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lunedì 16 settembre 2013

l'Italia... di merda...

Maurizio Gallo  e Simone di Meo

Giustizia. Sei anni in isolamento e nessun risarcimento

16-09-2013
Il quotidiano “Il Tempo”, da ieri diretto da Gian Marco Chiocci (in bocca al lupo!) ha iniziato un’inchiesta sulla mala-giustizia che si snoderà nei prossimi giorni. Ieri ha raccontato la storia di Giulio Petrilli, e “censito” alcuni dei tanti che hanno avuto la sventura di incappare nella giustizia italiana pur se innocenti; innocenza riconosciuta dopo una lunga, a volte lunghissime detenzione, spesso risarcita con cifre irrisorie.
Il telefono gracchia. La voce va e viene. Giulio Petrilli è a Belgrado per un lavoro. "Ogni tanto torno in Italia", spiega. Ma, dal tono, sembra che stia meglio in Serbia. Qui, nel suo Paese, gli hanno rubato sei anni di vita e poi, dopo aver riconosciuto tardivamente l'errore, si sono rifiutati di risarcirlo. Il danno e la beffa. Per un cavillo, il primo comma dell'articolo 314 del codice di procedura penale, che dà ai giudici il potere di decidere se il rimborso va concesso o no.
Petrilli fu arrestato il 23 dicembre 1980. L'accusa era pesante: banda armata. I pm sostenevano che era coinvolto nell'organizzazione terroristica Prima Linea. Lui all'epoca era uno studente ventunenne della facoltà di Lettere all'Aquila. In primo grado fu condannato. A otto anni. Ne ha scontati sei, in regime speciale: un'ora d'aria e 23 in cella. Poi, in appello, è stato assolto. La sentenza venne confermata in Cassazione. E Giulio nel maggio dell'86 tornò libero. Anche se la sua vita era ormai devastata.
"Mi accusarono di partecipazione a banda armata con funzioni organizzative", ricorda. Un'accusa pesante, specialmente in quegli anni. Il pm chiese undici anni. La Corte ne "concesse" otto, trascorsi passando da un penitenziario all'altro in un regime peggiore dell'attuale 41 - bis: isolamento totale e sessanta minuti soltanto all'aperto. "Il primo comma del 314 - sottolinea - prevede il rifiuto del risarcimento in caso di colpa grave o dolo. Ma, in realtà, basta una frequentazione sbagliata. Nel caso mio facevo politica e andavo all'università. È una cosa folle perché così il giudizio diventa arbitrario". In secondo grado, l'assoluzione. "Marco Donat Cattin mi scagionò e venni assolto - continua Petrilli. Allora avviai le pratiche per la riparazione da ingiusta detenzione".
Il primo ostacolo fu il tempo. nel senso che i fatti risalivano a nove anni prima l'entrata in vigore del nuovo codice penale, che prevedeva i rimborsi per errori giudiziarie e ingiuste carcerazioni. "Per questo feci una battaglia che vinsi - spiega ancora Petrilli. Riuscimmo a far passare una legge nazionale che rendeva retroattivo il rimborso". Il secondo ostacolo venne rappresentato dal parere "discrezionale" dei magistrati. "La Corte d'appello di Milano e la Cassazione mi negarono il risarcimento per i sei anni che avevo passato dietro le sbarre. Non solo. Mi condannare anche a pagare le spese processuali".
Il motivo? Semplice: dietro quelle definizioni di "colpa grave" e di "dolo" ci può essere di tutto. "Nel mio caso dissero che avevo tratto in inganno gli inquirenti frequentando persone di un certo tipo - precisa Petrilli - È una normativa assurda, che non esiste nel resto dell'Unione europea. E il 70 per cento delle domande vengono rigettate con questa motivazione, com'è accaduto per Calogero Mannino. Ma chi vive in quartieri particolari di Napoli o Palermo è normale che possa conoscere qualche pregiudicato. Che vuol dire?".
Ora Petrilli ha presentato, tramite il suo legale Francesco Caterini, un ricorso alla Corte di Strasburgo. "Ma quel comma andrebbe abolito - conclude lui - Dà la possibilità ai giudici di decidere in base a un criterio morale, su chi frequenti. Ma se io sono stato assolto, perché non rispettano la sentenza e basta. E perché i magistrati non pagano mai?".

