Somministrato medicinale scaduto “NICETILE” ad un
detenuto del carcere di Secondigliano è
ricoverato nel CENTRO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO
– E’ scattata una inchiesta del DAP .
ANTONIO
MONACO DI S. MARIA C.V COLPITO IN
CARCERE DA INFARTO, ANGIOPLASTICA E PARALISI AGLI ARTI E’ GRAVE
MA NONOSTANTE IL PARERE DEI MEDICI I GIUDICI SI OSTINANO A NEGARGLI GLI ARRESTI DOMICILIARI
La moglie ha interessato con una supplica Il
Presidente della Repubblica, il Ministro della Giustizia, Marco Pannella e il
Vescovo di Capua –
“L’Assassino dei Sogni ( il
carcere ) continua ad uccidere “ - Chiesto l’Intervento del Garante dei
detenuti Dott.ssa Tocco, del
responsabile del “Carcere Impossibile” e della Commissione per i detenuti della
Camera Penale di S. Maria C.V. di cui è
presidente l’Avv. Nicola Garofalo
E’ in corso una
inchiesta, per accertare, se la bustina di “Nicetile”, scaduta e somministrata al detenuto Antonio Monaco, 47enne, da S. Maria
C.V, sposato con Italia Farina, con
due figli minori, ha determinato l’aggravamento delle sue patologie, che lo ha
reso semi-paralitico ed ora rischia la vita. Ma allora, è vero, come scrive l’ergastolano ( laureatosi in
carcere ) Carmelo Musumeci, nel suo libro “Gli uomini Ombra”, che in
Italia esiste la pena di morte
legalizzata e che “L’Assassino dei
Sogni” – il carcere – uccide ogni giorno?
Ma veniamo a Monaco. Arrestato
nel 2010, per espiazione di pena, per concorso in 416 bis, dovendo scontare una
residuale pena era stato posto agli
arresti domiciliari in clinica ( 15 Giugno 2011) per il suo precario stato di salute. A luglio
2011 ottiene gli arresti con una prescrizione per “inizio cura” domiciliare. Ma
a novembre del 2011, viene inseguito da
un’altra ordinanza di custodia cautelare ( il suo difensore sostiene trattasi
di bis in idem ) e ristretto a Salerno
presso il carcere di Fuorni. Nel giugno del 2012, un CTU del Tribunale di Sorveglianza il Dr. Vincenzo
Paludi, gli diagnostica una grave patologia e ne chiede il ricovero presso
il centro medico di Secondigliano. Il 26 gennaio del 2013 al Monaco viene diagnosticato un infarto e una
angioplastica. Ad agosto accusa problemi di deambulazione ( quasi una paralisi
agli arti inferiori ) il tutto accertato attraverso una risonanza magnetica. Per questo
il 3 settembre gli viene prescritto una
cura a base di “Nicetile” e gli vengono somministrate bustine scadute. Di qui
il suo aggravamento.
La moglie –allarmatissima –
invoca la concessione degli arresti domiciliari anche perché presso il centro
dove è ricoverato non è sottoposto ad alcuna terapia… se non quella della
detenzione ospedaliera.
Ecco la missiva: “Gentile
Ministro Le scrivo per informarla che a mio marito Monaco Antonio 22/09/1966,
detenuto presso il Centro Diagnostico Terapeutico di Secondigliano, affetto da
molteplici patologie, hanno somministrato medicinale scaduto. In data
03/09/2013 l'ortopedico gli ha prescritto NICETILE 500 mg, ma le bustine che
mio marito ha preso avevano scadenza 08/2013. Il Dirigente Sanitario scrisse al
Gip Rovida e alla Xll sezione del Riesame, in risposta alla compatibilità con
il regime: "Le condizioni cliniche attuali appaiono discrete ma per le
pluripatologie non possono escludersi eventi acuti cardiovascolari e non anche
a esito infausto. Allo stato attuale, le condizioni cliniche appaiono
compatibili con regime carcerario". Cioè mio marito può morire da un
momento ad un altro ma è COMPATIBILE. l Giudici asseriscono che mio marito è
monitorato... non è affatto vero. Sig. Ministro, somministrare farmaci scaduti
è monitoraggio??? Mio marito si trovava agli arresti domiciliari per
incompatibilità al regime carcerario, non ha mai mancato a questa misura
alternativa, era a casa a curarsi; ma è stato ristretto per un nuovo ordine di
custodia cautelare e in questa ultima detenzione la sua situazione di salute si
è aggravata: ha avuto un infarto, ha delle placche in entrambe le gambe, la
retinopatia si è aggravata e nel mese di agosto è stato immobile sulla sedia a
rotelle per un dolore fortissimo che gli impediva di camminare... solo dopo
circa un mese ha avuto la visita ortopedica. Ministro sto qui a chiederle di
fare qualcosa affinchè mio marito non MUOIA
DI CARCERE. Tutti hanno diritto ad essere curati... La pena dì morte in Italia
non esiste, ma spesso ì detenuti sono CONDANNATI
A MORTE. Faccia qualcosa prima che ciò accada. La ringrazio già da ora per quello che farà
Allego in copia: la lettera che mio marito ha scritto al Garante dei diritti
del detenuto; la prescrizione medica del farmaco NICETILE; la bustina recante
la data di scadenza”. F.to Italia Farina -
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