sta compagna tua ...
D: ehe e allora ...
P: ehe sta qua, non, lo so ...
D: ehe che và cercando ... ma mica hai detto che sei tu ... !?
P: ehe ... !
D: ehe ma ora, non potevi dire, non potevi venire un altro giorno ... ma chi è ... ha i denti ...
CADE LA LINEA ...
Progressivo nr. 22 data 12.11.2010
D: Tu hai la copia del CID Carmeniello ehe scusa ehe ...
P: ehe lo so, ma la tengo sopra e non lo so se c'è mia moglie se sta dentro o no ...
D: ehe se non ci sta devi dire che, giustamente ... incomprensibile ... altrimenti vieni un altra volta ...
P: no ... gli ho detto che stavo portando a ... incomprensibile ... all'ospedale e te la sei vista tu ... poi non lo sò, ci vuoi parlare tu ... ?
D: Carmeniello gli devi dire che deve venire un altro giorno, ora non è cosa ... incomprensibile ... viene un altro giorno ... ma come si chiama ... ? ... chi questo, chi è ... !?
P: (si rivolge alla persona al suo fianco)ehe ... come vi chiamate ... ? ... (poi parla con Di Dona e gli dice il nome della pesona) ... Spartaco D'Aniello ...
D: ... e gli dici se può venire domani ... purtroppo se può venire domani ...
P: và bene dai ...
D: Carmeniello ...
P: weh ...
D: o viene domani, se sta in zona ... non firmare niente, fallo venire domani e poi si vede ...
P: tu non ci stai ... ? ... ehe stasera ... incomprensibile ...
D: ... no, io sto fuori ... sto fuori, sto fuori ...
P: và bene, ora ce lo dico dai ...
D: mi senti ... ?
P: weh dimmi Mimmo ...
D: ma tu sembra che ... non parlare davanti a lui, hai capito ... non farti scoprire, hai capito o no ... ? ... non devi parlare davanti a questo qua, mi stai a capire ... !?
P: si, si ...
D: ora gli devi dire o vieni domani, gli devi dire purtroppo ora non possiamo fare niente, oppure ti fai dare il numero di telefono e lo chiamiamo và bene ...
P: và bene ...
D: l'unica cosa che è non dire niente ... dici se venite domani cortesemente ...
P: và bene, ok Mimmo, ciao ciao ...
D: ehe ciao ...
Progressivo nr. 23 data 12.11.2010
P: Weh weh ...
D: se ne è andato questo ... !?
P: no Mimmo, senti un po’ non lo so senti, come, come funziona qua ...
D: ehe Carmeniello gli devi dire ... passamelo un po’ a questo dai ...
P: si si ora te lo passo un po’ ... (si rivolge alla persona al suo fianco e dice) ... no è mio cugino Mimmo si chiama ... incomprensibile ...
S: Pronto ...
D: pronto buonasera, ditemi ...
S: sono il perito della ...
D: tutto quello che dicete voi però se venite domani, io ora sono fuori zona ... se potete venire altrimenti ... incomprensibile ...
S: và bene ma visto che la macchina la portava il ragazzo ...
D: incomprensibile ... ha paura anche dell'ombra sua, io lo so già ...
S: no ma non vi preoccupate che stiamo in mezzo agli amici, state tranquillo ...
D: ehe lo so però, o mi aspettate a me oppure ci dobbiamo vedere domani, oppure lunedì ...
S: io se non ... quando tempo vi devo aspettare ... ? ... io non ho nessun problema ...
D: una mezz'oretta e sto là ...
omissis
D: và bene, và bene, se mi aspettate mi fate un grande piacere ...
S: ecco, allora io vi aspetto senza problemi perché ho un po’ di tempo disponibile ... però dobbiamo cercare di accorciare i tempi il più possibile ...
omissis
S: io nel frattempo inizio a parlare un po’ con il giovanotto e poi dopo venite voi e chiudiamo la cosa dai ...
D: và bene dai ...
omissis
CADE LA LINEA
Progressivo nr. 24 data 12.11.2010
P: Ragazzo che c'è ... ?!
D: ehe la macchina la portavi tu ... ! ... non dire niente vicino a questo qua hai capito ... !? ... poi me la vedo, poi me la vedo io hai capito ... !?
P: ehe ...
D: ehe non dirgli ... preparaci un, si prende un caffeè ... ora vengo io da là ehe ... ehe vediamo che ci sta da fare ...
P: và bene dai ... ehe ciao ...
D: ciao ciao ...
Anche in questo caso ogni commento ulteriore sarebbe superfluo!
Chiaramente frutto di una integrale creazione di Di Dona è il sinistro relativo a tale Iavarone Enrico, di cui s’è già detto più sopra, che come sappiamo era stato “refertato” al pronto soccorso di Casoria dal dott. Battaglia, che non solo non l’ha mai visto, ma che addirittura ha redatto quei certificati dopo vari giorni dalla data indicata, consegnandoli poi al dott. Dalena. Sappiamo ancora che era stato sempre Di Dona a telefonare al CTU spacciandosi per Iavarone per spostare l’appuntamento; a ciò si aggiunga ora l’ ulteriore telefonata intercettata dopo circa un mese tra Di Dona e l’avv. Garofalo, nella quale si torna a parlare di Iavarone, in occasione della liquidazione del danno e dell’arrivo dell’assegno a lui intestato da cambiare e riscuotere. Anche in quest’occasione non sono necessari commenti e sono sufficienti alcuni passaggi della telefonata n. 1699 datata 13/1/2011, in cui traspare la “professionalità” dell’avvocato Garofalo (G) e la natura dei rapporti che questi ha con il procacciatore Di Dona (D), rapporti solo mediati e eventuali con quelli che dovrebbero essere i suoi clienti, che - come ormai è ben chiaro - in realtà sono delle semplici comparse che, in cambio di una piccola quota, si prestano a fingersi dapprima vittime di un sinistro stradale e poi parti di un giudizio .
D: Pronto avvocato ... dimmi ...
G: Domenico ...
D: weh ...
G: è arrivato quell'assegno di "coso" là ...
D: ... incomprensibile ...
G: ehe Iavarone là ... ehe fai venire a lui in modo che ci dà anche il contante dai che mi servono stasera D: ehe ora subito "spiccio spiccio", Madonna mia ... !
G: ehe hai capito domani è venerdì hai capito ...
D: ehe a te e devi vedere a me come servono ...
G: ehe ...
D: ora gli dico che sto fuori, gli dico che vado domani, non ce la faccio ...
G: ma non ci sta lui, non sta qua ... ?
D: si sta qua, come no ... !
G: ehe gli devi dire, senti andiamoci a prendere quell'assegno e fai venire anche a lui ...
D: và bene dai, me la vedo io ...
G: facciamo domani allora dai ... vedi tu ...
D: facciamo domani dai ...
G: ehe facciamo domani che ora comunque devo andare a fare un servizio ... và bene ...
D: ... ok ... ciao
G: ciao ...
Dall’esame dei documenti sequestrati presso lo studio dell’avvocato Garofalo e presso l’abitazione del Di Dona, inoltre, la PG ha riepilogato almeno alcuni tra i numerosissimi sinistri stradali inventati da Di Dona e istruiti sempre con il medesimo schema per ottenere un risarcimento del tutto indebito dalle compagnie assicuratrici. L’elenco – senza dubbio per difetto, per via della rapidità con cui le pratiche si susseguono nell’impotenza delle compagnie assicuratrici e, talvolta anche con la complicità di alcuni soggetti dalle stesse incaricati di curare i loro interessi – può essere consultato nell’informativa e negli allegati, oltre che alle pagg. 474 e seguenti della richiesta della Procura, cui si rinvia.
Qui si riporteranno solo alcuni cenni, non senza notare la singolarità che i sinistri trattati da Di Dona consisterebbero tutti o quasi in investimenti di pedoni da parte di un’automobile. È di tutta evidenza che non si tratti di una coincidenza: l’investimento di pedone, infatti, si presta meglio di ogni altro sinistro ad essere simulato o inventato di sana pianta senza costi eccessivi: non c’è bisogno di coinvolgere due automobili e dunque due compagnie assicuratrici con il rischio che l’una o l’altra si decida a difendersi in maniera più attenta e incisiva; non c’è il rischio che il compenso venga dimezzato per mancato superamento della presunzione di concorso di colpa; non c’è bisogno di procurarsi due auto danneggiate ed invero anche quella investitrice ben può non aver riportato nessun danno o ammaccature molto limitate; i danni alla persona investita, per contro, possono essere anche ingenti, con fratture più o meno gravi e con conseguenti lunghi periodi di inabilità da risarcire; i figuranti investiti possono essere agevolmente rinvenuti tra persone che hanno avuto un incidente domestico, sono rimaste vittime di un infortunio sul lavoro, sono scivolate e cadute da sole in strada etc. tutti eventi che producono fratture e lesioni che possono essere facilmente convertite e contrabbandate per esiti da investimento automobilistico.
Sul punto, quanto meno nella presente fase cautelare, è sicuramente più che sufficiente rimandare all’esaustiva ricostruzione effettuata dalla PG, che ripercorre per ciascun sinistro le fonti di prova acquisite e gli elementi di conoscenza raccolti, esaminati i quali si conclude per la falsità e addirittura inesistenza dei presupposti di fatto posti a fondamento delle azioni risarcimento dei danni intentate sotto la regia di Di Dona avverso le varie compagnie assicuratrici.
Il primo giudizio, tra Zara Annunziata contro Iavarazzo Donato e Allianz Ras, riguarda un sinistro che sarebbe avvenuto il 13/6/2009, in Villa Literno, allorché il veicolo con alla guida Iavarazzo Donato avrebbe investito il pedone Zara Annunziata.
Nella documentazione sequestrata, sono stati rinvenuti documenti sanitari riconducibili a soggetti che – a quanto si apprende – sono coinvolti ed in parte sono stati anche già tratti in arresto in un altro procedimento, pendente sempre innanzi a questo Tribunale, sempre inerente la realizzazione di truffe alle compagnie assicurative nella zona di Sessa Aurunca.
Nella cartellina sequestrata (su cui è riportata la dicitura “DI DONA”, cfr. all. 152)vi sono una serie di referti radiografici e la prognosi iniziale risulta allungata per la Zara dal dottore Auletta anch’egli indagato nel procedimento penale parallelo.
La pratica legale è stata curata dall’avvocato Aldo Garofalo.
Altro giudizio coinvolge Massaro Michele contro Fusco Maria e UGF Assicurazione Aurora e anche in questo caso riguarda un investimento da parte del veicolo guidato da Fusco Maria ai danni di tale Massaro Michele, che sarebbe avvenuto il 12/5/2009, in Villa Literno, sinistro poi liquidato per 1000 euro.
Nella documentazione sequestrata, sono stati rinvenuti documenti sanitari riconducibili a Gentile Raffaele che ha allungato la prognosi iniziale di oltre due mesi.
Sul conto del dottor Gentile, inoltre, si aggiungono le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Martucci che a riguardo di questi ha affermato:“ anche il dottore della clinica Pineta Grande di Castelvolturno, si è prestato spesso a rilasciare false certificazioni mediche per finti incidenti stradali. Ho incontrato il dottore Gentile in più occasioni tra il 2007 ed il 2008 nello studio dell’Avv. Pizza il quale, dopo avermelo presentato, mi riferì che anche lui era a disposizione per eventuali certificazioni mediche. …
Anche in questo caso la pratica è stata curata dall’avvocato Garofalo Aldo e la relativa documentazione rinvenuta presso il suo studio era contenuta in una cartellina su cui è riportata la dicitura “Di Dona” (all. 153)
Discorso analogo vale per il sinistro stradale che sarebbe avvenuto in data 15/7/2010, in S.Maria Capua Vetere, allorché il veicolo con alla guida Ucciero Carmine avrebbe investito il pedone Barbato Eleonora, da cui sarebbe disceso poi, il giudizio civile tra Barbato Eleonora e Ucciero Carmine e Allianz Ras
Nella documentazione sequestrata, figurano i certificati stilati dal Dottor Di Costanzo Mauro datati 19.07.2010,09.08.2010,13.09.2010,18.10.2010, con i quali è stata allungata la prognosi.
Il dottor Bosso Roberto provvedeva in data 07.10.2010 a stilare referto radiografico a favore della Barbato la quale risulta avere effettuato il medesimo esame nella stessa giornata ma presso il centro Hermes di Formia.
Si sottolinea come la parte dell’investitore nel sinistro è rivestita da tale Carmine Ucciero, che è lo stesso Carminiello di cui s’è già detto poco più sopra, allorché Di Dona aveva ricevuto una telefonata allarmata perché un certo perito assicurativo voleva vedere l’auto e ricevere dei lumi proprio sulla dinamica del sinistro; non a caso, come abbiamo già visto, la diretta partecipazione di Di Dona al sopralluogo del perito e alla sua ispezione dell’auto era particolarmente importante, perché Ucciero in realtà non sapeva e non ricordava nulla di quell’incidente inventato e dunque rischiava di contraddirsi e smontare tutto l’apparato di prove false messo insieme.
Non meno significativo - e senza dubbio tutt’altro che casuale - è il rilievo che la controparte investita in questo caso sarebbe tale Barbato Eleonora, la quale compare in altri sinistri ed intrattiene per sua stessa ammissione una relazione con Pacia Francesco, indagato anch’egli nel presente procedimento, come s’è già detto.
Anche in questo caso la pratica era stata curata dall’avvocato Garofalo, il quale anche in questo caso custodiva il tutto in una a cartellina con la dicitura “DI DONA” (all. 154)
Stesso discorso vale per il presunto sinistro stradale e il relativo giudizio tra Diana Leonilda Rosaria contro Scaringia Vittorio ed AXA Assicurazione, sinistro che sarebbe avvenuto il giorno 8/9/2009 in Villa Literno, allorché il veicolo con alla guida Scaringia Vittorio avrebbe investito il pedone Diana Leonilda. La documentazione sequestrata presenta i soliti certificati, stilati dal Mauro Dottor Di Costanzo, datati 6/10 e 10/11/2009, grazie ai quali è stata poi allungata la prognosi iniziale
La visita medico legale della donna “investita”. sarebbe stata poi compiuta dal dottore Marino Paolo, mentre la pratica è stata curata e istruita dall’avvocato Garofalo Aldo, che anche in questo caso deteneva una cartellina con la ormai consueta dicitura “DI DONA” (all. 155)
Altro investimento è quello che avrebbe subito in S. Maria Capua Vetere il 18.01.2010 tale Caterino Pasquale, da parte di una vettura guidata da Morza Francesco assicurato con la Milano Assicurazione, da cui il relativo giudizio, curato anche in questo caso dall’avvocato Garofalo, basato su ben quattro certificati del dottore Schiavone Vincenzo per allungare la prognosi iniziale e dunque i giorni da risarcire e su esami ecografici effettuati presso lo studio privato del Dalena “Diagnostica Ecografica” (cfr. all. 157).
Altro giudizio di cui si ha conoscenza certa, grazie alla documentazione rinvenuta e sequestrata, è quello tra Stasi Annamaria, Garofalo Giuseppe, Garofalo Aldo, Valentino Davide e Sara Assicurazione, relativo a un falso sinistro che secondo la tesi attorea sarebbe avvenuto il 15/7/2010 in Mondragone , quando Garofalo Giuseppe, alla guida del veicolo con a bordo Garofalo Aldo, sarebbe impattato con il motociclo condotto da Valentino Davide.
La particolarità è che in questo caso uno dei danneggiati sarebbe proprio l’avvocato Garofalo Aldo, che allo scopo si sottopose a esami radiografici al ginocchio sinistro oltre che alla spalla ed al braccio il 7.10.2010 proprio presso il centro Massa (guarda un po’!) con referto a firma della Mazzacca. Anche questo sinistro è stato poi liquidato dalla compagnia assicuratrice di controparte con assegno di euro 2100 (si veda l’all. 156).
Numerosissima documentazione analoga a quella rivenuta nelle cartelline dello studio dell’avv. Garofalo è stata trovata poi presso l’abitazione del Di Dona, nel corso della perquisizione domiciliare di cui al verbale in atti. L’elenco è estremamente lungo e per la sua consultazione si rinvia agli atti delle indagini preliminari e alla richiesta cautelare del PM (a pag. 477 e ss.). Quel che colpisce è non solo la presenza di numerosi documenti identici a quelli che erano custoditi dal legale nelle sue cartelline con la dicitura Di Dona in relazione ai vari sinistri, il che conferma il singolare e non trascurabile collegamento tra i due (di cui si dirà appresso), ma anche il numero quanto mai elevato di documentazione personale e riservata che Di Dona non avrebbe avuto ragione di detenere e catalogare se non per costruire falsi sinistri e avviare domande di risarcimento truffaldine. Pure a volergli accordare un ruolo lecito di mediatore e collaboratore con lo studio legale, o comunque di faccendiere adibito al disbrigo di pratiche assicurative di vario tipo, in ogni caso non vi sarebbe alcuna ragione per cui egli dovesse tenere nelle sue numerose cartelline tutta quella documentazione, fatta di moduli CID , fotocopie di carte di identità, richieste di visite mediche e relativi referti, fatture di centri diagnostici, certificati del pronto soccorso, esiti di esami radiodiagnostici, fatture di autocarrozzeria e preventivi, certificati medici intestati a soggetti diversi etc., tutti chiaramente pronti per essere confezionati a sostegno di altre richieste di risarcimento da inventare a tavolino e poi inoltrare alle compagnie.
Sul conto di tutta questa mole di documenti in astratto leciti, valga una considerazione generale: ruolo del GIP, nel valutare gli atti di indagine e le richieste cautelari è proprio quello di verificare mentalmente se - accanto e contro la tesi accusatoria - esista un’altra plausibile versione dei fatti e una spiegazione logica alternativa che sostenga gli elementi indiziari rappresentati dal PM; tale ragionamento va compiuto prima di conoscere la versione difensiva degli indagati e in anticipo rispetto al contraddittorio cautelare, per valutare se gli indizi conducono in via univoca oppure no a sostenere la tesi dell’accusa. Orbene, nel caso di specie, per quanto ci si voglia sforzare non si rinviene alcuna spiegazione plausibile lecita per cui Di Dona Domenico conservi per se tutti quei documenti e dati sensibili relativi a tanti soggetti diversi, tutti collegabili tra loro solo con riferimento a pratiche risarcitorie e indennizzi vari da attivare. Se infatti egli fosse semplicemente un collaboratore dei vari studi legali non avrebbe ragione di detenere a casa sua quelle carte; se fosse un consulente o un agente cui si rivolgono i danneggiati per essere aiutati in caso di sinistri, figura di cui non vi sarebbe alcuna necessità, i relativi documenti a sostegno delle varie pratiche non avrebbero ragione di sostare nella disponibilità di Di Dona e, in ogni caso sarebbero raccolte in modo omogeneo, in relazione alle singole pratiche istruite: in realtà è evidente che le vicende risarcitorie prendono le mosse da sinistri che proprio Di Dona, forse d’accordo con altri, ricostruisce di volta in volta sulla scorta dei documenti che ha a disposizione, che in ogni occasione assembla e confeziona a seconda delle necessità, coniugando fatture di carrozzieri e modelli CID, referti e certificati per dare la parvenza di veri sinistri stradali con feriti. È infine evidente che è lui, Di Dona a rivolgersi ai vari avvocati con cui ha stabilmente rapporti ai quali assegna le pratiche su cui azionare dei giudizi risarcitori. Sulla consapevolezza in capo a questi ultimi a proposito della palese falsità dei presupposti di queste azioni legali si dirà più avanti, ma sin d’ora è evidente che nella dinamica regolare di uno studio legale non vi sarebbe alcuno spazio e senso per una figura come quella di Di Dona e il rapporto con il cliente non dovrebbe avere bisogno della mediazione di quest’ultimo.
2-a 3.) Pacia Francesco
La figura di Pacia Francesco è emersa nelle indagini preliminari quando nel corso delle intercettazioni ambientali all’interno dello studio del dott. Dalena nel Centro Radiologico Massa sono state captate le sue conversazioni con il dottore Dalena per reperire certificazione medica falsa a suo nome. Il primo materiale investigativo raccolto, infatti, potrebbe far pensare che egli fosse semplicemente una delle tante false vittime di sinistri che affollavano lo studio radiografico per procurarsi referti gonfiati e diagnosi fasulle, ma gli sviluppi ulteriori, come vedremo, hanno dimostrato già dalla seconda parte di quello stesso primo colloquio, un ruolo attivo di Pacia come protagonista nell’istruire pratiche, inventare incidenti, preparare documentazione falsa per accedere ai risarcimenti generosamente liquidati alla fine dei giudizi a carico delle compagnie assicuratrici convenute.
Tutto comincia con la conversazione ambientale nr. 846 del 19/11/2010 alle 18.04 nello studio dove Dalena procede a visitare le persone inviate da Iovine Crescenzo (di cui si dirà a breve) e riceve come paziente Pacia Francesco. Scorrendo la trascrizione del colloquio, però, appare subito chiaro che pur se apparentemente coinvolto anche lui in prima persona come vittima di un sinistro e dunque soggetto da visitare e refertare per una pratica risarcitoria, egli in realtà è interessato a stabilire con Dalena un rapporto di lunga durata e si intrattiene con il medico non solo per concordare con lui una sorta di tariffa specifica in relazione ai diversi tipi di esame richiesti, ma anche con una serie di considerazioni generali sull’ambiente, su chi pratica il settore e chi si dedica a questo tipo di delitti.
Al di là della valenza investigativa con riferimento alla posizione dei due interlocutori, queste considerazioni sono interessanti da leggere per la palese distorsione della realtà che anima il dott. Dalena, il quale, pur dedicandosi in maniera stabile, continuativa e famelica a falsificazioni e corruzioni di ogni tipo, si produce in una serie di snobistici distinguo tra i suoi interlocutori, di cui pare non apprezzare il curriculum penale pregresso, quasi che vi fosse una significativa differenza tra chi ha commesso dei delitti in passato e chi ne sta disinvoltamente commettendo di altrettanto gravi.
A conclusione di quel colloquio, comunque, venne effettivamente preparata una falsa ecografia proprio a nome di Pacia Francesco ed un’altra ecografia per tale Micillo Emma, il cui referto - sia detto per inciso - ritroveremo poi nel corso della perquisizione presso lo studio dell’avv. Becchimanzi in relazione alla pratica per il falso sinistro Micillo contro Buonpane Eugenio, per il quale era stata avanzata una richiesta di risarcimento danni alla compagnia assicurativa. Si vedrà più avanti che Buonpane Eugenio non è un automobilista particolarmente distratto, coinvolto a bordo della sua vettura in una serie di investimenti di pedoni, ma è a sua volta un professionista del complesso mondo delle truffe alle assicurazioni, prestandosi anche a fare da testimone nelle cause relative ai falsi sinistri stradali, come emerge dal testo di un’altra conversazione intercettata tra Di Caterino Angelo e l’avvocato Ibello, cu cui pure ci si soffermerà più avanti.
Tornando a Pacia e al suo colloquio con Iovine Crescenzo e Dalena Giuseppe, se ne riportano qui alcuni passaggi emblematici, rinviando all’informativa e alla richiesta cautelare del PM (che la riportano più volte per esteso) per la lettura complessiva dell’intera conversazioni.
La prima parte riguarda appunto la trattativa tra il medico e Iovine, con le precisazioni del primo sul suo ruolo e sulla sua volontà di marcare un distacco dai committenti di esami falsi più spregiudicati e aggressivi, che egli mostra di non voler più assecondare eccessivamente.
Dalena:-: hai parlato con Nicola e con Vincenzo ?
Crescenzo Iovine : no
Dalena:-: sono 100 euro
Crescenzo Iovine :-: tutti è due
Dalena:-: no ... per uno
Crescenzo Iovine :-: per uno? ... adesso non lo so
Dalena:-: non lo sapevi?
Crescenzo Iovine :-: no
Dalena:-: per la prossima volta
Crescenzo Iovine :-: va bene ... quella con la data vecchia ?
Dalena:-: ah
Crescenzo Iovine :-: con la data vecchia
Dalena:-: quella con la data vecchia ... .dipende quanto è vecchia
Crescenzo Iovine :-: un mesetto
Dalena:-: noo ... incomprensibile sono cento euro ... allora è cosi' ... ... che deve fare incomprensibile ..se è un pezzo sono 100 se sono due pezzi 150 se deve fare anche quella del ginocchio ... .ecografia in totale ..due pezzi piu ecografia al ginocchio viene 300 euro
Crescenzo Iovine :-: allora un pezzo 100
Dalena:-: un pezzo 100 due pezzi 150
Crescenzo Iovine:-: va bene
Dalena: va bene ... vedi tu ... . allora io a te sto mettendo 100 euro per un motivo molto semplice, ti parlo chiaro ... mi sembri un ragazzo serio quindi mi ispiri incomprensibile
Crescenzo Iovine:-: eh
Dalena:-: serio nel senso ... sveglio..
Crescenzo Iovine:-: ho capito
Dalena:-: io guadagno 50 euro ..io non ci ... ..li mangio i soldi
Crescenzo Iovine:-: ho capito
Dalena:-: mi faccio passare lo sfizio ..incomprensibile.. la cosa che mi da fastidio è un'altra, è che determinate persone ... ..determinate persone ...
Crescenzo Iovine:-: si si si
Dalena:-: tu vai da una determinata persona, dici senti mi serve questa cosa..quanto costa? 100 ... ... .250 ... ..500 ... ..150.. viene da me 50 euro
Crescenzo Iovine:-: si si si ma così è
Dalena:-: tu a me non mi rispetti..
Crescenzo Iovine:-: si si si noi facciamo tutta un'altra cosa,
Dalena:-: cosi dopo a questo incomprensibile ..veramente le cose tue incomprensibile ... ti voglio dire anche un'altra cosa..ad altre persone, molte altre persone io non sto facendo uscire niente , o quasi niente
Crescenzo Iovine:-: si si lo so gia' ho sentito
Dalena:-: perché qua sopra sta salendo un sacco di gente di merda
Crescenzo Iovine -: no, ci stanno venendo troppe male lingue
Dalena:-: ad esempio io domani non vengo , quelli comunque non li fanno venire
Crescenzo Iovine:-: ma è normale
Dalena:-:incomprensibile
Crescenzo Iovine:-: ci dobbiamo vedere sempre qua' come faccio a venire ?
Dalena:-: ti posso dire una cosa ... è meglio che ci vediamo qua'
Crescenzo Iovine:-: perche' vedi non chiamo..non faccio niente ... incomprensibile
Dalena:-: tu di dove sei?
Crescenzo Iovine:-: di Villa Literno
Dalena:-: Villa Literno ... .oppure fai un colpo di telefono ..eeeh
Crescenzo Iovine:-: ma io il vostro cellulare non lo tengo
Dalena:-: come ti chiami?
Crescenzo Iovine:-: Crescenzo Iovine
Dalena:-: crescenzo ... ..0853117 ... .dottore sono Crescenzo, ci possiamo prendere un caffe'?
Crescenzo Iovine:-: incomprensibile
Dalena:-: alla paletta d'oro, da Cappiello allora vediamo, a quell'ora ... ... va bene
Crescenzo Iovine:-: ciao
A questo punto il discorso in termini generali si interrompe, evidentemente per l’ingresso di una paziente, alla quale Dalena chiede generalità e indirizzo, così che apprendiamo che si tratta della Micillo Emma di cui s’è detto sopra. Dopo una brevissima visita (dalle trascrizioni delle intercettazioni sappiamo che si tratta di circa 4 minuti soltanto) , viene poi introdotta un’ altra persona, che nelle trascrizioni della PG viene chiamata “paziente uomo”, ma che è senza dubbio proprio Pacia Francesco, come egli stesso riferisce ad un tratto, interrogato sul punto dal perito.
A questo punto il discorso in termini generali si interrompe, evidentemente per l’ingresso di una paziente, alla quale Dalena chiede generalità e indirizzo, così che apprendiamo che si tratta della Micillo Emma di cui s’è detto sopra. Dopo una brevissima visita (dalle trascrizioni delle intercettazioni sappiamo che si tratta di circa 4 minuti soltanto) , viene poi introdotta un’ altra persona, che nelle trascrizioni della PG viene chiamata “paziente uomo”, ma che è senza dubbio proprio Pacia Francesco, come egli stesso riferisce ad un tratto, interrogato sul punto dal perito.
Dopo una serie di considerazioni che qui non rilevano (e che – francamente – a questo punto sorprendono perfino un po’, visto che si tratta di una delle poche volte in cui viene captato Dalena che non parla di delitti e falsi di vario tipo, ma di questioni medico diagnostiche, relative ad altra paziente), nel prosieguo di quel colloquio Dalena prende ad interrogare Pacia sul suo modo di operare, sulle nomine a CTU, sui movimenti da fare per ottenerne, etc.
Dalena:-: anche il CTU ?
paziente uomo :-: si
Dalena:-: dove le fate incomprensibile
paziente uomo :-: incomprensibile
Dalena:-: piu o meno ? Aversa..Sessa ... ...
paziente donna :-: è capitato incomprensibile spesso a piazza Vanvitelli a Caserta
Dalena:-: si va bene ... il giudice di dov'è ?
paziente :-: ah ..io. incomprensibile.. avvocato poi ci sta un' altro avvocato ancora che si occupa del giudice di pace di Aversa
Dalena:-: tutti incomprensibile
paziente donna :-: e che dobbiamo fare
Dalena:-: no, io ne faccio parecchi ...
paziente donna :-: incomprensibile
Paziente:- ci sono avvocati
Dalena:- incomprensibile
Paziente Uomo:- ogni tanto, qualche volta, incomprensibile
Dalena:- incomprensibile, in che senso?
Paziente:- incomprensibile
Dalena: cioè puliti in che senso ... ..tranquilli ? faccio il ctu anche ad Aversa. oggi ho fatto tre visite..il contatto vostro chi è? ... ..per far mettere il ctu a voi chi è
paziente :-: eeeh i contatti del ctu ... .
