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domenica 11 settembre 2016

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Ferdinando Terlizzi

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AGGIORNAMENTI DI CRONACA NERA

AGGIORNAMENTI DI CRONACA NERA

FABIANA TERLIZZI ALLA LIBRERIA SPARTACO

FABIANA TERLIZZI ALLA LIBRERIA SPARTACO

Alla Sala Stampa di Londra

Alla Sala Stampa di Londra

Cronache dai passato

Cronache dai passato
di Ferdinando Terlizzi

IN ALLESTIMENTO UNA NUOVA RISTAMPA

IN ALLESTIMENTO UNA NUOVA RISTAMPA

Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivono della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri.

Joseph Pulitzer

FORMED - SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE IN CRIMINOLOGIA

FORMED - SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE IN CRIMINOLOGIA

CASERTA 28 APRILE 2015

CASERTA 28 APRILE 2015

LE LEZIONI ALLA FORMED SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE IN CRIMINOLOGIA CON L' AVV. GIUSEPPE GAROFALO

LE LEZIONI ALLA FORMED SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE IN CRIMINOLOGIA CON L' AVV. GIUSEPPE GAROFALO

ARCHIVIO DELLA REDAZIONE

LIBRI: FOCUS DI GIORNALISTI E MAGISTRATI SU
'DELITTO DI UN UOMO NORMALE'


NEL DIBATTITO SONO INTERVENUTI: RAFFAELE CENICCOLA, AVVOCATO GENERALE DELLA CORTE DI CASSAZIONE, L’AVVOCATO PENALISTA GENNARO IANNOTTI,IL PROF. CIRO CENTORE E I GIORNALISTI DOMENICO DE SIMONE E FRANCO TONTOLI.


IL FILMATO DELLA INTERA MENIFESTAZIONE E' ORA

VISIBILE SUL CANALE YOU TUBE

Da sinistra: Terlizzi, Tontoli, De Simone e Iannotti.


Nel corso della celebrazione della 40° Edizione del Settembre al Borgo, la libreria Mondadori di Caserta ha presentato, nei giorni scorsi, la 2° edizione del libro del giornalista Ferdinando Terlizzi “Il delitto di un uomo normale”, edito dalla Albatros e con la prefazione del criminologo romano Carmelo Lavorino. La kermesse, purtroppo, a causa delle condizioni atmosferiche avverse, si è trasferita, alla meglio, per gentile concessione dei proprietari, all’interno della panoramicissima sala del ristorante “La Torre del Capitano” in Casertavecchia. Ad aprire i lavori, una figura prestigiosa del mondo del Diritto dello spessore del Presidente Raffaele Ceniccola, Avvocato Generale dello Stato presso la Cassazione. Proprio con argute osservazioni sulla motivazione della sentenza del caso Tafuri, contenuta nella pubblicazione, l'alto magistrato ha aperto i lavori, dando lo spunto ai successivi relatori per riflessioni critiche da cui è emersa tutta la grandezza dell'opera di ricerca portata avanti da Terlizzi, in maniera puntuale, con uno stile che travalica spesso quello giornalistico e letterario per sfociare in quello, ben più arduo e complesso, dello storiografo. E', infatti, una ricostruzione di tipo storico - come ha notato il noto giornalista Franco Tontolinel suo intervento - quella che ha portato avanti l'Autore, allorchè (specie nella seconda edizione, arricchita di nuove pagine...esplicative) ha inquadrato il tragico evento, culminato con l'omicidio di cui si macchiò un uomo (fino ad allora) normale come il medico Tafuri, nell'ambiente e nell'epoca in cui esso maturò: interessante, in proposito, oltre alla descrizione dei personaggi di contorno della vicenda, il riferimento ad altri delitti che riempirono le cronache del tempo (i primi anni sessanta dello scorso secolo...), quali quello Casati Stampa, Taddei ed altri, legati da un comune denominatore rappresentato da una (insana) passione, a sfondo esasperatamente sentimentale! Di grande interesse, poi, si sono rivelate le osservazioni del presidente dell'Assostampa casertana Dott. Miche De Simone e di due esponenti del mondo forense, del calibro degli Avvocati Ciro Centore e Gennaro Iannotti, che si sono soffermati sull'analisi dello stile asciutto del giornalista-cronista (De Simone) e dei riferimenti puntuali alle arringhe dei difensori, della dimensione dei De Marsico e dei Leone, la cui rilettura - resa possibile grazie alla minuziosa trascrizione che ne ha fatto Terlizzi - hanno osservato sia Centore che Iannotti - può rappresentare occasione di studio per le nuove generazioni forensi che non hanno avuto il privilegio di ascoltare dal vivo quei Maestri. A conclusione dell'incontro, Terlizzi, nel ringraziare i relatori ed il folto pubblico di addetti ai lavori, ha voluto regalare una anticipazione, annunciando che è in preparazione una nuova serata di presentazione del suo lavoro, che si svolgerà alla presenza dell'ottuagenario protagonista: il medico Tafuri, infatti, vincendo una comprensibile ritrosia, pare abbia accettato di partecipare ad una sorta di introspezione psicologica della sua personalità, possibile grazie al notevole spessore culturale dell'uomo, che sa di aver pagato il prezzo con la giustizia e non si sottrae al giudizio della società civile.
Terlizzi firma il suo libro all'avvocato Mario Romano. Dietro, in piedi, Lello Terlizzi.


Tra gli intervenuti abbiamo notato: Gianluca Casillo, Maria Teresa Senese, Valeria Stornaiuolo, Adolfo Russo, Agostino De Maio, Aldo D'Aloi, Fabiana Terlizzi, Benny Terlizzi, Angelo Santoro, Anna Francese, Anna Merola, Annalisa Sibillo, Antonio Castaldo, Antonio Gravina, Biagio Salvati, Cinzia Paccone, Daniela Maddaloni, Dario Pepe, Enzo Battarra, Ferdinando Carbone, Franco Crispo, Annarita Carbone, Beatrice Crisci, Gerardo Fraschini, Giuseppe Menditto, Lello Terlizzi, Maria Rosaria Ventriglia, Mario Romano e signora, Paolo Centore, Mauro Nemesio Rossi, Max Terlizzi, Pasquale Iannotti, Pasquale Menditto, Piero Gabriele, Prospero Cecere, Rosaria Terlizzi, Severino Cantiello, Sonia Terlizzi, Ugo Chiurazzi, e Vincenzo Carbone. Ci scusiamo per le involontarie omissioni.


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IL CASO TAFURI

IL CASO TAFURI
Il libro è anche in vendita (in esclusiva) presso il banchetto Edizioni Giuffre’, all’interno del palazzo di giustizia di Santa Maria Capua Vetere, tutti i giorni feriali

Si può richiedere una copia del libro “Il Caso Tafuri” all’Autore: ferdinandoterlizzi37@gmail.com

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L'assegnazione del lecchino d'oro per quest'anno è stata sospesa essendo moltissimi i candidati

L'assegnazione del lecchino d'oro per quest'anno è stata sospesa essendo  moltissimi i candidati

Il nostro direttore inviato speciale in Israele Anni 80

Il nostro direttore inviato speciale in Israele Anni 80

CON L'ATTORE FRANCESCO RUSSO E L'ATTRICE MARIATERESA NOBILE NEL SALONE DEL MAESTRO DE ROSA

CON L'ATTORE FRANCESCO RUSSO E L'ATTRICE MARIATERESA NOBILE NEL SALONE DEL MAESTRO DE ROSA
In occasione della performance di Arnaldo Tarantino e Francesco Russo dicembre 2014

IL CASO TAFURI DA GENNAIO IN LIBRERIA

IL CASO TAFURI DA GENNAIO IN LIBRERIA

Chi non ama le donne, il vino e il canto è solo un matto non un santo... Arthur Schopenhauer

Chi non ama le donne, il vino e il canto è solo un matto non un santo...   Arthur Schopenhauer
A dicembre in tutte le librerie "Il caso Tafuri" con l'arringa inedita di Alfonso Martucci

Per la ricerca dei casi giudiziari trattati in questo blog basta scrivere nella apposita casella il nome del personaggio oppure la città dove è avvenuto l’evento. Delucidazioni più complete possono essere richieste al direttore a mezzo mail.

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Il "Caso" Tafuri

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UNA FATICA DURATA OLTRE 15 ANNI

UNA FATICA DURATA OLTRE 15 ANNI
Ferdinando Terlizzi, cronista giudiziario, è giornalista dal 1970. Ha fondato e diretto radio e tv libere, agenzie di stampa e periodici. E’ stato responsabile del “Servizio Opinioni” della Rai Tv ( come il moderno auditel) per la Provincia di Caserta. E’ stato capo redattore, inviato speciale e direttore responsabile della nuova “Gazzetta di Caserta”. Già direttore responsabile della rivista a tiratura nazionale “Detective&Crime”, fondata dal criminologo Carmelo Lavorino. In tale veste, nel 1994, è stato inviato speciale presso la “World Ministerial Conference On Organized Transnational Crime”, organizzata dall'Onu. E’ stato componente del consiglio direttivo dell’Associazione della Stampa di Caserta. Nel 1983, da parte della Presidenza della Stampa Europea, gli è stato assegnato il premio internazionale di giornalismo “Aquila d'Oro”, per una serie di reportage dall’estero. Nel 1984 ho ricevuto a Londra, dalle mani del giornalista Ruggero Orlando (mitico corrispondente Rai da New York), il titolo accademico di “Doctor in Economic and Commercial Sciences”, in forza della laurea honoris causa conferitagli dall'Università americana “Pro Deo” di New York. Nel 1986 è stato addetto stampa a Bruxelles della “Camera di Commercio Europea”. A novembre 2006, la trasmissione “Matrix” di canale 5, ha riproposto un suo servizio tv degli anni Ottanta su di un duplice omicidio di camorra. E’ direttore responsabile dell’Agenzia Giornalistica on line “Cronache”. E’ cronista giudiziario per “Cronache di Caserta” e “Cronache di Napoli”.

PREMIO EUROPEO IN GIORNALISMO

PREMIO EUROPEO IN GIORNALISMO

RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE

RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE

30 ANNI DI GIORNALISMO

30 ANNI DI GIORNALISMO

CORSO AGGIORNAMENTO MAGISTRATI TRIBUTARI

CORSO AGGIORNAMENTO MAGISTRATI TRIBUTARI

BBENEMERENZA INTERNAZIONALE

BBENEMERENZA INTERNAZIONALE

CORSO DI CRIMINOLOGIA FORENSE

CORSO DI CRIMINOLOGIA FORENSE

LAUREA HONORIS CAUSA

LAUREA HONORIS CAUSA

AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

LA CITTA' PUGLIESE CHE PORTA IL MIO COGNOME NELLA FOTO MIO FIGLIO MAX PARECCHIO TEMPO FA...

LA CITTA' PUGLIESE CHE PORTA IL MIO COGNOME NELLA FOTO MIO FIGLIO MAX PARECCHIO TEMPO FA...

