TRE UFFICIALI DELLA GUARDIA DI FINANZA HANNO DETTO IL FALSO...ASSOLTA LA CAPACCHIONE - PREVISTO APPELLO DELLA PROCURA E DELLA PARTE CIVILE
TRE Caserta. Tanto per dire, o
tanto per parlare, se da informatore fai
una soffiata ad un ufficiale della Guardia di Finanza che, sulla scorta delle rivelazioni appena
apprese, apre un’indagine meticolosissima che rivolta come un calzino la vita dell’esposto,
si è sicuri di non essere puniti, perché non è reato. Se il pm ti accusa di
calunnia, il giudice, codice alla mano, può assolvere l’imputato perché il
fatto non costituisce reato. Questo il concetto alla base della decisione del
giudice monocratico Riccio del tribunale sede distaccata di Caserta che ieri
sera ha mandato assolta la senatrice Rosaria Capacchione.
Ieri pomeriggio l’arringa del
difensore della neosenatrice, l’avvocato Vittorio Giaquinto che per più di
un’ora ha arringato su tali principi. L’evento anche quello psicologico del
reato di calunnia va dimostrato e agli atti non vi era alcuna denuncia messa
per iscritto da parte della Capacchione contro il maresciallo Papale ( l’esposto) , ma solo delle confidenze
fatte addirittura in un bar a colloquio con il maggiore Vittorio Capriello, ex
comandante delle Fiamme Gialle di Caserta.
Una sentenza che farà giurisprudenza perché ogni cittadino si sentirà
legittimato a sparlare e a calunniare sulle persone odiate sicuro di non subire alcuna punizione. La giornalista rivelò al comandate che il
finanziere Papale era era stato corrotto dai Coppola
di Pinetamare, nota famiglia imprenditoriale, rivale di Salvatore Capacchione, fratello di Rosaria,
per l'acquisto di suoli e capannoni
nell'ex area Saint Gobain di Caserta, dove invece Capacchione aveva già
messo le mani. I fatti risalgono addirittura al 2001. Rosaria Capacchione aveva
tentato di fermare con quelle false affermazioni il sottufficiale che aveva
redatto il famigerato Dossier Capacchione sugli affari di Salvatore Capacchione
che coinvolgevano anche la sorella
giornalista.
Papale secondo le
confidenze della Capacchione era stato indotto a costruire delle false
accuse contro suo fratello. Ciò indusse gli investigatori ad indagare sul
finanziere ma sul suo conto non trovarono prove a riscontro delle accuse
sollevate. Emerse altresì che il maresciallo Papale non
aveva avuto alcun rapporto con i Coppola. Da qui la denuncia di calunnia
ed il conseguente rinvio a giudizio per Rosaria. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale il
maresciallo Papale, costituitosi parte civile ed assistito
dall’avvocato Luigi Tuccillo, spiegò il motivo di tanto
livore da parte della giornalista, che
nasceva dal fatto di aver egli indagato sul suo conto e su quello
del fratello, accusandola di concorso
in bancarotta fraudolenta.
Sui conti
correnti della giornalista erano transitati diversi miliardi del vecchio conio,
soldi che Salvatore Capacchione aveva fatto
sparire per sottrarli alle ganasce della magistratura. La difesa dunque ha dimostrato che la Capacchione in
effetti ha solo fatto delle confidenze al maggiore Capriello non sapendo però che da
quell'informale colloquio ne sarebbe nato un dettagliato rapporto che mirava a far luce
su quanto appreso sul conto di un finanziere integerrimo che su delega
della Procura di Napoli aveva preparato un corposo dossier sul sistema
Capacchione.
Dossier che
portò la procura di Napoli a far arrestare proprio Salvatore
Capacchione per bancarotta fraudolenta e al congelamento di tutti i suoi
beni e a ritenere Rosaria complice di concorso. Salvatore Capacchione per
sottrarre al sequestro i suoi miliardi, li
aveva fatti passare sul conto della sorella, presso l'agenzia Banca di
Roma a Frasso Telesino, sul quale veniva accreditato lo stipendio di
Rosaria da giornalista, cifre che raggiungevano anche i cinque miliardi delle
vecchie lire, in entrata e poi subito in uscita.
Altri conti
intestati a Rosaria sono risultati poi aperti sempre in quel periodo, tra
il '95 ed il 2001, presso la Banca Popolare di Castrovillari e Corigliano
Calabro, l'Ambroveneto di Napoli e presso la Bnl di Caserta. Per fermare
l’investigatore Rosaria confidò alla Gdf che il finanziere Papale era
stato corrotto dai Coppola. Ma fu solo una soffiata. Dal dossier sul sistema Capacchione però sono emersi dei fatti inquietanti ed
anche delle intercettazioni telefoniche tra Rosaria ed il fratello nel corso
delle quali la giornalista suggeriva al fratello di sparare contro il
maresciallo con un mitra.
A Napoli
Salvatore Capacchione venne indagato e arrestato per la truffa sui fondi per la
ricostruzione di Ponticelli. A Caserta Salvatore Capacchione aveva
ripresentato lo stesso modello ma venne fermato a seguito di diversi articoli
che erano apparsi sulla cronaca dei quotidiani locali.
La senatrice ieri
ha atteso con trepidazione la decisione del giudice anche perché rischiava come
minimo una condanna a due anni ed otto mesi in base alla richiesta del pubblico
ministero. Non appena Capacchione è stata resa edotta della sentenza che la
assolveva la senatrice ha tirato un sospiro di sollievo. Non è stato così per
la parte civile che aspetterà il deposito delle motivazioni della sentenza per
appellare la decisione del giudice.
Da nuova GAZZETTA di
CASERTA articolo a firma di Maria
Giovanna Pellegrino
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