Dalena:-:che fate chi capita?
paziente :-: a me diciamo incomprensibile ... ancora non deve uscire nessuna CTU incomprensibile a me conviene fare sempre la zona di Santa Maria , perché ci sta uno a Santa Maria incomprensibile
Dalena:-: ..preferisci trattare direttamente con l'assicurazione
paziente uomo :-: adesso incomprensibile se va in porto
Dalena:-: ho capito ... va bene
paziente uomo:-: comunque dottore se posso nominare ... a voi
Dalena:. come
Dalena:-: il discorso è che l'avvocato tuo dovrebbe parlare con il cancelliere che sta ad Aversa
paziente uomo :-: ci sta Venere
Dalena:-: si chiama Alessandro ..e fa proprio questo è gentile.. per farmi nominare per fare un ctu ..e poi ci mettiamo d'accordo .. come incomprensibile.. sono cose che restano qua è ..vabbene?
paziente uomo :-: dottore ... eeeh io non so come spiegare ..io incomprensibile perciò mi voglio incomprensibile in pratica ...
Dalena: ho capito quello che dici tu, ... ..io sto cercando di incomprensibile ... scaricare parecchia gente
Paziente uomo :si
Dalena: perché ... mi hanno preso in giro hai capito..mi hanno preso in giro, perché se tu vai dal tuo amico no, che mi conosce e gli dici senti mi serve un ecografia retrodatata , me la fai fare ?..l'amico tuo dice si te la faccio fare ... tu dici quanto vuole il dottore per farla , e lui ti dice 150 euro adesso lui ha guadagnato 100 euro 100 euro in mano e 50 li da a me incomprensibile voglio capire che dopo vuoi il regalo ma incomprensibile
Paziente uomo : non così però
Dalena: ma non devi mangiare tu solo
Paziente uomo : non va bene così
Dalena:ma poi qua sopra si sta facendo incomprensibile ..ma non credo che sia per le ecografie ma .. le tac le risonanze..
Paziente Uomo: dottore , sono due anni che vengo ... la prima volta ... non so se mi avete mai notato,
Dalena: quando stavo a via Laviano?
Paziente : Ah?
Dalena:Quando stavamo a via Laviano?
Paziente: no sempre qua'
dalena : incomprensibile
Paziente : insieme a Mario, mi hanno detto che ha fatto un sacco di tarantelle per di qua' ... . incomprensibile.. di San Cipriano incomprensibile
Dalena: buono
Paziente: ha detto che questi qua' non pagavano a nessuno
Dalena: questo non lo so, io mi sono sempre occupato incomprensibile e delle ecografie
Paziente: io in genere mi alzavo ed andavo via ... poi c'era Pasquale perché lui faceva le tarantelle poi incomprensibile
Dalena: allora io sto allontanando parecchia gente, per un motivo semplice, oltre al fatto che ti ho detto prima ... una persona in particolare che mi ha deluso ... . adesso ultimamente ..mo senti non mi piace di parlare ... e sto allontanando parecchia gente non perché dico la feccia ..cioe' è gente che ... che è stata in galera , incomprensibile..che ha fatto rapine, gente cheee
Paziente: va bene queste cose sono ...
Dalena: sono pericolose sono guardati ..
Paziente: perché sono segnalati..allora incomprensibile è meglio fare i metri che tanti chilometri ..io cosi' la penso
Dalena: piccoli passi ?
Paziente: io lavoro ... piano piano ma buono , piano piano ma buono ..incomprensibile.. gia' qua' stiamo ..gia' ... da tutte le parti
Dalena: no, infatti io domani , domani non so quanta gente sta prenotata ... .ho detto no io domani non vengo ho da fare ... mi sono inventato una palla
paziente: vi ha deluso assai ‘ste persone
Dalena: mi ha deluso veramente tanto ... perchée
Paziente: non ve lo aspettavate?
Dalena: sai che è ... io ... ... voglio anche capire che tu su 2000 euro prendi 500 ... ..ma tu su 2000 euro non puoi prendere 1500 allora lo messo alla prova , allora ho detto da oggi qua' si paga tanto e per quello che (22.02 ... ... ... ... .) si paga tanto , quando vieni li non si discute ..da quel giorno io non l'ho visto piu' ... allora incomprensibile è una presa per il culo ..si mentre le persone che continuano a venire invece ... l'ho detto ... comunque continuano a venire, di meno perché non ci stanno incomprensibile ..non..continuano a venire quindi quelle persone sono persone piu' serie ... ... comunque ti scrivo questo conto .va bene..se è qualcosa quando vieni ti do qualche bigliettino
Paziente: dalena?
Dalena: adesso non ce l’ho appresso ..però quando vieni ..la prossima volta..non lo so ... la settimana prossima se ti capita di venire, di passare ti do i miei bigliettini li dai all'avvocato ... .
Paziente:Dottore poi si può fare se ci capita
Dalena: no io sto ..a Piedimonte, a Piedimonte Matese, sto ... .lavoro a Napoli però non come ecografia
Paziente : incomprensibile ho capito
Dalena :- poi ci stanno pure ... lavoro pure con altri colleghi se devi fare certe cose ..insomma..se ti serve un referto retrodatato che non è mio con il nome di un altro collega ... incomprensibile ... se i referti di pronto soccorso tengo un'altro collega ancora che lavora in una clinica a Casoria che ... ..si puo' ... ..
Paziente. Incomprensibile
Dalena: possiamo organizzarci ..insomma
Paziente : si si ... come no come no incomprensibile
Dalena: ho dato il mio numero di telefono a Crescenzo incomprensibile
Paziente: a Santa Maria
Dalena: tu di dove sei?
Paziente : Villa Literno
Dalena: allora ci vediamo a Santa Maria , a Casale a Villa Literno
Paziente: di dove sei
Dalena: io sono di Santa Maria
Paziente: ah di Santa Maria
Dalena: tutti i miei parenti sono di Villa Literno tutti tutti
paziente: a posto
Dalena: va bene
Paziente: va benissimo
Dalena: ci vediamo di là
Paziente: alla prossima
omissis fino alla fine
Il prosieguo delle indagini,come detto, ha poi fornito un quadro quanto mai ampio e variegato sui coinvolgimenti di Pacia sia nelle attività del sodalizio nel suo complesso, sia - più nel dettaglio nell’organizzare e creare con la complicità del dott. Dalena, del dott. Schiavone e di altri, numerosi falsi sinistri stradali supportati e resi più gravi nelle conseguenze sanitarie, proprio grazie alla documentazione e dai referti dei vari medici compiacenti.
Tra le numerose conversazioni intercettate, che sarebbe in questa sede troppo lungo riportare integralmente, può essere citata come emblematica quella captata in ambientale nello studio di Dalena il 27.01.2011 alle 16.01 avente numero progressivo 2280, tra lo stesso dott. Dalena, il tecnico Francesco Corvino e Pacia Francesco (di cui nel paragrafo 1-e) è stata riportata già la prima parte tra Dalena e Corvino): se ne riporta qui un passo, soprattutto perché la franchezza e l’assenza anche solo di cautele o metafore nell’affrontare i discorsi è emblematica di quanto quel tipo di argomenti fosse usuale e scontato tra i diversi interlocutori, avvezzi a commettere sempre nuovi delitti di falso di truffa e di corruzione, senza nemmeno bisogno di accordarsi preventivamente o di predisporre un piano.
Dalla trascrizione si comprende, infatti, che al minuto 21.30 della registrazione Pacia Francesco entra nella sala dove già si trovano Dalena e Corvino e così si rivolge al medico:
Francesco Pacia: dottore ma incomprensibile ..non ci puoi fare uscire la lesione
Dalena: la lesione a che cosa ?
Francesco Pacia a qualcosa
Dalena: in ecografia ?
Francesco Pacia: eh
Dalena: te lo sempre fatta uscire
Francesco Pacia: oppure..oppure
Dalena: no. te lo sempre fatta uscire, quando abbiamo fatte ... .
Francesco Pacia: incomprensibile ... quando vai a fare la visita leggono lieve, leggono così , si appellano sopra a quelle cose ... tu l'altra volta che ci hai fatto anche la TAC ?
Dalena: si
Francesco Pacia: adesso ci vuole solo un tecnico
Anche in questo caso non sono necessari altri commenti!
Per comprendere ancora l’attività compiuta da Pacia è bene precisare che la base da cui egli opera è l’ agenzia di pratiche auto con sede in Villa Literno di cui egli è titolare, ma sono state le intercettazioni sull’utenza 320/1668220 (RIT 14/11) che egli aveva in uso, la perquisizione domiciliare presso la sua dimora oltre alle intercettazioni ambientali che hanno dimostrato come egli si recasse spesso da Dalena per recuperare della certificazione, che avrebbe poi impiegato in falsi sinistri stradali che venivano seguiti e istruiti, in caso di contenzioso, dall’avvocato Concetta Becchimanzi.
Anche in questo caso non si tratta di supposizioni o considerazioni generali, ma di precise risultanze delle investigazioni che la PG ha pazientemente messo insieme collegando una dopo l’altra le intercettazioni telefoniche, le risultanze degli appostamenti, i dati cartacei e i riscontri avuti con le perquisizioni.
In questo modo sono stati dimostrati gli incontri e gli appuntamenti tra Pacia ed il dottore Dalena, con tutta una serie di episodi in cui il primo ha usufruito di certificazione medica stilata da Dalena in qualità di medico chirurgo e l’ha utilizzata per confezionare altri sinistri stradali. Del pari è credibile l’ipotesi avanzata dalla PG di anche altri falsi sinistri creati ad arte oltre a quelli citati e indicati anche nelle imputazioni, ipotesi che è avvalorata dagli incontri e dalla consegna di materiale avvenuto tra i due indagati, in particolare tenendo conto che era direttamente Pacia a ritirare le ecografie del Centro Massa dopo la visita medica dei falsi infortunati apparentemente visitati da Dalena.
D’altro canto dalle intercettazioni traspare una frequenza quanto mai anomala degli appuntamenti tra i due, che altrimenti non troverebbero spiegazioni trattandosi di due persone che apparentemente dovrebbero avere avuto solo degli sporadici incontri di carattere professionale, un medico di Santa Maria Capua Vetere, l’uno e il titolare di un’agenzia di pratiche auto di Villa Literno, l’altro. Per contro, dalle trascrizioni riportate numerose nell’informativa, cui si rinvia, vediamo che spesso Pacia chiama Dalena per chiedergli di raggiungerlo senza preavviso, evidentemente per degli affari che giustificano convocazioni ad horas; altre volte i due si vedono in posti improbabili per una visita medica, come caselli autostradali o a casa del medico, etc.
Si vedano ad esempio le telefonate nr. 1564 in data 25.11.2010 ora 14.49 in cui Pacia si preannuncia “per prendere un caffè, và bene ... ?”, oppure la nr. 2291 del 9.12.2010 alle 17.52 in cui il primo si fa spiegare la via per raggiungere la casa del medico, oppure ancora la nr. 2475 del 13.12.2010 alle ora 11.29 in cui senza troppi preamboli Pacia chiede al medico: “buongiorno. ci possiamo vedere..?”
e Dalena: “questa mattina.? ora .. subito..?”
Pacia: “venerdì siamo rimasti che dovevo chiamare sotto mezzo giorno vi ricordate..?”
Dalena: “si mi ricordo..! allora ci dobbiamo vedere ... allora ... .allora ... ci vogliamo vedere all'una e mezza (tredici e trenta) al casello di Caserta Nord ... ??”
Pacia: “ all'una e mezza (tredici e trenta) al casello di Caserta Nord..?”
Dalena: “ esatto..!”
Omissis
È appena il caso di notare che la disponibilità del medico a qualsiasi convocazione del faccendiere Pacia dimostra come gli accordi pregressi tra i due fossero particolarmente stretti e i margini di guadagno cospicui.
Ancora più esplicite ai fini delle imputazioni elevate dalla Procura sono poi le telefonate che seguono, le quali non solo non richiedono commenti, ma sono veramente avvilenti per il modo di procedere che descrivono.
È il caso innanzitutto della telefonata nr. 3201 del 27.12.2010 alle 20.13 nella quale si comprende che, per redigere il falso referto commissionatogli da Pacia, Dalena ha bisogno di un’informazione essenziale e dunque lo chiama per chiedergliela:
F: ditemi..!!
D: Francesco..!
F: dimmi..!
D: io non trovo quell’ appunto. Mi dici solo in nome come è..?
F: Pacia.. Pacia..
D: Pacia come..?
F: Francesco.
D: è..! destro o sinistra..? solo questo voglio sapere..!
F: sinistra.
D: sinistra. ve bene ciao..
F: ciao..
Gli esami ecografici di cui alla conversazione 3201 del resto sono stati poi sequestrati nel corso della perquisizione effettuata a carico di Pacia.
Anche nella telefonata nr. 3544 del 7.1.2011 alle ore 15.22.42 è Dalena Giuseppe a cercare Pacia al cellulare per un chiarimento urgente:
Francesco: dottore ditemi
Giuseppe: we Francesco tu dove stai adesso?
Francesco: Villa Literno
Giuseppe: ... a Villa Literno senti ci possiamo vedere ? un attimo ..perche non ho capito bene sta cosa
Francesco: ride ... .non ma non è niente ... io lo sapevo va bene si si si si vediamoci ..ci prendiamo un caffè?
Giuseppe: si ci prendiamo un caffè dai
Francesco: io sto in ufficio ..ditemi voi dottore e ci vediamo dai
Giuseppe: eee no vediamoci piu' tardi non adesso..non adesso
Francesco: ah ... .ah ...
giuseppe: voglio ... ... .
La serie progressiva di telefonate tra i due del 19. 1.2011 conferma ancora la particolare dimestichezza e la disponibilità che il medico offriva a Pacia, evidentemente foriero sempre di ottimi affari e lucrosi compensi, tanto che per lui le porte erano sempre aperte e non c’era questione di orari, di visite o di prenotazioni, salvo casi particolari.
Si inizia con la nr. 4198 (riportata a pag 833 dell’informativa finale):
F: Dottore buonasera ...
D: ... si chi è ... ?
F: sono Francesco ...
D: ohe Francesco ciao dimmi ...
F: tutto a posto ... ?
D: tutto aposto tutto a posto ...
F: niente, devo venire un attimo al Centro quando posso venire ... ?
D: domani pomeriggio ...
F: domani pomeriggio ... domani è giovedì ... ?
D: domani è giovedì ...
F: ahe non ci stò, Dottore domani devo andare a vedere due ristoranti che mi devo sposare ...
D: quando ti devi sposare ... ?
F: è 2012 ...
D: ma non fare stronzate ... e allora giovedì prossimo dai ...
F: come ... ?
D: giovedì prossimo ...
F: giovedì prossimo il pomeriggio ... ?
D: pomeriggio dalle quattro in poi, và bene ... ?
F: devo prenotare ... ? ... oppure vengo direttamente ... ?
D: senti vieni direttamente non ti preoccupare ...
F: vengo direttamente ...
D: ... si dai vieni direttamente ...
F: più o meno verso che ora così ...
D: io dalle quattro in poi sto là se devi fare TAC ...
F: si TAC ed Ecografia ...
D: no e allora devi prenotare perché se era solo Ecografia ... incomprensibile ... altrimenti devi prenotare ...
F: ehe và bene ... ora mi metto daccordo ... ciao ...
D: ciao ...
Segue poi la telefonata nr. 4201
D: Pronto ...
F: Dottore sono sempre Francesco ...
D: ciao ...
F: scusate il disturbo, io volevo prenotare per giovedì prossimo, però mi ha detto di no, mi ha detto sabato ... ora come devo fare ... ? ... vengo lo stesso ...
D: no no tu devi dire, io non posso venire sabato devo farla giovedì ...
F: ... incomprensibile ... vengo direttamente ...
D: ... ehe la TAC però la devi prenotare ...
F: no no non ce la faccio la TAC, non ce la faccio la TAC ... allora vengo direttamente giovedì ... ?
D: e vieni direttamente ...
F: non è che la signora dice che dovevo prenotare ...
D: ma quando mai, non la pensare proprio ... !
F: ehe ...
D: và bene, ciao ciao ...
F: ciao grazie ciao ciao ...
Allo stesso modo già esaminato con riferimento a Dalena, l’attività di intercettazione ha fatto emergere i rapporti altrettanto fitti di Pacia anche con il dottore Schiavone a dimostrazione di un quadro organizzativo ben definito.
Anche in questo caso sono evidenti una certa confidenza e collaborazione con il medico, al quale Pacia molte volte nel corso delle conversazioni chiede di poter recarsi presso lo studio. Tutte le conversazioni vertono sempre sulle questioni mediche relative ai sinistri stradali.
Numerosissime sono le telefonate intercettate in cui i due fissano appuntamenti che altrimenti sarebbero veramente anomali, salvo naturalmente che Pacia non fosse così malandato in salute da richiedere continue visite mediche per se da parte del dott. Schiavone. Alle pagg. 834 e seguenti dell’informativa finale dei CC di San Prisco ne sono riportate numerose, alla cui lettura si rinvia.
È qui sufficiente notare che anche in questo caso la disponibilità del medico a ricevere Pacia a ogni ora è davvero sorprendente, o meglio non lo è per niente, se si tiene presente che si tratta di due soggetti legati da ottimi affari illeciti in comune, il che giustifica e spiega appuntamenti e incontri alla nove di sera, oppure a casa del medico e, comunque, fissati all’ultimo momento senza preavviso.
Per completare la ricostruzione del materiale investigativo a carico di Pacia Francesco si rinvia anche nel suo caso alla più completa disamina compiuta dal PM, al paragrafo 22 della richiesta cautelare, alle pagg. 485 e seguenti, in cui tra l’altro sono elencati i singoli sinistri falsi predisposti dall’uomo con la complicità sia dei medici e dei tecnici, sia dei falsi infortunati ivi analiticamente esaminati e descritti. La PG e la Procura della Repubblica hanno compiuto un’accurata e riscontrata sintesi delle risultanze delle indagini, sulle quali si concorda a pieno, perché per ogni episodio di falso sinistro vi è una singolare e non altrimenti spiegabile coincidenza di soggetti, luoghi e caratteristiche del fatto, talvolta condita da conversazioni telefoniche assolutamente esplicite.
Tra i numerosissimi casi simili, ad esempio, si cita il sinistro stradale che sarebbe avvenuto il 4/1/2011 in Aversa tra Pacia Nunzio (fratello di Pacia Francesco) e il pedone Pagliuca Maria. In quel caso la pratica legale era stata curata dall’avvocato Becchimanzi e il dottore Schiavone aveva stilato il referto del pronto soccorso di Aversa datato 4/1/2011 a favore della Pagliuca con prognosi di 15 giorni. La Pagliuca si era poi recata insieme al Pacia presso il centro Massa per essere sottoposta agli esami del caso, secondo un cliché ormai arcinoto. Oltre alle conversazioni telefoniche di cui il PM ha riportato il testo nella richiesta cautelare (che sono quanto mai esplicite nei commenti scambiati tra Pacia e la Pagliuca sul fatto che pacificamente per loro non è mai avvenuto), la falsità del sinistro emerge nel corso della conversazione 217 con una notazione estremamente significativa, perché il conducente del veicolo chiede se è possibile farne due (di sinistri) con la stessa macchina! Si tratta di un dato estremamente significativo, poiché evidenzia che i soldi dell’indennizzo sarebbero stati poi divisi anche con l’investitore conducente dell’auto assicurata, poiché altrimenti non si spiegherebbero la sua volontà e il suo interesse ad organizzarne altri, visto che se le cose andassero correttamente egli danneggiante non dovrebbe avere nessun vantaggio e interesse a inscenare un altro incidente con la sua auto.
Un ultima notazione sul conto di Pacia riguarda la seguente documentazione che è stata sequestrata nel corso delle perquisizioni :
- Cartella contenente la seguente documentazione riferita a Pagliuca Maria, nata ad Aversa il 20.12.1964, ivi residente in Viale Della Libertà nr. 17:
- Copia modello CAI relativo al sinistro avvenuto in data 04.01.2011 in Aversa tra Pagliuca Maria (pedone) e Pacia Nunzio;
- Referto medico rilasciato dal P.S. dell’Ospedale di Aversa a firma del Dottor Schiavone Vincenzo relativo all’infermità patita dalla suddetta a seguito di riferito incidente stradale;
- Esame ecografico spalla e gomito dx effettuato presso il centro medico Massa datato 27.01.2011;
- Esame ortopantomografia effettuata presso il centro radiologico “Golia” di Aversa datato 09.12.2010;
- Bigliettino da visita del dottor Dalena.-
- Blocchetto appunti in cui vi sono riportati appunti che riguardano l’avvocato Becchimanzi e alcuni numeri telefonici di Società Assicuratrici che riguardano indennizzo a seguito di sinistri stradali ed ove è riportato il nome di Pagliuca Maria ed un quesito “la distorsione dove si causa!” gomito, polso, ginocchio, caviglia, anca ecc ... .”
3. un cartellina contenente:
- copia C.A.I. in bianco arrecante a tergo la firma di Canale Ciro;
- copia certificato di assicurazione e tagliando assicurativo della compagnia Allianz Lloyd Adriatico dell’autovettura targata BK981XA intestata a Esposito Raffaella con allegato la fotocopia della patente di guida di Canale Ciro e la copia della carta di circolazione dell’autovettura recante la targa BK981XA.
- - copia certificato di assicurazione dell’autovettura targata DG573HB della Compagnia Navale intestata a De Marco Caterina e copia della carta di circolazione;
4. Copia CAI relativo al sinistro avvenuto il 12.10.2010 in Aversa tra Micillo Emma e Buompane Eugenio, nonché fotocopia della patente di guida di Buompane Eugenio, carta di circolazione dell’autovettura coinvolta Toyota Yaris targata BV295ZM;
5. Esame ecografico gomito sinistro effettuato presso Centro Massa in data 19.11.2010 nonché esame ecografico spalla sinistra effettuato in data 15.12.2010 dal Dottor Giuseppe Dalena relativo a Pacia Francesco, nato il 06.08.1981, residente in Villa Literno alla Via V. Emanuele nr. 89 (riferimento conversazione rit. 894/10 tel. nr 3201).-
- Libretto postale nominativo avente nr. 000034930029 intestato a Barbato Eleonora e Pacia Francesco acceso presso Ufficio Postale di Villa Literno;
7. fotocopie del codice fiscale e della carta d’identità di Barbato Eleonora e ricevuta di versamento dell’importo di euro 1100 versato sul conto sopra indicato;
8. Libretto postale nominativo avente nr. 000035555160 intestato a Salierno Giuseppina e Pacia Francesco acceso presso Ufficio Postale di Villa Literno;
9. fotocopie del codice fiscale e della carta d’identità di Salierno Giuseppina (riferimento rit 958 tel. 1597-2571-1674).-
Se non fosse già risultato assolutamente chiaro, tale materiale rinvenuto dimostra che Pacia era sicuramente in procinto di preparare altri falsi sinistri stradali.
2-a 4.) Ciccarelli Vincenzo
Ciccarelli Vincenzo, indicato da Dalena durante l’ interrogatorio con il nome di Vincenzo, corrisponde ad una delle prime figure emerse in ordine cronologico nel corso dell’indagine; s’è detto infatti che i primi accertamenti erano stati avviati dai Carabinieri di San Prisco allorché Di Caprio Nicola aveva riferito loro di aver effettuato alcuni sinistri stradali per conto di un certo Nicola di Casal di Principe che lo aveva accompagnato presso l’ufficio postale di Casapulla per prelevare una somma di denaro provento di una truffa assicurativa. Le immagini acquisite dal sistema di video sorveglianza, grazie alla telecamera di quell’ufficio postale e le annotazioni di polizia giudiziaria con i relativi fotogrammi scattati il 30 ottobre 2010 dimostrano senza alcun dubbio che il tal Nicola corrisponde appunto a Ciccarelli Vincenzo. All’allegato n. 114 dell’informativa finale dei CC di San Prisco si rinviene la comparazione della foto acquisita nell’ufficio postale con il cartellino per il rilascio della carta di identità di Ciccarelli detenuto dal comune di San Cipriano di Aversa. Da questi dati, uniti alle annotazioni di servizio dei CC procedenti emerge senza incertezze che la persona in questione è senza dubbio Ciccarelli Vincenzo. Vedremo poi che in altri casi egli si presenta invece come Diana Vincenzo.
Si tratta dell’ennesimo procacciatore che ha bisogno della certificazione del Dalena per confezionare i falsi sinistri stradali, particolarmente esperto nel settore, come si evince dal testo della conversazione del 30.10.2010 di cui è già stata riportata sopra una parte , nel paragrafo 1-d) a proposito del ruolo dei CTU, a proposito dei consigli che lo stesso dava al dottor Dalena su come approcciarsi agli avvocati per difendere la sua immagine. Se ne riporta qui un altro brano, comunque emblematico del modo di agire dei due e del ruolo di Ciccarelli, in grado di gestire un numero elevato di falsi sinistri con i relativi figuranti, pronti a fingere di essersi infortunati in sinistri invero mai accaduti.
Dalena Giuseppe: se tu adesso ti puoi trattenere , arriverà una persona che ha portato sei persone, quindi se ti puoi trattenere vedi che cosa esce ...
Ciccarelli Vincenzo : ma esiste una lista ... incomprensibile ... però non ho capito le persone, dopo vado a dare un occhio i nomi come sono, ma io ho capito chi è questo ragazzo ... lui quando venne sabato scorso un'altra volta, lui mi guardò, mi guardava, perche lui a me mi conosce, perché io stavo sempre in un noleggio qua' a Caserta è lui mi guardava, poi mi guardava fisso due, tre volte e poi se ne andò ... ora non ho capito cosa voleva ... ..però voglio dire ... non è che a me non interessa piu di tanto, perché ... voi Dottore toglietevelo davanti perché avere a che fare con tanti ragazzi non va tanto bene ... .
Oltre a quella conversazione, di cui sono stati riportati altri brani anche più sopra, l’incontro del 30 ottobre 2010 all’interno della stanza in uso al Dalena nel Centro Radiologico Massa è particolarmente importante per la consegna di denaro da Ciccarelli Vincenzo al medico. La videoripresa in atti, di cui il PM ha riportato alcuni fotogrammi anche nella richiesta cautelare è assolutamente esplicita, così come lo è quella effettuata sempre quel giorno nel parcheggio del Centro Diagnostico Massa in cui è chiara e palese la funzione dei procacciatori che accompagnavano i vari figuranti a sottoporsi agli esami radiografici. Quel medesimo video – come sottolineato dal PM - fa emergere anche una certa familiarità tra i vari procacciatori, che si conoscono bene tra loro (come testimonia la stretta di mano tra Ciccarelli, Panaro e Petrillo) e di fatto non si sentono nemmeno in concorrenza, poiché di fatto il mercato in cui operano, fondando su premesse false e inventate a tavolino, è suscettibile di ampliarsi a dismisura, sol che gli uni e gli altri riescano a escogitare e creare dal nulla quanti più sinistri possibili. Sempre quelle riprese sono importanti, infine,anche perché mostrano i vari procacciatori uscire dai locali del Centro con in mano la cartella degli esami radiografici effettuati dagli altri soggetti, il che dimostra, in pratica, che l’esito degli esami viene direttamente prelevato all’accettazione dal procacciatore che si occupa poi di istruire la pratica (si vedano sul punto gli allegati 1 e 2).
Tornando alle sequenze riprese nello studio e rinviando all’informativa e agli allegati per la dettagliata descrizione delle immagini, è qui sufficiente osservare che le immagini indicate con i da 6 a 10 mostrano le varie fasi preparatorie che anticipano la consegna della somma di denaro, che sarà depositato poi da Ciccarelli sulla scrivania di Dalena.
Nella prima parte dell’ordinanza s’è già detto che le indagini erano partite proprio dall’identificazione del tal Nicola che aveva accompagnato quello che poi sarebbe risultato uno dei tanti figuranti a riscuotere un assegno di indennizzo assicurativo alle poste; di lì i Carabinieri erano passati a controllare e osservare quanto accadeva al Centro Radiologico Massa, con il numero elevatissimo di pazienti visitati in alcuni giorni fissi della settimana e, nel far ciò si erano imbattuti nella figura di tale Diana Vincenzo, che inviava frotte di finti pazienti presso quel centro per delle diagnosi mediche false, i quali non dovevano far altro che pronunciare quel nome alle segretarie della reception per essere poi ammessi al ciclo di false visite, referti gonfiati e diagnosi inventate di cui si discute. Le successive indagini dimostrarono ben presto che si trattava sempre della stessa persona Ciccarelli Vincenzo, appunto, che qui rileva.
In particolare, dopo aver appreso dalle segretarie del centro dell’afflusso quanto meno anomalo di pazienti nelle mattinate del sabato, il 9 ottobre 2010 (sabato appunto) i Carabinieri avevano organizzato un servizio di osservazione sulle persone che arrivavano al centro per gli esami diagnostici, notando tre persone che si presentavano nell’area delle prenotazioni e uno di essi riferiva alla persona addetta alla reception le seguenti parole “Diana Vincenzo, sono tutti prenotati”. La stessa persona, che si muoveva con estrema disinvoltura all’interno del centro, consegnava all’impiegata le prescrizioni mediche per tutte le persone presenti sul posto ed indicava a queste ultime le modalità per sottoporsi all’esame oggetto di prenotazione. Sempre tra le stesse tre persone che si erano presentate allo sportello, c’era una donna che veniva interrogata dalla impiegata su chi sarebbe passato per ritirare le lastre e rispondeva con le seguenti parole: “Passa Lisi”. Via via durante quell’osservazione arrivavano numerose altre persone (complessivamente undici), che tutte si presentavano con la stessa parola d’ordine o “codice di ingresso” come detto dal PM nella richiesta cautelare, ovvero il nome di questo fantomatico Diana Vincenzo. Il passaggio successivo, a quel punto essenziale, consisteva nell’identificare questi soggetti e in particolare quelli che a tutti gli effetti apparivano i capi delegazione, ovvero quelli incaricati di accompagnare e gestire i figuranti perché andassero a farsi visitare dal dott. Dalena. Per farlo i Carabinieri simulavano un normale controllo di viabilità e fermavano l’autovettura targata ED370KY, a bordo della quale erano giunte le persone che avevano speso il nome di DIANA Vincenzo, così identificavano appunto in Ciccarelli Vincenzo il falso Diana Vincenzo della prenotazione, oltre a tali Abatiello Antonio, Natale Teresa e Luongo Ferdinando, tutti da Casal di Principe. A bordo dell’autovettura venivano notate tre cartelline gialle contenenti verosimilmente esami radiografici. La successiva verifica da compiere a quel punto era l’interrogazione della banca dati in dotazione alle forze dell’ordine alla ricerca di notizie e collegamenti tra i vari soggetti. Emergeva così non solo che Ciccarelli Vincenzo annovera precedenti penali per falsità materiale ed ideologica, ma anche che egli risulta controllato in compagnia di Corvino Pasquale, che a sua volta risulta detenuto per analoghi delitti di falso ideologico oltre associazione a delinquere.