LE PRECEDENTI EDIZIONI DEL MIO LIBRO

LE PRECEDENTI EDIZIONI DEL MIO LIBRO

I GIALLI DELLA NERA DI CASERTA

I GIALLI DELLA NERA DI CASERTA

OGNI LUNEDI

OGNI LUNEDI

TUTTO DI TUTTO

TUTTO DI TUTTO

UNA GRANDE AGENZIA PER L'INFORMAZIONE LIBERA

UNA GRANDE AGENZIA PER L'INFORMAZIONE LIBERA

UN LIBRO DA LEGGERE

UN LIBRO DA LEGGERE

UNA GRANDE STAGIONE DI GIALLI DEL PASSATO

UNA GRANDE STAGIONE DI GIALLI DEL PASSATO

OGNI LUNEDI'

OGNI LUNEDI'

ANCORA UN INTERESSANTE LIBRO DEL CRIMINOLOGO CARMELO LAVORINO

ANCORA UN INTERESSANTE LIBRO DEL CRIMINOLOGO CARMELO LAVORINO

AL CONGRESSO DELL'AIGA

AL CONGRESSO DELL'AIGA
ASSOCIAZIONE ITALIANA GIOVANI AVVOCATI

ANNI SESSANTA AL MOTO CLUB AVEVO APPENA 23 ANNI

ANNI SESSANTA AL MOTO CLUB AVEVO APPENA 23 ANNI
UNA BELLA SODDISFAZIONE PER ME. MIO PADRE RAFFAELE VIENE PREMIATO DAL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE MOTOCICLISTICA ITALIANA COMM. EMANUELE BIANCHI IN OCCASIONE DEL SUO RAID MOTOCICLISTICO IN EGITTO. A SINISTRA SONO IO CHE FACEVO LO SPEAKER... BELLISSIMI RICORDI. A MIO FIANCO IL MIO COMPARE DI NOZZE GEOM. FULVIO RUSSO CHE ERA PRESIDENTE DEL MOTO CLUB

ANTEOPRIMA

ANTEOPRIMA

LIBRI IN REDAZIONE

LIBRI IN REDAZIONE

Ogni mese viene assegnato il "Lecchino d'oro" ad una testata giornalistica

Ogni mese viene assegnato il "Lecchino d'oro" ad una testata giornalistica

IN "CRONACHE DI CASERTA"

IN "CRONACHE DI CASERTA"

Pagine

CON FRANCO TONTOLI GIUGNO 2014 ALLA FELTRINELLI DI CASERTA

CON FRANCO TONTOLI GIUGNO 2014 ALLA FELTRINELLI DI CASERTA

27 GIUGNO 2014 LIBRERIA FELTRINELLI LA BANALITA' DEL MALE

27 GIUGNO 2014 LIBRERIA FELTRINELLI LA BANALITA' DEL MALE

Ferdinando Terlizzi

CASERTA

IN

CRONACA NERA

Enigmi, processi, retroscena, orrori e verità. Un viaggio attraverso la morte, la passione, la vendetta e l’odio… Una scia di sangue lunga 100 anni

PER SCRIVERE IL MIO PRIMO LIBRO IL DELITTO DI UN UOMO NORMALE HO IMPIEGATO 15 ANNI

PER SCRIVERE IL MIO PRIMO LIBRO IL DELITTO DI UN UOMO NORMALE HO IMPIEGATO 15 ANNI

ANNI OTTANTA AL PREMIO BAIA DOMIZIA CONSEGNO IL RICONOSCIMENTO ALL'ATTORE VALLONE FIGLIO DI RAF VAL

ANNI OTTANTA AL PREMIO BAIA DOMIZIA CONSEGNO IL RICONOSCIMENTO ALL'ATTORE VALLONE FIGLIO DI RAF VAL

LEZIONE DI GIORNALISMO

LEZIONE DI GIORNALISMO

lezione di giornalismo

lezione di giornalismo

ANNI 60 QUANDO LEGGEVO IL GIORNALE RADIO CON POMPEO PELAGALLI

ANNI 60 QUANDO LEGGEVO IL GIORNALE RADIO CON POMPEO PELAGALLI

anni 70 il processo al direttore del manicomio Domenico Ragozzino

anni 70 il processo al direttore del manicomio Domenico Ragozzino
Si notano gli avvocati: Ciccarelli, Garofalo, Martucci, Farina, Barletta, Madonna, Balbi e Accinni. I giornalisti Pisciteli, Parente e Terlizzi

ANNI 80 QUANDO LEGGEVO IL TG A NEW ANTENNA SUD

ANNI 80 QUANDO LEGGEVO IL TG A NEW ANTENNA SUD

IL DITO NELL'OCCHIO

IL DITO NELL'OCCHIO

TERLIZZI,MARINO E SALVATI A MATRIX

) IMMAGINI GIORNALISTI DI CASERTA


Venerdì sera, 10 novembre, Matrix - trasmisisone di Enrico Mentana in onda su Canale 5 - si è occupato di televisione. Per capire meglio la TV generalista di oggi si è rivissuto con numerosi servizi e raccontando insieme a tanti ospiti del mondo dello spettacolo la storia delle emittenti private. In studio c'erano Teo Teocoli, Gianni Ippoliti, Umberto Smaila e Valerio Staffelli. La puntata è stata seguita da una media di 1 Milione e 950mila spettatori con 7 Milioni e 620mila contatti.
Tv e giornalisti casertani
Nel corso di un servizio di circa 20 minuti, la trasmissione di Enrico Mentana ha anche diffuso volti e nomi di alcuni operatori dell'informazione della provincia di Caserta. Nel servizio che si può vedere sul sito di Matrix (www.matrix.mediaset.it, andare in archivio, parte 6) oppure cliccando qui (posizionare cursore al minuto 9:45): sono apparsi in ordine cronologio il giornalista Biagio Salvati (mentre leggeva il Telex News di Antenna Sud, 1989, proveniente da Radio Luna e poi approdato a Telecaprinews, oggi Il Mattino, Corriere del Mezzogiorno e altre testate anche web); Francesco De Core (mentre legge il Tg di Canale 10approdato poi al Corriere del Mezzogiorno e oggi a Il Mattino di Napoli); Francesco Marino -da non confondere con il collega della Gazzetta di Caserta - (conduttore con Salvati del Telex News di Antenna Sud, oggi alla sede di Torino della Rai e telecronista di numerose partite della Juventus) ed infine Ferdinando Terlizzi (direttore di Telex, tg di Antenna Sud, mentre effettua un collegamento da un luogo dove è avvenuto un omicidio, già direttore di varie testate, radio e tv e riviste come Detective&Crime). In tanti quelli che hanno riconosciuto i giornalisti casertani approdati nell'inchiesta di Matrix con soddisfazione dei citati il cui pensiero è andato ai magnifici anni delle tv e radio libere. (12 novembre 2006-19:30)

LIBERTA' SUL WEB

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I filmati per il promo de “Il Caso Tafuri” di Ferdinando Terlizzi You Tube

Intervista di Giovanna Canzano

Intervista di Giovanna Canzano

Intervista di Doralisa Barletta

Intervista di Doralisa Barletta

Servizio di Beatrice Crisci

Servizio di Beatrice Crisci

Redazione Sky Libri Albatros - 2009

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Io ho firmato contro l'ergastolo e la pena di morte... fallo anche tu!!!

Io ho firmato contro l'ergastolo e la pena di morte... fallo anche tu!!!










EPIGRAFE

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"...Chi non ama le donne, il vino e il canto è solo un matto non un santo..." ARTHUR SCHOPENHAUER



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Libreria Mondadori

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Alla Libreria Mondadori - 2010

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Con Lello Magi e Alfonso Quarto

Con Lello Magi e Alfonso Quarto
Alfonso Quarto, il V. Prefetto Ciaramella, il giudice Magi e il giornalista Terlizzi

Mentre leggo il tg di New Antenna Sud

Mentre leggo il tg di New Antenna Sud

Con Luchy Luciano a New York

Con Luchy Luciano a New York

direttore cronache

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testata cronache

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il Tg a New York

il Tg a New York

Tg a New York

Tg a New York

ANNI 70 AL TEMPO DELLE RADIO LIBERE

ANNI 70 AL TEMPO DELLE RADIO LIBERE
Con Pompeo Pelagalli a Radio Mitreo

Col Presidente dell'Ordine dei Giornalisti Lorenzo Del Boca

Col Presidente dell'Ordine dei Giornalisti Lorenzo Del Boca
29407 visite al blog cronache dal 1 gennaio 20111 ad oggi

IL CASO TAFURI

…”Il caso Tafuri entrò nella storia dei gialli italiani: molti scrittori dedicarono alla vicenda ricostruzioni dettagliate. In particolare Ferdinando Terlizzi uno dei più noti cronisti giudiziari del nostro Paese nel suo libro “Il delitto di un uomo normale”, con sottotitolo: eticamente deviato da una passione ignominiosa è riuscito a sviscerare tutti gli aspetti psicologici della vicenda che nei primi anni Sessanta colpì l’opinione pubblica. “DIPIU’ – servizio di Ines Pino -

LA RIVISTA DIPIU' DIRETTA DA SANDRO MAYER HA PUBBLICATO NEL NUMERO DEL 2 GENNAIO 2012

LA RIVISTA DIPIU' DIRETTA DA SANDRO MAYER HA PUBBLICATO NEL NUMERO DEL 2 GENNAIO 2012
Un servizio a firma di Ines Pino ( psedonimo di ROBERTA PASERO ) sul delitto Tafuri citando il mio libro e pubblicando una intervista allo storico difensore Avv. Giuseppe Garofalo

DIPIU'

DIPIU'

DIPIU'

DIPIU'

DIPIU'

DIPIU'

Direttore World Press Agency

Direttore World Press Agency

HANNO PARLATO DEL MILO LIBRO


SI SONO INTERESSATI DEL MIO LIBRO



…”Il caso Tafuri entrò nella storia dei gialli italiani: molti scrittori dedicarono alla vicenda ricostruzioni dettagliate. In particolare Ferdinando Terlizzi uno dei più noti cronisti giudiziari del nostro Paese nel suo libro “Il delitto di un uomo normale”, con sottotitolo: eticamente deviato da una passione ignominiosa è riuscito a sviscerare tutti gli aspetti psicologici della vicenda che nei primi anni Sessanta colpì l’opinione pubblica. “DIPIU’ – servizio di Ines Pino -






… “E’ un libro scritto bene… Sono rimasto affascinato dalla proprietà e preziosità delle epigrafi”… Alfonso Malinconico – scrittore – critico letterario Presidente emerito della Suprema Corte di Cassazione …





“La storia, raccontata - com'è nello stile del cronista di razza”... “Giustizia Oggi” – Mario Romano …



“Ferdinando Terlizzi, giornalista di cronaca nera, ha raccolto quanto utile per un libro tutto rigorosamente fondato sugli atti processuali” … “Il Corriere della Sera” - “Il Corriere del Mezzogiorno” - Franco Tontoli …





”E’ la cronaca di un evento drammatico che sconvolse la provincia di Caserta negli anni ‘60. Un torbido ménage a trois… ...una storia in grado di ingannare e sconvolgere”...


“Il Mattino” - Redazionale …



“Il noto giornalista sammaritano, con alle spalle un glorioso passato da cronista giudiziario, si è dedicato al racconto di un avvincente caso che ha occupato la cronaca locale degli ultimi cinquanta anni” … “Il Corriere di Caserta” - Redazionale …



“Terlizzi, un cronista di nera senza premi e senza scorta”… “Gazzetta di Caserta” - Carlo Desgro …”



Ma Terlizzi ha tentato un’operazione più articolata… come dimostrano anche le numerose inchieste sugli omicidi di camorra, due delle quali riproposte nel 2006 anche dalla trasmissione di Canale 5 Matrix”… “Il Roma” - Mario Rovinello …



Qual è il pregio di questo libro? Il pregio di questo libro - a mio avviso - è quello di andare al di là della storia e fornirci anche una introspezione dei personaggi… …”Per quanto riguarda l'autore io, ripeto, ne ho innanzitutto apprezzato lo stile secco, asciutto che in qualche modo agevola notevolmente la lettura”… Raffaele Ceniccola, Avvocato Generale della Procura della Corte di Cassazione …



“Dicevo grazie a Terlizzi, perché Terlizzi dev'essere uno stimolo per l'avvocatura sammaritana… che ancora non ha prodotto un testo rievocativo delle sue grandi figure giuridiche”… Gennaro Iannotti, penalista …



Anzi, l'ho sempre detto, ho detto che Ferdinando è un po' come Eduardo De Filippo… come lui è stato un osservatore per eccellenza, per tutti i fatti della vita…” Ciro Centore – Amministrativista – Già Docente Università di Macerata …”Io mi auguro e ti auguro, soprattutto, di completare i tuoi libri, questa trilogia che tu hai, questo libro Donne e Delitti, e Il Kriminale, Carriera di un Kriminale, con la K, come Kossiga. Quindi, voglio dire, come Kossiga, tu sei stato un grande picconatore…” Michele De Simone – giornalista – Presidente Assostampa Casertana



VECCHIA TESTATA CRONACHE

VECCHIA TESTATA CRONACHE

FOTO DEL MIO PROFILO

FOTO DEL MIO PROFILO

1973 - Presentazione nuova Lancia con Avv. Luigi Michitto fratello di donna Vittoria Leone

1973 - Presentazione nuova Lancia con Avv. Luigi Michitto fratello di donna Vittoria Leone

LIBRERIA MONDADORI - 2010

LIBRERIA MONDADORI - 2010


Col criminologo Carmelo Lavorino alla Mondadori di Caserta - 2009

1970 - Con l'avvocato Vittorio Giaquinto in Corte di Assise

1970 - Con l'avvocato Vittorio Giaquinto in Corte di Assise

1970 - Intervista al Pretore Corrado Guglielmucci

1970 - Intervista al Pretore Corrado Guglielmucci

1978 - Corte di Assise - Processo Ragozzino

1978 - Corte di Assise - Processo Ragozzino

1973 - Con il comandante dei carabinieri e con il V. Questore

1973 - Con il comandante dei carabinieri e con il V. Questore

1973 - Con il collega Luigi D'Abrosca e l'Assesore Mario Palombi

1973 - Con il collega Luigi D'Abrosca e l'Assesore Mario Palombi

1970 - Con il senatore Avv. Pompeo Rendina

1970 - Con il senatore Avv. Pompeo Rendina

1970 - Con un cane antidroga a Gaeta

1970 - Con un cane antidroga a Gaeta

1970 - Con il Comandante dei Carabinieri di S. Maria C.V.

