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mercoledì 11 dicembre 2013

BISOGNERA' ATTENDERE IL DEPOSITO DELLA SENTENZA PER CONOSCERE I MOTIVI DI UNA COSI' GRAVE CONDANNA MA E' ANCHE UN MONITO ALL'AVVOCATURA CORROTTA


INFLITTI 15 ANNI DI CARCERE 

ALL’AVV. GERRY CASELLA

ACCOLTE IN PIENO LE RICHIESTE DEL 

PM  Alessandro MILITA


5 ANNI AD ALFIERO E 2 A BRUSCIANO

  LA VICENDA TRAE ORIGINE DALLE 

PERIZIE SULLA  PRESUNTA CECITÀ 

DI 

GIUSEPPE SETOLA  


CASELLA RITENUTO 

DALLA DDA IL RESPONSABILE MORALE 

DEI 18 OMICIDI DI SETOLA

(dal nostro inviato ) 

     NAPOLI  Si è tenuta ieri mattina,  innanzi al GUP Dr.ssa Francesca  Ferro,  del Tribunale di Napoli,   l’udienza conclusiva,   col rito abbreviato,  del processo   a carico dell’Avv. Girolamo Casella,  Massimo Alfiero e Gabriele Brusciano  ( tutti  detenuti ), accusati,  a vario titolo,  di essere gli organizzatori della perizia truccata sulla cecità di Giuseppe  Setola ( per Setola e per il prof. Aldo Fronterrè, oculista di Pavia detenuto,   si procede col rito normale e il processo è incardinato innanzi la Prima Sezione del Tribunale di S. Maria C.V.) che consentì a quest’ultimo di evadere dalla clinica di Pavia presso   la quale era ricoverato.
Dopo l’arringa dell’avv. Giuseppe Stellato, difensore di Gabriele Brusciano, e dopo una camera di consiglio durata alcune ore è stata emessa la durissima sentenza. Quindici gli anni inflitti all’avv. Gerry Casella ( accolta in toto la richiesta del pubblico ministero che era partito da una pena edittale – col rito abbreviato – di 22 anni ) 5 anni  a Massimo Alfiero, difeso dall’avv. Angelo Raucci  ( la richiesta del pm era stata di anni 10 ) e 2 anni   ( la richiesta del Pm. Era stata di anni 8)  a Gabriele Brusciano ( con la continuazione della condanna già in atto per 416 bis). Alla lettura della sentenza Gerry Casella si è accasciato sullo scranno della gabbia ed è scoppiato a piangere. Una condanna così dura nei confronti  di  un avvocato non si era mai vista finora.
     L’Accusa,  sostenuta in udienza dal pubblico ministero della DdA Dr. Alessandro Milita e la sua richiesta di condanna,   è stata oggetto – nei giorni scorsi - di vari dibattiti all’interno della classe forense. La eco, infatti, delle sue durissime parole,  nei confronti degli avvocati,  ha suscitato non poche polemiche. 
In particolare Alessandro Milita ha ritenuto l’avv. Gerry Casella il responsabile “morale” della condotta omicidiaria di Giuseppe Setola il quale – come è noto – dalla fuga organizzata dalla clinica di Pavia, e fino alla sua cattura,  commise 18 omicidi e moltissimi altri atti criminosi. Se Casella non avesse chiesto il rito abbreviato – secondo alcuni osservatori – sarebbe stato condannato a 22 anni e sei mesi di reclusione.
Nella sua accorata arringa l’avv. Vittorio Giaquinto, difensore di Casella,  assieme all’avv. Alessandro Barbieri,  aveva prospettato una condanna mite per il suo assistito – in considerazione del fatto che era stato minacciato da Setola – chiedendo la derubricazione del reato a favoreggiamento. Parole al vento.
Come si ricorderà l’avv. Casella fu tratto in arresto pochi giorni prima del natale dello scorso anno e   nei  suoi confronti fu contestato il reato di cui    art. 416 bis “ “associazione mafiosa”. In particolare il legale del boss è accusato di aver portato “pizzini”,  che il Setola gli consegnava in occasione dei suoi colloqui all’interno del carcere, che contenevano ordini estorsivi e ed esecuzioni di morte.
      Il Casella è accusato, inoltre, con la complicità di Alfiero e Brusciano,  di aver corrotto il prof. Aldo Fronterrè, oculista di Pavia ( oggi detenuto, reo confesso e accusatore di Casella ) ad alterare la perizia oculistica con la quale fu stabilito che Giuseppe Setola era “quasi” completamente cieco e tuttavia le sue condizioni  non erano compatibili con il regime carcerario.
    Per questo motivo – come si ricorderà – il Setola,  una volta ottenuto il ricovero presso la struttura dove avrebbe dovuto ricevere la cure del caso -  evase,  dando vita a quella “stagione del terrore” che lo riportò alla strage dei Ghanesi ed a commettere in totale ben 18 omicidi,  per molti dei quali è già stato condannato all’ergastolo ( ma lui aveva già un ergastolo definitivo al momento della sua fuga )   e per molti altri sono incorso i relativi processi.




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