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domenica 8 febbraio 2015

   

   
Ancora una interessante puntata dedicata ai delitti più efferati della Terra di Lavoro. Per lunedì 9 febbraio tratteremo il  caso che accadde il 16 settembre del 1956. Nell’occasione ho incontrato il fratello della vittima Giannino Scialdone, grazie al tramite dell’ex assessore di Vitulazio Giovanni Martone.  Nella circostanza  fu assassinato  nei pressi di Vitulazio,  in località Gallozzi,   a colpi di pistola  il professore Francesco Scialdone di Vitulazio.  Lo stesso fu  aggredito per  vendetta  e   fu simulata una rapina mentre era in motocicletta  e si  stava recando dalla fidanzata. Aggredito nella notte da due sconosciuti,  nonostante fosse gravemente ferito  e colpito da  vari proiettili, giungeva, sulla motocicletta da lui stesso guidata, con uno sforzo di volontà, dinanzi alla Clinica chirurgica “Villa Fiorita” di Capua,  ove suonava il claxon e si abbatteva sanguinante sul manubrio del motomezzo.  Mentre i medici e gli infermieri lo sollevavano e gli apprestavano i primi soccorsi d’urgenza, fra cui una trasfusione di plasma,  il giovane insegnante  raccontò le modalità della sua aggressione e nel frattempo erano giunti presso il centro clinico i fratelli Saverio e Mario ed il cugino omonimo Francesco Scialdone noto chirurgo. Dopo lunghe e complesse indagini vennero  identificati gli autori i quali  furono arrestati mentre assistevano al  Quiz televisivo “Lascia o Raddoppia” condotto di Mike Bongiorno in un bar di Grazzanise. Erano due balordi: Nicola Petrella, di 20 anni, residente a Grazzanise, e Giuseppe Gravante, di 17, da Castelvolturno. Entrambi furono  condannati dalla Corte di Assise di  Napoli 

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