1970 - Con il Comandante dei Carabinieri di S. Maria C.V.

1964 - Con Mike Viggiano organizzatore del Festival Sammaritano

1964 - Con Mike Viggiano organizzatore del Festival Sammaritano

1960 - Col giornalista Antonio Piscitelli

1960 - Col giornalista Antonio Piscitelli

1958 - Con 2 giocatori del Gladiator

1958 - Con 2 giocatori del Gladiator

La lucida follia di Pina Parisi

La lucida follia di Pina Parisi

Con mia figlia Sonia e mio nipote Vincenzo alla prima del mio libro alla Mondadori di Caserta settembre 2009

inviato speciale di Detective&Crime - 1994





Con l'On. Vittorio Sgarbi alla sala della stampa europea a Roma in occasione della liberazione di Pietro Pacciani il cosiddetto mostro di Firenze - 1995

ALLA MONDADORI DI CASERTA - 2009

ALLA MONDADORI DI CASERTA - 2009

QUANDO FACEVO IL TELEGIORNALE A LONDRA

QUANDO FACEVO IL TELEGIORNALE A LONDRA

MENTRE FIRMO UNA COPIA DEL MIO LIBRO ALL'AVV. MARIO ROMANO - SETTEMBRE AL BORGO - 2010

MENTRE FIRMO UNA COPIA DEL MIO LIBRO ALL'AVV. MARIO  ROMANO  - SETTEMBRE AL BORGO - 2010

DAL NOSTRO INVIATO A ISRAELE - 1982

DAL NOSTRO INVIATO A ISRAELE - 1982

CON I VERTICI DELLA MAGISTRATURA TRIBUTARIA - MENDITTO, CAMNTIELLO E CENICCOLA - 2010

CON I VERTICI DELLA MAGISTRATURA TRIBUTARIA - MENDITTO, CAMNTIELLO E CENICCOLA - 2010

IN CROCIERA - CON LILLO, ROCCO E CONSALES - 1983

IN CROCIERA - CON LILLO, ROCCO E CONSALES - 1983

IL CRIMINOLOGO LAVORINO COL NOSTRO DIRETTORE ALLA MONDADORI DI CASERTA

IL CRIMINOLOGO LAVORINO COL NOSTRO DIRETTORE ALLA MONDADORI DI CASERTA
LAVORINO HA REDATTO LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DEL GIORNALISTA FERDINANDO TERLIZZI" IL DELITTO DI UN UOMO NORMINALE" EDITORE GRUPPO ALBATROS IN RISTAMPA PER LA 3° EDIZIONE- OGGI SI OCCUPA ANCHE DEL GIALLO DI CLAUDIA AGOSTINI UCCISA A ROMA OTTO ANNI OR SONO

Le 2° Edizione alla Mondadori di Caserta




NEL 1992 A NAPOLI

NEL 1992 A NAPOLI
Quando notificarono l'avviso di garanzia a Silvio Berlusconi via Corriere della Sera c'ero anch'io a Napoli

Inviato al Convegno sulla Criminalita organizzata 1994

Inviato al Convegno sulla Criminalita organizzata 1994

IL NOSTRO DIRETTORE ALLA SALA STAMPA ESTERA

IL NOSTRO DIRETTORE ALLA SALA STAMPA ESTERA

ALLA PRESENTAZIONE DELLA SECONDA EDIZIONE DEL MIO LIBRO

ALLA PRESENTAZIONE DELLA SECONDA EDIZIONE DEL MIO LIBRO
FOTO DI RAFFAELLA MINUCCI

SUL SET DELLA RUBRICA DI TELEPRIMA "IL SABATO DEL VILLAGGIO"

SUL SET DELLA RUBRICA DI TELEPRIMA "IL SABATO DEL VILLAGGIO"
Foto di Bruno Cristillo

Nella redazione di "Cronache"

Nella redazione di "Cronache"
Foto di Piero Gabriele

Sul Set di Teleprima

Sul Set di Teleprima
Foto di Bruno Cristillo

Nella redazione di "Cronache", mentre mostro ad un inviato dell'Editore quale foto intendo mettere

Nella redazione di "Cronache", mentre mostro ad un inviato dell'Editore quale foto intendo mettere
Sullo schermo del computer si nota l'immagine di Cronaca Vera che trattò il delitto Tafuri

Prova d'autore...

Prova d'autore...
Foto di Piero Gabriele

Epoca in cui avevo in allestimento la prima edizione del mio libro

Epoca in cui avevo in allestimento la prima  edizione del mio libro
Foto Piero Gabriele



MEETING STAMPA ESTERA 2011

MEETING STAMPA ESTERA 2011

CON L'AVV. GENNARO IANNOTTI AL CONVEGNO AVVOCATI OLANDESI

CON L'AVV. GENNARO IANNOTTI AL CONVEGNO AVVOCATI OLANDESI

CON L'AVV. D'ABROSCA AL CONVEGNO OLANDESE

CON L'AVV. D'ABROSCA AL CONVEGNO OLANDESE

MEETING STAMPA ESTERA 2011

MEETING STAMPA ESTERA 2011

CON L'AVV. ALFONSO QUARTO ASL CONVEGNO DEGLI AVVOCATI OLANDESI

CON L'AVV. ALFONSO QUARTO ASL CONVEGNO DEGLI AVVOCATI OLANDESI

“CRONACHE”

Agenzia Giornalistica direttore Ferdinando Terlizzi

Agenzia Stampa registrata al Tribunale di S. Maria C.V. con il n° 430/93 - Contact 320.9127371 -ferdinandoterlizzi37@gmail.com

Redazione Corso Giannone, 44 - 0823/ 279662 - fax 0823/ 447930 - 81100 CASERTA –

REDAZIONE DI ROMA 06.233.232.847

LA TERZA RISTAMPA DEL LIBRO DI FERDINANDO TERLIZZI


IN CORTE DI ASSISE IL DELITTO DI UN UOMO NORMALE
TERZA EDIZIONE - AGGIORNATO A MAGGIO 2012


Aurelio Tafuri, medico sammaritano, nel 1958, conosce Anna Maria
Novi, 20 anni, bella, ma “piena di passato”. Nanà (come era chiamata
nel giro la Novi), infatti, aveva fatto l’entraîneuse al “Trocadero”. Nel
1959 la ballerina s’innamora di uno studente che faceva l’indossatore
per l’Alta moda, Gianni de Luca. Questi la mette incinta e decide di
sposarla, nonostante l’avversione feroce della famiglia. Tafuri, intanto,
invaghito della Novi, continuava a sborsare fior di milioni, mantenendo
un ibrido “menage a trois” (quando non diventava un “quartetto”, per
l’inserimento del primo amante della Novi, un ingegnere, o addirittura
un “quintetto”, allorquando si inseriva un gay). Nella comitiva non
mancava, infatti, Carlo D’Agostino, un sarto omosessuale che vendeva
costosi abiti alla ballerina (pagati dai suoi amanti occasionali) e
organizzava spogliarelli privati e “poker-strip”, per i più intimi
frequentatori della villa di Castelvolturno, di proprietà del farmacista
Giovanni Tafuri, cugino del dermatologo Casertano. Il 9 Marzo del
1960, Tafuri, stanco ormai delle “vessazioni” a cui il giovane sottopone
la sua “amata”, decide di ucciderlo. Dopo averlo attratto in un tranello,
con la scusa di avergli procurato un posto di lavoro in una clinica, lo
colpisce con una sbarra alla testa. Poi gli conficca un punteruolo nel
cuore, gli lega due mattoni ai piedi e lo getta nelle limacciose acque del
Fiume Volturno, dal Ponte della Scafa di Caiazzo. In carcere scrive il
racconto della sua vita. Tafuri era un erotomane? Lui godeva quando
Anna Maria gli descriveva, nei dettagli, i suoi amplessi? Lo spiegherà nel
primo memoriale. Emblematico è il caso di un suo cliente, che si era
fatto sodomizzare dal proprio cane - Tafuri era dermatologo e il suo
paziente aveva timore di aver contratto una qualche infezione pericolosa
- “Fai quello che più ti piace fare” - gli disse il medico - “tanto il cane
non ti giudica”. Gli avvocati che si susseguirono nei quattro gradi di
giudizio, in un processo lungo e clamoroso, non riuscirono a farlo
passare per pazzo. In difesa di Tafuri: Giuseppe Garofalo, Ciro
Maffuccini, Giuseppe Marrocco, Alfonso Martucci, Enrico Altavilla e
Giovanni Leone (in appello). Per la parte civile: Michele Verzillo,
Guido Cortese, Luigi Bagnulo, Luigi Renato Sansone, Giuliano
Ferrone e Alfredo De Marsico. Condannato a 23 anni ne scontò 14.


L'AUTORE



Ferdinando Terlizzi, cronista
giudiziario, è giornalista dal
1970. È direttore responsabile
dell’Agenzia Giornalistica
“Cronache”, inviato speciale
per la nuova “Gazzetta di
Caserta”. Ha collaborato con
quotidiani e riviste: “Il Corriere
del Mezzogiorno”, “Il
Mattino”, “Il Roma”, “Napoli
Notte”, “Paese Sera”, “Il
Diario”, “CentoCittà”, ha fondato
e diretto radio e tv libere:
“New Antenna Sud”, “Canale
57”, “Televolturnia ”. È stato
direttore responsabile della rivista
a tiratura nazionale
“Detective & Crime”, fondata
dal criminologo Carmelo Lavorino.
In tale veste, nel 1994,
è stato inviato speciale presso la
“World Ministerial Conference
On Organized Transnational
Crime”, organizzata dall’Onu.
È stato componente del consiglio
direttivo dell’Associazione
della Stampa di Caserta. Nel
1983, da parte della Presidenza
della Stampa Europea, gli è stato
assegnato il premio internazionale
di giornalismo “Aquila
d’Oro”, per una serie di
reportage dall’estero. Nel 1984
ha ricevuto a Londra, dalle mani
del giornalista Ruggero Orlando
(mitico corrispondente
Rai da New York), il titolo accademico
di “Doctor in Economic
and Commercial
Sciences” in forza della laurea
honoris causa conferitagli dall’Università
americana “Pro
Deo” di New York. Nel 1986 è
stato addetto stampa a Bruxelles
della “Camera di Commercio
Europea”. A novembre
2006, la trasmissione “Matrix”
di canale 5, ha riproposto un
suo servizio tv degli anni Ottanta
su di un duplice omicidio
di camorra.




