Per la discarica di Chiaiano, scarcerato per assoluta
mancanza di indizi, il tecnico Ing:
Gianni Perillo dallo stesso Gip subito dopo l’interrogatorio. Non aveva
sottoscritto i verbali della Commissione -
Le indagini
erano partite nel 2009 le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di
Napoli e dei Carabinieri del reparto operativo di Caserta e del NOE di Napoli
sugli illeciti nella discarica di Chiaiano a Napoli. Si sono concluse con 17 arresti, otto in carcere e nove ai
domiciliari, le accuse sono pesanti: associazione a delinquere di stampo
camorristico, attività di gestione di rifiuti non autorizzata, attività
organizzate per il traffico illecito di rifiuti, truffa, frode nelle pubbliche
forniture, falsità ideologica commessa da pubblico
ufficiale, con l’aggravante della finalità agevolatrice del
sodalizio “dei Casalesi”.
Per gli
inquirenti a Chiaiano l’impermeabilizzazione dell’invaso è stata fatta con
materiale scadente tale da consentire – in futuro – la penetrazione del
percolato nel terreno. L’argilla usata per sistemare il
fondo della discarica sarebbe di bassa qualità. I rifiuti inoltre invece di
essere coperti con terreno vegetale erano coperti da un mix di terreno e
rifiuti tritati.
Gli imprenditori godevano della copertura dei tecnici, i Carabinieri infatti spiegano come false attestazioni da parte dei funzionari pubblici hanno consentito alla Ibi ed alla Edil Car di andare avanti con i lavori senza avere alcun problema. In particolare la perizia disposta dalla Procura della Repubblica dimostra che i 6 argini della discarica non sono a norma. Tutti i componenti della commissione di collaudo tecnico dell’invaso sono finiti agli arresti domiciliari.
Gli imprenditori godevano della copertura dei tecnici, i Carabinieri infatti spiegano come false attestazioni da parte dei funzionari pubblici hanno consentito alla Ibi ed alla Edil Car di andare avanti con i lavori senza avere alcun problema. In particolare la perizia disposta dalla Procura della Repubblica dimostra che i 6 argini della discarica non sono a norma. Tutti i componenti della commissione di collaudo tecnico dell’invaso sono finiti agli arresti domiciliari.
Tra questi vi
era l’ing. Gianni Perillo – tra gli esperti più noti in Campania - per i reati ambientali. L’Ing. Gianni Perillo, originario di Sessa
Aurunca, che copre numerose cariche in seno ad
organismi del settore, è stato
scarcerato dalla stesso Gip dopo l’interrogatorio di garanzia alla presenza del
suo difensore Avv. Ettore Stravino. E’
risultato totalmente estraneo ai fatti. A
suo carico non vi sono indizi di colpevolezza. Due dei tre verbali della
commissione non erano da lui firmati.
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