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domenica 12 agosto 2012

Stragi nazifasciste: Cassazione contro l'Aja sull'eccidio di Fivizzano e Fosdinovo (350 morti). La Germania vince il ricorso: i familiari non avranno i cinque milioni di euro. Depositate le motivazioni della sentenza n. 32139 della prima sezione penale della Suprema Corte.


Stragi nazifasciste: Cassazione

contro l'Aja sull'eccidio di 

Fivizzano e Fosdinovo (350 morti). 


La Germania vince il ricorso:
i familiari non avranno 
i cinque milioni di euro. 

Depositate le motivazioni della sentenza n. 32139 della prima sezione penale della Suprema Corte. 


PER NON DIMENTICARE

Stragi nazifasciste, Cassazione contro l'Aja

La Suprema Corte: immunità di Berlino è impunità per i crimini.



La Cassazione non condivide il verdetto con il quale la Corte internazionale dell'Aja, il 3 febbraio su ricorso della Germania, ha riconosciuto l'immunità a Berlino per le stragi naziste commesse in Italia nel 1943-1945, perché ritiene che in questo modo si «cagiona null'altro che l'impunità» degli Stati responsabili di «crimini contro l'umanità».

Tuttavia, i supremi giudici hanno ammesso di essere in minoranza, in Europa, a pensarla così e hanno affermato di voler rispettare il parere dell'Alta Corte fino a quando il punto di vista italiano non avrà la «necessaria condivisione».

Il diplomatico 'obbedisco' della magistratura italiana - che così rinuncia ad avere dalla Germania, per via giudiziale, i risarcimenti per le vittime italiane del Reich - è nelle motivazioni della sentenza 32139 della Prima sezione penale, depositate giovedì 9 agosto e relative all'udienza sull'eccidio di Fivizzano e Fosdinovo (Massa, 350 morti) svoltasi il 30 maggio.

SOLLECITAZIONE ANCHE DA MERKEL. In quell'occasione, per la prima volta, è stata 'delibata', nel nostro ordinamento, la pronuncia dell'Aja sollecitata dalla cancelliera Angela Merkel.

Ora, leggendo la sentenza scritta dal consigliere Maria Cristina Siotto, si è appreso che i supremi giudici hanno espresso una sorta di 'non capisco, ma mi adeguo', e che non hanno cambiato idea: per certi crimini gli Stati 'colpevoli' devono sempre risponderne davanti a un giudice senza affidarsi alle compensazioni stabilite per via diplomatica, come avverrà adesso con tavoli bilaterali italo-tedeschi.

«Le espressioni di pieno consenso alle posizioni della Corte italiana da parte di autorevole parte della dottrina e lo stesso sintomatico emergere di posizioni dissenzienti nella pronunzia della Corte internazionale», ha scritto la Cassazione «non fanno escludere che, in avvenire, il principio del necessario ritrarsi della immunità per gli stati che agiscano 'jure imperii', quando l'azione incida sui diritti individuali di rilievo primario per i cittadini, possa essere in tutto, o in parte, acquisito dalla Comunità internazionale».

Venerdì, 10 Agosto 2012

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Stragi naziste: la Cassazione accoglie il ricorso tedesco



La Corte di Cassazione, sulla linea espressa dalla Corte internazionale di giustizia dell'Aja nel febbraio scorso, ha decretato il non diritto per i familiari delle vittime delle stragi naziste in Italia di ricevere un risarcimento dallo stato tedesco. Sono invece state rese defintivie le condanne all'ergastolo per quattro ex militari nazisti imputati per i crimini contro civili: Joseph Bauman, Wilhelm Kusterer, Max Schneider e Helmut Wulf.

La sentenza della Cassazione -emessa il 31 maggio - ha fatto proprio il principio dell'immunità civile degli Stati per i crimini commessi dai loro eserciti, sancita dalla sentenza dell'Aja che, inevitabilmente, rappresenta ora un importante precedente per ogni processo sulle stragi risalenti alla seconda guerra mondiale.

In Italia i processi pendenti per crimini contro l'umanità commessi dai soldati nazisti sono ancora numerosi.

Il 20 aprile 2011 la Corte militare di Appello di Roma aveva dichiarato la Germania responsabile civile dell'eccidio di 350 civili uccisi nell'agosto del 1944 tra Fivizzano e Fosdinovo, in provincia di Massa. La sentenza riconosceva agli oltre 60 familiari delle vittime un risarcimento complessivo di circa cinque milioni di euro e alla Regione Toscana, costituitasi parte civile assieme ai Comuni di Fivizzano e Fosdinovo, 40 mila euro. Verdetto che la Suprema Corte ha di fatto annullato.

Si chiude così la possibilità di derimere attraverso vie giudiziali fatti di questo genere, lasciati d'ora in avanti al campo diplomatico. Non a caso, dopo la sentenza dell'Aja di febbraio, si sono avviati contatti fra Roma e Berlino in merito, grazie anche all'impegno in tal senso del Ministro degli Affari Esteri Giulio Terzi.

La Germania non ha mai rifiutato di ammettere le sue responsabilità morali legate al regime nazista, ma quelle materiali, a così grande distanza di tempo, difficilmente verranno riconosciute.