COMMENTI ALLE DUE PRECEDENTI EDIZIONI


”Il caso Tafuri entrò nella storia dei gialli italiani: molti scrittori dedicarono alla vicenda ricostruzioni dettagliate. In particolare Ferdinando Terlizzi uno dei più noti cronisti giudiziari del nostro Paese nel suo libro “Il delitto di un uomo normale”, con sottotitolo: eticamente deviato da una passione ignominiosa è riuscito a sviscerare tutti gli aspetti psicologici della vicenda che nei primi anni Sessanta colpì l’opinione pubblica.
“DIPIU’ – servizio di Ines Pino -


…“E’ un libro scritto bene… Sono rimasto affascinato dalla proprietà e preziosità delle epigrafi”…
Alfonso Malinconico – scrittore – critico letterario, Presidente emerito della Suprema Corte di Cassazione.


…“La storia, raccontata - com'è nello stile del cronista di razza”...


“Giustizia Oggi”. Mario Romano.


“Ferdinando Terlizzi, giornalista di cronaca nera, ha raccolto quanto utile per un libro tutto rigorosamente fondato sugli atti processuali”.


“Il Corriere della Sera”. “Il Corriere del Mezzogiorno”. Franco Tontoli.


”E’ la cronaca di un evento drammatico che sconvolse la provincia di Caserta negli anni ‘60. …Un torbido ménage a trois… una storia in grado di ingannare e sconvolgere”.


“Il Mattino”. Redazionale.


…“Il noto giornalista sammaritano, con alle spalle un glorioso passato da cronista giudiziario, si è dedicato al racconto di un avvincente caso che ha occupato la cronaca locale degli ultimi cinquanta anni”.


“Il Corriere di Caserta”. Redazionale.


…“Ferdinando Terlizzi, un cronista di nera, senza premi e senza scorta”…


Gazzetta di Caserta”. Carlo Desgro.
… Ma Ferdinando Terlizzi ha tentato un’operazione più articolata… come dimostrano anche le numerose inchieste sugli omicidi di camorra, due delle quali riproposte nel 2006 anche dalla trasmissione di Canale 5 Matrix”.


Il Roma”. Mario Rovinello.


…” Qual è il pregio di questo libro? Il pregio di questo libro - a mio avviso - è quello di andare al di là della storia e fornirci anche una introspezione dei personaggi…”Per quanto riguarda l'autore io, ripeto, ne ho innanzitutto apprezzato lo stile secco, asciutto, che in qualche modo agevola notevolmente la lettura”.


Raffaele Ceniccola, Avvocato Generale della Corte di Cassazione.


…“Dicevo grazie a Ferdinando Terlizzi, perché Terlizzi dev'essere uno stimolo per l'avvocatura sammaritana… che ancora non ha prodotto un testo rievocativo delle sue grandi figure giuridiche”.


Avv. Gennaro Iannotti, penalista.
…“Anzi, l'ho sempre detto, ho detto che Ferdinando Terlizzi è un po' come Eduardo De Filippo… come lui è stato un osservatore per eccellenza, per tutti i fatti della vita”.


Avv. Prof. Ciro Centore, già Docente Università di Macerata.


…”Che dire a Ferdinando Terlizzi per questa sua prima opera? Io mi auguro e ti auguro, soprattutto, di completare i tuoi libri, questa trilogia che tu hai in mente di realizzare, questo libro “Donne e Delitti”, e “Carriera di un Kriminale”, con la K, come Kossiga. Quindi, voglio dire, come Kossiga, tu sei stato un grande picconatore”.


Michele De Simone, giornalista, Presidente Assostampa Casertana.





MA CHE SONO 100 MILA EURO DI FRONTE A QUELLO CHE HO SOFFERTO???

CORTE D’APPELLO DI NAPOLI

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DOMANDA DI RIPARAZIONE

PER INGIUSTA DETENZIONE

Il sig. Terlizzi Ferdinando, nato a Santa Maria Capua Vetere (CE) il 16.05.1937, (C.F.: TRLFDN37E16I234U), ivi residente alla via Galatina n°24, già indagato, incarcerato e successivamente prosciolto nel procedimento penale sub n. 767/99 Reg. Gen. G.I.P., n. 2110/99 R.G. Tribunale, n. 970/05 R.G. App., rappresentato e difeso, giusta nomina di difensore di fiducia e procuratore speciale in calce al presente atto, dall’Avv. Dario Testa del Foro di Santa Maria Capua Vetere (C.F.: TSTDRA82P25B963B), entrambi elettivamente domiciliati in Napoli al Viale delle Mimose n°10 presso lo studio dell’Avv. Ilaria Gallinoro, con fax n°081.7413109 ed indirizzo PEC: ilariagallinoro@avvocatinapoli.legalmail.it, ove dichiarano di voler ricevere comunicazioni e notificazioni nel corso del presente procedimento,

CHIEDE

la riparazione per l’ingiusta detenzione sofferta per i seguenti

MOTIVI

1. Premessa in ordine allo svolgimento del procedimento.

Con ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli in data 12.06.1998, il sig. Terlizzi Ferdinando veniva sottoposto alla misura coercitiva della custodia cautelare in carcere in relazione al reato di cui all’art. 416bis commi 1,2,3,4,5,6 e 8 c.p., a reati di concorso in truffa aggravata per il conseguimento di contributi AIMA, falso ideologico ex art. 479 c.p., falso per induzione e corruzione di pubblici funzionari. In data 14.07.1998, l’istante veniva tratto in arresto a Frosinone e condotto presso il carcere di Napoli Poggioreale – Padiglione “Genova”.

Avverso l’ordinanza di custodia cautelare in data 15.07.1998 l’istante presentava richiesta di riesame al Tribunale di Napoli Sezione XII, che in data 28.07.1998, in parziale riforma dell’impugnata ordinanza, revocava, limitatamente al reato di cui all’art. 416 bis capo 1 c.p., la misura coercitiva della custodia cautelare in carcere disposta nei confronti del Terlizzi Ferdinando, ordinando la scarcerazione dello stesso, residuando quella relativa ai diversi reati contestati.

L’esecutività dell’ordinanza del riesame è avvenuta soltanto alla metà del mese di agosto 1998, dopo circa 30 giorni di detenzione in carcere (15 luglio – 14 agosto).

In data 27.12.1999 veniva depositata sentenza n. 1221/99 Sezione del Giudice per le indagini preliminari, con la quale si dichiarava il non luogo a procedere nei confronti del Terlizzi Ferdinando “per non aver commesso il fatto”, relativamente al reato di cui all’art. 416 bis c.p.

In data 19-20.12.2003 con sentenza n. R.G. 2110/99 il Collegio D della I sez. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dopo cinque anni dall’arresto e dopo dieci anni circa dagli eventi, emetteva sentenza di assoluzione piena, anche relativamente ai reati residuali sub 554, 557, 560, 563, 566, 569, 571, 573, 702, “per non aver commesso il fatto e dagli altri reati perché il fatto non sussiste”.

Infine, con sentenza emessa il 25.09.2009 e depositata in data 28.03.2010 la Corte d’Appello di Napoli – Sez. 7, sentenza n. 5578 Reg. Ins. Sent. – n. 970/05 Reg. Gen. App., confermava l’impugnata sentenza di cui sopra, reiterando sostanzialmente l’assoluzione dell’odierno istante. Tale sentenza è divenuta irrevocabile in data 24.05.2010.

2. Presupposti di fatto e di diritto a base della domanda.

Si ravvisa nel comportamento processuale tenuto dal Sig. Terlizzi Ferdinando la totale assenza di dolo o colpa grave nella vicenda in cui è stato coinvolto. Come è noto, la custodia cautelare può ritenersi ingiusta solo qualora, oltre all'esito assolutorio del processo, l'istante non abbia tenuto un comportamento doloso o colposo che abbia concorso a cagionare la misura. Secondo l'interpretazione giurisprudenziale più recente, può integrare gli estremi della colpa il "mancato esercizio di una facoltà difensiva, quantomeno sul piano dell'allegazione di fatti favorevoli" (Cass. Pen. sez. IV, 18/03/2003, n. 16370).

Nel caso di Terlizzi, l'attività difensiva è stata attiva e collaborativa fin dal momento dell'arresto. Già durante la fase delle indagini preliminari, la difesa ha sostenuto l'estraneità del Terlizzi rispetto ai fatti contestati, tant’è vero che il Tribunale del Riesame ha subito fatto cadere la misura coercitiva del carcere rispetto al reato di cui all’art.416 bis. Successivamente anche per tutti i restanti reati il sig. Terlizzi ha dimostrato la propria estraneità ottenendo la piena assoluzione.

I fatti narrati hanno generato una serie di gravissimi danni alla vita socio-economico-familiare del Terlizzi, sin dai primi momenti dell’avvenuto arresto, nonché alla sfera psicologico-emozionale dell’odierno istante.

Il sig. Terlizzi, sin da subito, sulla maggior parte dei quotidiani locali e non, è stato vittima di un accostamento, a dir poco spregiudicato, ai clan camorristici imperanti a quei tempi nelle zone purtroppo tristemente note a tutti. Definito per certi versi addirittura “uno dei luogotenenti Schiavone” e in più occasioni ritenuto “affiliato alla cosca del padrino”, il Terlizzi, giornalista integerrimo e dalla illibata condotta, vantante una invidiabile carriera giornalistica che gli è valsa numerosi riconoscimenti e benemerenze, ha visto il mondo crollargli addosso non soltanto in occasione dell’arresto, ma soprattutto successivamente, quando ha dovuto soffrire l’umiliazione della sospensione da praticamente tutti i suoi incarichi professionali, nonché l’onta di essere accostato in prima persona alla principale causa di infamia del nostro territorio.

Come sempre in questi casi, è quasi impossibile scrollarsi di dosso i pregiudizi morali, specialmente se innescati dalle cronache giornalistiche, scaturenti da esperienze del genere. Un mese circa di carcere a Poggioreale, peraltro, non si dimentica facilmente. Anzi, probabilmente segna una vita intera, soprattutto laddove si tratti di una persona, quale il sig. Ferdinando Terlizzi, totalmente estraneo al reato allora contestatogli, così come sancito definitivamente nelle pronunce successive.

Ma chi è Ferdinando Terlizzi? Farsi anche solo una vaga idea della levatura morale e dello spessore professionale dell’istante è il punto di partenza imprescindibile al fine di immaginare i danni morali da egli subiti in occasione dell’arresto e successivamente ad esso nonché alla scarcerazione.

Direttore responsabile del canale televisivo “New Antenna Sud”, direttore responsabile della rivista criminale-giuridica “Detective&Crime” di Roma, direttore responsabile dell’Agenzia Televisiva “Mediapress” per servizi a TCN-Telecapri e Gruppo Mediaset. Corrispondente di inchieste giudiziarie per il Corriere del Mezzogiorno e responsabile di “Casertasette”. Sono solo alcune delle posizioni allora rivestite dal sig. Ferdinando Terlizzi, sempre onorate con zelo e capacità professionali, che però, sin dall’arresto, ha dovuto necessariamente abbandonare, subendo danni morali e professionali difficilmente calcolabili e che sarà compito del Giudicante quantificare.

Dal 1964 al 1979 l’istante è stato funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia in servizio presso la Corte d’Appello di Napoli, ove svolse intensa attività sindacale.

