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martedì 27 novembre 2012


APPELLO. SERVE PIÙ INFORMAZIONE ANCHE PER ELIMINARE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

APPELLO. Serve più informazione anche per eliminare la violenza contro le donne
OSSIGENO – Roma, 27 novembre 2012 - Questo il testo dell’appello lanciato in occasione del convegno “Il velo squarciato. Intimidazioni e violenze contro le giornaliste”, che si è svolto a Montecitorio, nella sala Aldo Moro, la mattina del 27 novembre.
                                       APPELLO
Nella ricorrenza della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, celebrata congiuntamente a Roma il 27 novembre 2012, nella sala Aldo Moro del Palazzo di Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, per iniziativa della Commissione Pari Opportunità dell’Associazione Stampa Romana, dell’Associazione Ossigeno per l’Informazione – Osservatorio sui Giornalisti minacciati in Italia promosso da FNSI e ODG, dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio con l’incontro pubblico “ Il Velo Squarciato. Intimidazioni e violenze contro le giornaliste. Le testimonianze, l’Appello”, durante il quale sono state presentate le testimonianze di quattro giornaliste vittime di minacce ed intimidazioni nello svolgimento della loro attività professionale.
Premesso che:
in Italia la violenza contro le donne in quanto donne, continua a generare numerosi e gravi delitti, fra cui oltre cento omicidi l’anno per femminicidio all’origine della violenza contro le donne ci sono in primo luogo le seguenti cause:
1. l’ignoranza del basilare concetto di uguaglianza fra gli esseri umani senza distinzione di genere;
2. il permanere di anacronistici comportamenti discriminatori e di pregiudizi e stereotipi di genere
3. la difficoltà di rendere universalmente accettati i valori della parità;
4. il permanere di condizionamenti culturali e di linguaggi sessisti ampiamente utilizzati anche dai mass media
5. la difficoltà di comunicare con continuità e con la dovuta considerazione (attraverso i mass media) le informazioni sugli ostacoli che limitano la partecipazione delle donne alla vita pubblica e alle professioni, nonché notizie competenti ed approfondite sul contesto sociale che rende possibili le violenze e le discriminazioni;
6. in Italia, secondo i più autorevoli certificatori internazionali, l’informazione giornalistica non è “libera” come negli altri paesi dell’Unione Europea, ma “parzialmente libera” a causa delle seguenti ragioni:
a. la concentrazione della proprietà editoriale;
b. l’irrisolto conflitto di interessi fra attività editoriale, attività politico istituzionale, interesse pubblico
c. l’elevato numero di giornalisti sotto scorta, di giornalisti che subiscono minacce, di giornalisti che subiscono intimidazioni per effetto di norme poco garantiste nei loro confronti in materia di diffamazione e di risarcimenti , norme che prevedono esborsi sproporzionati e la pena del carcere, come nei regimi autoritari:
7. sono numerose le donne giornaliste minacciate in Italia a causa della loro attività professionale e alcune di loro sono specificamente impegnate a diffondere informazioni sulle violenze e le discriminazioni subite dalle donne, come è documentato dai Rapporti annuali dell’osservatorio Ossigeno per l’Informazione promosso dalla FNSI e dall’Ordine dei Giornalisti, che ha censito in sei anni oltre mille fra giornalisti e giornaliste vittime di minacce e gravi abusi;
Ciò premesso, si fa appello
alle istituzioni pubbliche, al mondo dell’informazione, alla rete di associazioni impegnate nella promozione dei diritti umani e per la piena affermazione dei valori democratici e del principio di eguaglianza e alla libertà femminile, le forze politiche e parlamentari, affinché:
- sia pienamente e correttamente rappresentata la drammaticità della violenza contro le donne, indicandone le cause articolate e dando spazio al dibattito sul modo di superarla;
- siano utilizzati nella descrizione dei fatti di cronaca e dei femminicidi un linguaggio ed una narrazione coerenti e non sessisti;
- si assumano le iniziative legislative e normative più opportune per rimuovere le cause che fanno dell’Italia un paese in cui la libera informazione ha uno spread negativo;
- si contribuisca attivamente alla promozione di iniziative volte a difendere allo stesso tempo i diritti e la libertà delle donne e la libera informazione, in nome dell’eguaglianza, del diritto dei cittadini/cittadine di essere informati, nell’interesse della pace e dello sviluppo.

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