cenere sei... e cenere diventerai...
Ci sono notizie che ti trovi in pagina e non sai se ridere e piangere, ma ignorarle è impossibile, perché assomigliano a un pugno nello stomaco. Lo scrivo con grande rispetto per le scelte individuali, poiché i casi della vita m’hanno condotto sui sentieri della morte e ho imparato sulla mia pelle che nulla è scontato. Sono cresciuto passando un salto ogni domenica a salutare i cari di famiglia, al cimitero. Quand’è morto mio padre abbiamo scelto la cremazione. Dico «abbiamo» perché la malattia gli aveva concesso tempo e di quell’aspetto avevamo parlato a lungo, decidendo che il suo posto sarebbe stato sotto l’ampio faggio che ha dimora in giardino. Venuto il momento, tutto è avvenuto alla svelta, ma ho un ricordo preciso: quando ci hanno consegnato l’urna, al forno crematorio del camposanto, l’avevo presa in consegno io. Era pesante e tiepida, tanto che mentre scendevo le scale e la stringevo al petto, avevo la netta sensazione di tenere tra le braccia mio padre bambino. Lo scrivo senza vergogna, poiché credo non ci sia nulla d’imbarazzante nelle sensazioni che si provano. Non saprei invece dare un giudizio su chi sceglie di trasformare le ceneri del proprio defunto in un gioiello, pur se intuisco le ragioni di chi vuole farlo: un modo per sentirlo sempre accanto, vicino. Lo stesso accade a me che, grazie al ricordo, al conservarne memoria, sento mio padre ancora presente, in un certo senso vivo, anche se non lo posso toccare perché cenere era e cenere è tornato di nuovo.
Giorgio Bardaglio
L’AMORE
è DAVVERO ETERNO E UN DIAMANTE È PER SEMPRE.
Non a caso citiamo questa frase: l’ultima frontiera dell’arte
funeraria è quella del diamante della memoria. Autentiche
pietre preziose sintetiche, di diverse carature e dimensioni,
che presentano le stesse proprietà fisiche, chimiche ed
ottiche dei diamanti naturali, ricavati però dalle ceneri del
proprio defunto. Un brevetto messo a punto da Algordanza,una
società svizzera operante in tutta Europa e che negli ultimi anni ha fatto
centro rivoluzionando il sistema della normale sepoltura. Diamanti certificati
di alta
qualità dalle ceneri di cremazione delle persone care
scomparse, in memoria della loro unica vita. Non uno scherzo, bensì una realtà.
Un’usanza che ora sembra fare breccia anche sul Lario. «Si tratta di un
processo semplice che deriva dall’estrazione del carbonio dalle ceneri del
defunto oppure dai capelli dello stesso - spiega Marco De Agostini, titolare
dell’omonima ditta di onoranze funebri - il tutto subisce poi un preciso
processo chimico fino ad arrivare ad ottenere un grezzo diamante con le
caratteristiche di un prodotto naturale con gli stessi riflessi e colorazioni.
Dei pezzi unici che sono, a loro volta, montati per diventare un gioiello da
portare sempre con sé. Il dolore si trasforma quindi in gioia, in un piacere
per
avere sempre vicino un caro
defunto. Un oggetto che non ci abbandonerà mai e che a ogni riflesso
farà ricordare il sorriso della persona cara». Un servizio che sempre più
imprese di onoranze funebri offrono. Basta chiedere. E così una soluzione che
fino a poco tempo fa pareva inverosimile diventa reale. Negli Stati Uniti ha
già sbancato e sta entrando anche nella cultura del territorio europeo. Un
esempio arriva da Londra, con alcuni rotocalchi inglesi che hanno riportato la
notizia che un giovane designer ha deciso che la morte della ex fidanzata con
cui si sarebbe
dovuto sposare non doveva essere un ostacolo e,
quand’essa per disgrazia è venuta a mancare, s’è fatto
realizzare una catenella da portare al collo con un diamante
proveniente dalle ceneri della defunta, un gioiello di ben 7.500 euro. Ma quanto costa il tutto? Come minimo sui
3.500 euro (Iva inclusa), per un prezioso di 30
carati, ma se si vuole si può spendere anche molto di più.
La società è in grado di offrire diverse carature e
soprattutto tagli del prezioso che potrà essere liberamente montato a seconda
delle preferenze del cliente. Le ceneri in ogni caso vengono utilizzate tutte e
c’è già qualcuno a Como che ha chiesto di poter togliere l’urna dal camposanto
per procedere alla lavorazione, per la quale occorrono circa quattro mesi.
Arianna Augustoni
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