Sin dal mese di novembre del lontano 1980, il sig. Terlizzi si è fregiato di onori, riconoscimenti e benemerenze grazie alla sua impeccabile attività. Allora riceveva un attestato di merito in giornalismo dalla Legion d’Oro di Roma, cui faceva seguito, nel 1982, il Premio Internazionale della Stampa Europea “Aquila d’Oro” per servizi giornalistici all’estero. Ma non solo! Nell’ottobre del 1984, gli veniva conferita con sommo onore laurea honoris causa dall’Università americana “Pro Deo” di Albany, l’anno 1986 fu l’anno del conferimento del titolo di Cavaliere del Lavoro Italiano nel Mondo, del premio Internazionale “Leader delle Attività Professionali”, e tante altre. La maggior parte di tali citati riconoscimenti e qualifiche vengono allegate alla presente istanza, a riprova della levatura professionale e morale del sig. Terlizzi Ferdinando.

Tutto ebbe fine però il giorno dell’arresto. Tutta la carriera luminosa che il sig. Terlizzi Ferdinando aveva ancora davanti subì uno stop immediato con l’accostamento della sua persona alla camorra. Alla presente istanza si allegano altresì i numerosi articoli di giornale ed editoriali del tempo dell’arresto che non lasciarono tregua al Terlizzi, confinandolo in uno sconforto senza fondo, abbandonato da tutti. Il Mattino di Caserta, il Roma, la Gazzetta di Caserta, il Corriere di Caserta, il Messaggero, e tanti altri, hanno subito puntato il dito contro l’istante, qualificandolo sostanzialmente come “camorrista”. Il tutto per un errore della macchina giudiziaria. Il sig. Terlizzi veniva scarcerato dopo 30 giorni circa di infamia. Ma nessun giornale ne parlò. Ovviamente la circostanza non faceva più notizia. Però la vita di Terlizzi ne ha risentito, come si può anche solo immaginare, bistrattato come fu, al tempo dell’arresto, su tutti i quotidiani locali, letti da decine di migliaia di persone che lo conoscevano e stimavano e che, successivamente, malgrado la scarcerazione, hanno sempre mantenute le porte chiuse.

Altresì, le spese legali sostenute dal sig. Ferdinando Terlizzi per far fronte ad un processo complessivamente durato 15 anni circa sono state enormi. La richiesta di € 50.000,00 avanzata dall’Avv. Giuseppe Garofalo, che ha caparbiamente e professionalmente patrocinato l’odierno istante sin dall’arresto, risulta per la maggior parte assolutamente proibitiva per il Terlizzi, ravvisandosi pertanto la necessità che di tali medesime spese si faccia carico l’Amministrazione dello Stato competente.

E’ sostanzialmente impossibile quantificare prima facie i danni esistenziali e professionali subiti dall’istante. Sarà un gravoso onere per il Giudicante, ma sicuramente non potrà esimersi dal farlo. E’ fondamentale ormai dare un ristoro al sig. Terlizzi che tenga conto, in via equitativa, anche solo del dolore e dello strazio provati dall’istante, non solo in quei 30 giorni di inferno vissuti in carcere, quanto in tutti quelli successivi, fino ad oggi, dal medesimo vissuti nell’incubo del ricordo di quei giorni, avvenuti, si ripete, per una ingiusta detenzione determinati da una macchina giudiziaria forse eccessivamente miope o quanto meno superficiale. E’ per questo che si indica in € 100.000,00 la somma che, complessivamente, anche solo tenendo conto delle circostanze dell’intera vicenda e delle spese legali finora sostenute e ancora da sostenere, potrà dare ristoro ai danni subiti dall’istante, considerato che, in ogni caso, quei 30 giorni di vita al sig. Terlizzi nessuna giustizia potrà restituirli.

Per tutti i motivi sopra esposti, pertanto, si

CHIEDE

che la Ecc.ma Corte d’Appello di Napoli voglia accogliere la presente istanza di riparazione per ingiusta detenzione, proposta ai sensi dell’art. 314 c.p.p. proposta nell’interesse del sig. Ferdinando Terlizzi, riconoscendo al medesimo e a tale titolo, sia per i giorni effettivi trascorsi in carcere sia per tutti i danni morali sofferti, indicati e documentati, sia per le spese legali sostenute e ancora da sostenere, la somma complessivamente pari ad € 100.000,00, o quella somma eventualmente minore o maggiore che il Giudicante vorrà riconoscere.

In considerazione che tutti gli atti inerenti il processo AIMA (ossia sentenze, dichiarazioni al G.I.P., attestazioni di irrevocabilità della sentenza) risultano essere già acquisiti dall’odierno Giudicante, così come anche dichiarato dalla Cancelleria, alla presente istanza si allegano: 1) copia domanda di riparazione per ingiusta detenzione; 2) nomina del difensore di fiducia e procura speciale; 3) informativa ai sensi dell’art. 13 d. lgs. 196/2003; 4) copia carta d’identità del sig. Terlizzi Ferdinando; 5) copia fascicolo personale G.I.P. di Ferdinando Terlizzi; 6) copia riesame dell’ordinanza in materia di misure cautelari personali nei confronti di Ferdinando Terlizzi N. 4599/98 R.I.M. Caut.; 7) copia sentenza n. 1221/99 R.G. G.I.P. 767/99 Tribunale di Napoli; 8) copia semplice sentenza R.G. n. 2110/99 del 20.12.2003 Collegio D Tribunale di Santa Maria Capua Vetere I sez. penale; 9) copia semplice sentenza n. 5578/09 Corte Appello Napoli sez. 7; 10) n. 23 copie di riconoscimenti e benemerenze vantati dal sig. Ferdinando Terlizzi; 11) n.14 copie di articoli di giornali ed editoriali recanti la notizia dell’arresto del sig. Ferdinando Terlizzi.

Con riserva di aggiungere e/o integrare la documentazione prodotta.

Ai sensi del versamento del contributo unificato, si dichiara che il valore della domanda è pari ad € 100.000,00. Il presente procedimento di riparazione per ingiusta detenzione è esente.

Salvis juribus

Caserta – Napoli, lì 15.05.2012

Avv. Dario Testa

NOMINA DEL DIFENSORE DI FIDUCIA E PROCURATORE SPECIALE

Il sottoscritto sig. Ferdinando Terlizzi, nato a Santa Maria Capua Vetere (CE) il 16.05.1937, assolto definitivamente con sentenza n. 5578/10 nel procedimento penale n. 970/05 R.Gen. App. Corte d’Appello di Napoli sez. 7, nella procedura che andrà a sorgere a seguito della sopra esposta istanza

NOMINA

proprio difensore di fiducia e procuratore speciale l'Avv. Dario Testa, con studio a Caserta Piazza Matteotti n°67, del Foro di Santa Maria Capua Vetere, conferendogli ogni potere inerente la procura nonché, ai sensi dell'art. 314 c.p.p. l'espresso potere, di depositare la sopra estesa istanza in nome e per conto del sottoscritto.