Alcuni che invece il risarcimento l'hanno ottenuto....
Gezim Muca finisce in manette nel 1996 per sequestro di persona; trascorre 210 giorni di carcere: la Corte d'appello gli riconosce 120 milioni di risarcimento.
Arben Kola, 1996, viene arrestato con l'accusa di sequestro di persona; resta 210 giorni di carcere: riceverà dallo Stato 120 milioni di lire di risarcimento.
Dritain Peculi, 1996, sempre per sequestro di persona e sempre con una detenzione che arriva a 210 giorni di carcere, ottiene un assegno di 120 milioni di lire.
Ardian Buzzani, 1999, lo fermano per prostituzione; trascorre 21 giorni in un penitenziario: il risarcimento per ingiusta detenzione ammonta a 12 milioni di lire.
Anna Iacono, 1992, è indagata per associazione camorristica; in galera ci rimane 270 giorni, l'indennizzo è di appena 12 milioni.
Roberto Salmoiraghi, 2006, viene accusato di corruzione dai pm; assolto, ottiene 11mila euro di risarcimento.
Gino Protto, 1994, indagato per falso e truffa, sconta 14 giorni di carcere preventivo a fronte dei quali ottiene 11mila euro di risarcimento.
Enzo Sindoni, 2012, deve rispondere di truffa: per 22 giorni di carcere, gli riconoscono appena 11mila euro.
Gianluigi Centofanti, 2002, finisce dentro per omicidio preterintenzionale; ci resta 120 giorni e alla fine lo Stato lo rimborsa con 112mila euro.
Norberto Molini, 1999, è accusato di spaccio di droga; sconta 180 giorni di carcere e viene rimborsato, dalla Corte d'appello, con un assegno da 110mila euro.
Klaus Rainer, 1999, viene anche lui sottoposto a fermo per droga; il gip lo lascia 180 giorni in carcere: alla fine, otterrà 110mila euro.
Salvatore Pangallo, 1999, per i pm è un picciotto, un uomo d'onore: per 479 giorni di carcere, viene liquidato con 110mila euro.
Karl Schweigkofler, 1999, lo mettono sott'inchiesta per droga; passa 160 giorni in stato di detenzione, alla fine, l'assegno è di 110mila euro.
Francesco Adesso, 2013, è accusato di violenza; la sua detenzione dura 17 giorni, a fronte dei quali ottiene 10mila euro come "scuse" da parte dello Stato italiano.
Claudio Pedicone, 2002, viene indagato per sfruttamento della prostituzione; accusa che gli costa 90 giorni di carcere e che lo Stato quantifica in appena 10mila euro di indennizzo.
Luca Delli, 2002, è indagato per reati da paura: omicidio e soppressione di cadavere; si fa 38 giorni di carcere e si ritrova, dopo l'assoluzione, senza scusa e con una "mancia" da 10mila euro.
Salvatore Cacace, 2004, lo ritengono colpevole di tentata violenza sessuale; 27 giorni di detenzione valgono 10mila euro.
Walter Di Clemente, 2012, finisce in un fascicolo giudiziario per droga con un "soggiorno" detentivo di 12 giorni che vale 10mila euro tondi tondi.
Daniele Perrucci, 2012, trascorre 2 giorni di carcere per l'accusa di omicidio, per lui, l'assegno sarà di 10mila euro.
Z.C., 1999, un bel giorno si scopre mafioso: trascorre 365 giorni di carcere: dopo la sentenza di assoluzione, passa all'incasso dei 107mila euro di indennizzo.
Sergio Marcello Gregorat, 1996, finisce nei guai con l'accusa di violenza sessuale; tutto falso, otterrà 100mila euro di "buona uscita".
Ben Mansour, 2002, lo mettono in galera per terrorismo; dopo 540 giorni di custodia cautelare, ritirerà l'assegno firmato dal ministero del Tesoro: 100mila euro.
Così il suo presunto complice, Mohamed Ikbal, 2003, anche lui accusato di terrorismo e anche lui per 540 giorni ospite delle patrie galere: il risarcimento è lo stesso, 100mila euro.
Ottavio Zirilli, 2003, è indagato per corruzione; la custodia cautelare si ferma a 80 giorni per 100mila euro di indennizzo per ingiusta detenzione.
Pino Torielli, 1993, lo ritengono addirittura un omicida; il suo incubo dura 131 giorni di carcere: il ministero gli riconoscere 100 milioni di lire di indennizzo.
Giovanni Martelli, 1993, accusato di spaccio di droga, trascorre 165 giorni di detenzione preventiva: alla fine del processo in Cassazione, chiederà e otterrà 100 milioni di lire.
Clelio Darida, 1993, finito nel mirino dei pm con l'accusa di corruzione, trascorre 54 giorni in custodia cautelare: i magistrati gli riconoscono il danno subito e lo liquidano in 100 milioni di lire.
Altin Leka, 1997, è sottoposto a fermo con l'accusa di rapina; viene privato della libertà per 450 giorni: il risarcimento è di 100 milioni di lire.
Vincenzo Deaglio, 1992, per il reato di abuso ufficio trascorre 25 giorni in stato di detenzione: l'indennizzo? Quasi da ridere: 10 milioni di lire.