Ulteriori elementi sul conto di Ciccarelli Vincenzo, che per altro confermano la sua doppia identità anche come Diana Vincenzo, si traggono poi dall’ampia confessione di Dalena di cui s’è detto più sopra, di cui si riporta qui qualche ulteriore passo.
Dalena: Ho notato mentre lavoravo al centro Massa che alcuni soggetti che dovevano essere sottoposte ad indagini diagnostiche venivano accompagnate sempre dalle stesse persone, Di Caterino Angelo e Pacia Francesco, Diana Vincenzo ed un altro soggetto di nome Nicola ma di cui ignoro il cognome , altro all’incirca 1, 75 m
D. Conosce Ciccarelli Vincenzo?
R.: potrebbe essere il Diana Vincenzo di cui sopra anche se ribadisco che tale soggetto a nome “Vincenzo” diceva di chiamarsi di cognome “Diana”. Veniva sempre insieme a tale Nicola. Voglio precisare che da principio gli stessi saltuariamente mi portavano somme di denaro in busta affinchè facessi delle ecografie di comodo ovverosia in alcuni casi procedessi ad accentuare le lesioni, talvolta ad attestare la sussistenza di lesioni non riscontrate da me. Siamo all’incirca a settembre 2010. Successivamente mi hanno offerto cinquanta euro per ogni persona che veniva ad eseguire queste ecografie laddove avessi aggravato la prognosi o, comunque, attestato falsamente l’esistenza della lesione
Oltre al dott. Dalena, Ciccarelli intratteneva proficui rapporti di affari anche con il tecnico Corvino, come si comprende, ad esempio dalla serie di telefonate che seguono.
Si parte da quella avente numero progressivo 529 del 15.11.2010 tra Francesco Corvino, che parla dall’utenza numero 338/7238341 e Vincenzo Ciccarelli, con utenza n. 338/7238511, che si segnala perché, con somma sorpresa dei due interlocutori, in quel caso non si tratterebbe di un “pezzotto”, ma di una paziente che realmente potrebbe avere una lesione o altra patologia ortopedica
omissis
Franco: adesso è venuta questa ragazza
Vincenzo: èh, fagli l'esame poi lo fai avere a me mercoledì ci vediamo io e te quando è pronto
Franco: eh , ma deve pagare ?
Vincenzo: è normale
Franco: ah ... .. dopo la faccio ... .. ma è un "pezzotto"
Vincenzo: no no no no no
Franco: ah
Vincenzo: da me costa 150 euro
Franco: come
Vincenzo: da me costa 150 euro
Franco: aah ... risata
Vincenzo: da te costa di meno , po’ fagliela refertare tu ... vedi che questa signora dovrebbe avere una lesione dei legamenti, menisco , roba del genere perché sta in cura da un ortopedico da me
omissis
Segue poi la conversazione con numero progressivo 530 sempre in data 15.11.2010 sempre tra Francesco Corvino e Vincenzo Ciccarelli sulle due utenze sopra citate e, ancora, la nr. 614 del 18.11.2010 e ancora la nr. 639 dello stesso 18.11.2010 tutte trascritte nell’informativa e riportate anche nella richiesta cautelare, cui si rinvia, che si segnalano anche in questo caso per la serie di appuntamenti che i due prendono di volta in volta con molta rapidità, in cui è il procacciatore Ciccarelli a cercare il tecnico Corvino, evidentemente per qualcosa di cui preferisce non parlare a telefono, ogni volta preannunciando di passare a breve per parlare da vicino.
2-a 5.) Petrillo Pasquale
Le intercettazioni telefoniche e le altre attività di indagine hanno fatto venire poi in rilievo la figura di Petrillo Pasquale il più delle volte in relazione con Panaro Francesco, con il quale collabora nel preparare i falsi sinistri stradali. I primi dati sul suo conto sono stati acquisiti quando ha contattato il centro radiologico Massa per prenotare degli esami ecografici, chiedendo espressamente al centralinista della presenza del Dottore Dalena per effettuare gli esami.
Si tratta della conversazione n. 226 del 18.10.2010 tra Petrillo, appunto e una donna operatrice del centro:
D: Radiologia Massa ...
P: ... si buongiorno ... ... niente dovrei, dovrei prenotare quattro Tac e quattro Ecografia ... ... pronto ... !
D: si si un attimo, sto guardando per quando è possibile perché ...
P: si si ...
D: L'Ecografia le potremmo fare anche giovedì però le Tac no ...
P: uhe ... e per fare tutte, tutte le otto, cioè le quattro e quattro ...
D: si ... un attimo ...
P: come possiamo fare in una giornata sola ... ?
D: sabato trenta ...
P: sabato trenta ... ?
D: si ...
P: ehe và benissimo per me ... ma ci sta il Dottore D'Alena per fare ...
D: si ... si ...
P: e allora niente le posso dare i nomi ... ?
D: si ...
P: allora, Turco Francesco Maria, Piccolo Mario, Cerullo Francesco e Corvino Arturo ...
D: prima di Corvino quale nome mi ha detto ... ? ... Cerullo ... ?
P: prima di Corvino ... si si ... Cerullo ... Cerullo Francesco ...
D: Cerullo ...
P: Francesco ...
D: Francesco ... ... fanno Tac ginocchio ... ?
P: si ...
D: Eco Spalla ... ?
P: si, si ...
D: và bene, ok ...
P: allora sabato trenta di mattina ...
D: sabato trenta per le nove e mezza ...
P: và benissimo la ringrazio e arrivederci ...
D: arrivederci ...
A questo punto la ragione di questa precisa richiesta non richiede altre spiegazioni o commenti.
La presenza del Petrillo presso il centro Massa è stata poi documentata dal video e dalla relativa annotazione dei Carabinieri sempre del 30.10.2010( allegato 2).
Partendo da questi primi dati s’è poi appreso che Petrillo Pasquale è studente che risiede nel comune di Casal di Principe e rappresenta una sorta di alter ego di Panaro Francesco che coadiuva per procurare la falsa documentazione sanitaria necessaria per creare i falsi sinistri che vengono poi curati per le trattative e i giudizi risarcitori dall’avvocato Stanislao Di Bello.
L’utenza a lui intestata, n. 347/2683682 è stata oggetto delle operazioni di intercettazione telefonica (ritualmente autorizzate con il RIT 893/10); la conferma della sua identità, invero già piuttosto chiara dall’ascolto delle conversazioni che lo riguardano, s’è avuta poi il 28 gennaio 2011 in occasione della perquisizione di cui si dirà.
Se per un attimo si ritorna però alla prenotazione telefonica di cui s’è detto e ai conseguenti appostamenti e osservazione effettuati dalla polizia giudiziaria proprio il 30 ottobre 2010 (con tanto di riprese video di cui all’allegato 2) possono essere seguite e ricostruite nel dettaglio le attività illecite compiute da Petrillo. Innanzitutto tra i prenotati vi era infatti Cerullo Francesco, che infatti era stato reclutato da Petrillo stesso come figurante di un falso sinistro stradale che sarebbe avvenuto in data 26.08.2010 in Casal di Principe, la cui documentazione è stata sequestrata nella perquisizione all’interno dello studio dell’avvocato Stanislao Di Bello. Nel sinistro in questione, Bianco Giuseppe alla guida di una vettura avrebbe investito i ciclisti Cerullo Francesco e Corvino Arturo. Dopo il preteso investimento, i due ciclisti si erano recati al pronto soccorso di Castelvolturno, Clinica Pineta Grande, dove erano stati dimessi e giudicati guaribili in 3 giorni. La prognosi però era stata allungata dal dottore Martino De Pascale con tre certificati del 30/8, 27/9 e 3/11/2010. Gli esami ecografici, manco a dirlo, erano stati effettuati il 30/10/2010 dal dottore Dalena e la richiesta risarcitoria era stata avanzata alla compagnia assicurativa dall’avvocato Di Bello. (all. 115)
La conversazione nr.96 del 19/10/2010, pur se piuttosto sintetica dimostra il reclutamento di Bianco da parte di Petrillo, al quale – evidentemente facendo riferimento ad un loro pregresso accordo – il primo domanda:
Bianco: ehe quel fatto, mi fai sapere tu quando lo dobbiamo fare ...
Petrillo: non ho capito ...
Bianco: dobbiamo fare quel fatto ...
Petrillo: ehe ti ho detto dammi tempo, te lo dico io quando lo dobbiamo fare ...
Bianco: e và bene dai ...
Petrillo: ciao ...
Bianco: ciao ciao ...
Altro sinistro stradale falso, organizzato a tavolino da Petrillo Pasquale è quello da cui è scaturito poi il giudizio tra Napoleone Vincenzo contro Di Caterino Giuseppe e Duomo Unione; i fatti sarebbero accaduti il 2/9/2010, in Teverola allorché la vettura condotta da Di Caterino Giuseppe avrebbe investito i due pedoni Napoleone Vincenzo e Bassano Aldo.
Il giorno successivo, alle ore 18.50, i due pedoni si recavano presso il pronto soccorso di Marcianise dove venivano entrambi giudicati guaribili in giorni uno. Anche nel loro caso, però, la prognosi iniziale veniva poi allungata per entrambi ad opera del Dottore Di Pascale, che stilava per entrambi i pedoni i referti datati 6/9, 27/9 e 8/11/2010, mentre anche in questo caso - naturalmente - gli esami ecografici per entrambi i pedoni erano effettuati dal Dottor Dalena e la pratica risarcitoria curata dall’avvocato Di Bello.
Ancora una volta le conversazioni ambientali intercettate nella stanza dove operava il dott. Dalena e le capitazioni telefoniche dimostrano l’assunto dell’accusa e il coinvolgimento di Petrillo per organizzare il necessario per il falso sinistro stradale. (all. 116)
Si parte dall’ambientale con numero progressivo 363 del 6.11.2010 nello studio del dott. Dalena, in cui si sentono quest’ultimo, Di Caterino Angelo, Gravino Ignazio e, appunto, Napoleone Vincenzo, che si sottopone agli esami radiografici
Dalena: allora dipende cosa si intende fare, allora se vuoi un ecografia ... normale incomprensibile ci vogliono 50 euro per fare l'ecografia, è un ecografia diciamo che serve ... . ti serve per completare la pratica ... ... .che ti può fare avere ... .quel mezzo punto, quel punto in più, se tu vuoi un ecografia dove c'è una versione ... incomprensibile ... è un altro livello è un'altra cosa incomprensibile ... ... ..
Gravino Ignazio: non ci sono problemi di soldi, i soldi sono l'ultima cosa, ... . abbiamo qua' un collo piede destro
Dalena: incomprensibile ... .ci vogliono cento euro ... se ti servono ecografia retrodatate con la lesione sono 150 euro, ... .retrodatate questo dalla prossima volta, non da adesso, dalla prossima volta
bussano alla porta
Dalena: avanti
incomprensibile
Dalena : Scarpiello
Gravino Ignazio: Scarpiello, Scarpiello ... ... ... Scarpiello Francesco e De Falco
Dalena: Collopiede? allora sdraiatevi, togliete scarpa e calzino piede destro ... .incomprensibile, ..con chi lavori?
Gravina Ignazio : incomprensibile sulla nazionale,
Dalena: l'avvocato come si chiama ?
Gravino Ignazio : ci sono due avvocati ,piu' Gallozzi che ...
Dalena: quello ci sta pure Francesco Golia ...
Gravino Ignazio: no no, è poi la famiglia mia ... ..
Dalena: piegate, piegate il ... ... il nome.. il nome abbiamo detto che è ?.. Scarpiello
Gravina Ignazio: Sacapiello Francesco
Dalena: mettetevi bene, ... ... asciugatevi ... ..
Scarpiello: arrivederci ... incomprensibile
Gravino Ignazio:- quando le fate con la data retroattiva, vengo a parlare direttamente con voi? ... incomprensibile ...
Dalena: si ma non vengo con ... .ehh, vengo con la mia carta intestata, intestata mia dello studio, oppure del collega, hai capito? ... .eeh ... niente, mi devi portare, mi devi portare i referti del pronto soccorso, tutti i dati ed io vedo come scriverti il referto
Gravino Ignazio: dell'ortopedico e incomprensibile
Dalena: incomprensibile, posso fare anche qualche ecografia ..incomprensibile, però tu sai benissimo incomprensibile ... ... ... ..
Gravino Ignazio: aspetto fuori
bussano alla porta
Dalena: avanti
Persona da identificare:- possiamo fare questi due ragazzi miei ed andiamo via ?
Dalena:- si si si
Persona da identificare:- entra Napoleone, Napoleone Buonaparte ... ... ..incomprensibile ... ... ... ... ... Dottore, le camicie dove ve le fate fare voi? ... ... .noi teniamo a Caiazzo a Villa Literno
Dalena: io
Persona da identificare: no, noi noi a Villa Literno ... A casale diciamo, tra Casale e Villa teniamo a Caiazzo quello che le fa' su misura le camicie
Dalena:- ah si
Persona da identificare: è quanto si prendono ogni una
bussano alla porta
Dalena: Avanti
dal minuto 0.11.56 si omette fino al minuti 0.13.10
Dalena: lei chi è ?
Persona da identificare : Napoleone, vedete voi chi è è questo ... ... .risata Napoleone Buona parte ... ... . ho lo sai che mi ha detto? oh, ma quale ginocchio mi devo fare , gli ho detto: lo domandi a me? ... risata ... .. gli ho detto: adesso vado a vedere dai ... ... .incomprensibile, no,no, non me lo ricordo, ieri ho giocato a pallone ed ho preso una botta in testa ... ..
Napoleone:- e fatti la radiografia ... ... risata
si omette dal minuto 0.13.36 fino al minuto 0.16.00 perché non di interesse alle indagini
Persona da identificare: Sasa ... entra dai, subito subito incomprensibile ... ..ginocchio
Dalena: togli la maglietta
persona da identificare: ah, è spalla
Dalena: spalla destra
persona da identificare : ah, il ginocchio è ... .incomprensibile stai attento, comportati bene perché il dottore quando ti opera incomprensibile ... ... .
Paziente: devo togliere anche la maglia dottore
Dalena: si
Omissis
Seguono poi tre telefonate, la nr. 963, la n. 964 e la 966 del 30.10.2010 (su cui si tornerà più avanti) nel corso delle quali Pasquale Petrillo cerca di prendere un appuntamento con Vincenzo Napoleone e con l’avvocato per la firma del mandato o per altra attività necessaria a istruire la pratica, che dimostrano come il contatto tra il legale e il falso infortunato sia stato tenuto tutto interamente da Petrillo, che si preoccupa anche di condurre il secondo dal primo, organizzando un incontro volante, preoccupandosi anche di specificare che si sarebbe trattato di soli pochi minuti.
L’attività di Petrillo nel reclutare figuranti e organizzare falsi sinistri si rinviene anche in altre pratiche simili, come quella relativa alla vertenza tra Farina Pietro contro Boccarossa Michele e Nuova Tirrena, in relazione a un incidente che sarebbe avvenuto in Aversa in data 19.08.2009 allorchè Farina Pietro alla guida di un motociclo avrebbe investito il pedone Di Martino Saverio, che si recava al Pronto Soccorso di Marcianise dove veniva dichiarato guaribile in un giorno. Secondo un noto copione la prognosi veniva allungata dal dottor Di Fabio Franco, mentre gli esami ecografici venivano effettuati dal dottore Dalena presso il suo studio privato con intestazione “Diagnostica Ecografica”; Panaro si recava poi presso l’abitazione di Dalena per ritirare degli esami, come risulta dalla conversazione 4496 per l’appuntamento. Anche in questo caso la richiesta risarcitoria veniva avanzata dall’avvocato Di Bello Stanislao (si veda l’allegato 117)
Anche altre intercettazioni telefoniche dimostrano l’attività di reclutamento effettuata dal Petrillo, come quella con un certo Peppe, che aveva consegnato della documentazione per effettuare un falso sinistro, il quale poi il 28 ottobre 2010 contattava Pasquale Petrillo dicendogli che non aveva più intenzione di continuare nel suo intento, al che però il giovane faccendiere replicava con insistenza, rimandando a un appuntamento dal vivo per spiegarsi meglio, certo che non vi sarebbero state ragioni di convenienza o di opportunità ostative (si tratta della conversazione n. 831 riportata a pag. 638 dell’informativa finale, cui si rinvia)
Altre attività simili traspaiono nella conversazione 1383 del 3.11.2010, in cui Petrillo contatta Panaro Francesco dicendogli di non dimenticare che il sabato mattina dovranno recarsi presso il centro Massa.
Interessante per l’andamento inverso rispetto al solito è anche la conversazione che segue, tra Cerullo Francesco, di cui s’è già detto più sopra a proposito di un falso sinistro in cui lo stesso sarebbe stato investito da un automobilista mentre andava in bicicletta, e Pasquale Petrillo; stavolta infatti è il primo a proporre due suoi conoscenti come attori da impiegare nei falsi sinistri e non Petrillo a cercarli. Le persone diventano tre nella conversazione successiva .
Si tratta della telefonata con numero progressivo 2952 del 22.11.2010:
F: Pasquale ... !
P: Cerullo dimmi ...
F: ohe senti un pò, ho trovato altri due ... !
P: ehe e ci vediamo da vicino, dove ci vogliamo vedere ... ?
F: ehe ... io ora ... aspetta ...
P: no ora, no ora però, no ...
F: no no ...
P: domani, domani ...
F: domani ... ?
P: ehe perché ora devo andare dal professore ...
F: ehe và bene dai, allora ...
P: ti chiamo io domani mattina ...
F: neanche stasera più tardi ... ?
P: ehe non lo sò, ti chiamo io alle otto e mezza, và bene ... ?
F: ehe domani mattina alle otto e mezza no non ci stò, sto dormendo dai ...
P: stasera alle otto e mezza ti chiamo ...
F: ahe stasera ehe ...
P: và bene ... ?
F: ok Pasquale, ciao ciao ...
P. ciao ...
cui segue poi quella nr. 2968, sempre in data 22.11.2010 alle ore 17.52:
P: Pronto ... pronto ... !
F: Pasquale sono Cerullo ...
P: ohe dici ...
F: ohe senti, oltre a quelli altri due và bene anche uno solo ... ?
P: ehe però mi devi dare tempo che ci dobbiamo vedere da vicino, hai capito ... ?
F: ehe non ti preoccupare, no, ti volevo solo chiedere ...
P: si, ohe io alle sette e mezza sai dove stò..? ... sto a studiare nella via tua ... ! ... come esco dal professore ti chiamo ...
F: ehe ... và bene ... ciao ...
P: ... incomprensibile ... ehe ciao ciao ...
F: ok, ciao ciao ...
Lo stesso schema analizzato più sopra, con la prenotazione degli esami rigorosamente da svolgere dal dott. Dalena si ripete il 2 dicembre 2010, allorché Petrillo prenota presso il centro Massa altre tre radiografie; è la telefonata nr. 4054 in cui si sente Petrillo rivolgersi a una donna che lavora presso il Centro Diagnostico Massa e gli risponde all’utenza 0823/354141
P: Pronto, dovrei prenotare delle Ecografie con il Dottore Dalena ...
D: si, per domani pomeriggio ...
P: domani pomeriggio ... ?
D: si ...
P: sabato, sabato non c'è ... ?
D: no, non viene sabato ...
P: ahe, domani pomeriggio, da che ora ... ? ... dalle tre ... ?
D: ehe no, dalle tre è troppo presto ...
P: dalle quattro, dalle cinque mi dica lei ...
D: alle quattro ...
P: dalle quattro ... le devo dire i nomi oppure ...
D: si si i nomi ...
P: Baldascino Paolo ...
D: quante sono ... ?
P: tre ... !
D: uhe ... ... Baldascino Paolo ...
P: Ecografia polso sinistro ...
D: si ...
P: poi abbiamo Diana Vincenzo Maicol ...
D: si ...
P: e Vitale Luigi ...
D: e che cosa fanno ... ?
P: ohe Diana gomito destro e Vitale polso sinistro ...
D: uhe và bene, un numero di telefono per favore ...
P: il numero di telefono ... ? ... il numero di telefono è ... un attimo, devo vedere, un attimo 347 ...
D: si ...
P: 53 ...
D: si ...
P: 86..
D: si ...
P: 924 ...
D: và bene ...
P: dalle quattro in poi allora ha detto ...
D: si si dalle quattro in poi ...
P: và bene ...
D: arrivederci ...
La prenotazione al centro Massa viene comunicata al Panaro Francesco da parte del Petrillo Pasquale con le conversazioni 4060-4128-) e il giorno successivo, viene intercettato Petrillo il quale, dopo aver concordato l’incontro con il Panaro, contatta una persona che dovrà recarsi con lui presso il centro Massa e fissano l’incontro vicino al casello autostradale di Caserta Nord.( si vedano le telefonate nn. 4128, 4163 e 4165 riportate nell’informativa alle pagg. 642 e ss.).
Ancora altre telefonate emblematiche della attività svolta da Petrillo, di sistematica creazione di falsi sinistri e di successivo inoltro delle pratiche di risarcimento contro le compagnie assicuratrici, sono riportate analiticamente nell’informativa e nella richiesta cautelare del PM, alle quali si rinvia. Tra le altre si cita qui la conversazione 7016 dell’8.01.2011, in cui uno dei tanti attori contatta Petrillo informandolo che la compagnia assicurativa gli ha inviato una lettera con la quale rappresenta di non voler provvedere al risarcimento del sinistro per problemi relativi al veicolo coinvolto. Il Petrillo rappresenta all’interlocutore di non preoccuparsi e di consegnargli la raccomandata, a riprova del fatto che il finto danneggiato non sapeva in realtà nulla dell’incidente e l’unico reale interessato a quella pratica era proprio Petrillo, che lo aveva inventato.
L’attività di procacciamento dei falsi attori emerge poi nel colloquio 7677 captato in data 17/1/2011 tra le utenze di Petrillo Pasquale, nr. 347/2683682 e quella di tale Cerullo nr. 345/1185688, di cui si riporta qualche brano.
P: Pronto ...
C: Pasquale sono Cerullo ...
P: ohe Cerullo ti stavo chiamando ...
omissis
P: la settimana prossima, la settimana prossima ho risolto, la settimana prossima ci vediamo sicuro per quel fatto che ti dovevo dare e poi ah, ti volevo dire se trovavi qualche tuo compagno ancora, se voleva venire ...
C: ehe ehe infatti, io stasera ti volevo chiamare perché mi ha chiamato mio cugino ehe ...
P. allora facciamo tutto quanto lunedì dai, per lunedì prossimo, và bene ... ?
omissis
S’è già accennato alle intercettazioni telefoniche sull’utenza di Petrillo che dimostrano poi il suo legame tutt’altro che professionale con l’avvocato Stanislao Di Bello. Vi ritorneremo più avanti nell’esame della posizione di quest’ultimo, ma fin’ora si segnala che nel corso delle operazioni di intercettazione sono state ascoltate ben 61 conversazioni tra Di Bello ed Petrillo, che
hanno dimostrato come la collaborazione tra i due ha come unico denominatore i falsi sinistri stradali e come ognuno ricopra un compito ben preciso. Innanzitutto è chiaro dalle conversazioni captate che Petrillo era come di casa nello studio di Di Bello e come i due indagati si incontrino spesso per curare i vari adempimenti relativi ai sinistri stradali e come in caso di reclutamento da parte di Petrillo di finti infortunati, il luogo di incontro tra lo stesso Petrillo, Panaro e il difensore è proprio lo studio dell’avvocato Di Bello.
Interessante è sul punto il testo della conversazione 851 29.10.2010 tra il cellulare di Petrillo e quello con numero 333/1433579, intestata a Di Bello Stanislao, dalla quale – al netto delle battute dell’avvocato, evidentemente in vena di scherzare - si traggono importanti notizie per quanto riguarda la divisione della somma di denaro che rappresenta il risarcimento della compagnia assicurativa.
A: Pronto ...
P: pronto ...
A: Pasquale, Pasquale ...
P: mi dice ...
A: niente ... mi ha chiamato ... incomprensibile ... mi ha detto, comunque c'era un errore ha sbagliato pratica ... incomprensibile ... che lei non la poteva chiudere, anzi ha detto questa qua dice vedi che tra poco arriva la denuncia dalla Procura ...
P: addirittura ... !
A: stavo scherzando ...
P: mannaggià ... incomprensibile ... un altro poco mi facevi muorire ...
A: ... (parolaccia) ... credi a tutto quello che ti dico ...
P: mannaggià un altro poco mi facevi muorire ... dimmi ... voglio sapere il vero però ...
A: niente ha detto però se gli vuoi 1.700 Euro ...
P: quanto ... ?
A: 1.700 ... !
P: 1.700 tutto quanto ... ?
A: ehe ...
P: non riusciamo a tirare niente ... incomprensibile ...
A: ma più o meno altri 2.000 Euro sono riuscito a tirare ... !
P: e stiamo a posto allora ... !
A: ehe ... (ride)
P: ... e stiamo proprio a posto allora ... (ride) ... sta già arrivando come dici ... ?
A: (ride) ... 3.700, 3.700 ... !
P: e stiamo a posto cosa volevi meglio di questo ... !
A: và bene ... ?
P: và bene ciao ciao ...
A: ciao ...
Un’altra serie di telefonate utile a comprendere i fatti e le responsabilità coinvolte riguarda il sinistro di cui s’è detto più sopra, che vede il coinvolgimento degli attori Napoleone e Basano. Dalle conversazioni telefoniche 964-965 del 30.10.2010, infatti, si comprende che Petrillo si reca presso lo studio in assenza del Di Bello per far apporre le firme sul mandato in bianco con l’intestazione dell’indagato.
Nella prima è Petrillo a richiedere un appuntamento all’avvocato, che chiama confidenzialmente Stani:
S: Pronto ...
P: Pronto ...
S: dimmi Pasquale ...
P: pronto ... ! ... Stani ma sei in zona, sei fuori zona, ci sei non ci sei ... ?
S: sto andando fuori zona ...
P: stai andando fuori zona, quindi non ci sei ... ma non c'è neanche tuo fratello ...
S: non lo so, devi provare a casa ...
P: ahe ho capito, perché io ho un problema con Napoleone e Basano, che devono partire, e quindi è l'ultimo giorno che stanno qua ...
S: e ora provo a chiamarli dai ... mantieniti in zona ...
P: a tuo fratello ... ?
S: ehe ...
P: ... perché vengono verso le tre, se viene 5 minuti, due righe e faccio tutto in cinque minuti e andiamo via ...
S: và bene ...
P: tra quando mi fà sapere, mi fà sapere ora ... ?
S: ora chiamo e poi chiamo a te ...
P: và bene, grazie ...
S: ehe, ciao ciao ...
Nella seconda, poi è l’avvocato Di Bello a adoperarsi perché l’adempimento – consistente nella firma del mandato alla lite, si rammenti - avvenga ugualmente, anche in sua assenza, con buona pace della potestà certificativa del difensore in caso di autentica della sottoscrizione in calce alla procura.
P: Pronto ...
S: Pasquale ...
P: dimmi ...
S: non ci sta neanche lui, però puoi fare una cosa ...
P: si dimmi ...
S: ehe gli fai firmare i due fogli A4 lateralmente ...
P: ahe si ho capito, si si ...
S: ehe, sù altri due invece giù ...
P: uhe ... giù proprio giù a destra e a sinistra ... ?
S: più giù di metà pagina, diciamo a 3/4 ...
P: sempre a destra ...
S: si si a destra e in entrambi i casi ...
P. và bene ...
S: ehe ciao ...
P: ciao ciao.
Anche in questo caso ogni commento sarebbe superfluo!
Se ancora permanessero dubbi sulla natura falsa di tutta l’attività legale messa in piedi per queste infinite pratiche di risarcimento danni, questi vengono comunque fugati dalle conversazioni nn. 3099 e 4421 che dimostrano come viene divisa la somma elargita dall’assicurazione a titolo di risarcimento. Ecco infatti che su complessivi 3400 euro pagati dalla compagnia, il beneficiario dell’assegno ne consegna 2200 al Petrillo che a sua volta consegna 1000 euro al Di Bello. Dunque – a testimonianza della falsità del sinistro – il risarcito trattiene solo il 35% dell’importo.
Si riportano qui le trascrizioni elle due chiamate.
La nr. 3099 in data 23.11.2010 intercorre tra Petrillo Pasquale, attraverso la sua utenza n. 347/2683682 e tale Antonio, che dispone della linea n. 339/1823260, intestata a Perfetto Antonio da Gricignano D'Aversa.
A: Pronto?! ...
P: pronto, Antonio?! ...
A: uè bello, dimmi ...
P: oh ... mi stai a sentire?!..adesso sono sceso dall'ufficio che stavo parlando con quello ... più di uno e nove (millenovecento) non mi hanno dato ...
A: più di uno e nove (millenovecento)?! ...
P: si ... cosa devo fare? devo accettare? accettiamo o non accettiamo? cosa devo fare?
A: eh ... che ne so ...
P: però sono subito, altrimenti li andiamo a prendere fra un anno e mezzo ... fra un anno e mezzo ... ci dobbiamo fare tutta la cosa ... però questi qua sono subito ... ah ... devo salire sopra e devo solo dire ok ... cosa devo fare?
A: eh ... mah ... E' tutto l'assegno uno e nove (millenovecento)?
P: eh si ... il nostro ... dai ... il nostro ... .tutto il nostro ...
A: eh cosa ti devo dire?! ... eh (incomprensibile) ...
P: il gli direi di si ... se no fra un anno e mezzo, in tutto aumenta al massimo di 400 (quattrocento) euro ... te lo dico io! ... però dobbiamo aspettare un anno e mezzo ...