Caserta, lì 15.05.2012

Sig. Ferdinando Terlizzi

E' autentica la firma





I gialli che hanno diviso l’Italia 1960: PER AMORE “IL TIMIDONE” DIVENTO’ UN KILLER - Tra i gialli che “Dipiù” ricostruisce nell’anno in cui la cronaca nera, con i casi dì Sarah Scazzi, Yara Gambirasio e Melania Rea, ha spaccato l’Italia tra innocentisti e colpevolisti, c’è anche la vicenda di Aurelio Tafuri, mite e ingenuo medico di provincia che si innamorò di una ballerina ma, quando capì che lei aveva intrecciato un legame con un altro uomo, accecato dalla gelosia uccise il rivale di Ines Pino Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dicembre 2011 Erano le ore tredici del l0 marzo 1960 quando Aurelio Tafuri, un medico dermatologo di trentatre anni, bussò al portone del carcere San Francesco di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. «Sono venuto a costituirmi. Ieri ho ucciso un uomo. Questa è l’arma del delitto», disse mostrando un punteruolo di ferro ai due increduli agenti di custodia che erano di guardia. E aggiunse: «Mi dovete chiudere in cella perché ho ucciso un mio amico. Gianni De Luca. che si era innamorato della mia fidanzata Anna Maria Novi. Il delitto era perfetto. ma la mia coscienza di galantuomo si è ribellata. Ecco perché mi costituisco. Questa è l’arma con cui l’ho ucciso». Cominciava così uno dei gialli che. agli inizi degli anni Sessanta. appassionò gli italiani. «I primi a esserne sconvolti furono gli abitanti di Santa Maria Capua Vetere, la cittadina del Casertano dove Aurelio Tafuri era molto conosciuto e stimato», spiega l’avvocato Giuseppe Garofalo, fra i più noti penalisti italiani. che. sin dal primo momento, difese Tafuri. «Limputato era figlio di un farmacista. Si era laureato in Medicina e si era specializzato poi in Dermatologia. Era un uomo mite, soprattutto timido, assai apprezzato per come svolgeva la sua professione. e nel tempo libero. con grande talento, si dilettava di pittura. Insomma, era una persona normale e perbene. Quel giorno, il 10 marzo. avevo saputo che Gianni De Luca. studente ventenne che faceva l’indossatore, figlio di un imprenditore benestante, era scomparso. ma, come tutti, pensavo a una fuga volontaria. Poi. come un fulmine a ciel sereno. arrivò la notizia che Tafuri si era costituito. accusandosi dell’omicidio di quel ragazzo, e io fui chiamato ad assisterlo nella difesa». La televisione e i giornali diedero la notizia, anche se sembrava un caso già risolto poiché c’era un reo confesso di un delitto passionale. Per gli investigatori non era il solito rompicapo, eppure restavano tanti gli interrogativi che all’inizio parevano senza risposta. Anzitutto uno: come era stato possibile che un uomo come il dottor Aurelio Tafuri, dalla timidezza sconcertante, religiosissimo, non solo mai visto con una donna ma neppure mai sentito parlare di donne, avesse frequentato Anna Maria Novi, ventiduenne, senza che nessuno si fosse accorto di nulla? E poi: dove si trovava il cadavere della vittima, Gianni De Luca? E ancora: l’assassino aveva agito da solo o era stato un delitto studiato a tavolino da più persone? Gli investigatori si misero subito al lavoro per vederci chiaro. Ad aumentare lo sconcerto di chi conosceva bene il timido dottor Tafuri fu la scoperta che Gianni De Luca era un giovane di vent’anni napoletano, un bel ragazzo dai capelli neri e il sorriso accattivante, che faceva l’indossatore d’alta moda, e che Anna Maria Novi, detta Nanà. lavorava in un locale notturno di Napoli, il Trocadero, molto in voga in quegli anni, ed era anche ballerina di fila nella compagnia teatrale di Beniamino Maggio, volto assai noto dell’avanspettacolo partenopeo. Quanto al cadavere di De Luca, fu lo stesso Tafuri a dire agli inquirenti dove cercarlo: «Ho fatto tutto da solo», spiegò. «Dopo avere ucciso Gianni, ho caricato il suo corpo nella mia auto. Poi sono andato vicino al Ponte della Scafa a Caiazzo, gli ho legato due mattoni ai piedi con il fu di ferco e l’ho buttato nel Volturno. È là sotto che lo troverete». I sommozzatori, così, per giorni e giorni scandagliarono l’acqua limacciosa del fiume principale del Meridione, ma quel corpo non fu trovato. «Cercatelo meglio». insisteva Tafuri, quasi seccato che la mancanza del cadavere mettesse in dubbio la sua confessione. Intanto, a Santa Mria Capua Vetere tutti si domandavano che cosa centrasse il dottor Tafuri con un indossatore e una ballerina. Bastò una perquisizione nel suo studio medico per scoprirlo. Gli investigatori trovarono un archivio fotograflco con tantissime foto, tutte con dedica di Anna Maria Novi, e una serie di disegni che il dottore aveva tracciato su carta formato protocollo e in cui erano riprodotte figure pomografiche di persone di ambo i sessi. Fu uno scandalo per quell’epoca in un’Italia che fioriva economicamente, dedita al lavoro e alla famiglia, nella quale la morale e il senso del pudore erano profondamente diversi da quelli di oggi. Entrò in un giro di amicizie equivoche I giornali riportarono con grande clamore la notizia del ritrovamento di quelle foto e di quei disegni “piccanti”, nascosti fra medicinali e ferri chirurgici. Lo stupore. poi, aumentò sempre di più perché, di giorno in giorno, si scoprivano dettagli inquietanti. Come nel romanzo dello scrittore scozzese Robert Louis Stevenson Lo strano coso del dottor Jekvll e del signor Hyde. da cui venne tratto un celebre film, tutti si domandavano come fosse stato possibile che una persona così tranquilla si trasformasse in una sorta di Mister Hyde. «Si venne a sapere che il dottore. timido e riservato», ricostruisce l’avvocato Garofalo «era stato trascinato da suo cugino in un giro della Napoli di notte. Insieme con lui aveva cominciato a frequentare locali notturni molto costosi, a partecipare a festini e a spogliarelli in case private e si era fatto un giro di amicizie equivoche». Nel frattempo, la sera del 29 marzo, a venti giorni esatti dal presunto omicidio, due pescatori si accorsero che qualcosa era rimasto incastrato fra i cespugli che costeggiavano il Volturno. Si avvicinarono e scoprirono così, con orrore, che dalla melma emergeva un cadavere. In poche ore, gli inquirenti accertarono che si trattava di Gianni De Luca: il corpo del ragazzo era ridotto in condizioni pietose, martoriato non soltanto dai colpi inferti dal Tafuri, se era vera la sua confessione, ma anche dai morsi dei pesci. Il ritrovamento del cadavere era la prova che lui non mentiva, che De Luca non era scomparso volontariamente, come la famiglia ancora sperava, ma che era stato davvero ucciso. Era convinto che lo ricambiasse «Adesso finalmente mi crederete», disse Tafuri quasi rasserenato da quel ritrovamento. Gli inquirenti tornarono a interrogarlo. Tassello dopo tassello, ricostruirono così il giallo, dal giorno in cui. nel 1958, due anni prima del delitto, Tafuri aveva conosciuto Anna Maria Novi. «Prima non ero mai stato con una donna. Mi intimorivano. e a parlare con loro mi sentivo impacciato. Poi, quella sera, la incontrai. Gli amici mi avevano costretto a seguirli per una cena», ricordò Tafuri. «Non era una donna appariscente, di quelle che fanno colpo al primo sguardo. Era magra, persino troppo. Guardai le gambe e mi sembravano ben fatte. Dai suoi atteggiamenti e dal suo modo di esprimersi ne dedussi che era una come tante e socialmente modesta». Due cose, però lo colpirono: la ragazza lo guardava come nessuna donna aveva mai fatto. E lui non riuscì a resistere a lungo al suo sguardo: ogni volta che i suoi occhi incrociavano quelli della donna li abbassava, ma lei pareva divertirsi con lui. Più Tafuri abbassava gli occhi. più lei civettava con malizia. Insomma, lo stregò. Alla fine, gli disse che sperava di rivederlo. Da quella sera, le notti del dottor Tafuri non furono più tranquille. Si rividero sempre più spesso, da soli o nelle feste in case private. Anna Maria all’inizio si divertiva con lui: più Tafuri si mostrava timido e impacciato, più lei si mostrava sfacciata. Gli parlava dei suoi numerosi corteggiatori e degli incontri con i clienti del locale notturno dove lavorava. Lui la stava ad ascoltare per ore, affascinato da quei racconti che scatenavano la sua fantasia. Passò un breve periodo e Tafuri si invaghì sempre più di lei. convinto che si trattasse di un sentimento ricambiato. Pur non essendoci alcuna, intimità fra loro, il medico si considerava fidanzato con Anna Maria. A lui bastava parlarle, stringerle le mani, guardarla negli occhi per sentirsi soddisfatto e felice. Per lei, invece, non era così. Quell’uomo tanto timido la divertiva solamente. Per lei Tafuri non era altro che un uomo timido con cui passava delle ore piacevoli. Perciò, un giorno, tranquillamente gli confidò: «Ho conosciuto un ragazzo. si chiama Gianai, fa l’indossatore. Credo di essere innamorata di lui e presto ci sposeremo». Il medico incassò il colpo: fece finta di mente ma il tarlo della gelosia cominciò a distruggere il suo animo e la sua mente. Mise in atto un piano diabolico La donna non ebbe la forza di troncare ogni rapporto con lui, anzi continuò a frequentarlo, e talvolta uscivano insieme in tre, con anche il fidanzato. Il timido dottore, pur di continuare a vederla, accettò ogni cosa che lei proponeva. Ma il gioco non poteva durare a lungo. «A un certo punto, Tafuri si mise in testa che De Luca trattasse male la Novi e che la donna volesse liberarsi di lui, senza però trovare il coraggio di farlo», spiega l’avvocato Garofalo. La mente del giovane medico ormai era offuscata. La paura di perdere la donna che amava e che aveva trasformato la sua vita lo terrorizzava. Così, giorno dopo giorno, si convinse che l’unico rimedio a quel tormento era liberarsi dell’uomo che aveva turbato il suo rapporto con la sua Anna Maria. «Cominciò quindi a studiare un piano per eliminare quell’uomo, che considerava non solo un rivale in amore ma soprattutto una persona insensibile che non meritava l’amore di Anna Maria. Togliendolo di mezzo, avrebbe pertanto dato a lei una grande prova di altruismo». Tafuri mise in atto il suo piano diabolico la sera del 9 marzo 1960. E così lo spiegò agli inquirenti: «Telefonai a De Luca. gli dissi ‘Ti ho trovato un appartamento a Santa Maria Capua Vetere dove potrai trasferirti con Anna Maria. Vediamoci oggi e te lo mostrerò”. De Luca mi disse subito di sì, senza sospettare nulla. Noi, in fondo, eravamo amici; ci frequentavamo abitualmente perché condividevamo la stessa donna». Poi raccontò. «Misi in macchina un punteruolo, del fil di ferro, i mattoni. la sbarra di ferro: tutte cose che mi sarebbero servite per eliminare De Luca. Poi andai al nostro appuntamento, al Bar delle Luci. in piazza Medaglie d’Oro, a Napoli. Ci salutammo cordialmente, bevemmo qualcosa, quindi partimmo in auto verso Santa Maria Capua Vetere. Percorsi molte strade di campagna per evitare di essere notato. Durante il viaggio, lui non si insospettì di nulla». Erano ormai le diciannove e faceva già buio quando il dottor Tafuri fece scattare la trappola: «Arrivammo in un tratto di strada isolato, mi fermai e trovai una scusa per farlo scendere», riferì ancora agli inquirenti, «Gli dissi: ‘Credo che si sia bucata la gomma posteriore destra. Puoi andare a controllare, per favore?”. Scesi anch’io. presi dal cofano la sbarra di ferro e, quando vidi che De Luca era chinato, gli vibrai tre colpi al capo. Cadde subito svenuto, dietro la macchina. A questo punto. aprii il bagagliaio per caricare il corpo di De Luca in auto. Mi accorsi però che era ancora vivo, così presi il punteruolo e lo colpii diverse volte. Non per crudeltà ma soltanto per accelerarne la fine: sapevo, in quanto medico. che sarebbe comunque morto. Poi mi diressi verso il fiume per liberarmi del corpo». «L’arma del delitto era un punto importante dell’impianto accusatorio». ricorda adesso l’avvocato Garofalo. «Se Tafuri avesse usato il punteruolo per infierire sulla vittima, si sarebbe trattato di un omicidio aggravato dalla crudeltà. Invece le indagini dimostrarono che lo aveva utilizzato per non lasciare De Luca agonizzante». L’Italia, per mesi, si divise e si interrogò: Aurelio Tafuri era un criminale che aveva ucciso per passione oppure un assassino cui la follia scoppiata per amore di una donna aveva armato la mano? Soltanto il processo poteva sciogliere il dubbio. Le udienze cominciarono il 16 maggio 1963 in aula, nei vari gradi di giudizio, si sfidarono i più grandi avvocati dell’epoca; per la difesa, Giuseppe Garofalo e Giovanni Leone, ( ma anche Alfonso Martucci, Giuseppe Marrocco, Ciro Maffuccini e il prof. Enrico Altavilla n.d.r.) che poi, nel 1971, divenne presidente della Repubblica, per la parte civile, Alfredo De Marsico, Guido Cortese, Luigi Ferrone, Luigi Bagnulo e Michele Verzillo. «Fu un processo clamoroso», racconta l’avvocato Garofalo. «Un duello di oratoria che riguardava un caso dove aleggiava la follia e che aveva un movente insolito: l’altruismo di un uomo convinto di fare del bene uccidendo. Con aria impassibile, come se fosse indifferente a quello che accadeva nell’aula del tribunale, Tafuri ascoltò sempre in silenzio i testimoni riferire i dettagli più intimi della sua vita, senza un moto di stizza, senza mai tradire la minima emozione». I giornalisti non si perdevano un’udienza, la televisione mandava in onda speciali e interviste su un caso che diventava sempre più scabroso. La curiosità raggiunse però l’apice quando fu chiamata a deporre Anna Maria Novi. La donna si fece largo tra la folla che attendeva in tribunale: indossava un mantello rosso sgargiante che metteva in risalto i lunghi capelli neri e guardava con occhi di fuoco l’uomo che aveva ucciso per lei: «Signor giudice, io non ero la fidanzata di Tafuri, lo ero di Gianni De Luca», dichiarò tra il brusio generale. mentre le lacrime le rigavano il volto scarno. «Io e il dottore non avevamo una relazione. Anzi, non abbiamo mai fatto l’amore. A lui bastava guardarmi e sentirmi raccontare i miei incontri galanti con gli altri uomini». «Dalle testimonianze e dalle indagini fu chiaro che la Novi diceva il vero. Lei aveva un’unica colpa quella di essere bella, ma nella storia era del tutto incolpevole». spiega l’avvocato Garofalo, il difensore di Tafuri. «Chiesi di sottoporre il mio assistito a una perizia psichiatrica e così fecero i colleghi della parte civile. I risultati furono contrastanti: quelli dell’accusa lo ritennero sano di mente: invece gli psichiatri da me nominati come consulenti lo definirono uno schizofrenico e risalirono ad altri casi di follia nella famiglia dell’imputato». Il caso diventava molto scabroso Ma questo non bastò a fare sì che Tafuri fosse riconosciuto incapace di intendere e di volere. Il 5 ottobre 1972, la Cassazione lo condannò definitivamente, per omicidio premeditato e occultamento di cadavere, a ventitrè anni di reclusione, ma, essendo finito in carcere nel 1960, fra la buona condotta e i vari condoni, ne scontò quattordici e quindi tornò libero cittadino nel 1974. Lei, invece. Anna Maria Novi, la donna che incolpevolmente aveva portato il timido dottore a diventare un killer, si rifece con il tempo una vita in un paese vicino a Napoli aprendo una boutique. Il caso Tafuti entrò nella Storia dei gialli italiani: molti scrittori dedicarono alla vicenda ricostruzioni dettagliate. In particolare. Ferdinando Terlizzi, uno dei più noti cronisti giudiziari del nostro Paese, nel suo libro “ll delitro di un Uomo normale, con sottotitolo: eticamente deviato da una passione ignominiosa” è riuscito a sviscerare tutti gli aspetti psicologici della vicenda che nei primi anni Sessanta colpì l’opinione pubblica. «Chiusi i conti con la giustizia. Tafuri tornò a casa sua, qui a Santa Maria Capua Vetere dove vive tuttora», conclude l’avvocato Garofalo. «Lo incontrai per caso. due anni fa, nel centro del paese. Mi venne incontro e mi disse: “Avvocato, non l’ho mai iingraziata per quello che ha fatto per me”. Pochi giorni dopo, si presentò in studio portandomì un suo dipinto, molto bello, in regalo. Raffigurava una ragazza che balia circondata da alcuni giovanotti che suonano e la guardano, proprio come faceva il timido dottore con Anna Maria Novi. Capii che in quel quadro Tafuri aveva racchiuso tutta la sua triste storia». Ines Pino




































CASERTA, LIBRI: CASI GIUDIZIARI E RACCONTI MALEDETTI DELLA PROVINCIA


















In arrivo nelle librerie



Un sensazionale “caso“ giudiziario ed altri racconti maledetti nel libro del giornalista Terlizzi





IL LIBRO



Il giornalista Ferdinando Terlizzi ha trasfuso in questo lavoro alcune sue significative esperienze di cronista giudiziario. Dopo aver esaminato in ogni dettaglio il “Rapporto sugli Omicidi in Italia”, il libro si snoda attraverso il racconto dei quattro processi dell’omicidio di un medico sammaritano “Il delitto di un uomo normale”. Poi il cronista ha rivisitato altri omicidi, come quello della “Circe” di Mondragone, quello di un maresciallo degli agenti di custodia, del farmacista di Baia Domizia, di un sindacalista siciliano ucciso dalla mafia, di un giudice assassinato dalla brigate rosse, il suicidio di un senatore Dc. Ha rispolverato ”La rivolta del Calcio” di Caserta e i suoi processi. Il rapimento del rampollo della famiglia Coppola e, le speculazioni di Pinetamare e Baia Domizia. I retroscena di un marchese voyer, che si suicidò, dopo aver ucciso la moglie e il suo giovane amante. Le disavventure giudiziarie dei giornalisti Tortora e Jannuzzi. Simpatico un suo spaccato sui bordelli a Caserta, e la fuga di Don Raffaele Cutolo dal manicomio di Aversa. Terlizzi non risparmia di inserire esperienze personali di vita vissuta, con arresti, detenzioni, processi, fucilazioni mediatiche e persecuzioni giudiziarie.



