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domenica 14 aprile 2013


IL CURATORE DELLA EGEA SERVICE S.p.A 

( ex ECO4)

HA CHIESTO LA RESTITUZIONE DI 12 MILIONI DI EURO AI SINDACI E AGLI AMMINISTRATORI – COINVOLTI POLITICI E COLLETI GRIGI  - PREVEDIBILI SVILUPPI ANCHE IN SEDE PENALE






     Caserta ( di Ferdinando Terlizzi )-Su disposizione del giudice delegato  della sezione fallimentare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Dr. Salvatore Arminio Rabuano,  il  Prof. Amedeo Bassi, curatore fallimentare della  Egea Service S.p.A.
( ex ECO4),  dichiarata fallita con sentenza del 4 aprile3 2008 ha contestato, a tutti i sindaci e gli amministratori  “di non aver agito, nelle svolgimento delle mansioni della carica ricoperta, con la diligenza richiesta dalla legge, e pertanto di aver cagionato alla società ed ai creditori sociali danni ingiusti che devono essere risarciti”. I predetti danni   si fanno ascendere a circa 12 milioni di Euro ( quasi 25 miliardi delle vecchie lire).
    
      Il Fallimento intende esercitare ( artt. 146 L.F. e 2392 Cod.Civ. ) nei confronti  di tutti i sindaci e gli amministratori  succedutisi nel tempo,  nella gestione  del consorzio,  l’azione di responsabilità,  che è nel diritto della società e dei creditori sociali. 
In particolare – dopo l’espletamento di perizie contabili  - il curatore ha contestato “solidalmente” numerose  azioni che sembrano affette da simulazione o non perfetta credibilità.
    
      Sono inficiate di cr edibilità:  l’appostazione nel bilancio relativo all’esercizio 2005 di proventi straordinari per euro 6.263.558,00 che si riferiscono ad un lodo arbitrale del 12 ottobre 2005 contro il comune di  Castelvolturno allora non definitivo ( e attualmente confermato dalla Corte di Appello di Napoli ),  con la quale sono state mascherate perdite che avrebbero determinato lo scioglimento della società e il divieto di nuove operazioni;  mancanza di iniziative per la esecuzione del lodo;  riduzione del crediti verso la controllante EGEA  nel bilancio 2005 dell’importo di euro 2.077.255,10 e di riflesso la riduzione  dei debiti di quest’ultima di pari importo, per effetto di una transazione avvenuta  tra “controllante”  e “controllata”,    della quale non è stata rinvenuta alcuna documentazione che possa  fungere da supporto contabile della operazione.

     Ed inoltre  viene ancora contestato da parte della curatela a sindaci  e amministratori della fallita società l’investimento irragionevole in titoli per euro 1.850.000,00  risultante dai bilanci 2004 e 2005  che ha causato danni quantificabili  nella differenza tra interessi di mora – corrispondente all’importo dei titoli -  pagati dalla società e interessi attivi sugli stessi titoli; andamento crescente anomalo ed ingiustificato dei costi e oneri di gestione nel bilancio 2005 a fronte di un progressivo calo della produzione; 
 operazioni simulate di nolo a freddo negli esercizi 2003,  2004 e 2005 soprattutto ma non esclusivamente con la società per operazioni inesistenti.

     L’elenco delle irregolarità è lungo e il lavoro dei periti del Tribunale è stato onerose e dettagliato ma poi ha evidenziato alla curatela le diecine e diecine di operazioni che – definire azzardate ci si perderebbe veramente. E’ stata rilevata la maturazione “ingiustificata” nel  nei bilancio 2005 di interessi di mora ci collegati  al debito verso Fibe Campania.
    
     Ma l’esempio più eclatante di come avviene lo sperpero del denaro pubblico è rappresentato dai costi  sostenuti nel 2005 per lavori inesistenti eseguiti da CELP srl, ed
Il conseguente annullamento ingiustificato del credito verso FIBE  S.p.A. negli esercizi 2005 e 2006; nonché il  reperimento e mancata consegna dei beni risultati dal libro cespiti ammortizzabili al 31.12.2005.

     All’ex amministratore Unico della EGEA spa  in carica nel 2007, viene inoltre addebitato il mancato esercizio dell’azione di  responsabilità sollecitato dall’azionista di maggioranza nonché quattro cessioni di credito,   del 22 gennaio 2007,  in favore di FLORA AMBIENTE ( che faceva capo alla famiglia Orsi con Flora e Antonietta) ritenute dalla curatela  “illecite preferenziali e  viziate da conflitto di inter3essi”.

     E’ stata anche  contestata ( ma il curatore ha tentato anche di interrompere le eventuali prescrizioni ) la  mancata rilevazione delle perdite già a partire dal 2004 ( collegate alla inesigibilità dei crediti verso i Comuni ) e la illegittima e dannosa continuazione della attività sociale.
     Di  tali addebiti sono chiamati a rispondere gli amministratori e sindaci della società
fallita, gli amministratori di fatto della stessa, e ai sensi dell’art. 2055 c.c. gli
amministratori della srl  Flora Ambiente, società che ha costituito lo strumento per l’ illecito.
     La S.p.A. EGEA sorta sulle ceneri dell’ECO4 ( a sua volta sciolto dal commissario Dr. Alberto Stanchelli nel 2008 e il prosieguo della gestione affidata al Generale di Brigata dei Carabinieri Achille Foggetti ) aveva quali soci i comuni di Bellona, Calvi Risorta, Camigliano, Cancello e Arnone, Carinola, Castelvolturno, Cellole, Falciano del Massico,  Francolise, Giano Vetusto, Grazzanise, Mondragone, Pastorano, Pignataro Maggiore, Roccamonfina, S. Maria La Fossa, Sessa Aurunca, Sparasnise, Teano,  e Vitulazio.
    
     Il primo commissario prefettizio è stato il Dr. Gerlando Iorio,  da Recale; il presidente del collegio sindacale è stato Bruno Carrieri, da Castelvolturno;   e sindaci
Valerio Mozzillo
( Cellole);  Agostino Martino, ( Calvi Risorta);   Concetta Paolo,( S.Maria C.V.);  Francesco Russo,  ( procuratore, S. Maria C.V. ) e  Francesco Massaro (Caserta, procuratore speciale).   

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