A: chiudila così ... cosa ti devo dire!..
P: non ci stanno problemi dai ... adesso faccio così ... gli do l'ok e poi ..quando sarà, ti vengo a prendere e firmi tutto..va bene?
A: va bene ...
P: ciao ciao ...
A: ciao ciao.
Ancora più esplicita è la telefonata con numero progressivo 4421 del 6.12.2010 tra Petrillo Pasquale
tale Antonio
P: Pronto?
A: Pasquale?
P: Oh dici.
A: Mi senti? quando hai detto che ti dovevo portare?
P: Eh ... ...
A: Mille e due (1200)?
P: Eh ... mille e due (1200) più mille (1000) due e due (2200) eh.
A: Due e due (2200)?
P: Eh.
A: Venne tre e quattro (3400) giusto?
P: Eh si si due e due (2200) hai ragione eh due e due (2200).
A: Due e due (2200)?
P: Eh.
A: E mille (1000) eh ... no ... e due e due (2200).
P: Due e due (2200) due e due (2200) si.
A: Allora sono ... aspetta scusa ... otto (8) e tre (3) ...
P: Si trova si trova si trova.
A: E' tre e quattro (3400) la cosa?
P: Si si.
A: Va bene dai, allora due e due (2200) ti devo portare?
P: Bravo due e due (2200).
A: Va bene dai, adesso sto vedendo come ... così vengo la stasera e ... facciamo dai.
P: Va bene va bene.
A: Va bene.
P: Cià cià.
A: Ciao.
Esplicativa dello stesso stile e, soprattutto, dello stesso coinvolgimento personale di Petrillo e dell’avv. Di Bello nelle pratiche trattate, il tutto dunque ben lungi da quello che dovrebbe essere il ruolo del professionista e dei suoi eventuali collaboratori è la conversazione 5486 del 18.12.2010 tra i due indagati, in cui traspare tutta la loro dedizione a speculare su qualsiasi voce di risarcimento da parte delle compagnie assicurative. Da notare l’espressione “zuppescion" adoperata da Di Bello, chiaramente per alludere alle somme da attingere come risarcimento assicurativo
P: PETRILLO Pasquale, con utenza nr. 347/2683682.
D: DI BELLO Stanislao, con utenza nr. 333/1433579.
D: Pronto?
P: Pronto Stani.
D: Ue Pasquale.
P: Ma ieri aspettavo una tua telefonata.
D: Ieri aspettavi una mia telefonata e non mi ricordo nemmeno più perché.
P: Alla faccia della mattina quindi significa che non avete nemmeno più chiamato?
D: Ah si si ... si eh ... praticamente gli ho fatto una contro proposta per quel fatto là.
P: Ah ho capito.
D: Gli ho fatto una contro proposta per aumentare un po’ la "zuppescion".
P: Eh.
D: E adesso lei mi disse, parlai con una ... una dello studio, mi disse che la cosa comunque andava comunque discussa con ... l'avvocato titolare dello studio, lei gli riferiva questa cosa qua e lui mi faceva sapere o mi faceva sapere direttamente lei insomma ... comunque ne doveva parlare con quello, però tutto il tutto a breve scadenza ovvero lunedì, lei ...
P: Ah.
D: Ieri non c'era che stava a Roma da un'altra compagnia comunque non poteva fare il fatto tuo perché quello è a Milano ... quello che ti riguarda.
P: Ah ho capito.
D: Però in ogni caso ci ... ci arriviamo insomma ... però io cerco di ... tirare più la cosa dalla parte tua ... praticamente loro ...
P: Ah ah.
D: Ah per quanto riguarda Corvino non ti hanno conteggiato il danno morale perché dice fino a tre (3) punti proprio un conteggio.
P: Ah ho capito.
D: Io pure ho cercato di ...
P: Di riparare la questione.
D: Bravo ... di fargli conteggiare comunque qualche altra cosa ... insomma.
P: Va bene basta che stringiamo ... basta che stringiamo con i tempi per me ... lo sai no.
D: Eh ... io cercavo di fare qualcosa di meglio, se poi tu non ci tieni.
P: No no ... si però ricordati che ...
D: Perché un po’ di qua ed un po’ di là ... sia ...
P: Si ... però ricordati che abbiamo anche un altro problema e non ci conviene andare avanti hai capito? su questo.
D: Si si ma loro lo sanno.
P: Eh va bene allora ci aggiorniamo a lunedì.
D: Va bene.
P: Eh cià cià.
D: Cià cià.
Su questo punto è opportuna una precisazione.
Lo scrivente non ignora come il compito dell’avvocato sia quello di ottenere il massimo della tutela per le ragioni del proprio assistito e che nella pratica tutto ciò si traduce spesso in una sorta di trattativa con voci anche esagerate o inventate, che vengono inserite nelle richieste nel tentativo poi di trovare un punto di accordo con la controparte. Si tratta in questo caso di una prassi certamente non illecita e del tutto usuale nella pratica, assolutamente estranea al giudizio penale quando si ferma in questi limiti. Non è così nel caso di specie, invece, in cui da un lato la trattativa è del tutto disancorata da un fatto e da un danno, semplicemente perché il danno e il sinistro non v’è stato per niente e, dall’altro, soprattutto perché se si fosse trattato di un vero risarcimento per un reale incidente stradale, ebbene l’interlocutore di Di Bello non avrebbe dovuto essere Petrillo, ma il suo apparente cliente, dunque il preteso danneggiato. Nella conversazione trascritta, invece, si capisce chiaramente che Petrillo e Di Bello parlano di una questione che li coinvolge in prima persona, cioè di somme che dovranno spartirsi tra loro, senza alcun riferimento a un preteso cliente, a riprova ulteriore (se ancora ce ne fosse bisogno) che si è in presenza di una vera e propria truffa (con tutti gli altri delitti ad essa strumentali) architettata direttamente dai due odierni indagati e dai loro concorrenti inventando di sana pianta un danno che non c’è mai stato per intascare il massimo indennizzo possibile.
Altre conversazioni riportate nell’informativa - che si possono dare per trascritte, ma per non appesantire il testo possono essere solo citate - dimostrano la dimestichezza che Petrillo aveva lo studio Di Bello, dove custodiva parte almeno della documentazione che utilizzava per preparare i falsi sinistri. Si tratta delle telefonate con numero progressivo 1796 dell’8.11.2010 , nr. 1896 del 9.11.2010 nr. 3077 del 23.11.2010, nr. 5776 in data 22.12.2010, nr. 6975 data 07.01.2011 in cui spesso si ascoltano rapidi appuntamenti per fare delle telefonate o altre cose che gli interlocutori preferiscono non specificare. Anche in questo caso non c’è niente di strano se due persone fissano tra loro appuntamenti e si vedono spesso, né se un avvocato riceve spesso uno studente presso il suo studio; quel che è singolare è quale sia la reale attività che li accomuna, atteso che – nonostante sforzi di fantasia – non si rinvengono spiegazioni alternative lecite rispetto alla ipotesi accusatoria di cui s’è detto.
Un’ultima notazione riguarda il materiale rinvenuto in occasione della perquisizione nell’abitazione del Petrillo, che costituisce un’ulteriore conferma di quanto sostenuto fin qui, non essendovi altra ragione per cui il giovane potesse detenere questo tipo di documenti, se non per adoperarli a nome dei vari intestatari e titolari per simulare altri incidenti stradali per i quali azionare poi ancora altre pretese risarcitorie truffaldine.
- NR. 2 fogli di piccole dimensioni su cui sono riportati degli appunti scritti a mano;
- Copia fotostatica modello CAI relativo al sinistro avvenuto nel febbraio 2010 tra Martello Noviello Filomeno e Petrillo Antonio;
- Copia fotostatica patente di guida intestata a Di Caterino Giuseppe. (vedasi allegato 116)
- Copia fotostatica della carta di circolazione relativa alla vettura targata DR 656 YA con annesso contratto assicurativo intestato a Caprio Anna.
Molto interessanti, infine, anche gli appunti manoscritti sequestrati al Petrillo, di cui si riporta qui il testo:“ Zagaria: classe a rosso + Corvino Nicola;
lesione Massaro Francesco;
Luciano + Maurizio lesione Martino Maria Letizia;
Sara motorini + lesione;
Massaro Francesco Punto+ lesione;
Di Bello Eugenio classe c + Aurora
Vincenzo ver. Mito + Serao
lesione Opel Corsa Moccia”
In essi si riconoscono chiaramente dei promemoria relativi a incidenti stradali, con tanto di cognomi delle parti, nome delle compagnie assicuratrici convenute e modelli di auto da coinvolgere nell’incidente
2-a 6.) Panaro Francesco
S’è già accennato nel paragrafo che precede che Panaro Francesco è il soggetto con cui collabora il giovane Petrillo per procurare sinistri stradali inesistenti e figuranti disponibili, per accompagnarli a sostenere le false visite mediche, per consegnare le pratiche agli avvocati e assistere questi ultimi a sbrigare una serie di faccende funzionali alle truffe da istruire.
Le intercettazioni hanno dimostrato che in molte occasioni Petrillo si recava insieme a Panaro Francesco presso il centro Radiologico Massa per accompagnare degli attori che si sono sottoposti agli esami radiografici effettuati dal Dalena e che i due avevano notevole dimestichezza con quello studio e con il medico in particolare. La conversazione ambientale n. 282 , corredata con tanto di videoriprese nello studio del medico Dalena (riportata in parte a pag. 69 nella richiesta cautelare del PM, ma poi per altri brani anche più avanti) dimostra che il duo Petrillo- Panaro di solito pagava le false radiografie 50 euro ciascuna.
In essa, che segue una altra gag simile a quella di cui s’era già detto più sopra, nel paragrafo relativo a Di Caterino, in cui il falso paziente discute, con allusioni e battute, con lo stesso dott. Dalena e con Panaro di vari suoi dolori e problemi fisici, che evidentemente gli stanno ben più a cuore di quello per il quale si starebbe apparentemente sottoponendo a un accertamento diagnostico (si rimanda sul punto alla n. 281 in data 30.10.2010), si sentono Panaro e Dalena che, nel salutarsi, regolano i conti per la giornata:
Panaro : dottore quanto vi devo dare?
Dalena: senti quando....incomprensibile...quelli normali mi prendo 50 euro a visita ..
Panaro : ci vediamo sabato prossimo ...va bene?.....incomprensibile ..rimanete il numero di telefono a quel ragazzo...
Dalena: si si ci vediamo di la
Il tutto è corredato da un’esplicita fotografia, la sequenza nr. 11, che ritrae Panaro Francesco , seduto sulla sedia con in mano del denaro.
Sul conto di Panaro sappiamo che funge da anello di congiunzione tra Petrillo Pasquale, che si occupa del reclutamento dei falsi attori e delle successive incombenze ed il tecnico radiologo Corvino Francesco, che lavora presso il centro radiologico Massa e che costituisce il suo principale strumento di accesso alla falsa documentazione, pur potendo contare su un rapporto molto stretto anche con Dalena. Ai fini delle indagini si sono rivelate quanto mai proficue le intercettazioni sull’utenza 327/3157804 (RIT 985/10) intestata a Cantiello Maria Prenzosa, ma chiaramente in uso a Panaro. La sua identificazione è avvenuta nel corso dei servizi di osservazione effettuati davanti al centro Massa, con relativi filmati eseguiti dal personale dei Carabinieri della Stazione di S. Prisco, che sono riportati nell’album fotografico e nel video di cui all’allegato 2.
Oltre alla consegna del denaro di cui si è parlato sopra, le intercettazioni telefoniche hanno dimostrato che Panaro si rivolgeva direttamente a Corvino, anche recandosi a casa sua, dove veniva di volta in volta raggiunto l’accordo. Sul punto è molto eloquente il testo della conversazione n. 831, da leggere in sequenza con la successiva conversazione n. 881, che dimostra che l’incontro e la consegna “di quello che devi portare” avviene poi il giorno successivo nelle mani della madre del Panaro.
Nella telefonata nr. 831 in data 28/10/2010 alle 21.43si sentono Petrillo Pasquale, intercettato sull’utenza 347/2683682 che parla con Panaro Francesco, che usa il telefono n. 327/3157804
P: Pronto...
A: Don Pasquale carissimo...
P: weh dimmi...
A: che credi che non ti penso io a te...?
P: dimmi, dimmi dove stai...?
A: no domani...ehe allora sono andato a casa di Francesco...quello che dobbiamo andare sabato no...
P: ehe e allora...
A: domani sera ho appuntamento a quest'ora, tu domani quando hai tempo porta quello che devi portare...incomprensibile...
P: incomprensibile...
A: incomprensibile...
P: mi stai a sentire...
A: sabato mattina, sabato mattina sta tutto a posto stà...!
P: ehe...
A: và benissimo...ci vediamo domani...
P: mi stai a sentire...
A: ehe dici...
P: io domani mattina devo andare all'università, e ci devo rimanere fino alle tre e mezza e dopo le tre e mezza ti chiamo e ti do tutto quanto và bene...?
A: và benissimo, ok tutto a posto per sabato dai...non ti dimenticare per domani...
P: se vuoi se vuoi venire a prenderli stasera... se vuoi venirti a prendere un cafeè, vieni all'incrocio dove ti incontrai...incomprensibile...
A: no no, no no, non voglio prendere niente perché...ehe insomma ho da fare..
P: ahe e và bene se hai da fare non fà niente...
A: ci vediamo domani dai...
P: và bene...
A: incomprensibile...
P: ehe ciao...
Nella successiva conversazione nr. 881 del 29/10/2010 si sentono ancora i due che parlano:
Francesco: Pasquale ma dove si vota..?
Pasquale: sono all'università ed ho lasciato tutto a tua madre...
Francesco: aha...aha...io pensavo che venivi a casa...!! va bene tutto a posto..!!
Pasquale: vai a casa tua tiene tutto tua madre...
Francesco: no perché ho l'appuntamento per questo...!!
Pasquale: ciao
Francesco: ciao..ciao..
È evidente, insomma che Petrillo aveva consegnato delle carte alla madre di Panaro, che si sarebbero poi rivelate essenziali per delle altre pratiche truffaldine, così come è evidente che il sabato successivo i due avevano la solita sfilza di simulatori da accompagnare al Centro Radiologico Massa per le radiografie.
Le telefonate intercettate nel corso delle indagini tra Petrillo Pasquale e Panaro Francesco sono state ben 272, molte delle quali hanno come oggetto gli incontri presso l’abitazione del Panaro. Da esse si comprende chiaramente che i due indagati preferiscono parlare sempre di persona e mai per telefono, anche perché Panaro, che è pregiudicato, era già stato oggetto anche di recente di altra attività di indagine da parte dei Carabinieri di Casal di Principe.
Sul punto, evitando di trascrivere qui una lunga serie di telefonate apparentemente neutre, è sufficiente specificare che evidentemente i due avevano qualcosa da nascondere e molte cose in comune, che non trovano altra spiegazione lecita possibile in tutta la mole di conversazioni riportate dalla PG nelle varie informativa e che, invece, si incastrano perfettamente nel contesto delle truffe e dei falsi di cui qui si discute.
Del resto un’ampia conferma di come Panaro sia ben addentro al sistema delle truffe assicurative e la è giunta anche nel corso dell’interrogatorio reso dal Dalena, di cui sono stati riportati già numerosi brani e al quale si rinvia. Tra Dalena e Panaro – s’è detto – c’era una buona consuetudine, tant’è che nella conversazione n.4496 si capisce che il primo, oltre ad avere la l’utenza di Dalena, conosce l’esatta ubicazione dell’abitazione del dottore, dove si reca per prelevare della documentazione relativa ai sinistri stradali.
Il testo della telefonata nr. 4496 del 24.01.2011 alle ore 18.14 tra Dalena Giuseppe e Panaro Francesco, sulle loro utenze cellulari già citate è il seguente:
D: Pronto...
F: Dottore buonasera sono Francesco chiedo scusa se disturbo a quest'ora...
D: ...dite...
F: ehe riguardante...ehe avrei una consulenza domani io, dovrei ritirare dei certificati che mi avete fatto voi, delle analisi che mi avete fatto voi, delle analisi che mi avete fatto voi...quindi se gentilmente gli posso venire a prendere...
D: ...ehe domani, domani nel pomeriggio...
F: domani nel pomeriggio ma dove, lì a casa vostra oppure all'ufficio?
D: ehe si anche a casa allo Studio a casa...
F: anche allo Studio a casa posso venire...?...alle tre...?
D: ...si alle tre và bene...
F: và bene arrivederci Dottore...
D: arrivederci...
È evidente che l’allusione a dei normali accertamenti, simulata da Panaro nella telefonata, cela in realtà ben altro, poiché non è possibile che il risultato di analisi mediche possa essere ritirato indistintamente a casa o allo studio del medico.
In altre conversazioni, poi è chiaro l’accordo tra Panaro e Petrillo per reclutare i soggetti da impiegare nei falsi sinistri stradali accompagnandoli, poi, presso il centro Massa per essere sottoposti a visita medica da parte del Dalena.
In tal senso è eloquente il testo della conversazione nr. 4163 datata 03.12.2010. Nel leggerla si noti soltanto che per i due interlocutori Panaro e Petrillo, che sono entrambi di Casal di Principe - cioè dell’agro aversano, dunque una zona diversa della provincia - l’indicazione Caserta è certamente riferita al Centro Radiologico Massa di Casagiove, che è il comune limitrofo al capoluogo e che per chi non è pratico della zona appare tutt’uno con Caserta, appunto. Del resto, anche Di Caterino in altre intercettazioni quando parla di Caserta si riferisce senza dubbio al Centro Radiologico Massa di Casagiove.
F: Ci siamo o no...!!?
P: incomprensibile...per caso non ti sarai dimenticato l'appuntamento...?...incomprensibile...
F: no no, a che ora dobbiamo andare...?
P: alle quattro...
F: non stanno problemi...
P: alle quattro dove ci vogliamo incontrare...?...sopra casa tua...dove ci vogliamo incontrare...?
F: alle quattro ci incontriamo sopra casa mia, così da là andiamo là a Caserta...
P: ehe...
F: e dopo io vado, andiamo con due macchine, io vado insieme al vecchio...
P: ehe...
F: mi fermo, mi fermo un attimo a fare un servizio a Santa Maria dall' avvocato e poi ce ne veniamo...cioè tu dopo da Caserta dopo te ne vieni e io me ne vado a fare quei due servizi che ho da fare, hai capito...
P: ehe come vuoi fare tu, ci vediamo alle quattro sopra casa tua, ciao...
F: ciao...
E ancor più quello della telefonata con numero progressivo 912 del 29.10.2010 alle ore 19.17, nella quale si prendono accordi per il giorno successivo, cioè proprio quel sabato 30 ottobre poi ampiamente documentato dalle intercettazioni ambientali:
A: Weh Pasquale...
P: weh Ciccio dove stai...?
A: ehe sto andando a fare un servizio a Napoli...
P: si...ma per quel fatto tutto a posto...?
A: tutto a posto, si si...ci vediamo domani mattina a che ora ci vediamo...?
P: alle 08:30...!
A: alle 09:00 quale 08:30...!...che ti credi che questo viene di prima mattina...!
P: no...però ho detto alle 08:30 ai ragazzi hai capito...!?...dopo vengo a prendere a te riunisco e tutti quanti e...
A: riunisci tutti quanti e poi vieni a prendere a me dai...non ti preoccupare tutto a posto comunque...
P: và bene ciao...
A: và bene ciao ciao...
Altre volte, come detto, le conversazioni tra i due contengono solo delle allusioni senza specificazioni circa l’oggetto delle loro preoccupazioni, come accade nella telefonata nr. 1940 del 9.11.2010
F: Ohe Pasquale dimmi...
P: Francesco dove stai...?
F: sto a casa Pasquale però...incomprensibile... ...non mi trovi ora...!
P: che stai a fà...!?
F: sto a casa e sto per uscire...!!
P: ahe...
F: sto uscendo urgentemente...!
P: ahe e và bene allora...
F: qualcosa di importante...?
P: no ti volevo fare vedere una cosa, se è importante ?...ehe si, per noi...!...incomprensibile...
F: ...ho capito tutto quanto...ho capito Pasquale...ehe...vabbè perché se non è buono non è buono niente...!?...com'è...?!...fammi capire...!...perché ora passa di là e lo schiatto dopo questo hai capito...!!
P: allo faccia del c...!...incomprensibile...quello che doveva essere...ce l'ho con me, te lo voglio fare leggere...
F: và bene dai, ma ora ho da fare Pasquale, devo andare a fare un servizio urgentemente...
P: ehe và bene, lascia andare allora, ci vediamo domani...
F: ehe ci vediamo domani ciao...
P: ehe ciao ciao...
La conversazione n.2194 dimostra invece che chi prepara i disegni sui modelli CAI è Panaro.
F: ohè Pasquale?!
P: Francè...cosa hai fatto per quella cosa?..ci sei andato?
F: ah ah...il fatto della macchina?
P: si...
F: domani mattina....domani mattina...è successo un problema stamattina...è successo...(incomprensibile)..
P: l'hai chiamato, però?
F: no...glielo dissi a lui che o ci vedavamo domani oppure dopo domani mattina...
P: ah...ho capito...no io .....
F: lui già lo sa...già lo sa...
P: no..io sto andando all'università..
F: tu che stai facendo? stai studiando?
P: adesso sto tornando..adesso sto tornando..
F: se vuoi farti una camminata sul posto di lavoro...io sto lavorando...
P: mi vuoi portare a lavorare?
F: sto lavorando, ho detto......
P: ah ho capito....no...devo passare....
F: tu...come regola..saresti quello che deve fare i disegni....
P: non preoccuparti che passo...tu ci vai adesso? quando ci vai?
F: ma dove?...
P: a lavoro?..quando ci vai?...stai già adesso?
F: adesso sto già a lavoro...sto già a lavoro..
P: va bene dai...il tempo che ritorno da Aversa...ciao
F: ciao ciao
Proprio lo stretto collegamento tra i due, di cui s’è detto fin qui, consente di estendere anche a Panaro le considerazioni di cui sopra, nel paragrafo che precede, relativo a Petrillo Pasquale, con il quale egli aveva in comune le numerose pratiche illecite esaminate. Anche in questo caso, la disamina analitica effettuata dalla PG nell’informativa conclusiva e gli allegati e ripresa dal PM nella richiesta cautelare costituisce una adeguata sintesi del materiale investigativo raccolto; a tali scritti si rinvia per evitare ulteriori ripetizioni, condividendo la esposizione dei fatti e i collegamenti evidenziati, invero tutti piuttosto espliciti.
2-a 7.) Scalera Vincenzo
La posizione di Scalera Vincenzo è strettamente connessa a quella di Di Caterino Angelo, del quale l’uomo è il principale collaboratore; sul suo conto la PG sottolinea che egli risiede in Maddaloni e ciò spiega la circostanza della presenza, nei falsi sinistri confezionati da Di Caterino con la collaborazione di Scalera, di molte persone residenti in quel comune. Il sostegno fornito da Scalera all’attività di Di Caterino risulta infatti cospicuo e costante, innanzitutto per quanto riguarda il reclutamento degli attori da impiegare nei falsi sinistri e dei testimoni, ruoli per i quali egli ricorre spesso anche ai propri familiari; lo troviamo attivo anche nell’ideare o comunque nel confermare le false dinamiche dei sinistri costruiti a tavolino con l’ausilio degli avvocati, nonché negli “accompagnamenti” dei falsi incidentati, laddove vengono convocati dai medici di parte della compagnie assicurative per essere sottoposti a perizia.
Le intercettazioni eseguite sull’utenza 366/1578839 ( RIT 938/10), in uso a Scalera hanno confermato senza ombra di dubbio la sua partecipazione all’attività criminosa oggetto della presente indagine, partendo per altro dalle conversazioni in cui egli si presenta con le proprie generalità (cfr. n.1334 del 21/12/2010).
Anche sul conto di Scalera la PG ha ricostruito un ampissimo numero di sinistri stradali in cui l’indagato risulta coinvolto, dei quali si darà qui conto rapidamente, rimandando agli atti di indagine e all’informativa conclusiva che li sintetizza, per la dettagliata disamina delle singole vicende e delle fattispecie di reato che ciascuna di esse implica.
Il primo a venire in rilievo è il sinistro stradale Scalera contro Cecoro Antonio e il conseguente giudizio che coinvolge anche l’Alleanza Toro Assicurazioni, affidato all’avvocato Fausto Ibello che aveva inoltrato richiesta di risarcimento alla società assicurativa.
L’incidente sarebbe accaduto il 5/9/2010, in Casal di Principe allorchè Scalera Vincenzo, alla guida di una autovettura, avrebbe investito il pedone Cecoro Antonio, poi visitato al pronto soccorso dal dottore Vincenzo Schiavone che gli avrebbe diagnosticato una prognosi di 10 giorni. All’arrivo in ospedale, il radiologo del pronto soccorso aveva escluso lesioni ossee a carico dell’apparato scheletrico del Cecoro. Nonostante la prima diagnosi, però, i dottori Dalena e Curci allungavano la prognosi a carico del Cecoro, il tutto con dei certificati medici redatti da Dalena del tutto simili a quelli già stilati nel sinistro sinistro Della Corte Francesco contro Cardone Silvio – patrocinato dall’avvocato Tagliarina (di cui all’allegato 8). Da essi in particolare risulta che, sottoposto ad esami radiografici ed ecografici presso il centro Massa a firma della Mazzacca e di Dalena, secondo una prassi ormai nota Cecoro veniva riconosciuto affetto da lesioni post traumatiche difformi da quanto emergeva dal certificato medico del pronto soccorso.
Altra non trascurabile difformità riguarda la dinamica del sinistro, sul conto della quale Cecoro Antonio, sentito a sommarie informazioni, in data 26/3/2011, ha riferito una ricostruzione dell’incidente diversa rispetto a quella ricostruita nel CID, aggiungendo inoltre di non conoscere né il dottor Dalena nè il dottor Curci e di non essere mai stato visitato dai predetti sanitari. (All. 35)
Altro sinistro e ennesimo investimento di pedone riguardano poi la pratica Scala Anna contro Generali Assicurazione e Esposito Luigi; il fatto sarebbe accaduto in data 3105.2008, in Aversa allorchè Esposito Luigi, a bordo di una vettura noleggiata, investiva il pedone Scala Anna, che di seguito si recava presso il pronto soccorso di Aversa dove veniva giudicata guaribile in tre giorni s.c.
All’arrivo in ospedale, il radiologo del pronto soccorso escludeva lesioni ossee a carico dell’apparato scheletrico della Scala Anna, ma nonostante la prima diagnosi, anche in questo caso il dottore Franco Di Fabio “allungava” la prognosi, mentre il radiologo del centro diagnostica di Napoli refertava la presenza di lesioni come conseguenza post traumatica.
La pratica legale procedeva poi con l’affidamento dell’incarico all’avvocato Paolo Cecoro che inoltrava richiesta di risarcimento alla società assicurativa. Si procedeva quindi con citazione a giudizio innanzi al Giudice di Pace Aversa dove, a riferire come teste in merito alla dinamica dell’incidente, per una fortunatissima coincidenza (sigh!) all’udienza del 13.12.2010 si presentava proprio Scalera Vincenzo, come risulta dal verbale di udienza allegato all’informativa conclusiva e richiamato nella richiesta cautelare (allegato 36).
Il “distrattissimo” Scalera, inoltre, avrebbe investito ancora un altro pedone, tale Brunitto Giovanni; i fatti sarebbero accaduti in data 24/1/2009, in Trentola Ducenta. A seguito del sinistro, Brunitto si recava presso il pronto soccorso di Aversa dove veniva giudicato guaribile in sei giorni, s.c. la pratica legale per il risarcimento veniva affidata all’avvocato Marilù Tiseo; anche in questo caso dopo la richiesta del legale di risarcimento danni alla società assicurativa, la prognosi è stata, poi, “allungata” dal dottore Di Fabio Franco, mentre gli esami ecografici venivano effettuati presso il centro Massa ed il relativo referto firmato dalla Dottoressa Mazzacca (all. 37). In quel caso, come si evince dalla documentazione presente nella cartellina sequestrata, venivano liquidati euro 3700 a fronte di un sinistro inesistente.
Ma gli investimenti di pedone causati apparentemente da Scalera Vincenzo non si arrestano qui, poiché stando alle false denuncie di sinistro in atti e, soprattutto, alle pratiche di risarcimento inviate ne risulta un'altra in breve tempo, il 21.11.2099, in Aversa, allorquando Scalera Vincenzo, alla guida di una autovettura, avrebbe investito il pedone Luongo Giorgio. Il “protocollo” è il solito: il giorno dell’incidente al pronto soccorso di Napoli -S. Giovanni Bosco - Luongo veniva giudicato guaribile in giorni cinque s.c. , la pratica legale veniva affidata all’avvocato Tagliarina Anna che inoltrava richiesta di risarcimento danni alla società assicurativa; a quel punto la prognosi veniva “allungata” dal dottore Franco Mancini, mentre gli esami ecografici venivano effettuati presso il centro Massa ed il relativo referto firmato dalla Dottoressa Mazzacca. Il “danno” veniva, poi, liquidato per la somma di euro 6400, come si evince dalla documentazione presente nella cartellina sequestrata.
Significativo è che sul referto relativo a Luongo Giorgio, è riportata la dicitura “AN” e “ANNA LUONGO”; a riguardo la PG segnala che sia Luongo Anna che Luongo Giorgio collaborano con Di Caterino ed intrattengono rapporti stabili con quest’ultimo, così come emerge anche dalle conversazioni di seguito riportate, che dunque confermano la continuità degli incontri tra gli stessi. Si noti, infatti, che le conversazioni intercettate tra Luongo Giorgio e Di Caterino Angelo sono più di settanta e dalle stesse emerge chiaramente il contributo di Luongo Giorgio nella formazione dei falsi sinistri stradali. Nella richiesta cautelare del PM e all’all. 38 dell’informativa conclusiva, sono riportati alcuni brani delle telefonate più significative a riguardo, nelle quali i due Luongo, Anna e Giorgio, ma principalmente il secondo, parlano con Di Caterino di documenti e di generalità di persone i cui dati servono a quest’ultimo per delle pratiche che evidentemente i tre conoscono bene, alle quali fanno riferimento in modo vago, oltre che di appuntamenti che evidentemente sono funzionali a queste attività. In molte di esse si nota una certa familiarità tra i tre, anche se gli appellativi che Luongo Giorgio riserva a Di Caterino “Amore”, “Amore mio” etc. sembrano piuttosto il segno di un modo di parlare che non sintomatici di una relazione sentimentale tra loro.