IL FATTO



In particolare il libro tratta integralmente la vicenda del delitto del dottor Tafuri. Ecco una sintesi. Aurelio Tafuri, nel 1958, conosce Anna Maria Novi, 20 anni, bella ma “piena di passato”. Nanà aveva fatto l’entraneuse al “Trocadero”. Nel 1959 la ballerina si innamora di uno studente che faceva l’indossatore per l’Alta moda, Gianni De Luca. Questi la mette incinta e decide di sposarla nonostante l’avversione feroce della famiglia. Il medico sammaritano intanto, invaghito della Novi, continuava a sborsare fior di milioni, mantenendo un ibrido “menage a trois”, (quando non diventava un “quartetto”, per l’inserimento del primo amante, l’ingegnere e addirittura un “quintetto”, allorquando vi si inseriva il gay). Nella comitiva non mancava, infatti, Carlo D’Agostino, un sarto omosessuale che si incaricava di vendere costosi vestiti alla ballerina, (pagati dai suoi amanti occasionali), e di organizzare “spogliarelli” privati e “poker strip”, per i più intimi frequentatori della villa di Castelvolturno, di proprietà del farmacista Giovanni Tafuri, cugino del dermatologo sammaritano. Il 9 marzo del 1960 Tafuri, stanco ormai delle vessazioni a cui il giovane sottopone la sua “amata”, decide di ucciderlo. Dopo averlo attratto in un tranello, con la scusa di avergli procurato un posto di lavoro in una clinica della provincia di Caserta, lo colpisce con una sbarra alla testa. Gli conficca un punteruolo nel cuore, gli lega due mattoni ai piedi e lo scaraventa nella limacciose acque del fiume Volturno, dal Ponte della Scafa di Caiazzo. Nel carcere scrive il racconto della sua vita. Gli avvocati non riescono a farlo passare per pazzo. Rimarrà nella storia – non solo giudiziaria – il singolare consiglio dato ad un cliente che si era rivolto a lui, ed era preoccupato per la paura di essere stato contagiato da qualche virus, in seguito al rapporto che aveva avuto con un cane di grossa taglia, con il quale si era “accoppiato”. – “Fai quello che più ti piace fare… tanto il cane non ti giudica…”. – Fu un processo clamoroso, che vide alternarsi, nei quattro giudizi, avvocati di grido come Alfredo De Marsico, Errico Altavilla, Giovanni Leone, Luigi Bagnulo, Renato Cariota Ferrara, Ciro Maffuccini, Michele Verzillo, Giuseppe Marrocco, Alfonso Marftucci e Giuseppe Garofalo.



L’AUTORE



Ferdinando Terlizzi è giornalista, cronista giudiziario dal 1960. Già direttore responsabile dell’Agenzia giornalistica “Mediapress”. E’ editorialista dell’agenzia www.casertasette.it. Ha scritto articoli per: “Il Giornale del Mezzogiorno”, “Gazzetta di Caserta”, “Napoli Notte”, “Il Roma”, “Roma Sera”, “Il Tempo”, “Il Messaggero”, “Paese Sera”, “Il Mattino”, “Il Diario”, “Il Giornale di Napoli”, “CentoCittà”, “Il Corriere del Mezzogiorno”, ”Il Denaro”.- E’ stato Direttore responsabile delle Radio libere “Capys”, “Volturnia”, “Galatea”, “Mitreo”; delle tv libere: “Telecaserta”, “Canale 57”, “Teletifata”, “New Antenna Sud”. Dal 1983 al 1989 è stato responsabile dell'Ufficio Stampa della Confocooperative di Caserta. Dal 1979 e fino al 1992 è stato responsabile delle Relazioni Esterne del gruppo agro-alimentare "Unicoop". Dal 1982 al 1988 è stato ininterrottamente eletto nel consiglio direttivo dell'Associazione Stampa di Caserta. Nel 1983, da parte della Presidenza della Stampa Europea, gli è stato assegnato il premio internazionale di giornalismo "Aquila d'Oro", per una serie di reportages dall'estero. Nel 1984 ha ricevuto a Londra, dalle mani del giornalista Ruggero Orlando (mitico corrispondente Rai da New York), il titolo accademico di "Doctor in Economic and Commercial Sciences" in forza della laurea honoris causa conferitagli dall'Università americana "Pro Deo" di New York. Nel 1986 è stato nominato consigliere della Camera di Commercio di Caserta ed in tale veste ha fatto parte della redazione del periodico camerale e, successivamente, della Camera di Commercio Europea a Bruxelles. In seno alla stessa ho ricoperto l’incarico di capo ufficio stampa e direttore del periodico “Europe News”. Ha collaborato con l’editore Tullio Pironti per la pubblicazione di “Teatro di Giustizia” e “La seconda guerra napoletana alla camorra”. Dal 1992 al 1998 è stato direttore responsabile della rivista a tiratura nazionale "Detective & Crime". In tale veste, nel 1994, è stato inviato speciale presso la "World Ministerial Conference On Organized Transnational Crime", organizzata dall' Onu.(7 luglio 2006-23:38)











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IL GRUPPO ALBATROS IL FILO PRESENTA NELLA LIBRERIA IL FILO I SUOI AUTORI ESORDIENTI

ROMA , 20 APRILE 2009 ORE 18 – LIBRERIA IL FILO VIA BASENTO 52/E

Il Gruppo Albatros Il Filo presenta:

ANDREA BARRETTA, IL GUADO DI IABBOK

GRAZIELLA CECCARELLI, MAMMA FOLLIA

PAOLO GAVIOLI, LA VITA E LE COSE ATTORNO

SILVIA PERONI, PRIGIONIERA DELL’ISOLA

FERDINANDO TERLIZZI, IL DELITTO DI UN UOMO NORMALE

Andrea Barretta – Il Guado di Iabbok

“Giacobbe non è un Odisseo che si lascia incantare dalle sirene dell’armonia musicale, ma non è nemmeno un uomo razionale per il quale è indegno essere affascinato. Giacobbe è un uomo – colui che sceglie fra mondo e Dio, fra incanti e legge; fra ciò che abbandona al guado di Iabbok e ciò che trova nell’esperienza apparentemente solitaria e sostanzialmente duale della teomachia; egli è la congiunzione “e” fra gli incanti e la legge”.

Dal testo.

Barretta Andrea è nato a Catania il 2 Gennaio 1982 e vive a Ladispoli (Roma). Laureato in giurisprudenza presso la LUMSA di Roma, dal 2006 è praticante avvocato presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Civitavecchia.

Graziella Ceccarelli – Mamma Follia

Quando la realtà si dilata e confonde e i punti di riferimento si annebbiano e si perdono.

Un breve ma intenso e acuto romanzo dove il ricordo si mescola al presente e diviene desiderio e diviene sogno. E tutto si agita perdendo consistenza e senso del reale. Dove finiscono le proiezioni e inizia la follia? Dove finisce la finzione e inizia lo squilibrio? E così diventa impossibile distinguere Luna dalla sua signora G., donne che non ricordano o che ricordano troppo e che il peso di ciò che sentono e provano disorienta e fa perdere il senso delle cose, il labile confine delle realtà.

Desiderio, lussuria, maternità… sentimenti confusi in un intreccio di vero, verosimile e possibile, dove colui che crea diventa colui che è creato e l’arte diventa vita.

Ceccarelli Graziella è nata a Benevento il 12 aprile del 1979. È laureata in Psicologia Clinica e di Comunità alla Sapienza di Roma, città dove ha vissuto per otto anni, per rientrare poi al paese di origine Cervinara in provincia di Avellino, dove vive tuttora e lavora come psicologa, occupandosi soprattutto di perizia psicologica. È stata premiata nel 2005 al concorso letterario “Città di Melegnano” per la sezione narrativa con Pensieri da un cornicione e Mamma follia è il suo primo romanzo.

Paolo Gavioli – La vita e le cose attorno

È un omaggio alla straordinarietà della quotidianità quello offerto da Paolo Gavioli in questa silloge, La vita e le cose attorno.

Paolo Gavioli, alla sua seconda prova poetica dopo Pensieri sparsi lungo il tempo continua e in qualche modo porta vanti le tematiche affrontate nelle precedente silloge. Probabilmente perché le due raccolte nascono negli stessi anni e nello stesso clima, eppure vi sono delle sostanziali differenze tra esse.

Se la prima infatti tendeva a narrare le relazioni tra il sé dell’autore e le persone che lo circondano, in questa è possibile leggere una svolta più intimista.

La poesia di La vita e le cose attorno ha di certo un carattere autoscopico, ed è illuminata dalla luce dell’amore.

Ancora una volta quindi Paolo Gavioli ci apre le porte più recesse della sua sensibilità con quel tocco leggero che lo contraddistingue e con quella delicatezza che gli è propria, per raccontare frammenti, emozioni, piccole illuminazioni che non possono che scaldare il cuore di chi legge.

Paolo Gavioli è nato nel 1963 a Cassano Magnago, in provincia di Varese.

Dopo gli studi tecnico-commerciali ha trovato lavoro presso un Istituto bancario.
Scrive dall’età di quindici anni e vive tuttora nella stessa città.
Oltre alle poesie, ha scritto anche alcuni brevi racconti ispirati al Natale e dedicati alle due nipoti.

In questa stessa collana ha pubblicato la raccolta di poesie Pensieri sparsi lungo il tempo

Silvia Peroni – Prigioniera dell’isola

Eleonora galleggia spensierata nella sua vita dorata, protetta dal lusso, dal benessere, da un’apparente felicità. Ma un giorno la sua esistenza viene sconvolta: il padre, a causa di un investimento sbagliato, perde clienti e credibilità, e si ritrova sull’orlo della bancarotta, oppresso dai debiti.

Come affrontare questa penosa situazione? Come risalire la china cercando di recuperare la ricchezza perduta e la stima degli altri?

Purtroppo i genitori di Eleonora trovano un rimedio peggiore del male, e accettano la penosa scommessa proposta da due soci d’affari: Eleonora verrà mandata, sola, in un luogo sconosciuto, lontano da tutte le comodità a cui è abituata. Se dimostrerà di cavarsela, salverà la sua famiglia dal baratro, altrimenti l’aspetta il matrimonio combinato con un uomo orribile.