Ottavio Berardo, 1993, è indagato per rapina; così, trascorre 90 giorni in regime di custodia cautelare: l'errore della giustizia vale, per lui, 10 milioni di lire.
Donato Ricci, 1994, viene travolto da una storia di tangenti e passa 7 giorni in carcere: i giudici gli riconosceranno 10 milioni di lire di indennizzo.
Vincenzo Campana, 1994, trascorre 75 giorni di custodia cautelare per omicidio: 10 milioni di lire.
Dario Ruggiero, 1994, è considerato un armiere dai pm, che lo spediscono 4 giorni in carcere; ricostruzione errata, risarcimento tocca quota 10 milioni di lire.
Maurizio Corleone, 1994, è accusato di tentata estorsione; la misura cautelare sfonda il tetto dei 100 giorni (107 in realtà) ma per i giudici sono sufficienti 10 milioni di lire per ristorarlo.
Leonard Zaimi, 1999, per i pubblici ministeri sarebbe uno dei capi di un giro di prostituzione; gli fanno fare 76 giorni di carcere, ma poi davanti all'assoluzione, il ministero dell'Economia gli deve 10 milioni di lire di risarcimento.
Rudi Poli, 1999, secondo i magistrati, sarebbe un camorrista: le assoluzioni a raffica non gli fanno ottenere più di 10 milioni di lire.
Francesco Sossi, 1992, deve rispondere di traffico di armi e ricettazione; 4 giorni di carcere gli "fruttano" 1 milione di lire.
Vito Sacconi, 1992, viene ritenuto colpevole di truffa ed estorsione, e per questo sottoposto a una misura cautelare che dura 80 giorni, il risarcimento è tra i più alti mai pagati dal ministero del Tesoro: 1 miliardo di lire.
Nicola Siccardi, 2003, finisce sott'inchiesta per corruzione; scattano le manette e una detenzione lunga 180 giorni: sarà risarcito.
Naim Stafa, 1998, si ritrova davanti al giudice per violenza sessuale; in totale, trascorre 720 giorni di detenzione: sarà assolto e risarcito.
Ines Pagnozzi, 2000, è processata per appartenenza a un clan di camorra; 91 giorni di detenzione, ottiene il risarcimento dopo l'ennesima assoluzione.
Terenzio Mué, 2002, deve rispondere di ricettazione, corruzione e truffa; la detenzione è assai lunga: 900 giorni: anche lui, otterrà l'assegno firmato dal ministero del Tesoro.
Turi Lombardo, 1994, lo mettono ai ceppi per corruzione e lo lasciano in custodia cautelare per 130 giorni: 210mila euro è l'entità del risarcimento che riesce ad ottenere.
Adriana Iacob, 2013, passa 900 giorni di detenzione per l'accusa di omicidio: l'assegno porta questa cifra: 210mila euro.
Anastasia Montanariello, 2000, finisce sott'inchiesta per corruzione di minori; sopporta la custodia cautelare, e alla fine le riconoscono 20mila euro; Calogero Giordano, 2004, è imputato per turbativa d'asta, passa 180 giorni di detenzione, e alla fine incassa 20mila euro di risarcimento per ingiusta detenzione.
Gheorghe Florin, 2007, per l'accusa di violenza sessuale "soggiorna" 90 giorni in regime di custodia cautelare: otterrà solo 20mila euro.
Donato Privitelli, 2012, sarebbe secondo i pm un corriere della droga: il gip lo lascia 101 giorni in custodia cautelare, salvo poi essere assolto e risarcito con 20mila euro per ingiusta detenzione.
Vincenzo Fragapane, 2012, i giudici sono convinti che faccia parte della mafia siciliana: "dona" alla malagiustizia 500 giorni della sua vita, e la magistratura gli restituisce 204mila euro.
Antonio Gava, 1993, è l'unico ex ministro dell'Interno finito in un'inchiesta per associazione camorristica: 180 giorni di detenzione domiciliare: assolto, e risarcito da quello stesso Stato che aveva rappresentato per tanti anni con un assegno da 200mila euro, Vincenzo Guarneri, 2004, lo tirano in ballo per una storiaccia di mafia; 780 giorni di detenzione non sono facili da smaltire, ma per i magistrati un assegno da 200mila euro può andar più che bene.
Roberto Giannoni, 1992, anche lui è indagato per mafia; la sua detenzione cautelare dura giusto la metà: 365 giorni ma ottiene 200 milioni di lire.
Piero Pizzi, 1993, agli occhi dei sostituti procuratori che lo ammanettano sarebbe un tangentista: gli unici soldi che incassa, invece, sono i 200 milioni di lire di risarcimento danni, dopo le assoluzioni.
Adriatik Goga, 1994, è indagato per droga e un bel può di reati minori: la custodia cautelare arriva a 440 giorni ma il risarcimento per ingiusta detenzione si ferma a 200 milioni di lire.
Salvatore Giambrone, 1993, finisce in galera in un'inchiesta assai complessa: assai facile, invece, è la procedura per ottenere il risarcimento che tocca 20 milioni di lire.
Filippo Portaro, 1995, droga, 27 milioni di lire; Filippo Portaro, 1999, droga, 1020 giorni di detenzione, 52 milioni di lire.
 


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