Da notare che dopo le perquisizioni della PG, che hanno edotto tutti i protagonisti principali dell’indagine degli accertamenti e dele indagini sul loro conto, nella telefonata nr. 8825 del 8/2/2011 Di Caterino contatta Luongo Giorgio informandolo che ha bisogno di incontrarlo di persona per parlargli e per la prima volta assume con lui un tono più cauto. Sul punto si rinvia alle pagg. 167 e seguenti dell’informativa conclusiva.
Ancora un investimento stradale causato da Scalera Vincenzo sarebbe accaduto, in data 12/7/2008, in Aversa, allorchè egli alla guida di una autovettura, avrebbe investito il pedone Falcone Eleonora. A seguito del sinistro, la Falcone si recava presso il pronto soccorso di Aversa dove veniva giudicata guaribile in cinque giorni, s.c.; complicazioni che puntualmente giungevano (sigh!), poiché dopo la richiesta di risarcimento danni alla società assicurativa a firma dell’avvocato Tagliarina Anna, la prognosi veniva “allungata” dal dottore Franco di Fabio e il sinistro veniva liquidato per ben euro 3340 come si evince dalla documentazione presente nella cartellina sequestrata. Per una “strana coincidenza” allorché la vicenda sfociava in una lite giudiziaria e veniva iscritta la causa a ruolo dinanzi al Giudice di Pace di Maddaloni, a favore della attrice presunta vittima dell’investimento veniva indicata come teste e effettivamente chiamata a testimoniare l’indagata Migallo Maria, di cui s’è già detto e sulla quale si tornerà più avanti, la quale effettivamente ha deposto sulla dinamica del sinistro come da verbale di udienza agli atti (Allegato n. 39).
In riferimento al sinistro in questione il PM ha riportato nella richiesta cautelare il testo di alcune conversazioni telefoniche nel corso delle quali l’avvocato Tagliarina parla con altri suoi colleghi del sinistro in questione, nel tentativo – riuscito - di definire la questione in via transattiva prima della CTU. Si tratta di conversazioni tutto sommato piuttosto generiche e apparentemente del tutto neutre dal punto di vista indiziario, ma la loro lettura è comunque emblematica non solo della pressappochezza con cui queste vicende venivano gestite dagli stessi legali interessati, ma anche della prassi, che in teoria non avrebbe ragione di esistere, ma che invece è quanto mai diffusa in questo genere di giudizi, per la quale sono gli attori a premere per una transazione sull’assunto di fare risparmiare i soldi per le spese di CTU alle compagnie assicuratrici convenute. La ragione è evidente: benché molto spesso anche le perizie di ufficio siano caratterizzate dalla medesima trascuratezza e genericità se non dover proprio mercimonio, c'era comunque sempre il rischio che un perito più attento nominato dal giudice di pace potesse verificare che in realtà i danni lamentati dall'attore in realtà fossero inesistenti o comunque molto lievi disconoscendo la tesi supportata dal falsi referti di cui si è ampiamente. Per questa ragione molto spesso erano proprio i difensori del vinto danneggiato a premere per una transazione stragiudiziale a giudizio già avviato, prima della definizione dello stesso, cercando di far leva sulla documentazione sanitaria artatamente creata da parte dei medici prezzolati odierni indagati, la quale documentazione a prima vista, rappresentava in maniera tranquillizzante delle lesioni che a ben guardare erano del tutto inesistenti.
La trascrizione di quelle conversazioni si rinviene alle pagine 171 dell'informativa conclusiva più volte richiamata.
Altro sinistro stradale caratterizzato dalla medesima dinamica è quello al centro della vertenza tra Scialdone Salvatore e Scalera Vincenzo contro Pugliese Mauro e Vittoria Assicurazioni, che sarebbe accaduto il 19/4/2009, in Melito di Napoli, allorché - ancora una volta- Scalera Vincenzo, alla guida di una autovettura, investiva il pedone Pugliese Mauro.
Anche in questo caso, nella pratica si rinvengono in referto del pronto soccorso, un nuovo certificato che allungava la prognosi, a firma del dottore Franco Di Fabio ed infine le radiografie effettuate presso il centro Massa, che evidenziavano delle lesioni post traumatiche. Il sinistro in questione è stato liquidato per un ammontare di euro 2000 a favore del Pugliese con assegno la cui copia è contenuta nel fascicolo sequestrato. (cfr. All.40)
A parere del pubblico ministero il sinistro sarebbe riconducibile, oltre che a Scalera Vincenzo, attore del sinistro in oggetto, anche ai predetti a Migallo Maria e Di Caterino Angelo, come risulta dal testo dei messaggi SMS che la prima ha inviato a Di Caterino, di seguito riportati, nei quali - a parte un linguaggio etico e piuttosto sgrammaticato-si rinvengono chiari riferimenti al presunto danneggiato Pugliese Mauro, il quale evidentemente tramite la Migallo cercava di contattare Di Caterino per la questione del falso sinistro in cui lo stesso è risultato coinvolto.
La deduzione, senza dubbio plausibile, non è stata tradotta tuttavia in alcuna imputazione a carico né della Migallo né di Di Caterino, cosicché allo stato rimane unicamente una pista investigativa da approfondire. Il testo di quegli SMS può essere letto nell’informativa alle pagine 174 e seguenti.
Ancora sul conto di Scalera Vincenzo, va ora considerato il sinistro e il conseguente giudizio che ha coinvolto tali Buoninconti Ludovico e Scuotto Patrizia Immacolata contro e Di Lorenzo Maria (per il quale all’all. 27), che è sicuramente riconducibile a Di Caterino Angelo, unitamente alla Migallo Maria, tant’è che sul referto del pronto soccorso è riportata la sgila “AN” che è riferita appunto al Di Caterino Angelo, che evidentemente per i medici coinvolti serviva a riconoscere che le persone visitate e refertate era da ricondurre al procacciatore Di Caterino, presumibilmente anche per riscuotere poi il relativo compenso.
La falsità del sinistro emerge chiaramente dal contenuto delle conversazioni nn. 6177, 1945, 1952, 6182, 148,159, 172, 310, riportate per esteso dell'informativa e di seguito solo nei brani più importanti, nelle quali, in particolare, la Migallo Maria non riusciva a ricordare di essere stata la “procacciatrice” del sinistro relativo a Scuotto Patrizia, mentre riconosceva come proprie “clienti” Testa Ersilia e Di Lorenzo Maria.
La particolarità da evidenziare nelle conversazioni che seguono è che sia la Migallo che Di Caterino in quelle telefonate appaiono entrambi preoccupati, in quanto Testa aveva disconosciuto il sinistro nel momento in cui si è presentato presso la sua abitazione il perito dell’assicurazione (sul punto si veda l'allegato 27).
Si parte dal messaggio nr. 148 del 1.12.2010 che la Migallo Maria, con utenza nr. 366/3147687 invia a Di Caterino Angelo, sull’utenza nr. 327/1938415:
M: Angelo chiama testa ersilia assicuratore a casa la denunciato urgente 3389571962 dice che la` fatta pure firmare il n.e` di ersilia
Al messaggio segue poi la conversazione n. 159 sempre del 1/12/2010 con la Migallo che ancora molto allarmata chiama Di Caterino Angelo e questi che ostenta distacco (evidentemente perché preoccupato di essere intercettato) tant’è che la sua interlocutrice stenta a comprenderne il tono e insiste sugli stessi argomenti e con la stessa richiesta:
A: Chi é?
M: Chi è che è incinta? senti hai chiamato a Testa Nu ... Testa Ersilia?
A: No non ho chiamato nessuno.
M: ...incomprensibile,,, telefono vedi che è urgente perché dice che sono andati i carabinieri a casa sua.
A: Eh e che dobbiamo fare sono andati i carabinieri e che dobbiamo fare eh eh se ...
M: E tu perché non chiami.
A: E non è una cosa nostra.
M: Si ma ...
A: No è ... ma se sono carabinieri non è roba nostra perché noi i carabinieri non ce li abbiamo.
M: Angelo per favore puoi chiamare mi fai questa cortesia.
A: No mai io non chiamo nessuno Maria ... chiama tu e vedi che cosa è io non chiamo a nessuno.
M: Già ... già mi ha fatto l'imbasciata a me.
A: Eh eh e che imbasciata ti ha fatto?
M: E mi ha fatto l'imbasciata che è andato questo qua del perito a casa e ha detto così che questo dice che non ha buttato nessuno sotto.
A: Eh eh e ma come si permette ... falla andare a denunciare deve dire io denuncio questa persona che è venuta a casa perché mi ha minacciato e venuta a casa e mi ha minacciato.
M: Angelo scusa non è che potresti chiamare e ti fai spiegare ...
A: No io non posso chiamare quello che ti sto dicendo a te posso dire a lei io purtroppo ...
M: ...incomprensibile... ecco fatto puoi dire quello che hai detto a me lo dici a lei.
A: E diglielo tu è la stessa cosa.
M: No non lo posso dire io lo vuoi dire tu ?
A: E non fa niente ... no io non dico niente ha fatto non fa niente ha fatto ... ha messo la firma tutta male e non fa niente non fa niente falla fare tutto male.
M: Ma non è che l'ha fatto per qualcosa l'ha fatto perché quello l'ha fatta mettere paura.
A: E non fa niente l'ha fatta mettere paura si è messa paura? e si prende il guaio che dobbiamo fare è un problema suo adesso mica è il nostro eh.
M: Suo di chi?
A: Il suo suo il suo perché ...
M: ...incomprensibile...
A: Comunque lei ha firmato poi ha detto che non sa niente e adesso che ne so è un problema suo a noi che...
M: La puoi richiamare scusami?
A: Ce ne frega ... no ma io non chiamo nessuno perché io non sono tenuto a chiamare .
M: Va bene ok va bene tu non sei dovuto a fare niente ciao.
Dal tono della conversazione è chiaro il meccanismo adottato, che del resto risulta in tutte le pratiche visionate nel procedimento: i procacciatori, che a vario livello organizzano i sinistri e istruiscono le pratiche di risarcimento, fanno in modo di non comparire mai ufficialmente in nessuna di esse, anche perché, in un andamento lineare, non vi sarebbe alcuno spazio per quella figura: l'iter fisiologico consisterebbe infatti in una serie di singoli sinistri stradali scollegati l'uno dall'altro, in cui ciascun danneggiato dovrebbe rivolgersi autonomamente al proprio avvocato per adire l'assicurazione avversa per il risarcimento. Ecco dunque che, benché questi soggetti siano presenti e noti a tutti gli operatori che si muovono nel settore (avvocati, periti, medici, cancellieri, c.t.u.), i procacciatori non compaiono mai ufficialmente se non - tutt'al più - con delle sigle che solo i diretti interessati riconoscono, come abbiamo visto appunto nel caso di Di Caterino. È per questa ragione che l'indagato ostenta di non preoccuparsi affatto quando viene in rilievo la falsità del sinistro di cui sarebbe rimasta vittima la Testa, poiché quest'ultima - che come sappiamo è una semplice figurante assoldata per poche centinaia di euro -apparentemente risulterebbe come l'unica autrice della balza pratica di risarcimento del danno. Proprio per questo, mostrando maggiore lucidità rispetto alla sua interlocutrice, nelle conversazioni riportate Di Caterino insiste nel ripetere alla Migallo che il disconoscimento del sinistro non è un problema suo.
Lo schema si ripete con il messaggio SMS nr. 172 sempre del 1.12.2010 inviato dalla Migallo Maria a Di Caterino :
“Ang.ai chiamato testa ersilia?risp.e` urgente”
al quale in ogni caso è evidente che sia seguita tra i due una conversazione dal vivo, non intercettata, poiché è chiaro che la questione sia stata successivamente chiarita e risolta. Il falso sinistro in questione, infatti, continua ad essere trattato e istruito dai due, con la Migallo che continua ad inviare SMS a Di Caterino, stavolta per una confusione tra le parti della causa, e il secondo che continua a occuparsi della questione risarcitoria, degli appuntamenti, della visita medica e di tutti gli adempimenti nei quali come sappiamo e gli è particolarmente esperto e attivo per confezionare falsi incidenti supportati da documentazione sanitaria inoppugnabile.
Ecco dunque il messaggio nr. 1952 del 14.12.2010 che la Migallo Maria, con utenza nr. 366/3147687 invia a Di Caterino Angelo, sull’utenza nr. 327/1938415, sempre relativo alle parti di questo sinistro stradale:
“- Ho chiesto a testa ersilia dice nn conosce scuotto patrizia immacolata leggi bene e` di aversa caserta nn e` mia chiedi a santi` o salv.o enzo o mimmo opp.l”
Segue poi altro SMS sul punto,il nr. 6177 del 16.01.2011 inviato dalla Migallo a Di Caterino.
M: “An scuotto patrizia e` tua?”
Ed ancora il messaggio SMS nr. 6182 sempre del 16.01.2011:
“Scuotto nunzia no scotti patrizia scusami ma sn convinta di averlo sentito sto` nom!mannag che gaffa ciao ancora mi devi dire x martedi` se mi paghi vengo”
al quale segue poi la telefonata avente nr. 1945 tra gli stessi
A: Pronto.
M: Senti ho chiesto a tutti non è mia.
A: Che cosa non è tua?
M: Scuotto Patrizia Immacolata.
A: Eh è roba tua perché ...
M: ...incomprensibile... perché la sopra c'è scritto Aversa Caserta non le conosco proprio queste persone qua sfortunatamente conosco solo a te ... di quelle persone là.
A: Che significa ... che significa non ho capito Aversa?
M: Sopra la patente c’è scritto Aversa ... Caserta ...
A: Quale patente?
M: Vedi che ... ah?
A: Quale patente?
M: Sopra la fotocopia.
A: Ma quale fotocopia?
M: La fotocopia di Scuotto Patrizia Immacolata.
A: Eh e quindi? è roba tua non ti preoccupare eh ...
M: Non è la mia non la conosco.
A: Eh non la conosci non la conosci non fa niente.
M: E non la conosco scusa perché non chiedi a Santino a Mimmo a tutti questi qua che ...incomprensibile...
A: No no non chiedo a nessuno.
M: Sono persone che stanno ...incomprensibile... ma perché per forza io te l'ho portata?
A: Eh e va bene ti faccio vedere la fotocopia dai quando ci vediamo.
M: Ce l'ho già la fotocopia.
A: E allora è la falsa io ho quella originale.
M: Angelo quella che ho è buona non è ... non è la fotocopia però non è la mia.
A: Va bene.
M: Se era la mia te l'avrei già ... perché non ti dovevo risolvere questo problema scusa.
A: Va bene.
M: Che quella poi è una cosa di Ersilia e di Lorenzo ... quelle la ...incomprensibile...
A: Va bene.
M: Sono clienti mie ma questa qua non la so.
A: Va bene ...incomprensibile...
M: Ok.
A: A che ora devo venire a prendere a questa?
M: Alle tre e mezza (15:30) ti ho mandato il messaggio centomila volte.
A: Alle tre e mezza (15:30) ...incomprensibile... perché te l'ho detto l'hai avvisata che la visita è alle cinque (17:00)?
M: Ah?
A: L'hai avvisata che la visita è alle cinque (17:00)? io la vengo a prendere prima perché devo andare a fare prima un altro servizio e non mi trova?
M: Si alle tre e mezza (15:30) tu portatela dietro poi te la piangi tu e lei ... tu già quella fuori la macchina ha detto che le devi dare prima i soldi.
A: Eh eh le do tutto quanto non ti preoccupare.
M: No ma a me queste non sono ... non ...
A: Eh eh eh eh.
M: Non me ne frega ... tanto c'è anche il figlio davanti tanto tu sei abituato così.
A: Eh eh eh.
M: ...incomprensibile...
A: Eh eh non ti preoccupare eh eh.
M: Vaffanculo.
A: Eh eh.
Apparentemente neutra, ma invero estremamente significativa, è anche la conversazione che segue, avente numero progressivo 310 del 15.12.2010, nel corso della quale Di Caterino Angelo, viene contattato da tale avvocato Rampone al telefono fisso dello studio dell'avvocato Anna Tagliarina. Da questa telefonata si comprende infatti che la Tagliarina e il tale Rampone sono contrapposti nel giudizio inerente il falso sinistro in questione; il secondo, in realtà, non si meraviglia affatto di trovare il Di Caterino che gli risponde al telefono della sua collega Tagliarina, evidentemente perché lo considera coinvolto nelle pratiche risarcitorie alla stregua di un avvocato. In altri termini, questa telefonata conferma quanto si è detto più sopra sul ruolo ufficioso dei procacciatori di sinistri, quali collaboratori degli studi legali o protagonisti anche in proprio delle vertenze; queste figure, in altri termini, pur non comparendo affatto ufficialmente sono note e ben accettate da tutti i protagonisti, ivi compresi quelli che da ciò risultano in qualche modo svantaggiati, nella loro veste processuale, come è ad esempio il caso di tal avvocato Rampone, il quale, da quanto si comprende, dovrebbe essere il difensore della parte convenuta e dunque, svolgendo il suo lavoro con etica e professionalità, avrebbe dovuto quanto meno insospettirsi per la diretta partecipazione e consapevolezza di Di Caterino (che non è né avvocato né praticante, naturalmente) al giudizio nel quale la parte che egli assiste finisce per essere truffata proprio per l'attività assicurata dal Di Caterino. Egli invece quando riconosce Di Caterino al telefono lo saluta scherzosamente e con una familiarità che – francamente - avvilisce.
A: Pronto?
R: eh pronto?..studio Tagliarina?..
A: si salve chi parla?
R: sono l'avvocato Rampone...c'è la collega?...
A: no non c'è.
R: Anna non ci sta?...senti mi vuoi fare una cortesia?..mi servirebbe un rinvio dal 10 dicembre..
A: si.
R: ti dico le parti?
A: si si grazie.
R: Di Lorenzo Maria più teste Ersilia contro Generali..
A: un secondo solo...10 dicembre hai detto?
R: si...
A: Gigi?!.
R: uè Angelo ma sei tu?
A: si.
R: possino ammazzarti...(esclamazione ironica)...
A: ah ah ah (ride).....10 febbraio?..
R: si...
A: per prova teste.
R: eh ma a quando ?..10 febbraio?
A: si si 10 febbraio.
R: Ah...(incomprensibile)......non mi va proprio oggi....tutto a posto lì ?...
A: tutto bene.....tutto bene a te?
R: si...hai risolto quel problema?...
A: eh..insomma...poi ne parleremo...
R: eh...va be...però...........
A: si si ...no no...assolutamente...
R: senti a me che stavano (incomprensibile)...
A: eh eh (ride).
R: va bene... Mi
A: va bene?
R: un abbraccio angiolè....
A: ciao Gigi..ciao.
R: ciao.
Tornando a Scalera Vincenzo, la sua partecipazione al falso sinistro in oggetto ed al “confezionamento” dello stesso, emerge dal rilievo che egli risulta essere stato citato, da parte dell’avv. Tagliarina, quale testimone nella causa pendente dinanzi al Giudice di Pace di Aversa. È appena il caso di sottolineare la singolarità della reciproca indicazione come testimone delle rispettive cause di risarcimento per Scalera e per la Migallo, segno che entrambi sono a disposizione Di Caterino e collaborano con questi sia per procurargli figuranti per i vari sinistri, sia per fungere loro stessi da testimoni oppure da vittime.
È il caso, ad esempio, della pratica che coinvolge Di Caterino Angelo contro Pezone Salvatore e la compagnia di assicurazione Groupama , con riferimento all’incidente che sarebbe avvenuto in data 23.01.2008 allorchè Di Caterino Angelo, alla guida di un ciclomotore, avrebbe investito il ciclista Pezone Salvatore. Come evidenziato dalla PG dell'informativa, il sinistro in questione è molto significativo, anche ai fini della prova della sussistenza della associazione tra gli odierni indagati, atteso che nello stesso risultano coinvolti a vario titolo quasi tutti i principali indagati.
Gli esami radiografici, infatti, sono a firma del radiologo del centro Massa e la successiva prognosi viene allungata dal dottore Gentile; la consulenza medica di parte viene, poi, redatta dal dott. Vincenzo Schiavone e la pratica relativa al sinistro gestita dall’avvocato Tagliarina che cita in giudizio la compagnia di assicurazione. Il ruolo rivestito da Scalera Vincenzo in questo caso è ancora una volta quello di testimone, citato dall’avv.Tagliarina davanti al Giudice di Pace di Aversa per l’udienza del 03.03.2009, nel corso della quale effettivamente è stato escusso in ordine alle modalità del sinistro in oggetto. Dalla documentazione presente nel fascicolo si apprende che e anche tale sinistro è stato poi liquidato dall'assicurazione liquidato con ben euro 3800 (all. 47).
Non resta che considerare, dunque, che se fossero veri tutti i fatti rappresentati nei vari giudizi nei quali compare Scalera, dovrebbe concludersi da un canto che egli sia uno dei peggiori automobilisti in circolazione, autore di un numero di investimenti di pedoni assolutamente senza uguali, dall'altro che in quelle occasioni in cui non si trova al volante e i risultati testimone di incidenti stradali in un numero di volte che non ha pari nell'esperienza di nessuna persona che svolga una vita normale. Si noti che il ricorso preferenziale a investimenti di pedone da parte di un'automobile risponde ad una precisa strategia, in quanto in tale tipo di sinistro, a differenza di quanto accade nello scontro tra due automobili, ovviamente non è possibile la prova incrociata basata sulla verifica dei danni sulle due vetture e dunque la stima della compatibilità di detti danni con la dinamica del sinistro prospettata dall'attore, poiché nella maggior parte dei casi si tratta di lievi investimenti nei quali l'impatto con il pedone presumibilmente non avrebbe lasciato comunque alcuna traccia o ammaccatura sull'auto investitrice. Ecco quindi che in questi casi confutare la genuinità del sinistro è più difficile per la parte convenuta rispetto a quanto accade nelle ipotesi di sinistri stradali in cui sono coinvolte più autovetture; nel caso di investimenti di pedone, di converso, la prova del sinistro di fatto si risolve unicamente nel referto medico e nella documentazione sanitaria che, come abbiamo visto, era estremamente semplice da procurarsi per gli odierni indagati.
Come si è già detto, però, il principale compito di Scalera consisteva nel reclutare le parti del sinistro stradale la cui documentazione veniva poi consegnata al Di Caterino per le incombenze del caso.
La paternità del sinistro invero è facile da individuare e la PG ha individuato una serie di pratiche riconducibili direttamente a Scalera Vincenzo per via di quella prassi di cui si è detto, invalsa nella gestione dei falsi sinistri stradali, di indicare all’interno della pratica i dati del procciatore, spesso apponendo il nome, o anche solo le iniziali dello stesso, sul certificato medico della parte.
Per questa ragione sono stati individuati una serie di falsi sinistri procurati da Scalera e affidati dallo stesso a Di Caterino Angelo per la gestione successiva.
Il primo da considerare tra questi è l’incidente cui si riferisce il giudizio tra Santorelli Orlando contro Busiello Santino (del quale peraltro si è già parlato come testimone in un giudizio nel quale era coinvolto direttamente il Di Caterino) e la Cattolica Assicurazione, sicuramente riconducibile a Scalera, come emerge dal tenore della conversazione di seguito riportata, nella quale è chiaro che Santorelli è stato da questi reclutato per confezionare il falso sinistro stradale. In tal senso depone anche l’annotazione apposta sul certificato medico del pronto soccorso rilasciato a Santorelli che riporta la dicitura di cui s’è già detto anche sopra “ Vcienz E Casert”, riconducibile senza dubbio a Scalera.
Emblematica è, come detto, la conversazione 487 del 3 dicembre 2010 intercorsa tra Di Caterino e Scalera, che conferma la tesi investigativa (si veda l’all. 41)
A: Pronto.
V: Oh.
A: Ue Vincenzo tutto a posto?
V: Mi hai chiamato che ne so.
A: Eh ... no ...incomprensibile... ci dobbiamo vedere un poco hai capito? perché il fatto di quello che ti ho avvisato del fatto di Schioppa no.
V: Eh.
A: Eh ... devi avvisare anche un poco il fatto di Santorelli e lo avvisi un poco.
V: Eh ... quando ci dobbiamo vedere?
A: Domani.
V: Eh ... va bene dai ok.
A: Va bene?
V: Va bene.
A: Però se tu lo vedi ... ti ricordi chi è questo Santorelli?
V: Eh.
A: Eh ... vedi di avvisarlo che se è una cosa non c'è sta fuori.
V: Va bene ok.
A: Va bene?
V: Ok cia cia.
Altro falso sinistro riconducibile a Scalera come ideatore e reclutatore dei figuranti è quello che coinvolge tale Schioppa Giuseppe, dal quale è poi scaturita la pratica di risarcimento nei confronti della Unione Assicurazioni .
Tanto si comprende dalle conversazioni aventi numeri 308, 487 tra Di Caterino e Scalera, riportate nell'informativa e nella richiesta cautelare del PM cui si rinvia (cfr. all. 30), nelle quali in sintesi i due parlano della necessità di incontrarsi con una certa urgenza per problemi relativi alle pratiche di Schioppa e di Santorelli, alle quali segue poi il messaggio SMS avente numero progressivo 645 del 29.11.2010 inviato da Di Caterino Angelo a Scalera, che - per quanto sgrammaticato -non ha bisogno di commenti:
“avvisa schioppa può darsi va perito digli di non firmare niente m”
Del sinistro e del conseguente giudizio in cui erano stati coinvolti tali Gazzillo e Dogali, reclutati da Scalera s’è già detto nel paragrafo relativo a Di Caterino.
Senza dubbio da attribuire a Scalera è anche il sinistro che avrebbe riguardato tale Miele Luigi, dal quale è scaturita poi una pratica di risarcimento nei confronti della Progress Assicurazione, come risulta chiaro dalla circostanza che sul certificato medico rilasciato in favore di Miele Luigi è apposta la dicitura già molte altre volte esaminata: “Vcienz E Casert”.
Stesso discorso vale per l'incidente che avrebbe coinvolto tale De Angelis Luigi ad opera di Pagliuca Giovanni e Pagliuca Bartolomeo assicurati dalla Admiral Assicurazioni, poiché anche in questo caso sul certificato medico rilasciato in favore di De Angelis Luigi è apposta la dicitura “Vcienz E Casert”, che si rinviene identica anche sul certificato medico rilasciato in favore di Gazzillo Tommaso nelle pratiche inerenti la vertenza tra Lagravanese Giuseppe contro Gazzillo Tommaso, Bove Salvatore e Assicurazione EIG.
Ciascuno di questi sinistri, del resto, nell'informativa e negli allegati sono citate delle telefonate che costituiscono un ineludibile riscontro, poiché in esse Scalera si sofferma sulle relative pratiche e cita i nominativi dei vari danneggiati. Non vi sono dunque dubbi che proprio lui quel Vincenzo di Caserta cui si riferiscono le annotazioni citate, anche se come si è detto all'inizio Scalera in realtà non proviene dal capoluogo ma dalla vicina Maddaloni.
Non a caso in alcune pratiche, parimenti create con la collaborazione dell'indagato, sui certificati medici falsi redatti allo scopo si rinviene la scritta “ Vcienz e Maddaloni”.
È il caso, ad esempio, della pratica che vede contrapposte tali Correra Anna contro Luongo Anna e Allianz, alla quale si riferisce la cartellina sequestrata, su cui è riportata appunto la scritta “ Vcienz e Maddaloni”, sul conto della quale sono state intercettate delle conversazioni che dimostrano l'esistenza di contatti tra Scalera e Correra Anna. In particolare nella telefonata avente numero progressivo 2018 del 21.01.2011 i due parlano della polizza di assicurazione dell’auto della donna, che si informa da Scalera su come estenderla ad altre sue vetture.
Un altro sinistro e relativo giudizio riconducibile alla creazione di Scalera è quello che vede contrapposti Capoluongo Maria e Pirozzi Giovanni contro Cioffi Luigi e Sai Assicurazione, al quale si riferiscono le conversazioni di seguito riportate, aventi nr. 1147 e 2158 (si veda l’all. 46).
Nella prima vengono intercettati Di Caterino Angelo e Scalera Vincenzo che parlano della pratica relativa a tale Cioffi Luigi e di qualcosa che deve arrivare, presumibilmente un indennizzo; nella seconda (nr. 2158 in data 29.01.2011) Scalera viene contattato da una donna che si presenta come la moglie di Cioffi Luigi, la quale evidentemente è interessata all'esito di un giudizio per il quale - a quanto pare - la causa sarebbe stata di recente assunta in decisione dal giudice di pace. La conversazione è interessante perché dalle parole della donna si comprende che ella è particolarmente interessata all'esito di quel giudizio dal quale si aspetta di ricavare qualcosa ed anzi ne chiede conferma più volte a Scalera. Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che in questo giudizio il marito Cioffi Luigi risulta come convenuto e danneggiante, cosicché evidentemente in un contesto normale e lecito egli - e dunque con lui sua moglie - non potrebbe in realtà attendere nessun guadagno da quella causa; in altre parole ciò dimostra che il falso sinistro era stato organizzato in modo che Cioffi mettesse a disposizione di Scalera la sua auto e dunque la sua polizza, per figurare come danneggiante a patto poi di dividere l'indennizzo con il finto danneggiato.
Se quelle fin qui riportate ancora non fossero sufficienti per delineare il ruolo attivo di Scalera accanto a Di Caterino, nella richiesta cautelare il Pubblico Ministero ha riportato altre conversazioni telefoniche che riscontrano il ruolo dello stesso Scalera e la sua partecipazione all’associazione per delinquere in parola, a stretto contatto con Di Caterino.
Significativa ad esempio è la telefonata tra i due avente numero progressivo 220 del 17.11.2010, nella quale si fa riferimento ad un tale Antonio Rossi, perito assicurativo, nonché alla necessità di aggiustare alcune pratiche con l'aggiunta di testimoni chiaramente falsi e inventati, come si comprende anche dal tono della telefonata:
V: Ohe Angelo...
