UCCISE IL FRATELLO PER IL SOLCO
DEL CONFINE TRACCIATO SUL SUO TERRENO- Caino e Abele degli anni Cinquanta si
scontrarono per l’appoggio di un muro divisore, per il furto di un sacco
di noci e di un
pioppo- Tre colpi di pistola al cuore per
regolare la vertenza- La vittima si era confrontata con Ruggiero Pignata
e Vincenzo Di Bello i mammasantissima
del posto. Epoca in cui
Bardellino e Sandokan erano ragazzi-
L’imputo infatti lamentava che
nella divisione dell’eredità paterna il fratello ucciso avesse avuto una parte maggiore ed i migliori
terreni- L’uomo era stato ucciso proditoriamente e non in duello, così come
voleva far credere l’assassino.- Venticinque anni di dispetti e dissidi tra i
due fratelli.- Il rancore che ha determinato il delitto.- Il racconto
dell’assassino poco credibile.- La
condanna per l’omicidio a 20 anni
di reclusione; per l’arma ad un anno di
reclusione e a 3 anni di libertà
vigilata a pena espiata, con la interdizione perpetua dai pubblici uffici. In
appello pena ridotta ad anni 16. Accadde a Casal di Principe nel 1949.
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