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giovedì 30 maggio 2013


PANORAMA. GIORGIO MULE’: “GIORNALISTI IN CARCERE, 100 GIORNI PER CAMBIARE LA NORMATIVA”.

Roma, 29 maggio 2013. Cento giorni per cambiare la legge riguardo al carcere per reati di opinione. Cento giorni per far si’ che “questo Paese potra’ compiere un grande balzo verso la civilta’”. Cento giorni a partire dal 30 maggio, un conto alla rovescia, da rendere pubblico su giornali e online, per dimostrare ai lettori, ai cittadini, quanto e’ stato o non e’ stato fatto. E’ “l’invito” che il direttore di Panorama Giorgio Mule’ rivolge a tutti i direttori di testate giornalistiche, dopo la condanna per diffamazione al settimanale da parte del procuratore capo Francesco Messineo. I cento giorni si riferiscono al tempo che ci vuole, nel caso Mule’ rinunciasse all’Appello, per scrivere le motivazioni del verdetto, ci sarebbe infatti l’esecuzione immediata della pena.



“Con l’eccezione dei rappresentati del Movimento 5 stelle e di Sel di Nichi Vendola - scrive Mule’ - i parlamentari di tutti gli altri partiti hanno espresso solidarieta’ a Panorama”, “unita alla necessita’ di riformare la legge. Bene: ci sono piu’ di tre mesi di tempo - sottolinea Mule’ - affinche’ questa maggioranza trasversale dia un segnale concreto per porre fine a questa vergogna tutta e solo italiana. Si metta mano alla normativa sulla diffamazione”, perche’ da destra e sinistra “sono tutti d’accordo sul principio che non puo’ essere comminato il carcere per reati di opinione”.


“E’ una battaglia di civilta’” non per “interesse personale o di corporazione ma per difendere il bene superiore della liberta’ di espressione che non puo’ conoscere alcuna restrizione”. I fatti sono noti: il 21 maggio scorso scorso il tribunale di Milano ha condannato per diffamazione a un anno di reclusione un giornalista e un collaboratore di Panorama; il direttore di Panorama a otto mesi di reclusione per omesso controllo. Nel caso del giornalista e del direttore, il giudice ha ritenuto di non concedere la sospensione della pena.

Il processo (tutti gli atti sono disponibili sul sito www.panorama.it) aveva per oggetto la presunta diffamazione di un magistrato per un articolo pubblicato da Panorama: “nessuna accusa di falsita’ e’ stata mossa agli autori dell’articolo e lascio - si rivolge ai colleghi Mule’ - al tuo libero giudizio valutare se le espressioni contestate abbiano travalicato il diritto di critica e di opinione che trovano nell’articolo 21 della nostra Costituzione la loro sacra protezione”.


Il direttore di Panorama, nel suo editoriale, che sara’ pubblicato domani sul settimanale, ricorda come non sia la prima volta: “Nel 2000, cioe’ 13 anni fa, una tempesta giudiziaria si abbatte’ sulla nostra redazione: altre condanne, altro carcere. Il direttore dell’epoca Nini Briglia (che e’ stato fra i miei maestri) decise di inviare una lettera ai presidenti di Camera e Senato e a tutti i parlamentari”. Lettera (riproposta dallo stesso Mule’) che dimostra come in tutti questi anni non sia cambiato assolutamente nulla. E’ una materia che da oltre vent’anni “e’ oggetto di un logorante dibattito che conosce momenti di grande visibilita’ solo quando un giornalista (vedi i casi Jannuzzi e Sallusti)”. In cento giorni si puo’ fare molto. “In 100 giorni e’ possibile riformare la legge, basterebbe cominciare dalla cancellazione dell’eventualita’ del carcere per i reati di opinione. Lo schieramento trasversale che ha manifestato solidarieta’ dopo il caso di Panorama ha i numeri in Parlamento per farlo”. “Vediamo - conclude Mule’ - se stavolta ne sara’ capace”. (AGI)

Diffamazione a mezzo stampa. Intervento della Giunta Fnsi: “No al carcere e basta con le querele temerarie” 



Roma, 20 maggio 2013. A giudizio della giunta esecutiva della Federazione della Stampa, riunita oggi a Roma, l’invito forte dell’Osce è l’ennesima brutta figura per un Paese come l’Italia, che pure è fondatore dell’Unione Europea e ha una delle costituzioni più belle del mondo, rispetto alla quale permangono, purtroppo, aree di legislazione assolutamente incoerenti come quella per i reati a mezzo stampa. La sottolineatura del rappresentante dell’organismo internazionale per la libertà dei media  di quanto ha ripetutamente dichiarato la Corte dei diritti dell’uomo - e cioè che “la reclusione per il reato di diffamazione è sproporzionata e dannosa per una società democratica” tale da risultare “raggelante” fino a minare l’efficacia dei mezzi di comunicazione - è una solenne bocciatura per il nostro attuale ordinamento. Un ordinamento fatto di norme che possono provocare condanne alla reclusione, addirittura senza condizionale, come nel caso dei giornalisti di Panorama querelati da un magistrato. C’è del marcio nella legge italiana esistente che va eliminato al più presto, rinsaldando il valore delle regole dell’autonomia professionale e deontologica, riconoscendo l’efficacia della rettifica e introducendo il Giurì per la lealtà dell’informazione. Allo stesso modo vanno previste norme e sanzioni contro le querele temerarie promosso al solo scopo di intimidire e frenare il corso del giornalismo di indagine. La Giunta della Federazione della Stampa sollecita il Parlamento ad un’opera riformatrice urgente e coerente con il richiamo dell’Osce e con la giurisprudenza consolidata della corte di giustizia dei diritti dell’uomo”. (www.fnsi.it)





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