A: weh Vincenzo tutto a posto...?
V: ehe tutto a posto, ieri ho dato, ho finito di dare tutto ad Antonio là, e ha detto che stamattina la consegnava anche...
A: ehe dico tutto a posto ha fatto no, dico...
V: ehe, tutto a posto...!
A: ehe no perché se mai la consegna, mai ci posso andare da...
V: no no stamattina ha detto che la consegnava stamattina ehe abbiamo fatto tutto come stava là, perciò non ho fatto niente hai capito, solo che ho messo due testimoni anche...
A: e una copia la hai fatta una copia...?
V: ehe no, però me la sono fatta io, hai capito...
A: ahe, và bene dai...
V: và bene...?
A: ehe le dobbiamo aggiustare, io tengo fatte le copie...
V: ehe...
A: le dobbiamo aggiustare capito no...
V: ehe ti dico io come sta fatta...
A: ahe...
V: ...tanto sta solo modificata una cosa senza problemi, hai capito...
A: ehe e poi che ti volevo dire, venerdì non ti dimenticare no, ci sta quella cosa a Capua, per tuo fratello...ti ho avvisato ora, capito...
V: Va bene...
A: ehe perché io ho un sacco di cose e perlomeno inizio ad anticipare, capito...
V: và bene ok...
A: allora venerdì a Capua...
V: và bene...
A: ehe ok ciao ciao...
V: ciao ciao...
Altrettanto significativa a proposito del ruolo di Scalera quale alter ego di Di Caterino è la conversazione n.224 del 17 novembre 2010 tra i due, da cui si evince che in assenza del secondo la gestione dei sinistri ed, in particolare, delle incombenze ad essi relative è demandata proprio a Scalera:
V: Ohe...
A: Vincenzo è caduta la linea, ti volevo dire no, essendo che io non ci sto venerdì fino a mezzogiorno, vuoi accompagnare un po’ tu...?...te la vedi tu...?
V: ehe va bene...
A: ehe te lo vedi tu...quella è la bionda, lo tieni il numero no...?
V: si si...
A: te lo vedi tutto quanto tu allora, posso stare con il pensiero tranquillo...?
V: non ti preoccupare...
A: va bene, ok, ciao ciao...
Altra interessante annotazione sul ruolo di Scalera è quella che si trae dalle conversazioni di seguito riportate, nelle quali è chiaro che l'uomo si presta anche alla gestione delle udienze nelle varie cause di risarcimento intentate innanzi ai giudici di pace; lo spaccato che si trae da queste conversazioni è sorprendente e avvilente al tempo stesso poiché, pur essendo ormai abituati ad una disinvoltura che invero non ci si attenderebbe nell'approccio ai tribunali e alla professione forense, i dialoghi che seguono dimostrano come nessuno dei due interlocutori sembra essere minimamente turbato dalla circostanza di non essere né avvocato, né praticante e nemmeno laureato o anche solo studente di giurisprudenza, con i due che parlano tra loro come ci si attenderebbe tra due avvocati, colleghi di studio, che organizzano l'agenda degli impegni della settimana successiva. Se questo accade, evidentemente ciò significa che il contesto in cui i due si muovono con tanta disinvoltura accetta e tollera - se non addirittura favorisce - che i giudizi civili siano condotti e gestiti di fatto da dei procacciatori faccendieri, che non avrebbero alcun titolo per comparire nelle cause. Sull'argomento si ritornerà più avanti nel capitolo relativo agli avvocati che sono parimenti destinatari del presente provvedimento cautelare, ai quali evidentemente va ascritta almeno una parte della responsabilità per questa intollerabile invasione di campo che invece essi paiono accettare e incentivare.
A questo proposito è sicuramente significativa la telefonata nr. 257 del 18.11.2010 sempre tra Scalera Vincenzo e Di Caterino Angelo che di seguito si riporta:
V: Ohe...
A: Vincenzo...
V: Ohe...!
A: mi ha chiamato questo...
V: che c'è...?
A: mi ha chiamato questa persona...
V: ehe e quindi...?
A: e perché domani non ci sta nessuno, non và nessuno là e devi andare a fare rinviare...
V: e và bene dai...ora chiamo...
A: và bene...?
V: ehe non ci stanno problemi...
A: ehe non ci sta problema no...?quando sarà poi ce gli portiamo...
V: no, ci stavano problemi se domani mattina...lo sai no...perché già l'altra volta...hai capito, poi questo mi rompe il...(parolaccia)...!...tu lo sai non ci sono problemi...
A: no dico però la rinviamo, viene la prossima volta o no... ...non ci sono problemi...
V: non c'è problema, non ti preoccupare...
A: và bene, ok...
V: ciao ciao...
A: ciao ciao...
Altrettanto interessante, inoltre, è la conversazione trascritta al numero 788 in data 04.12.2010 nella quale Scalera e Di Caterino passano in rassegna le varie pratiche che hanno in corso e si soffermano sul ruolo e sui comportamenti dei diversi figuranti assoldati dal primo quali testimoni, falsi danneggiati, investitori etc., preoccupandosi di eventuali inadempienze o inadeguatezze degli uni o gli altri.
V: Ohe Angelo...
A: Weh Vincenzo...
V: ehe niente io qua ho incontrato soltanto a quello, Stefanelli...
A: ehe...
V: ehe c'è stato già...!
A: ...(bestemmia)...!
V: capito...è stato là, quell'altro ragazzo che sta con lui, non c'è andato proprio da lui, questo gli ha confermato delle cose però...è un casino, non si sà che cos'è...hai capito, perché quello che "cazzo" ne sapeva...!...ha detto, no ma vedi che quello ha detto così, così e così e io ho detto, così, così così e ho firmato...!...e io gli ho detto, e mi vuoi chiamare...!!... ohe...!
A: ehe...
V: ehe ora ho chiamato ad Angelo mi sono fatto dare il numero di telefono dal fratello che sono andato due volte a casa e non l'ho trovato, ora sto chimando sopra al telefonino e ancora non mi risponde...da quelli altri là ci sono andato, e tutto a posto...
A: ehe no io dico da Merola sia dal piccolo che dal grande tutto a posto...?
V: il grosso già te l'ho detto così...incomprensibile...
A: ehe no ehe...
V: il piccolo ha detto, no nessuno proprio, non ti preoccupare...
A: tutto a posto, e questa Antonella...?
V: da Antonella non ci è andato nessuno...
A: ahe ma tu ci la hai presa, la hai acchiappata...?
V: ehe l'ho acchiappata e ha detto no, da me non è venuto nessuno Vincenzo...
A: ehe ma gli hai detto che se và qualcuno...
V: come, gli ho spiegato, però secondo me perché quello è andato da quell'altro hai capito...
A: no...!...e quello non centra Sandorelli, quello è incomprensibile...e Stefanelli che stanno insieme, stavano, hai capito...!
V: ahe e allora no, non ci è andato nessuno, ne da lui e ne da Garzillo allora...
A: ahe neanche da Michele è andato...?
V: no neanche da Michele, no...
A: ahe solo...
V: sono andato da Michele, sono andato dal padre e dal figlio e il padre ed il figlio chiaramente mi hanno detto il fatto vecchio, che stavamo dicendo...incomprensibile...
A: ehe...
V: ehe diciamo così, da Stefanelli c'è stato due, tre giorni fa e non mi aveva detto niente ehe...ha detto no Vincenzo quello è venuto e io, e lui ha detto come era successo e io gli ho detto si, e io gli ho detto, ma tu che ne sai...!!?...hai capito... ...ha detto e io che ne sapevo...
A: ehe e se è andato due, tre giorni fa, vedi che ora va anche da questo altro scemo qua Michele, hai capito...
V: l'ho avvisato, l'ho avvisato, l'ho avvisato...
A: ehe...
V: ehe ora voglio acchiappare il fratello di Angelo perché ho il numero di telefono e lo voglio chiamare...hai capito...già l'ho chiamato ma non mi ha risposto però ora lo chiamo un altra volta da sopra, infatti ora sto andando sopra...
A: và bene, alla fine dei conti...incomprensibile...
V: alla fine dei conti il malamente è quella là che già sapevamo e questo scemo di Stefanelli...
A: e basta...?
V: e basta...però tu mi hai detto che ci sta anche Michele dentro e da Michele non ci è andato...ci può andare in questi giorni...
A: in questi giorni, sicuramente...
V: e non ci è andato, garantito...
A: va bene, ha detto che...incomprensibile...che non sapeva niente non voleva sapere niente...
V: no no, secondo me, chi lo sà come sono questa gente...gli avrà detto qualche cosa e quello gli ha detto si si si e gli ha firmato, hai capito...cioè...hai capito...
A: ho capito...
V: che ore erano, le due...e quello ha detto si...hai capito, queste cose così...perché io gli ho detto, ma tu che ne sapevi...?!...e lui ha detto Vincenzo che ne sò, quello lui me lo ha detto ed io ho detto si...e basta questo ha detto...non è che ha fatto come hai fatto tu, il fatto non voglio sapere niente e via dicendo, hai capito no...
A: ho capito...invece per il resto tutto a posto...
V: il resto tutto a posto, tranne questo Marco, però sono stato dalla sorella e la sorella non mi ha detto niente, quindi secondo me non ci è andato nessuno, altrimenti quella lo sapeva penso hai capito...
A: ahe e và bene, tu riesci a rintracciare questo Marco no...?
V: ho il numero di telefono, il numero di telefono e sto provando a chiamarlo, ti ripeto ora ho pochi soldi sul telefono sto salendo sopra e voglio chiamare sopra da me...
A: vai, allora ti chiama tra un quarto d'ora e mi fai sapere...?
V: ehe Angelo se vuoi ti posso dare anche il numero suo...
A: ehe dammi il numero che lo chiamo io dai...
V: ehe aspetta in linea fammi vedere se lo riesco a prendere...
A: ehe...
V: Angelo...!
A: ehe...
V: fai una cosa, dammi un secondo, stacca e mi chiami un altra volta...
A: ti chiamo tra dieci minuti dai, fra cinque minuti non ti preoccupare...
V: altrimenti fai una cosa, ora salgo io sopra provo prima a chiamare io e poi ti do il numero a te dai...và bene...?
A: ehe và bene ok...
V: ehe ciao...
Al di là degli specifici temi e problemi affrontati dai due, insomma, quel che colpisce di questa conversazione (ma anche di quella simile recante numero progressivo 1430 del 27.12.2010) è il continuo affannarsi di Scalera e di Di Caterino per istruire e portare avanti le varie truffe organizzate in un numero impressionante di casi, sempre avvalendosi di figuranti e attori prezzolati nei diversi ruoli e sempre sfidando - invero senza particolare apprensione - il rischio di controlli sia giudiziari e delle forze dell'ordine, sia da parte degli organi amministrativi interni delle compagnie.
2-a 8.) Migallo Maria
La figura di Migallo Maria è già emersa a più riprese nei paragrafi che precedono, dai quali è già chiaro che si tratta in realtà della principale collaboratrice di Angelo Di Caterino: la PG ha sottolineato come la mole dei falsi sinistri riconducibile alla Migallo è tale che la stessa ha informatizzato il proprio lavoro, riportando su supporto elettronico tutti i sinistri stradali creati e affidati per la gestione al Di Caterino Angelo.
Dalle indagini infatti sembra poter concludere che tra i sinistri stradali analizzati nel procedimento indagine sono quasi sempre da ricondurre alla Migallo tutti quelli in cui è parte un soggetto che proviene dalla zona tra Giugliano in Campania, Melito e Sant’Antimo, dove ella del resto risiede.
Va detto sul suo conto che, benché le utenze della Migallo non siano state oggetto di intercettazione diretta, in ogni caso i suoi stretti contatti con Di Caterino e gli SMS che ella gli invia quotidianamente (di alcuni dei quali s’è già detto nel paragrafo che precede) hanno consentito di conoscere in maniera quanto mai ampia e circostanziata il modo di operare della donna e la disinvoltura con la quale ella si procura i figuranti e i testimoni per i falsi sinistri che poi passa a Di Caterino e la spigliatezza con cui si rapporta agli interlocutori alla stregua di un avvocato. I suoi continui messaggi, in particolare, sono già da soli molto chiari e preziosi (pur se sorprendentemente sgrammaticati), per il loro specifico riferimento ai sinistri stradali attenzionati nel corso dell’indagine e forniscono un grande aiuto nella ricostruzione degli stessi e un continuo riscontro diretti alle altre risultanze investigative.
Sulla sua identificazione del resto non vi sono dubbi, sia per le telefonate e i messaggi di cui s’è detto, sia perché l’utenza 366/3147687 da cui ella parla con Di Caterino e alla stessa intestata, sia infine per le definitive importanti conferme che sono emerse in occasione della perquisizione domiciliare eseguita a suo carico.
Nella mole di sinistri trattati a vario titolo dalla Migallo, vanno innanzitutto considerati quelli in cui ella compare personalmente o nella veste di pedone investito, o di testimone o di conducente investitore nei falsi sinistri stradali escogitati, così del resto hanno fatto anche buona parte degli altri principali indagati, che non si sono fatti scrupolo di creare anche qualche falso incidente a loro nome o comunque di inserirsi personalmente con un qualche ruolo anche processuale per riempire dei buchi nelle varie pratiche inventate .
Seguendo dunque la impostazione della PG nell’informativa si parte dunque dai sinistri stradali in cui Migallo Maria compare personalmente.
È il caso innanzitutto della pratica che contrappone Vito Luigi contro Tamburrino Lorenzo e Corrado Francesco e la Progress Assicurazione, relativo al solito investimento di pedone, stavolta due Tamburrino Lorenzo e Corrado Francesco, avvenuto il 10 settembre 2009, in Lusciano ad opera della auto di proprietà della Migallo Maria, condotta da tale Vito Luigi.
A seguito del sinistro i due pedoni si recavano presso il pronto soccorso di Aversa dove venivano giudicati guaribili in 5 giorni, s.c.; la loro degenza però veniva prolungata dal dott. Michele Buono, mentre gli esami radiografici, alla spalla ed al ginocchio destro dei due, venivano eseguiti presso il centro radiologico Massa, a firma della dottoressa Mazzacca. La richiesta di risarcimento danni veniva inoltrata alla compagnia di assicurazione dall’avvocato Fausto Ibello (si veda l’All.54)
Altro sinistro sarebbe avvenuto invece il 31.3.2009, in Melito di Napoli allorché Carfora Domenico, a bordo della sua autovettura, avrebbe investito la Migallo Maria che camminava a piedi; al pronto soccorso di Aversa la donna veniva giudicata guaribile in 5 giorni, s.c., ma questa prognosi veniva “allungata” dal dott. Franco di Fabio mentre gli esami radiografici al ginocchio destro, venivano sostenuti presso il centro radiologico Massa
La richiesta di risarcimento danni veniva avanzata nei confronti della Compagnia di assicurazione Lloyd Italico dall’avvocato Anna Tagliarina (All.55).
Ma le disgrazie per la Migallo non si arrestano qui, perché ella sarebbe già stata investita un'altra volta, circa un anno primo il 29. 4.2008 in S. Maria Capua Vetere ad opera di tale Cipullo Gaetano, a bordo di una moto, assicurata con la compagnia Genertel. Stando al carteggio falso creato allo scopo (cfr. All.56), dopo il sinistro, la Migallo si sarebbe recata al pronto soccorso di S. Maria Capua Vetere dove veniva giudicata guaribile in 2 giorni, s.c.
La sua degenza era stata prolungata dal dott. Franco Di Fabio, mentre gli esami radiografici al ginocchio destro erano stati eseguiti presso il centro radiologico Centro Augusto di Napoli. La richiesta di risarcimento danni era stata inoltrata alla compagnia di assicurazione da parte dell’avvocato Paolo Cecoro il quale, successivamente aveva convenuto in giudizio le controparti dinanzi al Giudice di Pace di S. Maria C.V. All’udienza del 29.3.2010, si era poi presentato quale teste a favore della Migallo, tale Lagravanese Giuseppe, che abbiamo già incontrato nel paragrafo precedente, nella vicenda del sinistro Bove Salvatore e Gazzillo Tommaso contro Lagravanese Giuseppe e Tornincasa Annunziata, patrocinato dall’avv. Tagliarina (si veda allegato 44).
Se questi elencati fin qui sono i sinistri in cui compare direttamente la Migallo, ancor più cospicuo è il materiale investigativo raccolto con riferimento alla sua collaborazione con Angelo Di Caterino, per il quale – come già detto - ella si occupa di reperire gli “attori” da impiegare nei falsi sinistri stradali e non disdegna di occuparsi anche delle successive incombenze, cui partecipa personalmente.
La casistica a riguardo è molto estesa e sarebbe estremamente lungo riportare in questa sede tutti gli episodi, ricostruiti dalla PG incrociando i dati documentali acquisiti dalle pratiche sequestrate con le telefonate e gli SMS intercettati, nei quali la Migallo commentava, riferiva e spesso polemizzava con Di Caterino proprio con riferimento ai vari adempimenti connessi di volta in volta alle diverse vicende.
Nel rinviare dunque al paragrafo §.29, alle pagg. 594 e ss. della richiesta della Procura e all’elenco delle pratiche ivi riportato, ci si soffermerà qui su alcuni casi in particolare, che per varie ragioni si rivelano significativi e emblematici di un modo di procedere generalizzato e uniforme in decine e decine di casi.
Il primo che viene in rilievo è il giudizio tra Bruno Antonietta contro Testa Gennaro e Zurich, relativo a un investimento di pedone che sarebbe avvenuto il 19. 2.2009, in Melito di Napoli, in danno di tale Bruno Antonia; dopo il referto del Pronto Soccorso dell’ospedale di Aversa con sette giorni di prognosi, seguivano i certificati del dott. Franco Di Fabio, per prorogare la prognosi e poi i soliti esami radiografici presso il centro radiologico Massa. La pratica legale veniva affidata all’avv. Tagliarina la quale inoltrava richiesta di risarcimento danni alla Compagnia di Assicurazione che di seguito conveniva in giudizio innanzi al giudice di pace. Che il sinistro sia stato “costruito” a tavolino dalla Migallo Maria e Di Caterino si evince, in modo inequivocabile da una lunga serie di conversazioni e SMS (aventi nr 3434, 3972, 4003, 5547, 5466, 5523, 5524, 5535, 5574 e 5576), tutti riportati dal PM, di cui abbiamo già avuto modo di occuparci nel paragrafo 1-c), dove abbiamo esaminato la istruttiva conversazione tra la stessa Bruno Antonietta e Di Caterino, con le lamentele della prima per i tempi della pratica e le spiegazioni del secondo sulla sua visione del lavoro e della giustizia.
La Migallo era estremamente preoccupata per le lamentele della Bruno e per le minacce del marito di quest’ultima di andare dai Carabinieri ad auto-denunciarsi coinvolgendo, ovviamente, sia la Migallo sia Di Caterino, come si comprende dai ripetuti SMS che invia a quest’ultimo.
nr. 5547 data 11.01.2011:
“Marito bruno ant.dice che lui si va` a denunciare e` poi spiega cs.ha fatto cn te` e` fa` il tuo nome e` il mio ang.questo e` scem lo f? x davvero dice io dico”
nr. 5466 data 10.01.2011:
“Maronna mia!!6 chiamate di bruno antonietta stanno a chiamarmi tutti nessuno capisce che e` un caso che mamma e` cristina li anno avuto se lo sapevi sl tu”
nr. 5574 data 11.01.2011:
“Scusa ok.cosa?pos.prendere io il n?ang.pero` giovd.matt.5 minuti si va` a casa di bruno.”
Progressivo nr. 5576 data 11.01.2011:
“Ok.ho capito a casa di bruno nn ci vuoi andare.?ma fa cm vuoi.tu`!”
Da tutti questi messaggi inoltre traspare che tra Di Caterino e la Migallo v’è una sorta di rapporto di dipendenza, la cui natura non è del tutto chiaro, ma in forza del quale certamente la donna riconosce all’uomo un ruolo di primo piano e una responsabilità maggiore nella gestione delle situazioni più complicate, per le quali sembra volersi affidare a lui anche contro la volontà di questi.
Altro interessante falso sinistro creato o comunque orchestrato dalla Migallo, che offre per altro numerosi spunti e collegamenti, anche per i soggetti coinvolti, è quello al centro della pratica di indennizzo che ha coinvolto Avis Autonoleggio e Nicolò Francesco contro Giannattasio Jessica e Abate Vincenza e Generali Ass.ni, gestita dall’avvocato Tagliarina Anna e relativa all’investimento della minore Giannattasio Jessica che sarebbe avvenuto il 30 ottobre 2009, sulla strada provinciale Aversa Melito ad opera di un’autovettura presa a noleggio condotta da Nicolò Francesco.
Oltre al solito schema già visto molte volte (visita e referto del Pronto Soccorso dove si escludevano lesioni ossee, prognosi allungata dal dott. Michele Buono, successiva visita e nuovi esami radiografici presso il centro Radiologico), la falsità dell’intera vicenda si comprende anche dai protagonisti poiché il preteso investitore, Nicolò Francesco, compare in diversi sinistri stradali e nelle indagini risulta molto vicino a Cardone Silvio e quindi al Di Caterino Angelo. Il sinistro, del resto, si verificava proprio mentre Nicolo’ Francesco era alla guida di una autovettura Avis, intestata al centro noleggio proprio dello stesso Cardone Silvio, che come si vedrà s’era specializzato ed era il principale ideatore dei sinistri con i veicoli a noleggio.
Il sinistro in questione è riconducibile alla Migallo Maria sin dalla sua ideazione, tanto che sul primo certificato medico, quello del pronto soccorso è riportata l’inequivocabile dicitura “ Maria Melito”, per la quale invero non vi sarebbe altra valida giustificazione o ragione.
Anche in questo caso, poi, troviamo nelle intercettazioni telefonate e messaggi SMS tra Migallo Maria e Di Caterino Angelo, in particolare per quanto riguarda, come nel caso precedente, le lamentele Abbate Vincenza, madre della minore Giannattasio Gessica, rivolte alla Migallo stessa, che dimostrano e confermano la falsità del sinistro stesso.
In particolare, l’ultimo SMS riportato fa emergere le difficoltà della Migallo nello gestire i numerosissimi “clienti” relativi ai falsi sinistri stradali di cui la stessa si occupa unitamente al Di Caterino, giungendo fino a paventare una sorta di “licenziamento”.
La prima telefonata e la nr. 995 del 7.12.2010 e reca lo sfogo della Abbate con Di Caterino per i ritardi nella pratica, molto interessante come spaccato del modo di intendere la questione dai due protagonisti, che naturalmente non compiono nessun riferimento all’incidente della figlia della donna, come sarebbe stato comprensibile se si fosse trattato veramente di un risarcimento di un danno, ma poer tutta la lunga telefonata parlano della vicenda come di una pratica amministrativa, come se si trattasse della riscossione di una pensione o una provvidenza pubblica, una sorta di diritto della Abate. Il tono e il linguaggio adoperati sono indicativi di personaggi di basso livello di istruzione e educazione, nonostante Di Caterino provi a ostentare il contrario.
A: Pronto.
S: Pronto parlo con Angelo?
A: Pronto.
S: Eh ... pronto Angelo.
A: Si chi è?
S: Eh ... buona sera prima di tutto ... sentite io sono la signora Abbate.
A: Abbate si.
S: Eh ... sentite vi ho chiamato due mesi fa per sapere qualche cosa e voi non mi avete fatto sapere proprio niente adesso oggi domani e dopo domani ma non è che ... che perché io a Maria non la sto proprio sentendo ... perché mi stacca il telefono ... quella poi è un'altra secondo me sto sbagliando ma può darsi pure che ... che i soldi già sono stati presi e sono stati pure mangiati.
A: Si signora me li sono mangiati io i soldi.
S: Eh ... è colpa vostra che ve li siete mangiati voi ... e ma scusate io niente di meno ho una pratica ... io ho una pratica con voi da un anno e mezzo ... da un anno e mezzo giusto questo?
A: Si si.
S: Penso che voi lo sapete senza che ... e quindi non mi avete fatto sapere niente più niente.
A: Eh se me lo sono mangiato che vi devo far sapere signora.
S: Eh ma scusate ma così si agisce secondo voi?
A: E si secondo me si.
S: E ma scusate io parlo con Maria e Maria dice e quello Angelo ... dice oggi domani e dopo domani ... ma scusate a chi poi uno si deve rivolgere? uno ...incomprensibile...
A: A me a me a me a chi si è mangiato la pratica.
S: Eh eh eh eh e quando parlo con voi parlo ...
A: A chi si è mangiato ... a chi si è mangiato la pratica ... me la sono mangiata io.
S: Ma scusate ma se ... scusate Angelo ma se fossero pure voi no ...
A: Si si.
S: Giustamente voi che cosa pensereste fatemi sapere.
A: Si si che mi sono mangiato la pratica ... mi sono mangiato.
S: Eh eh eh ... vi siete mangiato la pratica?
A: Eh.
S: Eh ... e quindi ... che vi devo rispondere io.
A: Eh non lo so che mi volete rispondere.
S: Ho un pò di educazione io.
A: Eh che vi devo dire anche io ho un pò di aducazione perciò rispondo così.
S: Eh no scusate perché io ... perché io dopo che ...
A: Perciò vi rispondo così ...
S: Io ...
A: Io se ero maledecucato vi risponderei diversamente ...
S: Io ...
A: Essendo essendo ...
S: Ditemi.
A: Essendo che sono una persona molto seria anche io come voi ...
S: Appunto.
A: Vi rispondo mi sono mangiato la pratica che vi devo dire?
S: Appunto ... e allora ... allora solo questo mi sapete rispondere scusate?
A: No e perché voi siete la signora che mi avete chiamato venti (20) giorni fa no due (2) mesi fa eravate voi e l'altra signora.
S: No no ... ma no Angelo.
A: Eh signora ... scusate signora Abbate.
S: Io non ...incomprensibile... che quella signora che ... chi sarebbe la signora Esposito?
A: Signora signora.
S: E che c'entro io e che c'entra mia nuora scusate ne Angelo ...
A: Signora.
S: A me è una cosa e a lei ne è un'altra ...
A: Signora ...
S: Ditemi ditemi ... ditemi Angelo.
A: Mi avete chiamato voi venti giorni fa venti giorni ...
S: Io vi ho chiamato venti giorni fa ... io?
A: Si si si signora ...
S: Ma per caso ...
A: Io purtroppo ho perso ... ho perso tutto ma non la mente.
S: No aspettate Angelo ...
A: No e vi sto dicendo no ...
S: Ditemi ditemi.
A: Vi voglio far capire io purtroppo ho ho ... posso perdere tutto ma non la mente ... la mente ancora la devo perdere ...
S: Allora ascoltate ...
A: Quando perderò la mente ...
S: Ecco ...
A: Allora mi chiuderò in un manicomio ...
S: Sentite ...
A: E ... e mi faccio fare qual qualsiasi cosa ... però finchè ho la mente attiva mi ricordo ...
S: Allora ...
A: Io vi ho detto signora ... fatemi parlare ...
S: Vedete ...
A: No e poi mi rispondete.
S: Ah parlate voi parlate voi.
A: E poi mi rispondete.
S: Si.
A: Signora se io mi avrei ... mi avrei mangiato la pratica come dite voi ...
S: Eh eh.
A: Sarei sazio ma sazio non ci sono ... poi per quanto riguarda ...
S: Eh.
A: Io ... voi ... io vi chiamo io personalmente e per qualsiasi cosa ...
S: E nemmeno ...
A: La pratica non è stata mangiata non vi preoccupate ...
S: E ma ...
A: Poi se qualcuno vi informa ...
S: Eh.
A: Diversamente ditelo a questa persona ...
S: A questa persona.
A: Che purtroppo io non mi mangio le pratiche perché la carta non mi piace.
S: Eh voi dite ... allora io ... io vi dico un'altra cosa che se voi pensate che io sono quella persona che voi mi avete detto che vi ho chiamato venti giorni fa io non vi ho chiamato venti giorni fa ... te lo giuro sui miei figli.
A: Signora il problema lo sapete qual'è?
S: Eh eh perché voi ...
A: Non so ...non so ...
S: Voi dite che io ...
A: Chi vi ha dato il numero ...
S: Eh e chi me lo ha dato ... io adesso ve lo dico pure chi mi ha dato il numero ...
A: ...incomprensibile...
S: Vuoi che io te lo dico ... chi me lo ha dato il numero.
A: Ma è la stessa cosa ... chi ve lo ha dato o non ve lo ha dato ... io sto dicendo non lo so chi vi ha dato il numero ...
S: Eh.
A: Però vi sto dicendo che io ...
S: Ditemi.
A: Comunque come vi faccio sapere per le visite per tante altre cose vi faccio sapere anche per ... quello che viene non è che non vi faccio sapere.
S: Eh eh ... ma siccome ... posso dire un'altra cosa visto che stiamo parlando?
A: Si si.
S: Eh ... sentite io ho una pratica con voi è un anno e mezzo.
A: Si signora ...incomprensibile...
S: Un anno e mezzo.
A: Signora non c'entra ...
S: ...incomprensibile... nessuna chiamata.
A: Signora ma non c'entra ...
S: Ditemi.
A: Un anno e mezzo.
S: Va bene ...
A: Purtroppo purtroppo c'è chi nasce buono e chi nasce malato.
S: Eh eh e questo pure è vero.
A: E ancora e ancora ... e significa che adesso sta ancora ... ancora ...
S: Sono tutte malate allora tutte le pratiche che io ho fatto con voi ... scusate che lo sapete non ne ho fatto solo una no ... sono tutte malate?
A: E purtroppo non è che sono malate che sono malate perché ci sta qualche problema purtroppo è così non è che è colpa mia.
S: Va bene però Angelo alla sorella se voi vorreste capitemi ... non proseguo.
A: Signora ...
S: Se voi vorreste no ...
A: Io non vi sto capendo però vi sto dicendo solo che qualsiasi cosa ... qualsiasi cosa io vi faccio sapere io non vi preoccupate.
S: Eh ma non lo voglio sapere tramite Maria perché io con Maria ho litigato ... perché per me Maria non è buona.
