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giovedì 25 aprile 2013


   TRE UFFICIALI DELLA GUARDIA DI FINANZA HANNO DETTO IL FALSO...ASSOLTA LA CAPACCHIONE - PREVISTO APPELLO DELLA PROCURA E  DELLA PARTE CIVILE 





TRE  Caserta.  Tanto per dire, o tanto per  parlare, se da informatore fai una soffiata ad un ufficiale della Guardia di Finanza che,  sulla scorta delle rivelazioni appena apprese, apre un’indagine meticolosissima che rivolta come un calzino la vita dell’esposto, si è sicuri di non essere puniti, perché non è reato. Se il pm ti accusa di calunnia, il giudice, codice alla mano, può assolvere l’imputato perché il fatto non costituisce reato. Questo il concetto alla base della decisione del giudice monocratico Riccio del tribunale sede distaccata di Caserta che ieri sera ha mandato assolta la senatrice Rosaria Capacchione.

      Ieri pomeriggio l’arringa del difensore della neosenatrice, l’avvocato Vittorio Giaquinto che per più di un’ora ha arringato su tali principi. L’evento anche quello psicologico del reato di calunnia va dimostrato e agli atti non vi era alcuna denuncia messa per iscritto da parte della Capacchione contro il maresciallo  Papale ( l’esposto) , ma solo delle confidenze fatte addirittura in un bar a colloquio con il maggiore Vittorio Capriello, ex comandante delle Fiamme Gialle di Caserta.
     Una sentenza che farà giurisprudenza perché ogni cittadino si sentirà legittimato a sparlare e a calunniare sulle persone odiate  sicuro di non subire alcuna punizione.  La giornalista rivelò al comandate che il finanziere Papale era      era stato corrotto dai Coppola di Pinetamare, nota famiglia imprenditoriale,  rivale di Salvatore Capacchione, fratello di Rosaria,  per l'acquisto di suoli e capannoni nell'ex area Saint Gobain di Caserta, dove invece Capacchione aveva già messo le mani. I fatti risalgono addirittura al 2001. Rosaria Capacchione aveva tentato di fermare con quelle false affermazioni il sottufficiale che aveva redatto il famigerato Dossier Capacchione sugli affari di Salvatore Capacchione  che coinvolgevano anche la sorella giornalista.
     Papale secondo le confidenze della Capacchione era stato indotto a costruire delle false accuse contro suo fratello. Ciò indusse gli investigatori ad indagare sul finanziere ma sul suo conto non trovarono prove a riscontro delle accuse sollevate. Emerse altresì che il maresciallo Papale   non aveva avuto alcun rapporto con i Coppola. Da qui la denuncia di calunnia ed il conseguente rinvio a giudizio per Rosaria.  Nel corso dell’istruttoria dibattimentale il maresciallo Papale, costituitosi parte civile ed assistito dall’avvocato Luigi Tuccillo,  spiegò il motivo di tanto livore da parte della giornalista,  che   nasceva dal fatto di aver egli indagato sul suo conto e su quello del fratello,  accusandola di concorso in bancarotta fraudolenta.
     Sui conti correnti della giornalista erano transitati diversi miliardi del vecchio conio,  soldi che Salvatore Capacchione aveva fatto sparire per sottrarli alle ganasce della magistratura. La difesa  dunque ha dimostrato che la Capacchione in effetti ha solo fatto delle confidenze al maggiore  Capriello non sapendo però   che da quell'informale colloquio ne sarebbe nato  un dettagliato rapporto che mirava a far luce su quanto appreso  sul conto di un finanziere integerrimo che su delega della Procura di Napoli aveva preparato un corposo dossier sul sistema Capacchione.
     Dossier che portò la procura di Napoli a far arrestare proprio Salvatore Capacchione per bancarotta fraudolenta e al congelamento di tutti i suoi beni e a ritenere Rosaria complice di concorso. Salvatore Capacchione per sottrarre al sequestro i suoi miliardi,  li aveva fatti passare sul conto della sorella, presso l'agenzia Banca di Roma a Frasso Telesino, sul quale veniva accreditato lo stipendio di Rosaria da giornalista, cifre che raggiungevano anche i cinque miliardi delle vecchie lire, in entrata  e poi subito in uscita. 
     Altri conti intestati a Rosaria sono risultati poi aperti sempre in quel periodo, tra il '95 ed il 2001, presso la Banca Popolare di Castrovillari e Corigliano Calabro, l'Ambroveneto di Napoli e presso la Bnl di Caserta. Per fermare l’investigatore  Rosaria  confidò alla Gdf che il finanziere Papale era stato corrotto dai Coppola. Ma fu solo una soffiata.  Dal dossier sul sistema Capacchione però  sono emersi dei fatti inquietanti ed anche delle intercettazioni telefoniche tra Rosaria ed il fratello nel corso delle quali la giornalista suggeriva al fratello di sparare contro il maresciallo con un  mitra.
     A Napoli Salvatore Capacchione venne indagato e arrestato per la truffa sui fondi per la ricostruzione di Ponticelli. A Caserta Salvatore Capacchione aveva ripresentato lo stesso modello ma venne fermato a seguito di diversi articoli che erano apparsi sulla cronaca dei quotidiani locali. 
     La senatrice ieri ha atteso con trepidazione la decisione del giudice anche perché rischiava come minimo una condanna a due anni ed otto mesi in base alla richiesta del pubblico ministero. Non appena Capacchione è stata resa edotta della sentenza che la assolveva la senatrice ha tirato un sospiro di sollievo. Non è stato così per la parte civile che aspetterà il deposito delle motivazioni della sentenza per appellare la decisione del giudice.



Da nuova  GAZZETTA di CASERTA  articolo a firma di Maria Giovanna Pellegrino

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