Se la storiografia e le recenti sentenze hanno comunque messo punti fermi al racconto e ricordo di quelle stragi, il contributo che potrà dare il dialogo fra Stati resta tutto da conoscere.

Gemma Bigi

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30/05/2012 - La Germania vince il ricorso



Stragi naziste, nessun risarcimento

L'avvocato: "Vertice Roma-Berlino"



Sentenza d'appello della Corte di Cassazione per la strage di Fivizzano: furono uccisi in 350

I familiari non avranno i cinque milioni di euro.



Niente diritto al risarcimento per i familiari delle vittime della barbarie nazifascista uccisi dalle rappresaglie del Reich alla fine della Seconda guerra mondiale in Italia. Lo ha deciso la Cassazione - che ha accolto un ricorso della Repubblica federale tedesca - recependo l’orientamento espresso, il 3 febbraio,

dalla Corte internazionale di giustizia de l’Aja sollecitata dal governo di Angela Merkel.

In particolare, la Prima sezione penale della Suprema Corte ha annullato senza rinvio il verdetto emesso dalla Corte militare di Appello di Roma, il 20 aprile del 2011, con il quale la Germania era stata chiamata a risarcire l’eccidio di 350 civili rastrellati e uccisi nell’agosto del 1944 tra Fivizzano e Fosdinovo, nella provincia di Massa. Ai parenti delle vittime, circa 60 familiari, era stato riconosciuto un risarcimento di circa cinque milioni di euro. Alla Regione Toscana e ai due Comuni, costituitisi parte civile, era stata accordata una provvisionale di 40 mila euro ciascuno. Stessa cifra liquidata, come acconto su un totale da determinare, anche alle amministrazioni comunali di Fivizzano e Fosdinovo.

Negli anni passati, invece, la Cassazione aveva confermato il diritto dei familiari delle vittime ad essere risarcite e lo stesso discorso valeva anche per i cosiddetti ’schiavi di Hitler’, gli italiani - militari e civili - deportati in Germania a lavorare nell’industria bellica. «Le stragi di civili sono un crimine mostruoso per il quale la Germania riconosce la sua responsabilità morale e chiede perdono al popolo italiano e ai familiari delle vittime, questa è la prima cosa che voglio dire con

chiarezza», ha affermato l’avvocato Augusto Dossena, che ha presentato il ricorso della Repubblica federale tedesca in Cassazione. «Con questa decisione - spiega Dossena - credo che la Cassazione abbia recepito la sentenza de L’Aja che ha dichiarato che anche per i crimini di guerra vale il principio della immunità civile degli Stati».

«Questo non vuol dire che la Germania non pagherà indennizzi perchè la Corte non ha detto questo: ha detto, invece, che questa materia - prosegue il legale - deve essere definita con gli strumenti diplomatici, dunque con un dialogo tra Stati, e non per vie giudiziali. Contatti in tal senso già ci sono stati tra Roma e Berlino».

In attesa di conoscere le motivazioni dei supremi giudici - entro 90 giorni - Dossena aggiunge che «per ora, posso solo dire che la Procura della Cassazione, senza entrare nel merito del "giusto" o "sbagliato", ha sostenuto, che era necessario tenere conto di quanto stabilito dalla Corte Internazionale».

Sul fronte della responsabilità penale dei militari nazisti, Dossena sottolinea che «sono passate in giudicato, e dunque, sono definitive, le condanne all’ergastolo dei quattro imputati: Joseph Bauman, Wilhelm Kusterer, Max Schneider e Helmut Wulf. Non hanno nemmeno fatto ricorso contro la sentenza di appello. Forse sono deceduti, come è accaduto per altri quattro coimputati».

Sono circa 60 le cause risarcitorie pendenti, in diverso grado, nelle aule di giustizia italiane per crimini di guerra commessi dai militari nazisti. Una riguarda anche la richiesta di indennizzo per un eccidio avvenuto in Grecia, a Distomo, dove nel giugno 1944 sono stati uccisi 208 abitanti per i quali il governo di Atene ha negato il diritto dei familiari a rivalersi sui beni tedeschi. Adesso, dopo la Cassazione, anche i giudici di merito dovranno uniformarsi a L’Aja.

A Como, il tribunale civile dovrà riprendere il procedimento con il quale la Germania chiede la "liberazione" di "Villa Vigoni" - il prestigioso centro di studi tedesco sul lago di Como - dalla iscrizione ipotecaria chiesta dai parenti delle vittime della strage di Civitella. A Roma, il tribunale, a settembre, deciderà sulla richiesta di opposizione avanzata sempre dalla Germania contro il tentativo di «esecuzione presso terzi» con il quale i greci di Distomo chiedono il sequestro di circa 40 milioni di euro che le Ferrovie tedesche avrebbero - sostengono i legali dei greci - sotto forma di credito presso le Ferrovie dello Stato italiane. Finora il tentativo di esecuzione non è andato a buon fine perché non è risultato alcun credito. Ad ogni modo, in giudizio si sono costituite, oltre alla Germania, anche le ferrovie tedesche e quelle italiane.








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