A: No signora ma è buona o non è buona questi sono problemi vostri io non mi posso permettere ...
S: Eh.
A: Di dire è buona o non è buona ... io comunque avviso sempre a Maria poi Maria mi dice vacci tu dalla signora io chiamo a voi e comunque io devo avvisare per forza lei ...
S: Eh.
A: Perché comunque è una donna che io non ... non la posso scavalcare ma ...
S: No per l'amore di Dio io non è che ...
A: Io non la voglio ne scavalcare ...
S: Eh.
A: E non la voglio ne ... non voglio sapere se è buona o non è buona sono problemi suoi vostri non voglio sapere.
S: E della sua coscienza.
A: No no io dico ...
S: E perché ...
A: Qualsiasi cosa ... comunque con me si comporta bene poi non lo so non lo con gli altri come si comporta non mi interessa.
S: Sentite Angelo quì dove io abito io per per ... per bocca delle persone sapete cosa dicono?
A: Eh.
S: Che lei sta attaccata con voi e io perciò mi sono permessa di pronunciarmi in quella ...
A: Signora io non sto attaccato con nessuno ...
S: Frase poco corretta ... poco corretta.
A: Signora Abbate.
S: Ditemi.
A: Io non sto attaccato nemmeno con il Padre Eterno ...
S: Eh.
A: come sto attaccato con Maria.
S: Eh ...incomprensibile...
A: Non vi preoccupate.
S: Va bene.
A: Vi chiamo io.
S: Comunque ...
A: Non vi preoccupate ...
S: Io però ...
A: Mi chiamate quando volete non vi preoccupate.
S: ...incomprensibile...
A: ...incomprensibile... tranquillo
S: Potete fare una svolta io vi ringrazio.
A: Non vi preoccupate signora interesse mio e vostro.
S: Eh va bene.
A: Non vi preoccupate vi ringrazio scusate.
S: Va benissimo vi ringrazio buona serata.
A: No non vi preoccupate arriverderci.
S: Arrivederla arrivederla.
La chiosa giunge dopo due giorni via SMS dalla Migallo, che invia a Di Caterino il seguente messaggio:
nr. 1222 data 09.12.2010
M: “Mi anno scocciata gli insulti della gente x colpa tua abbate vincenza ma rott.o caz.”
Seguono ancora dei messaggi e delle telefonate, per i successivi appuntamenti per la visita peritale e altri adempimenti, dopo di che il 12/1/2011 la Migallo invia a Di Caterino il seguente SMS, nr. 5630:
“An.tutta la notte sn stata nervosa x colpa di bruno ant.esposito dora abbate enza che poi e` la capo banda ang.se tu` nn mi difendi giuro che mi licenzio m”
Del sinistro e della successiva azione tra Sansò, Pasqualina e Testa Annunziata contro Di Caterino Angelo e la Navale Assicurazione, riconducibile a Di Caterino e alla Migallo s’è già detto nel paragrafo relativo proprio a Di Caterino 2-a 1.), al quale si rinvia anche per i commenti della stessa Migallo sul nucleo familiare delle figuranti da lei convocate per il falso incidente.
Solito schema, con referti, visite successive e esami radiologici al centro Massa caratterizzano poi le pratiche Luongo contro Cozzella ed Assitalia, Busiello contro Cipolletta Salvatore e Generali Assicurazione, Iovine contro Guerriero e Liguria Assicurazione, Palmieri e Milucci contro Orefice Sofia e Genertel Assicurazione, per tutte le quali sono stati poi rinvenuti dei referti del pronto soccorso con riportata la scritta “Maria Melito” che fa riferimento a Migallo Maria.
Interessante tra gli altri attribuiti alla Migallo è l’ennesimo investimento di pedone che sarebbe accaduto, in Melito di Napoli l’8/5/2009 allorché Mauriello Pasquale investiva alla guida di un ciclomotore il pedone Sorrentino Patrizia, al centro della causa Turja Valdet e Mauriello Pasquale contro Sorrentino Patrizia e Allianz Assicurazione, che (oltre ai soliti certificati del dott. Franco Di Fabio ad “allungare” la prognosi e ai referti radiografici della la dottoressa Mazzacca del centro Massa con l’immancabile diagnosi di lesioni post traumatiche) si segnala soprattutto per una serie di SMS della Migallo, l’ultimo dei quali dimostra come la Sorrentino sia sul libro paga della Migallo per la funzione di attrice nel sinistro stradale che le aveva garantito.
nr. 88 data 27.10.2010
“Ce` la sig.sorrentino patrizia dice t? avevi detto il 21 ott.dovevi”
nr. 675 data 05.12.2010
“Sorrentino patrizia perito a casa sua”
nr. 7225 data 23.01.2011
“Ang.scusami ma mi ha chiamato sorrentino dice che il perita e` andat”
nr. 7250 data 23.01.2011
“An nn so` tu`!ma io vorrei sapere se sorrentino patrizia mi dice la verit? sul fatto del perita opp.ogni volta che gli serve 5oeu mi rompe lanima.ang.poi t”
Altro falso sinistro riconducibile alla Migallo, come emerge chiaramente dalla eloquente conversazione di seguito riportata è quello al centro del giudizio tra Archimio e Emanule contro Bernardo Elena e Toro Llyoid Italico, solito investimento di pedone, con i consueti certificati del dottore Di Fabio e radiografia del centro Massa, per il quale la richiesta risarcitoria è stata avanzata dall’avvocato Tagliarina (il tutto come risulta all’all. 61), che si segnala soprattutto per il solito tentativo di Di Caterino di non dire frasi compromettenti al telefono e di fare ricadere sugli attori che figurano come parti dell’incidente la responsabilità per dichiarazioni false o false denuncie.
Si tratta della telefonata nr. 1578 datata 8.11.2010 , tra Di Caterino Angelo e Migallo Maria
D: Pronto...
M: Angelo te la ricordi Bernardo Elena...?
D: si...
M: ehe ha fatto un guaio...!
D: ehe perché...?
M: è andato il perito a casa...?
D: ehe...
M: e ha detto che la macchina se è scappata...!
D: ehe il problema è il suo che dobbiamo fare noi...?
M: ahe non fà niente...
D: ...incomprensibile...
M: ehe e lei ha detto così quello dopo un anno, non mi avete avvisato sopra a niente, io sapevo che venivano a casa, gli ho detto io e và bene ora chiamo a lui e lo chiedo a lui... ...non ti sò dire niente...poi un altro guaio...
D: ahe Maria ci sentiamo dopo dai, questi guai...
M: no e aspetta, no aspetta...!
D: ciao Maria...!!!
Restano ancora da considerare, in questa rapida carrellata delle vicende sicuramente riconducibili alla Migallo, la pratica tra Mercede Vincenzo contro Migallo Gioacchino e Assitalia Assicurazione, che si caratterizza principalmente per i suoi protagonisti; oltre alla solita dinamica, investimento di pedone, la solita documentazione sanitaria, certificato del dott. Franco Di Fabio che prorogava la prognosi e radiografia del centro Diagnostika e la solita richiesta risarcitoria dell’avvocato Tagliarina poi chiusa con un risarcimento di ben 13700 euro, interessante notare che i protagonisti sono il fratello della Migallo e il solito professionista dei falsi sinistri, di cui s’è detto prima e su cui si tornerà più avanti Busiello Santino, atteso che all’interno della cartellina sono stati rinvenuti due documenti sui quali sono apposte le seguenti scritte: “Cugino Santino” e “Fratello Migallo Maria Ok”. La testimonianza a favore del Mercede innanzi al Giudice di Pace di Aversa, inoltre, era stata di Musto Luigi, persona vicina al Di Caterino e, infine, la CTU medica, che ha attribuito al Mercede il 6% di invalidità, è stata stilata dal dott. Schiavone Vincenzo.
Degno di nota, infine, è il sinistro e la successiva pratica risarcitoria tra Manfredini Raffaele contro Festa Alessandro e Salvatore e l’Axa Assicurazione, per il solito investimento di pedone che sarebbe accaduto, il 5. 5.2008, in Capua ad opera di Festa Alessandro. Nella pratica troviamo il certificato del dott. Franco Di Fabio che prolungava la prognosi e il referto del radiologo del centro Augusto di Napoli, oltre alla richiesta risarcitoria alla compagnia assicurativa avanzata dall’avvocato Cecoro Paolo. La vicenda si caratterizza ancora una volta per la fibrillazione della Migallo a seguito degli accertamenti da parte del perito assicurativo, come emerge dal testo delle conversazioni 1364-1566-2898-4897-4955-4958-4952-4962, riportate per esteso nella richiesta cautelare della Procura, ma di cui qui si trascrivono alcuni passaggi, significativi della consapevolezza degli interlocutori dell’integrale falsità del tutto, tant’è che la Migallo si premura di sollecitare più volte l’intervento del più esperto e scafato Di Caterino.
Si parte con un SMS nr. 1364 del 6.11.2010 inviato a Di Caterino Angelo, sull’utenza 327/3017936 da Migallo Maria dall’ utenza 366/3147687
M: “Ang.da me` sta manfredini ci ho detto 5emez.barnig.ang.e` meglio seno` questo telo vedi sempre al titos.x una volta accetta il consiglio.”
M: “Ang.da me` sta manfredini ci ho detto 5emez.barnig.ang.e` meglio seno` questo telo vedi sempre al titos.x una volta accetta il consiglio.”
Dopo due giorni poi è Di Caterino a inviare un SMS a riguardo alla Migallo, il nr. 1566 dell’8.11.2010:
“ non ho fatto ancora nulla macchina domani poi a piedi manfredini forse rinvio ci vogliono 1.000 se riesco o si rinvia a 3 4 giorni ciao”
C’è poi una telefonata per fissare un appuntamento e convocare il Manfredini per una firma, dopo di che le richieste o le pressioni di quest’ultimo sulla Migallo devono farsi più insistenti, perché la donna prende a inviare una serie di SMS – come già visto in altri casi – per ottenere un interessamento diretto di Di Caterino.
Il primo ha nr. 4897 del 05.01.2011 alle 9.54
“ Ang.Manfredini ti chiama forse mamma ci ha avr? detto che ieri ? An”
Segue poi il messaggio nr. 4955 sempre del 5. 1.2011 alle 14.43:
“An x favore risp.e` manfredini ti prego angelo”
E poi, dopo qualche minuto altro messaggio, nr. 4958 data 05.01.2011 ora 14.52, più criptico nei riferimenti personali, invero pure intuibili, ma con l’ennesima sollecitazione a rispondere al figurante Manfredini:
“n 1omila donne sn unica che nn serve il tuo ........o va be` ciao risp.a Manfredini grazie”, il che sortisce qualche effetto perché effettivamente dopo qualche minuto sull’utenza di Di Caterino, n. 327/1938415 viene intercettata la chiamata di Manfredini Raffaele, con il quale il primo si prodiga in una serie di spiegazioni tranquillizzanti.
Va detto invero che nel corso dell’indagine, tra SMS e conversazioni, sono stati intercettati ben 3208 contatti tra Migallo Maria e Di Caterino Angelo tutte aventi ad oggetto le pratiche relative ai sinistri stradali; da essi si comprende senza ombra di dubbio che la Migallo è un punto di riferimento per Di Caterino per la zona Nord di Napoli e si adopera per lui per la soluzione dei problemi dovuti agli accertamenti dei periti assicurativi. In alcuni casi, però, si rendono necessarie manovre più articolate per arginare le conseguenze di un accertamento più pregnante da parte di un perito assicurativo che si sia accorto della falsità del sinistro, come accade ad esempio nel caso dell’incidente cui aveva partecipato tale Testa Ersilia, di cui s’è detto nei paragrafi che precedono relativi a Di Caterino e a Scalera, al quale si riferiscono le conversazioni nr. 148, 159, 162, 163, 165, 195, 202, 206, 207, 244, 250, 308, 383 pure già in parte riportate, dalle quali emerge in pratica che la Testa Ersilia è comparsa come attrice in diversi sinistri stradali, tanto da non ricordare nemmeno quanti. Dopo una certa fibrillazione per porre capo alla questione, che si comprende chiaramente dalle intercettazioni, su imput della Migallo Di Caterino riesca ad individuare il perito e a farsi consegnare la dichiarazione contenente il disconoscimento a firma di Testa Ersilia. Dopo tale episodio, però, anche il sempre distaccato Di Caterino raccomanderà ai suoi “attori” affinché non firmino più niente.
La vicenda offre in sintesi un interessante spaccato sul modo di procedere e di ragionare dei protagonisti del presente procedimento e le loro parole descrivono plasticamente i ruoli e le prassi di queste articolate truffe. La serie di trascrizioni che seguono, invero, non hanno bisogno di commenti, sia nella spiegazioni che Di Caterino richiede alla Testa, sia nei successivi tentativi del primo di rintracciare il perito, sia, infine, nelle direttive per gli altri falsi sinistri in corso che egli impartisce ai suoi collaboratori.
Dopo il messaggio SMS nr. 148 del 1.12.2010 inviato dalla Migallo a Di Caterino e la prima telefonata tra i due, di cui s’è detto anche più sopra, segue la telefonata nr. 162 sempre del 1.12.2010 tra Di Caterino Angelo e la Testa Ersilia
Testa Ersilia: pronto
Angelo: pronto
Testa Ersilia: chi è?
Angelo: sono Angelo con chi parlo?...ersilia
Testa Ersilia: si dimmi
Angelo:... Ersilia che è successo ..che Maria mi ha detto ..che è venuto...che è successo ?
Testa Ersilia: è venuto quello dell'assicurazione, non so chi era
Angelo: embe'
Testa Ersilia: a voluto sapere tutto pero' io non sapevo niente ..ha detto che io...non so chi ha fatto la polizza con uno di Modena che questo di Modena mi ha denunciato a me perché ha detto che a me non mi conosceva ..a detto che a me non mi aveva investito io non sapevo nemmeno .....ha detto tu la conosci a questa gente ? mi ha detto un paio di nomi ...io ho detto io non li conosco proprio ..ha detto anche quello che ha fatto l'incidente con te ....io ho detto no io non so proprio niente ...ha detto comunque questo ti ha denunciato .....anzi mi ha detto lui a me come è successo ...ho detto comunque io non so niente ..so che un incidente lo fatto si...sono andata all'ospedale di Giugliano e poi si è visto tutto il mio avvocato ...ha detto è chi è l'avvocato tuo, io ho detto adesso non mi ricordo
Angelo: ai messo qualche firma tu ?
Testa Ersilia: si mi ha fatto firmare perché incomprensibile
Angelo: ah ti ha fatto firmare
Testa Ersilia: mi ha fatto firmare, mi ha detto ...
Angelo: va bene comunque adesso ..è un guaio che passi tu ersilia
Testa Ersilia: mi ha fatto scrivere che io non sapevo niente ..e tutte queste cose
Angelo: è un problema tuo che ti devo dire mia cara
Testa Ersilia: e un problema mio, ma è un problema anche vostro, perché la prossima volta quando fate queste cose lasciate anche qualche carta che io posso anche rispondere
Angelo: no no il problema mio non è , è vostro, perché io ho sempre detto che non dovete firmare niente ...adesso che ne so...vedete voi
Testa Ersilia: eh.. quello non se ne andava, io che facevo ?
Angelo: non se ne andava, chiamavate i carabinieri voi e dicevate questo non se ne va da sotto al palazzo
Testa Ersilia: eh...quello mi ha detto un sacco di cose che io non sapevo proprio...incomprensibile
Angelo: voi dovevate dire proprio niente, dovevate dire sono problemi miei arrivederci e basta
Testa Ersilia: quello aveva tutto in mano Angelo ma che incomprensibile...io vi sto chiamando io da tre ore ..Maria e a tutti ...Maria incomprensibile ..non so niente non so niente ... poi sono problemi miei ..sono problemi vostri ..perché quando mi chiameranno io dico che non so niente
Angelo: fate bene ..fate bene...fate bene
Testa Ersilia: incomprensibile...è scattata una denuncia ...caro
Angelo: ma quale denuncia prendete....la prendete adesso che avete detto che non sapete niente ..oppure prima ? adesso la prendete
Testa Ersilia: no, ha detto che quello di Modena ha denunciato a me
Angelo: no, no non vi ha denunciato nessuno vi state impressionando
Testa Ersilia: comunque quello così ha detto, tu pensa che c'ero io mamma una mia zia incomprensibile ...
e, di seguito, subito dopo la n. 163 sempre tra i due:
Testa Ersilia: pronto dimmi
angelo: ma il numero di telefono di questa persona che è venuto non lo avete?
Testa Ersilia: no ..non mi ha lasciato niente, è venuto direttamente fuori alla porta Angelo
angelo: si ma come si chiamava questa persona ?
Testa Ersilia: si chiama Gennaro pero' non so come fa di cognome
angelo: ah
Testa Ersilia: ai capito ?
angelo: va bene, comunque voi non dovevate firmare ...incomprensibile ..
Testa Ersilia: aspetta..non ti sento dimmi ù
angelo: ho detto avete firmato?
Testa Ersilia: si ho firmato, ho firmato obbligatorio
angelo: ed avete sbagliato ..io vi ho sempre detto che non dovevate firmare ..incomprensibile non dovete firmare
Testa Ersilia: si pero' io non ti sto dando la colpa a te, pero ' incomprensibile..
angelo: Ersilia, adesso ti spiego una cosa , adesso ti spiego una cosa ..che voi dite...che voi dite non sapete niente il problema non è ne mio ne di nessuno ..il problema è solo vostro ,lo sapete il perché, perché comunque all'ospedale siete andati voi, la firma sotto al referto ce la vete messa voi ..incomprensibile..voi allora non potete dire io non so niente perché il problema è vostro non è mio ...quando un domani vi mandano a chiamare qualcuno e dite io non so niente ...quello il carabiniere...qualsiasi persona viene vicino a voi dice..ma la firma è la vostra , voi dite si ...è voi venite denunciati ...non viene denunciata qualsiasi persona
Testa Ersilia: pero non ha detto l'ospedale di Giugliano, ha detto l'ospedale di santa Maria Capua Vetere tu hai fatto il referto
angelo: eh..voi la siete andata
Testa Ersilia: no il referto lo fatto Giugliano
angelo: no no due due
Testa Ersilia: no sempre a Giugliano sono andata
angelo: è non lo so che cosa è successo uno due adesso non mi ricordo ..comunque la cosa importante è che voi non dovete firmare da nessuna parte ..poi chi viene viene dovete dire io non firmo da nessuna parte poi chi viene viene devi dire io non metto nessuna firma
Testa Ersilia: si pero' se io chiamo a Maria e dico Maria come stanno le cose , e Maria dice sempre vicino a me non so niente, non so niente
angelo: Maria è un problema suo non fa niente, è un problema suo ...che non vuole sapere niente sono cazzi suoi..scusa la parola Ersilia
omississ fino alla fine
Dopo poco, poi, un’altra chiamata, nr. 165 sempre tra i due:
E: Pronto...
A: Ersilia...
E: ...dimmi...
A: ti volevo dire no...questo qua che... ...pronto...pronto...
E: non sento aspetta... ...dici...
A: ma questa persona che è venuta...
E: ehe...
A: ehe ma l'incidente che tu hai fatto è successo ad Aversa a Piazza Magenta...
E: è successo...?
A: Piazza Magenta...
E: ehe non lo sò, a me ha detto solo che sono andata all'ospedale, sul referto...io gli ho detto a Giugliano perché io sono andata a Giugliano...ha detto...
A: ...no...!...sei andata ad Aversa, ad Aversa sei andata...
E: ehe và bene, la prima volta sono andata a Giugliano, ma comunque ha detto lui ha detto no, tu non ti dimenticare sei andata a Santa Maria Capua Vetere...all'ospedale di Santa Maria Capua Vetere, io gli ho detto ma io come faccio ad arrivare a Santa Maria Capua Vetere...hai capito...?
A: Ersilia gentilmente no...ma tu non ti ricordi niente, quando è successo l'incidente che questo ti ha detto...?
E: ...nel 2009...aspetta...incomprensibile...comunque nel mese di dicembre del 2009...
A: per caso ottobre 2009...?
E: ...non mi ricordo Angelo, credimi...
A: ehe ma Ersilia però tu...
E: perché mi ha detto un sacco di cose...
A: ehe si Ersilia ma tu non dovevi firmare niente perché ora ti trovi dentro un guaio...incomprensibile...ed io ora come...come dobbiamo riparare a questa cosa...?!...io che ne sò, io ti ho detto 100 volte che non dovevi mettere nessuna firma...!!
E: Angelo tu a me non hai mai detto niente...!
A: ...io ti ho sempre detto che non dovevi mettere nessuna firma, come non ti ho detto niente...!!?
E: ...incomprensibile...
A: ...Ersilia...
E: comunque sai com'è andata la cosa...?...lui prima mi ha fatto firmare un foglio no...allora io gli ho detto che avevo fatto l'incidente...incomprensibile...poi lui ha detto vicino a me...no quello poi ti ha denunciato...
A: ma per caso aveva una 600 grigia questo...?
E: no, una punto...
A: una punto...?
E: una punto grigia, se non sbaglio...una punto grigia si...
A: non era una 600 grigia...
E: ...ma questo signore che è venuto qua...?
A: ehe...
E: ...no no io l'ho visto a piedi...Angelo...
A: ma ti ha investito una macchina oppure un motorino...?
E: una macchina...
A: una macchina...
E: ehe una macchina e questo signore era di Modena...e questo signore mi ha denunciato a me...perché ha detto che a me non mi conosceva e non sapeva chi ero...hai capito com'è andato tutto...Angelo...!
A: ...si no ma non era di Modena...Ersilia ma ci possiamo vedere da vicino...?
E: ma quando ora...?
A: ...ora vengo tra 15 minuti fuori al Nigro...
E: ehe no io sto a piedi...
A: ehe dimmi tu Ersilia, io più che dirti...io che ne so...!...la dobbiamo recuperare questa cosa, io non ne so niente...non sto capendo niente oggi...!
E: ...sto a piedi, se puoi venire fino a fuori al bar...
A: ...ehe io non sò dove sta...
E: ...dove sta...incomprensibile...più avanti...
A: no non lo so, fuori al Nigro non ci possiamo vedere...?
E: ehe no sto a piedi e nessuno ci sta qua...
A: e và bene allora ti chiamo domani e ci vediamo fuori al Nigro...
E: fuori al Nigro domani...?
A: ehe...
E: ...và bene a che ora Angelo...
A: e non lo so non puoi venire ora, non trovi nessuno per accompagnarti...
E: ..ma ora già stai là fuori...?
A: ..ehe no io ora mi avvio a tra dieci minuti, un quarto d'ora sto là...
E: và bene dai, allora fuori al bar Nigro...
A: ehe fuori al Bar Nigro...
E: và bene...
A: ciao ciao...
C’è poi uno scambio di SMS tra la Migallo e Di Caterino, con la prima che scrive:
“Ersilia dice che ass.dice che nn sa` niente dice nn vi conosce proprio poi la fatta firmare perch.questo sig.la denunciato nn ha rimasto nes.foglio o n.tel” (Progressivo nr. 206 data 01.12.2010 ora 18.47) e l’altro che risponde:
“Infatti sono io chi ha investito.” (Progressivo nr. 207 data 01.12.2010 ora 18.49)
A quel punto Di Caterino inizia a attivarsi per rintracciare il perito, con una serie di telefonate e appuntamenti per parlare dal vivo, da vicino, tutte trascritte nella richiesta del PM, tra le quali si riporta qui la seguente, avente numero progressivo 202 sempre del 1.12.2010 tra Di Caterino Angelo e tale Antonio con utenza 340/2895556, che lascia capire di una certa riservatezza almeno di alcuni dei periti assicurativi, evidentemente consapevoli del loro ruolo e attenti a evitare commistioni con i procacciatori e faccendieri che sono chiamati a controllare, cosa che gli procura l’antipatia degli indagati, che si traduce anche in epiteti e ingiurie
P: Pronto...
A: Antonio...!
P: Ohe chi è...?
A: Antonio sono sempre io...Antonio mi vuoi dare un pò il numero di Gennaro...
P: ma sempre io chi...?
A: di Gennaro, quello là...!
P: ehe ma aspetta un pò io non ho capito chi sei...
A: ...il compagno di Raffaele, Antonio...mi hai dato il numero di Raffaele, ora dammi quello di Gennaro...
P: ahe ma il numero di Gennaro, chi è sto gennaro...?
A: il compagno di Raffaele...
P: ahe quello...il "mongoloide"...?
A: ehe ehe...
P: ...ehe perché lui lo tiene perché non te lo fai dare da lui...
A: ehe non non non me lo vuole dare...!...dammelo tu...!
P: ehe, aspetta, chiamami tra poco dai...
A: ti chiamo tra 5 minuti...
Nel tentativo di far luce sull’accaduto, poi, Di Caterino chiama nuovamente la Testa (progressivo nr. 244 )
E: Pronto...
A: Ersilia...
E: ...dimmi...
A: Ersilia ti volevo dire...incomprensibile...
E: ...come...!?
A: Ersilia quanti fogli hai, quante firme hai messo...?
E: una...!
A: una sola...?
E: ehe...
A: un solo foglio hai firmato...?
E: mi ha fatto fare prima un foglio e poi ha detto, no questo non è buono e poi mi ha fatto firmare un altro foglio...
A: due te ne ha fatti firmare...?
E: ehe però uno era un altra cosa, una era come è andato l'incidente, poi ha detto lui firma, fai una cosa firma...incomprensibile...dici che tu non sai niente, e non la sai proprio questa pratica, ha detto firma sotto a questo altro foglio....l'altro foglio non lo tiene più però...
A: ahe ma la stracciato oppure se lo è preso lui...?
E: ...ha detto che si doveva prendere i dati sopra...ha detto che si voleva solo copiare i dati sopra...
A: (Angelo si rivolge ad una persona al suo fianco e gli dice)...se lo è preso lui, ci dobbiamo far dare anche quell'altro...!
Il giorno dopo, infine, Di Caterino contatti i suoi collaboratori:
prima Scalera Vincenzo con la telefonata nr. 308 del 2.12.2010 alle 12.16
A: Weh weh...
S: Ohe...!
A: ehe quando tieni tempo ci vediamo dai...
S: ...ehe Angelo io...
A: ...anche dopo mangiato dai...
S: appena dopo mangiato ti chiamo dai và bene...
A: ti volevo dire una cosa importante no... ...arriva vicino casa di Schioppa no, Schioppa...
S: ehe...
A: ehe e che chi va và si fà lasciare il numero di telefono, non mette nessuna firma...
S: ehe già stavo provando a chiamarlo e tiene il telefono spento...
A: però dico tu avvisalo già...!
S: ehe và bene...
A: ehe ok ciao...
S: ciao...
Poi Foresta Salvatore, con la telefonata avente numero progressivo nr. 383, datata 2.12.2010 ora 17:52
S: Pronto.
A: Totò?
S: Ue Angelo.
A: Totò mi devi fare un piacere urgentissimo ... quel fatto della signora Anna che tu stavi dicendo quelli veramente ci sono andati ...
S: Eh ...incomprensibile... Angelo?
A: Ue Totò.
S: Non ti sento bene ... dici.
A: Allora per il fatto della signora Anna Conte.
S: E' Anita eh.
A: Eh ... veramente ci andarono le persone là.
S: Veramente? ...incomprensibile...
A: Eh ma mica ha firmato la signora?
S: No questa non ha firmato niente.
A: Sicuro che non ha firmato?
S: No no sicuro sono stato domenica a casa ... Angelo ho parlato con tutti.
A: Se ... ma sicuro che non ha firmato niente nemmeno ... perché questa andarono a casa a farla mettere paura ... la signora adesso denunciano si mettono a fare .. stanno facendo ... stanno usando questa tecnica.
S: Angelo ti do la mia sicurezza tu hai fiducia in me fratello ... penso che sono una persona seria no non disprezzando a te.
A: Ma ... perché non ci vai un poco e vai a vedere per favore.
S: Ci sono stato domenica ... va bene adesso scendo e vado di nuovo a casa ...
A: Eh eh ... allora mi devi fare questo piacere grande come un ...incomprensibile... devi dire signora Anita mica avete firmato qualche foglio .. no perché se ha firmato il foglio siamo inguaiati hai capito.
S: Quando io ... quando sono stato domenica disse che lei non aveva firmato niente.
A: E allora diglielo non ...
S: Adesso ce lo torno a dire.
A: Eh ... non firmate nessun foglio.
S: Adesso torno di nuovo a casa e ce lo ridico di nuovo Aneglo va bene?
A: Eh ... va bene.
S: Ritorno e dico sicuro che non hai firmato niente perché altrimenti passiamo i guai tutti quanti.
A: No perché altrimenti passiamo un guaio non deve firmare niente e deve dire ...incomprensibile... non fa niente andate dall'avvocato ad Aversa basta.
S: Va bene.
A: Va bene?
S: Ok.
A: Ok ciao.
S: Ciao fratello Angelo.
Le intercettazioni hanno dimostrato inoltre che la Migallo si preoccupava anche di reperire le SIM nuove da utilizzare con Di Caterino, anche se è interessante notare che ella non è tanto preoccupata per eventuali intercettazioni, come invece il suo complice e socio, quanto per evitare di essere rintracciati e scocciati dai numerosi questuanti coinvolti nei sinistri falsi e desiderosi di incassare con urgenza la loro quota. Sul punto di riportano i due SMS che seguono.
nr. 5572 del 11.01.2011
M: “Ang.cambia il num!cosi` nn lo daremo a nessuno ida sta dicendo a tutti che mamma ha avuto i sld.qualiano sotto sopra domani se vuoi la prendo io n.win nuovo”
e nr. 6063 del 15. 1.2011
M: “An.mi anno portato la scheda nuova della win.?se martedi` ci incontriamo t? ricordamelo.”
