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mercoledì 16 ottobre 2013

IL POPOLO SI DOMANDA: QUESTI POVERI CRETINI CHE ABBIAMO MANDATO A ROMA OLTRE A DROGARSI CHE ALTRO SANNO FARE?

Valter Vecellio

Chapeau, signora ministro della Giustizia! Silenziato Gozi, per il PD e del PD contano solo le pataccate di Renzi e dei renzini?

16-10-2013
Le demagogiche pataccate di Matteo Renzi su amnistia e indulto fanno “notizia” e conquistano titoli e prime pagine. Non un cenno alla grave denuncia del suo compagno di Partito, e doppia tessera radicale, Sandro Gozi, vice-presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa con delega alle carceri. Gozi, intervenuto al convegno “Emergenza lavoro nelle carceri” a Padova definisce "L'Italia delinquente abituale, basti guardare le ripetute condanne ricevute per le stesse problematiche, in primis sovraffollamento delle carceri e lentezza dei processi. Su 47 Paesi del Consiglio d'Europa, noi "produciamo" l'11 per cento delle condanne corte, dietro solamente a Russia (22 per cento), e Turchia (13 per cento)".
Anche questo tipo di episodi, di “fatti” va compreso, evidentemente, nel diritto all’informazione negato, nel diritto al sapere da conquistare.
Giornalista professionista, attualmente lavora in RAI. Dirige il giornale telematico «Notizie Radicali», è iscritto al Partito Radicale dal 1972, è stato componente del Comitato Nazionale, della Direzione, della Segreteria Nazionale.
Non una trasmissione di approfondimento politico per far sapere che i costi di questa realtà sono altissimi: solo per la lentezza dei processi, infatti, dobbiamo alla Corte ancora 500 milioni di euro. Inoltre, se entro maggio 2014 non risolveremo l'emergenza carceri, la ripresa dei processi contro l'Italia ci costerà altre centinaia di milioni di euro. Pagheranno tutti i contribuenti italiani, obbligati a pagare per l'illegalità dello Stato.
Renzi e i renzini dovrebbero spiegare come possa risultare credibile uno Stato incapace di assicurare processi rapidi nella certezza della pena; come senza fare ricorso a un’amnistia sia possibile decongestionare le carceri e soprattutto i tribunali, oberati come sono dai processi. Come uno Stato illegale possa risultare credibile nel momento in cui chiede ai suoi cittadini di rispettare la legalità.
Una situazione di cui sembra essere ben consapevole il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. Ci ricorda che a maggio dobbiamo presentarci in Europa dimostrando che abbiamo cambiato passo: sia per quel che riguarda le carceri che per quel che riguarda l’amministrazione della giustizia. Entro maggio, poco più di sei mesi, ancora.
Il “passo” è da cambiare, ci ricorda il ministro della Giustizia, non solo dal punto di vista delle condizioni in carcere, ma anche per quanto riguarda il lavoro che interessa "una percentuale minima", intorno al 3,4 per cento della popolazione che vive dietro le sbarre. E mentre tanti cianciano, senza spesso comprendere il significato di quello che dicono, Anna Maria Cancellieri ricorda che si stanno costruendo nuove carceri "e naturalmente non ci fermeremo, nel senso che è comunque importante modificare l'indirizzo penitenziario, oltre ad aumentare i posti, anche rendere diversi i luoghi che li ospitano. Su questo stiamo lavorando coi mezzi finanziari di cui disponiamo che non sono eccezionali. Però alla data del 2015 avremo 10 mila posti in più […] sulla legge di stabilità non c'è nulla che riguardi questo settore perché stiamo utilizzando i mezzi che abbiamo. Una situazione che ci comporta esattamente il dimezzamento della spesa, il netto risparmio almeno del 50 per cento. Tutto quello che sarà di nuovo non saranno altre costruzioni, a meno che non siano ampliamento di padiglioni interno alle carceri, ma utilizzo dei beni demaniali pubblici perché è un modo per non costruire più oltre quello che già c'è spendendo sicuramente meno. Faremo il punto della situazione fra un anno per vedere che cos'altro si può fare".
Fin dal primo giorno del suo insediamento abbiamo salutato come dato positivo l’insediamento a via Arenula del ministro Cancellieri: che aveva dato ottima prova come ministro dell’Interno e come commissario al comune di Bologna. Di quel primo positivo giudizio, ricaviamo quotidiana conferma. Non è da tutti riconoscere, come ha fatto il ministro nel corso di un incontro organizzato dall’università Roma tre e da organizzazioni che si occupano del carcere, che “sul numero effettivo dei posti letto disponibili in carcere ci siamo sbagliati, sono meno di quelli stimati”, e che “sulla condizione di illegalità in cui versa tutto il sistema penitenziario e penale italiano c’è una incredibile sottovalutazione da parte dei precedenti ministeri di Giustizia”.
Chapeau, signora ministro della Giustizia!
 


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