Interessante ai fini dell’indagine, per dimostrare il pieno e consapevole coinvolgimento di entrambe nel piano complessivo del sodalizio e nei singoli delitti ascritti alle due donne è il rapporto che la Migallo intrattiene con l’avvocato Anna Tagliarina, di cui s’è detto e della quale si parlerà più avanti nel paragrafo a lei dedicato. Nel corso delle indagini sono state intercettate ben 71 conversazioni tra le due, tra le quali si riportano qui le telefonate nn. 1327, 1913, 1919 e 1947, che presumibilmente traggono spunto da dei contrasti sulla spartizione dei compensi per una pratica che è stata definita e la decisione della Tagliarina di consegnare direttamente alle parti interessate l’assegno loro destinato. La cosa, che dovrebbe rientrare nella normalità del rapporto tra avvocato e suo cliente, doveva apparire talmente insolita ai tre, Di Caterino, Tagliarina e Migallo, da procurare discussioni e litigi, che trovano strascichi anche nelle telefonate di seguito trascritte.
Si parte dal SMS nr. 1327 del 13.12.2010 dalla Migallo alla Tagliarina sulle rispettive utenze cellulari.
M: “Ciao anna ci vediamo alle 5 vic.allipodromo.ciao volevo avvisarti di nn cambiare idea cn ferrara e` cardinale cristina io le ho gia` avvisate”
cui dopo qualche giorno segue la conversazione che segue, nr. 1913 datata 29.12.2010, in cui i toni paiono molto cambiati e sostenuti:
M: Pronto.
A: Maria sono Anna.
M: Eh Anna mi dispiace di quello che hai fatto.
A: No Maria l'ho dovuto fare per forza lui lo sapeva è venuto fino a casa lo sapeva l'ha saputo anche quando sono ...incomprensibile... sapeva tutto perché evidentemente ha ... conosce il corriere non lo so ... sapeva tutto maria sapeva che io li avevo e sapeva tutto e io non m i posso mettere io sto litigata adesso con Angelo sto litigata ... io sono stata fino ad adesso ...incomprensibile...
M: Anna adesso lui mi aspettando io sto portando i clienti da lui adesso se lui non ci da tutti i soldi però mi devi scusare però altri clienti vengono da te.
A: Allora Maria ...
M: E tu ...
A: Mi vuoi sentire un poco Maria però guarda tu lo sai che io sono una persona per bene ...incomprensibile...
M: No ma anche io lo sono ...
A: Allora Maria aspetta ...
M: Però guarda Angelo ...
A: Però fammi parlare ...
M: ...incomprensibile...
A: Fammi parlare allora ...
M: Si dici Anna.
A: Allora io mi sono trovata in una situazione tale per cui non potevo fare diversamente nel senso che sapeva perfettamente che erano arrivati quando erano arrivati e sapeva tutto quindi tu cerca di capire è un rapporto che io ho da tanto tempo con lui giusto?
M: Ma anche io ce l'ho però tu ieri mi hai anche confermato che ...
A: Eh.
M: Lui ha soltanto l'assegno di mia figlia allora ...
A: No no Maria ...
M: Io giustamente ...
A: Non ce l'ho io ...
M: Io ...
A: Aspetta Maria ... Maria allora questa cosa di Vito non ce l'ho io perché io gliel'ho detto ho detto ma io questa cosa non ce l'ho infatti io non ce l'ho te lo giuro sui miei figli non ce l'ho io.
M: No ma non ti preoccupare Anna.
A: No no Maria tu puoi ...
M: Perché ...
A: ...incomprensibile... perché io ero presente ma non ce l'ho io Vito Anna quindi non ... il problema non mi tange perché non ce l'ho te lo giuro sul bene che voglio ai miei figli ...
M: No ma Anna ...
A: Io non ce l'ho ...
M: Non ti preoccupare.
A: Io non ce l'ho ...
M: Perché io comunque senti io sono molto più onesta di lui no aspetta scusami ...
A: Allora Maria ...
M: E gli avevo dato appuntamento a lui all'una (13:00) ...
A: No no aspetta Maria ...
M: Io gli avrei portato ...
A: Fammi parlare ...
M: Il resto dei soldi a lui.
A: Mi devi far parlare.
M: Si Anna.
A: Allora ho detto io voglio pretendo che questi assegni vengano dati alla signora Ferrara e alla signora Cardinale ho detto devo aspettare qua ha detto lui per me puoi anche aspettare perché io gli ho detto Angelo giurami che tu aspetti la signora Ferrara e la signora Cardinale mi ha detto Anna si gli aspetto qua gli ho detto Angelo senti ma ti voglio fare una domanda ho detto ma tu alle clienti alle persone gli dai tutto quello che gli devi dare no e allora perché mi devi far trovare a me nei pasticci un domani è giusto? ha detto ma quello poi abbiamo degli accordi sono cose che tu non ci devi entrare ha detto ti stai intromettendo ...
M: Quali accordi che abbiamo?
A: Non lo so Maria io non ci voglio entrare più in queste cose ha detto che io mi sto intromettendo nel vostro lavoro che io praticamente sto entrando troppo in gioco che io non mi faccio i fatti miei ecc. ecc. comunque Maria siamo arrivati comunque a mille e una notte adesso non lo so lui che ti dirà però io comunque abbiamo avuto una bella discussione mai successo eh ti ripeto ho avuto delle discussioni perché le ho avute però questa è stata una discussione abbastanza forte perché io ho detto e te lo giuro sul bene che i miei non mi fare giurare Maria guarda ...
M: No no ma io ti credo scusami ...
A: Io voglio ...
M: ...incomprensibile... lo conosco.
A: Io voglio che questi assegni vadano in mano alle clienti ha detto lui io adesso gli do tutto a loro ho detto per me fai bene ho detto tu ci devi dare tutto a loro basta che mi dai l'onorario a me perché a me che me ne importa Maria cioè alla fine l'importante ...
M: E' normale tu devi i tuoi onorari si è normale.
A: ...incomprensibile... sono contenti adesso mi ha fatto ... mi ha promesso che li sta aspettando là adesso Maria ...
M: Si.
A: Io dico una cosa tu fammi sapere come vanno le cose perché poi io ...
M: No ma io ti faccio sapere ma io guarda già ieri ....
A: No mi sono accorta che ...
M: Me ne sono accorta di qualcosa perché ...
A: Un'altra cosa che ... aspetta Maria tutte le cose che io a volte ti dico ...
M: Questo non c'entra niente Anna ...
A: No no no ...
M: Perché che ti ha detto?
A: Lui ha detto che tu sapevi tante cose sapevi tante cose dello studio ha detto voglio sapere lei come lo sa ...
M: Non è vero proprio non è vero proprio ...
A: Allora io ho detto ...
M: Gli ho detto i clienti sono i miei e mai ti metto.
A: Ho detto io sto seguendo la separazione della figlia e del genero e ho detto quindi sinceramente insomma tutto il resto a me a noi non ci interessa proprio ...
M: Eh brava.
A: Quindi praticamente sono cose che non ...
M: Ma tu lo sai che quello si butta in mezzo.
A: Eh adesso Maria mi ha promesso perché io non ... cerca di capire non potevo fare diversamente da quel momento in cui lo sapeva io non potevo fare diversamente anche perché poi giustamente mio marito si è messo in mezzo ha detto ma come fa giustamente Maria quello ha una posizione dice non mi posso trovare in mezzo alle tarantelle dice tu già come moglie di un ispettore non ti dovresti proprio trovare in mezzo alle tarantelle allora io adesso in virtù ...
M: Va bene ma quello il lavoro che fa Angelo comunque già ci troviamo in mezzo alle tarantelle io e te.
A: Eh comunque senti Maria io ... come una sorella te lo dico ...
M: Si si.
A: Ti sta aspettando là ... ti aspettando ...
M: Si e sto andando guarda sto qua ad Aversa però sto nel traffico già ...incomprensibile...
A: Allora io sto andando ... io me ne sto andando perché poi ho detto se succede una discussione sinceramente non mi voglio trovare in ... anche perché sono rapporti tra di voi io non c'entro proprio niente l'unica cosa che gli ho detto e questo sarà confermato cara Maria io nel momento in cui porto avanti una citazione la persona viene davanti a me mi firma il mandato e tutto sarà tutto diciamo io voglio avere la persona davanti che mi firma il mandato e tutto il resto quindi sarà tutto io lavorerò in maniera completamente differente va bene?
M: Si non ti preoccupare che ti faccio sapere io qualcosa.
A: Va bene aspetto ciao ciao.
M: ...incomprensibile... se vedi che si fa un poco più tardi non ...
A: Non dire vicino a me grazie perché non lo puoi dire grazie eh perché no mi dispiace ...
M: No e no ma sono rimasta male perché me ne ero accorta ...
A: Eh ma io Maria perché non ... va bene dai comunque senti fammi sapere dai.
M: Non ti preoccupare dai ciao ciao.
Il discorso prosegue con la telefonata nr. 1919
M: ...incomprensibile...
A: ...incomprensibile... ...pronto...!
M: weh Anna...!
A: weh bella...
M: Anna non muoverti...che non ti sentivo più...!...senti comunque ho risolto quel problema...
A: no Maria non ho capito, cosa hai detto...?...hai risolto...?
M: ...ho risolto quel problema, si si, hanno cambiato anche tutto, a posto...
A: ahe veramente...!...hai visto che il mio intervento è stato buono...?!
M: no vàbbè però io sono rimasta male hai capito perché, poi lì mi ha fatto tutte domande, come hai fatto ad avere la fotocopia della patente, come hai fatto...
A: io non ti ho dato niente, io non ho fatto niente...
M: ...incomprensibile...no, il fatto della fotocopia, quel documento, come si chiama là, come si chiamava quello di cognome là... ...il fatto che ha da fare...
A: và bene comunque Maria ho capito dai non ti preoccupare...senti comunque tutto a posto...
M: ehe si si...
A: ahe và bene...
M: tutto a posto...
A: che ha detto di me...?
M: no no non ha parlato proprio...si è arrabbiato solo con me, ha detto così che tu e lui avete litigato, queste cose così, come me lo hai detto tu in macchina...
A: ...è la verità...è la verità abbiamo avuto questioni, perché a me piace la correttezza nelle cose, io sono una persona corretta e mi piace la correttezza e poi mi piace che quando io...
M: però tu me lo dicevi che tu chiamavi a lui...!...hai capito...?...perché tu mi hai chiamato a me...
A: ehe ma perché io...allora se io non facevo così il problema non si risolveva, io già sapevo...io già sapevo che solo con un mio intervento che io facevo così, potevo ottenere qualcosa, hai capito...!?...se invece facevo, no aspetta...
M: ...ma se tu avevi organizzato questo fatto per ottenere qualcosa, cioè mi avvisavi...!...scusa perché io non è per...incomprensibile...
A: no no non potevo...!...e sai perché...?...perché poi tu dicevi no, lascia stare, no lascia stare, invece io comunque alla fine ho ottenuto qulcosa, ho ottenuto quello che volevo ottenere, hai capito...?...io già sò a me, io sò me capito, sò come mi devo girare in queste cose e quindi...e allora ha detto che sta litigato con me ora...?
M: no ha detto che avete fatto discussioni, poi non lo sò perché quello poi, ho comunque non ha fatto altro che prendersela con me, perché diceva in queste "tarantelle", questo, quell'altro, e tutte queste cose così, però alla fine, cioè io mi sono trovata in una situazione per aiutare qualcuno e poi dopo alla fine...
A: anche io...anche io guarda ti posso dire una cosa...?...anche io, anche io perché alla fine, comunque la colpa alla fine è stata anche mia hai capito...?...cioè alla fine in tutto questo, la colpa poi è stata anche mia, cioè nel senso che io poi...
M: ...poi gli ho detto il fatto di Vito Anna...
A: uhe...
M: lui dice di no, quando mai...e tutte queste cose così...
A: ...io non sò proprio niente, cioè io veramente non sò...incomprensibile...
M: ...incomprensibile...allora io sono andata a colpo sicuro quando...
A: è ma non è mia, non è mia cioè non ce l'ho io quindi non lo sò, hai capito...và bene comunque alla fine tutto a posto insomma...
M: si si il ragazzo ora lo ho accompagnato, ora ho soltanto un’altra signora in macchina...
A: ahe...siete contenti...?
M: ehe si si, è rimasto contento perché poi hanno avuto 600 euro per ciascuno...
A: và bene dai, mi fà piacere dai...và bene Maria dai...incomprensibile...ci sentiamo dai...và bene...?
M: no ma poi comunque si è arrabbiato come a che Angelo, mamma mia...!
A: con te si è arrabbiato...?
M: ha detto non voglio sapere niente più, neache di te, di Anna, nessuno proprio...
A: no và bene sta così, non fà niente...
M: allora prima si calma...
A: ahe si si...non vuole sapere niente...?...in che senso...?
M: e che ne sò io...!...ha detto che vuole buttare tutto quanto, tutte le pratiche, e ora che ne sò io...
A: si si vàbbè...
M: comunque stava come una belva, perché lui diceva come fai a sapere tutte queste cose...!?...io poi il nome tuo non l'ho fatto...
A: e che cosa gli hai detto...?...e tu che gli hai detto...?
M: no no, ho detto io lo sò perché tramite altre persone...
A: ...tutte queste cose, che cose poi...?
M: boh non lo sò...!...perché poi lui diceva come fai a sapere tutte queste cose, come fai a sapere il fatto di Di Palma Filomena, il fatto di...ho detto no ma io...
A: quella è venuta anche a casa...!
M: ehe hai capito, tutte queste cose così...capito...comunque un "bordello" Anna, comunque mi sono solamente arrabbiata...
A: ehe ora aspetta anche a me, non ti preoccupare...incomprensibile...perché ora se la prende anche con me...
M: ...incomprensibile...
A: no và bene ma ora ti faccio vedere che dice anche a me...hai capito, non ti preoccupare...
M: ehe và bene tanto voi siete amici vi...
A: si siamo amici...
M: ...di lavoro...
A: ehe si và bene...và bene...
M: ok...
A: và bene ci sentiamo...ciao bella un bacio...
M: ciao ciao...
Non paiono necessari altri commenti!
Sulla stessa linea, del resto anche l’SMS nr. 1109 del 8.12.2010 che la Migallo, dalla sua utenza n. 366/3147687 invia alla Tagliarina, titolare di quella n. 338/4334154, con il quale la prima torna ancora a raccontare di contrasti con Di Caterino per questioni economiche e lo fa con evidente riferimento a come la questione “lavorativa” tra i due si mischi con qualche profilo di carattere sentimentale.
“Anna stamatt.una piccola ma grande discussione x colpa dei soldi e` lui dice che la sua fitanzata anna nn la mai lasciato e` orgoglioso di stare cn lei pov”.
Un’ultima interessante serie di telefonate che testimonia il pieno coinvolgimento della Migallo nel sistema illecito in questione, ma che dimostra anche la mole di pratiche trattate dal sodalizio, al punto da perdere anche le tracce di tutti i falsi sinistri inventati, dei loro protagonisti e delle persone che li avevano procurati, è stata registrata quando Di Caterino ha incontrato dei problemi in relazione ad un sinistro in cui compare tale Scotto Dora, che evidentemente era stata messa come parte di un sinistro e egli non sapeva più come rintracciare . La Migallo viene interpellata sul punto, ma con esito negativo.
Da questi dialoghi la PG ha tratto la conclusione che la Migallo avesse un archivio informatico sul quale sarebbero riportati i sinistri da lei preparati, tesi condivisa anche dal PM, ma invero dalle conversazioni trascritte la tesi non pare da convalidare e, del resto, in sede di perquisizione a carico di Migallo Maria non è stato rinvenuto alcun supporto informatico.
A prescindere da questo dato il testo della conversazione nr. 1945 del 14.12.2010 tra Di Caterino e la Migallo è il seguente; in esso tra l’altro si rinvengono chiare allusioni a quello che deve essere con tutta probabilità il rapporto personale tra i due, con la donna in qualche modo sempre all’inseguimento e l’altro pronto a scherzare su questi temi con una sorta di posizione di superiorità:
A prescindere da questo dato il testo della conversazione nr. 1945 del 14.12.2010 tra Di Caterino e la Migallo è il seguente; in esso tra l’altro si rinvengono chiare allusioni a quello che deve essere con tutta probabilità il rapporto personale tra i due, con la donna in qualche modo sempre all’inseguimento e l’altro pronto a scherzare su questi temi con una sorta di posizione di superiorità:
A: Pronto.
M: Senti ho chiesto a tutti non è mia.
A: Che cosa non è tua?
M: Scuotto Patrizia Immacolata.
A: Eh è roba tua perché ...
M: ...incomprensibile... perché la sopra c'è scritto Aversa Caserta non le conosco proprio queste persone qua sfortunatamente conosco solo a te ... di quelle persone là.
A: Che significa ... che significa non ho capito Aversa?
M: Sopra la patente ce scritto Aversa ... Caserta ...
A: Quale patente?
M: Vedi che ... ah?
A: Quale patente?
M: Sopra la fotocopia.
A: Ma quale fotocopia?
M: La fotocopia di Scuotto Patrizia Immacolata.
A: Eh e quindi? è roba tua non ti preoccupare eh ...
M: Non è la mia non la conosco.
A: Eh non la conosci non la conosci non fa niente.
M: E non la conosco scusa perché non chiedi a Santino a Mimmo a tutti questi qua che ...incomprensibile...
A: No no non chiedo a nessuno.
M: Sono persone che stanno ...incomprensibile... ma perché per forza io te l'ho portata?
A: Eh e va bene ti faccio vedere la fotocopia dai quando ci vediamo.
M: Ce l'ho già la fotocopia.
A: E allora è la falsa io ho quella originale.
M: Angelo quella che ho è buona non è ... non è la fotocopia però non è la mia.
A: Va bene.
M: Se era la mia te l'avrei già ... perché non ti dovevo risolvere questo problema scusa.
A: Va bene.
M: Che quella poi è una cosa di Ersilia e di Lorenzo ... quelle la ...incomprensibile...
A: Va bene.
M: Sono clienti mie ma questa qua non la so.
A: Va bene ...incomprensibile...
M: Ok.
A: A che ora devo venire a prendere a questa?
M: Alle tre e mezza (15:30) ti ho mandato il messaggio centomila volte.
A: Alle tre e mezza (15:30) ...incomprensibile... perché te l'ho detto l'hai avvisata che la visita è alle cinque (17:00)?
M: Ah?
A: L'hai avvisata che la visita è alle cinque (17:00)? io la vengo a prendere prima perché devo andare a fare prima un altro servizio e non mi trova?
M: Si alle tre e mezza (15:30) tu portatela dietro poi te la piangi tu e lei ... tu già quella fuori la macchina ha detto che le devi dare prima i soldi.
A: Eh eh le do tutto quanto non ti preoccupare.
M: No ma a me queste non sono ... non ...
A: Eh eh eh eh.
M: Non me ne frega ... tanto c'è anche il figlio davanti tanto tu sei abituato così.
A: Eh eh eh.
M: ...incomprensibile...
A: Eh eh non ti preoccupare eh eh.
M: Vaffanculo.
A: Eh eh.
Seguono infine tre messaggi SMS, sempre sullo stesso tema, sempre inviati dalla Migallo a Di Caterino.
Progressivo nr. 1501 data 10.12.2010
“ia per? nn si puo` mai sapere scotto.mariadora ma` angelo voglio aiut”
Progressivo nr. 1526 data 11.12.2010
“e mi ricorda scotto mariadora.xro` tu` famsape` io vado a fare la spes”
Progressivo nr. 1572 data 11.12.2010
“Amico mio forse ti risolvo il problema di scotto mdora se mi mandi indirizzo”.
A ulteriore conferma dei dati sopra descritti, infine, si segnala l’esito della perquisizione e sequestro effettuato nell’abitazione della Migallo, con riferimento ad una serie di scritti e documenti chiaramente riferibili a truffe e falsi sinistri del tipo di quelli di cui s’è detto fin qui, tutti elencati dal Pm nella richiesta cautelare.
2-a 9.) Coppola Antonio
Nell’ambito del sottogruppo di procacciatori e faccendieri che ruotano intorno a Di Caterino Angelo, un ruolo significativo lo assume Coppola Antonio, che risulta occuparsi con dedizione e alacrità alla continua ricerca di reperire i falsi attori da impiegare nei sinistri stradali. I suoi rapporti illeciti con gli altri indagati e principalmente con Di Caterino sono emersi nel corso dell’intercettazione telefonica sulle utenze in uso a quest’ultimo poiché quelle personali di Coppola non sono mai state intercettate direttamente.
Di lui infatti s’è già detto molte volte in precedenza in quest’ordinanza, in particolare nel paragrafo 2-a 1.), relativo appunto a Di Caterino Angelo.
S’è già accennato, ad esempio, che sul conto di Coppola risulta una significativa videoripresa del 30.10.2010, durante un servizio di osservazione e controllo eseguito dai Carabinieri nel parcheggio del centro radiologico Massa (si torni all’all. 2). La sua presenza presso il Centro non era infatti casuale, ma va ricollegata senza ombra di dubbio ai fatti oggetto del presente procedimento, come risulta dalla annotazione di servizio dell’ufficiale di polizia giudiziaria preposto alle riprese video, collegata proprio a quelle immagini, in cui si legge di un colloquio che era avvenuto a voce alta tra Piccolo Vincenzo e Coppola Antonio, nel corso del colloquio il primo avanzava delle lamentele proprio dopo aver effettuato l’esame ecografico con Dalena, circa la somma di denaro che Di Caterino tramite Coppola avrebbe dovuto consegnargli come compenso della prestazione resa, cioè essersi prestato all’esame ecografico fingendosi vittima di un sinistro. Proprio nel paragrafo 2-a 1.), del resto, parlando di Di Caterino Angelo, viene descritta la performance di Piccolo nello studio di Dalena per la sua rapidissima radiografia.
I sequestri successivi hanno meglio delineato la figura di Coppola ed il suo ruolo di collaborazione con Di Caterino nella costruzione dei falsi sinistri stradali, ora quale attore egli stesso, ora come controparte e talvolta quale testimone. Sempre nel paragrafo 2-a 1.) è riportata un’emblematica conversazione ambientale eseguita presso il comando Stazione CC San Prisco, che descrive chiaramente la natura e l’intensità del legame criminale tra Coppola e Di Caterino Angelo e la diretta responsabilità anche del primo in quei falsi sinistri. Si tratta, come si ricorderà, dei colloqui che vennero intercettati in caserma allorché i Carabinieri avevano convocato tali Castelvenere e Mercurio per interrogarli, sospettando che potessero essere degli attori, reclutati direttamente da Coppola per la redazione di falsi referti del pronto soccorso, cosa che poi si concretizzava – come sappiamo da altre emergenze istruttorie - semplicemente nel rendersi disponibili a fornire il proprio nominativo per i vari passaggi. In quell’occasione, come s’è già visto, era evidente la preoccupazione dello stesso Coppola non solo circa il proprio diretto coinvolgimento nella indagine condotta dai carabinieri ma anche a proposito della posizione di Di Caterino, tant’è che con molte domande egli cercava di sapere da Castelvenere e Mercurio quali fossero le informazioni già in possesso della polizia giudiziaria. In quella conversazione, alla cui trascrizione si rinvia, riportata nel paragrafo citato, si comprendono le modalità adottate dal gruppo e comunque da Coppola per il reclutamento dei soggetti da fare risultare coinvolti nei falsi sinistri stradali e da utilizzare come meri fornitori di documenti, al fine di fare redigere falsi referti dai medici compiacenti, il tutto dietro un compenso per i primi di a circa cinquanta/cento euro.
Oltre a questi dati, la posizione e il coinvolgimento di Coppola Antonio sono chiari innanzitutto dalla disamina dei numerosi sinistri stradali in cui Coppola Antonio compare quale parte, ricostruiti analiticamente dalla PG nell’informativa e dal PM nel paragrafo 29 della sua richiesta cautelare, alle pagg. 581 e seguenti e qui di seguito sintetizzata nei termini che seguono.
Il primo sinistro, che sarebbe avvenuto il 28.05.2010, in S. Maria Capua Vetere allorché Coppola Antonio, alla guida di una autovettura noleggiata, investiva i pedoni Salzano Vincenzo e Della Monica Giuseppe è al centro del contenzioso tra gli stessi e le Assicurazioni Generali, affidato alla gestione dell’avvocato Tagliarina. Il sinistro è emblematico di una prassi, piuttosto diffusa tra i falsi sinistri esaminati in questo procedimento, di ricorrere a vetture noleggiata, ciò in particolare anche grazie al coinvolgimento di Cardone Silvio che, come si analizzerà in seguito, è titolare di una ditta di autonoleggio. La dinamica dell’attività illecita costruita per realizzare la truffa assicurativa è la solita: referto del pronto soccorso di S. Maria Capua Vetere con prognosi di due giorni, s.c.; successiva proroga della prognosi per entrambi i pedoni a cura del dottor Luciano Curci; esami ecografici effettuati presso il centro Massa dal Dottor Dalena, che evidenziavano lesioni al gomito sinistro per Salzano e alla caviglia per Della Monica, come conseguenza di eventi post traumatici.
I certificati medici del pronto soccorso, rilasciati ai due pedoni, riportano la dicitura in alto a destra “ Antonio Coppola”, a conferma della prassi, già molte volte riscontrata, di indicare sui referti il nome del procacciatore: circostanza, questa, che rende senza alcun dubbio riconducibile il falso sinistro in oggetto proprio alla attività di procacciatore di Coppola che, tuttavia, compare come conducente del veicolo e dunque dovrebbe essere l’avversario dei due.
Va detto che il 26. 3.2011, Coppola è stato convocato presso gli uffici di Carabinieri della Stazione di S. Prisco, per essere sentito in merito alle dinamiche dei vari sinistri in cui era rimasto coinvolto, ma non è stato in grado di fornire ricostruzioni certe in ordine agli stessi ed ha dichiarato di non conoscere i vari avvocati Ibello, Tagliarina e Cecoro, né Angelo Di Caterino. La mole di materiale investigativo successivamente raccolto sul conto di Coppola oltre che degli altri predetti è tale che non è nemmeno necessario soffermarsi sull’utilizzabilità o meno di quelle sommarie informazioni, verificando se alla data in cui vennero rese l’uomo era già indagato o comunque indagabile; le stesse si segnalano piuttosto per il puerile e vano tentativo dell’uomo di smentire fatti così evidenti e palesi da non meritare nemmeno confutazioni.
Altro investimento di pedone da parte sempre di Coppola Antonio, stavolta alla guida di un motociclo, ma comunque il patentato più pericoloso di Italia (!), è al centro della lite tra lo stesso, Del Vecchio Benedetto e la Zurich Assicurazioni.
Il primo referto dopo il sinistro, che sarebbe avvenuto in data 5. 9.2010 in Aversa, è al locale pronto soccorso di Aversa, dove Del Vecchio sarebbe stato visitato dal dott. Vincenzo Schiavone, con un referto con 5 giorni di prognosi. Questa veniva poi prolungata dal dottor Carmine Angrisani, mentre gli esami ecografici effettuati presso il centro Massa a firma del Dottor Dalena evidenziavano lesioni alla spalla destra come conseguenza di eventi post traumatici. Anche in questo caso la gestione della pratica veniva affidata all’avvocato Tagliarina.
Le spiegazioni (o meglio la loro palese incongruenza) rese dai due ai Carabinieri in relazione a questo specifico sinistro sono una ulteriore conferma della falsità dello stesso: Coppola infatti affermava che l’investimento si sarebbe verificato lungo la strada 7 bis, che collega Aversa a S. Maria Capua Vetere, mentre sul CAI veniva indicato come luogo del fatto una strada del centro di Aversa (Via Corcione); Del Vecchio Benedetto, escusso il 26. 3.2011, non era in grado di fornire elementi utili sul sinistro stradale denunciato, che pure gli avrebbe procurato mesi di sofferenze (si veda l’all. 49).
Oltre a quelli di cui sarebbe stato direttamente responsabile, risultano numerosi sinistri stradali in cui emerge comunque la collaborazione di Coppola.
Si parte da quello che vede contrapposti Pellino Teresa e Borzacchiello Luciano contro D’Errico Gaetano e la Aurora Assicurazioni, nel giudizio davanti al Giudice di Pace di Aversa, in cui gli attori sono assistiti dall’avvocato Tagliarina, che ha sullo sfondo il solito investimento di ben due pedoni, con certificazione medica e prognosi identiche a quelle dei sinistri precedenti, con i certificati medici dei dottor Di Fabio e del centro DiagnostiKa di Napoli e con la particolarità che il teste indicato nell’atto di citazione è proprio Coppola Antonio, che si è presentato a testimoniare il 18.10.2010 (cfr. all.50)
Stesso identico discorso nel giudizio tra Testa Maria Grazia contro Vargas Elvira e D’Alessio Giovanni Hdi Assicurazione, stavolta davanti al Giudice di Pace di Santa Maria Capua Vetere; anche qui un investimento di pedone, anche qui certificati medici del dottor Di Fabio e del centro DiagnostiKa di Napoli e anche qui come teste proprio Coppola Antonio, onnipresente quando si investono dei pedoni, che sia lui stesso farlo o altri! La gestione della pratica legale era affidata in questo caso all’avvocato Cecoro che ha redatto la citazione in giudizio (cfr. all.51)
Ancora una vicenda identica sullo sfondo della causa tra Celestino Maria contro Trovato Lucia e Generali Assicurazione. Il sinistro in oggetto sarebbe avvenuto in data 05.05.2009 in Melito di Napoli, tra una autovettura condotta da Celestino Maria e il pedone Trovato Lucia, questa però davanti al Giudice di Pace di Marcianise, sempre con l’avvocato Cecoro per la parte attrice; anche qui certificati medici del dottor Di Fabio e del centro radiologico Massa e ancora una volta il teste indicato è Coppola Antonio, che si è regolarmente presentato a testimoniare in udienza (cfr. all.52).
Del sinistro e del giudizio tra Santorelli Orlando contro Busiello Santino e Cattolica Assicurazione s’é già detto sopra, nel paragrafo 2-a 7.) sul conto di Scalera Vincenzo;qui deve aggiungersi solo che anche in questo caso vi aveva assistito Coppola Antonio, che si è presentato a testimoniare il 20. 5.2011 davanti al giudice di Pace di Maddaloni.
Ruolo di procacciatore dei figuranti e della documentazione sanitaria ha avuto invece Coppola Antonio nel sinistro stradale tra Castelvenere Aldo e Russo Domenico, sul conto del quale oltre alle conversazioni intercettate in ambientale di cui si è già detto in precedenza, vanno segnalate altre
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