Eleonora accetta la sfida, parte e…

Silvia Peroni è nata il 26 aprile del 1968 a Carpenedolo (Bs). Centralinista presso un ente pubblico, attualmente vive e lavora a Brescia. La sua prima pubblicazione è Maestro di piccole verità, edito da Il Filo nel dicembre 2007.

Ferdinando Terlizzi – Il delitto di un Uomo normale

Il medico sammaritano Aurelio Tafuni, nel 1958, conosce Anna Maria Novi, 20 anni, bella, ma “piena di passato”. Nanà (come era chiamata nel giro la Novi), infatti, aveva fatto l’entreneuse al “Trocadero”. Nel 1959 la ballerina s’innamora di uno studente che faceva l’indossatore per l’Alta moda, Gianni de Luca. Questi la mette incinta e decide di sposarla, nonostante l’avversione feroce della famiglia. Tafuni, intanto, invaghito della Novi, continuava a sborsare fior di milioni, mantenendo un ibrido “menage a trois” (quando non diventava un “quartetto”, per l’inserimento del primo amante della Novi, un ingegnere, o addirittura un “quintetto”, allorquando si inseriva un gay). Nella comitiva non mancava, infatti, Carlo D’Agostino, un sarto omosessuale che vendeva costosi abiti alla ballerina (pagati dai suoi amanti occasionali), e organizzava spogliarelli privati e “poker strip”, per i più intimi frequentatori della villa di Castelvolturno, di proprietà del farmacista Giovanni Tafuri, cugino del dermatologo Casertano. Il 9 Marzo del 1960, Tafuni, stanco ormai delle “vessazioni” a cui il giovane sottopone la sua “amata”, decide di ucciderlo. Dopo averlo attratto in un tranello, con la scusa di avergli procurato un posto di lavoro in una clinica, lo colpisce con una sbarra alla testa. Poi gli conficca un punteruolo nel cuore, gli lega due mattoni ai piedi e lo getta nelle limacciose acque del fiume Volturno, dal Ponte della Scafa di Caiazzo. Nel carcere scrive il racconto della sua vita. Gli avvocati che si susseguirono nei quattro gradi di giudizio (nomi celebri come Alfredo de Marsico e Enrico Altavilla), in un processo lungo e clamoroso, non riuscirono a farlo passare per pazzo.

Ferdinando Terlizzi è nato nel 1937 a Santa Maria C.V. (Caserta) e dal 1970 svolge la professione digiornalista, cronista giudiziario. È direttore responsabile dell’agenzia giornalistica “Mediapress“, editorialista del quotidiano on-line “Casertasette.com” e responsabile dei rapporti con i media della “Law Business Consulting“. Ha scritto articoli, tra l’altro, per: “Il Messaggero“, “Gazzetta di Caserta“, “Napoli Notte“, “Il Roma“, “Il Roma Sera“, “Paese Sera“, “Il Diario“, “Il Mattino“, “Il Giornale di Napoli“, “Il Corriere del Mezzogiorno“, “CentoCittà“, “Il Denaro“, “Il Tempo“. È stato direttore responsabile di radio e tv libere: “Radio Capys“, “Radio Mitreo“, “Radio Galatia“, “Teleradio Volturnia“, “Teletifata“, “Canale 57” e “New Antenna Sud“. Dal 1982 al 1988 è stato ininterrottamente eletto nel consiglio dell’Associazione della Stampa di Caserta. Nel 1983, da parte della Presidenza della Stampa Europea, gli è stato assegnato il premio internazionale di giornalismo “Aquila d’oro” per una serie di reportage dall’estero. Nel 1984 ha ricevuto a Londra, da Ruggero Orlando (corrispondete RAI da New York), il titolo accademico di “Doctor in economic and commercial sciences“, in forza della laurea honoris causa conferitagli dall’università americana “Pro Deo” di New York. Dal 1992 al 1998 è stato direttore responsabile della rivista a tiratura nazionale “Detective & creime“, edita dal criminologo Carmelo Lavorino. In tale veste, nel 1994 è stato inviato speciale presso la “World Ministerial Conference On Organized Transnational Crime“, organizzata dall’Onu. A novembre 2006, la trasmissione “Matrix” di canale 5, ha riproposto un suo servizio tv degli anni ‘80 su di un duplice omocidio di camorra in Terra di Lavoro.

Gruppo Albatros Il Filo

Sede Legale

Via Sistina, 121

00187 Roma

Redazione

Spazio antistante il Teatro della Torre di Casertavecchia

Venerdì 3 settembre ore 18.30

La libreria Mondadori di Caserta presenta la seconda edizione del libro del giornalista

Ferdinando Terlizzi

IL DELITTO DI UN UOMO NORMALE

Prefazione del criminologo Carmelo Lavorino – Edizioni Albatros

Colloquieranno con l’autore:

l’avv. Prof. Ciro Centore, amministrativista;

l’avv. Gennaro Iannotti, penalista;

il dott. Michele De Simone, presidente Associazione della Stampa di Caserta;

il dott. Franco Tontoli, giornalista - Corriere del Mezzogiorno - Corriere della Sera.

Sabato 4 settembre 2010 ore 19.00

Presentazione del volume













Il Giallo di Santa Maria Capua Vetere
rivive nel libro “il delitto di un uomo normale”

CASERTA – Un delitto che arrivò su tutte le pagine dei giornali, non solo per la sua efferatezza, ma per l’intreccio perverso che ad esso era collegato. Venerdì sera nella sala di un nota libreria al Corso Trieste Ferdinando Terlizzi ha presento il suo libro “Il delitto di un uomo normale”. All’incontro a cui hanno partecipato molti giornalisti: Antonio Arricale, Mimmo Mingione, Carlo Desgro, Prospero Cecere, Antonio Tagliacozzi, Biagio Salvati, era presente anche il presidente dell’assostampa di Caserta Michele De Simone.
Ad introdurre l’autore è stato Franco Tontoli mentre a discutere le tesi e ad analizzare gli eventi del tempo è stato il criminologo Carmelo Lavorino, noto per aver collaborato alle indagini sul giallo di Garlasco, sul delitto di via Poma quello di Cogne, e che è stato anche colui che ha curato la prefazione del volume.
Si tratta di un reportage all’interno di una vicenda degli anni sessanta del secolo scorso e dell’analisi accurata e dettagliata al delitto di un medico di S. Maria C.V. e dei 4 processi che ne seguirono. I difensori volevano farlo passare per pazzo per evitargli l’ergastolo. Mentre lui e la madre avversavano questa tesi. I periti di ufficio lo ritennero sano di mente. Quelli di parte uno schizofrenico incapsulato. Il pubblico ministero della Corte di Assise di S. Maria C.V. chiese l’ergastolo ma lui venne condannato a 24 anni.
Dell’eco di quella vicenda ci sono ancora le foto dei luoghi del delitto nell’archivio Alinari di Firenze e la stampa di allora si interessò al pari di delitti di oggi come il caso Meredith, o quello di Chiara Poggi.
Il medico sammaritano Aurelio Tafuri, nel 1958, conosce Anna Maria Novi, 20 anni, Nanà, come era chiamata nel giro. Aveva fatto l’entraîneuse al “Trocadero”, un locale notturno di Napoli, molto in voga allora, che si trovava sulla via Caracciolo. Nel 1959 la ballerina s’innamora di uno studente che faceva l’indossatore per l’Alta moda, Gianni de Luca. Questi la mette incinta e decide di sposarla, nonostante l’avversione feroce della famiglia. Tafuri, intanto, invaghito della Novi, continuava a sborsare fior di milioni, mantenendo un ibrido rapporto a tre. Che in alcuni casi si allarga per l’inserimento del primo amante della Novi, ed ingegnere gay. Nella vicenda compare anche Carlo D’Agostino, un sarto omosessuale che vendeva costosi abiti alla ballerina (pagati dai suoi amanti occasionali), e organizzava spogliarelli privati e “poker strip”, per i più intimi frequentatori della villa di Castelvolturno, di proprietà del farmacista Giovanni Tafuri, cugino del dermatologo Casertano.
Tafuri, stanco ormai delle “vessazioni” a cui il giovane sottopone la sua “amata”, decide di ucciderlo. Dopo averlo attratto in un tranello, con la scusa di avergli procurato un posto di lavoro in una clinica, lo colpisce con una sbarra alla testa. Poi gli conficca un punteruolo nel cuore, gli lega due mattoni ai piedi e lo getta nelle limacciose acque del fiume Volturno, dal Ponte della Scafa di Caiazzo. Nel carcere scriverà il racconto della sua vita.



Caserta 12 maggio 2009



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FOTO E DOCUMENTI TRATTI DAL LIBRO "IL DELITTO DI UN UOMO NORMALE" di Ferdinando Terlizzi - 2009

FOTO E DOCUMENTI  TRATTI DAL LIBRO "IL DELITTO DI UN UOMO NORMALE" di Ferdinando Terlizzi - 2009
Il settimanale "Cronaca Vera" che seguì il processo del medico sammaritano Aurelio Tafuri condannato a 24 anni di reclusione per aver ucciso il giovane Gianni De Luca che voleva sposare la sua amante Anna Maria Novi una ballerina del "Trocadero" di Napoli - Marzo 1960

Era un pazzo? Un impotente? Un uomo normale il medico sammaritano?

Era un pazzo? Un  impotente? Un uomo normale il medico sammaritano?
Dopo 50 anni il movente del delitto è ancora un mistero

Un'altra foto dell'agghiacciante e truce delitto del medico sammaritano

Un'altra foto dell'agghiacciante e truce delitto del medico sammaritano
sulle sponde dell'ansa del Volturno a Capua .- marzo 1960

UNA LETTERA DAL CARCERE DI POGGIOREALE

UNA LETTERA DAL CARCERE DI POGGIOREALE
PRIMA PARTE

SI SONO INTERESSATI DEL MIO LIBRO

… “E’ un libro scritto bene… Sono rimasto affascinato dalla proprietà e preziosità delle epigrafi”… Alfonso Malinconico – scrittore – critico letterario Presidente emerito della Suprema Corte di Cassazione … “La storia, raccontata - com'è nello stile del cronista di razza”... “Giustizia Oggi” – Mario Romano … “Ferdinando Terlizzi, giornalista di cronaca nera, ha raccolto quanto utile per un libro tutto rigorosamente fondato sugli atti processuali” … “Il Corriere della Sera” - “Il Corriere del Mezzogiorno” - Franco Tontoli …”E’ la cronaca di un evento drammatico che sconvolse la provincia di Caserta negli anni ‘60. Un torbido ménage a trois… ...una storia in grado di ingannare e sconvolgere”... “Il Mattino” - Redazionale … “Il noto giornalista sammaritano, con alle spalle un glorioso passato da cronista giudiziario, si è dedicato al racconto di un avvincente caso che ha occupato la cronaca locale degli ultimi cinquanta anni” … “Il Corriere di Caserta” - Redazionale … “Terlizzi, un cronista di nera senza premi e senza scorta”… “Gazzetta di Caserta” - Carlo Desgro …”Ma Terlizzi ha tentato un’operazione più articolata… come dimostrano anche le numerose inchieste sugli omicidi di camorra, due delle quali riproposte nel 2006 anche dalla trasmissione di Canale 5 Matrix”… “Il Roma” - Mario Rovinello …“Qual è il pregio di questo libro? Il pregio di questo libro - a mio avviso - è quello di andare al di là della storia e fornirci anche una introspezione dei personaggi… …”Per quanto riguarda l'autore io, ripeto, ne ho innanzitutto apprezzato lo stile secco, asciutto che in qualche modo agevola notevolmente la lettura”… Raffaele Ceniccola, Avvocato Generale della Procura della Corte di Cassazione …“Dicevo grazie a Terlizzi, perché Terlizzi dev'essere uno stimolo per l'avvocatura sammaritana… che ancora non ha prodotto un testo rievocativo delle sue grandi figure giuridiche”… Gennaro Iannotti, penalista …“Anzi, l'ho sempre detto, ho detto che Ferdinando è un po' come Eduardo De Filippo… come lui è stato un osservatore per eccellenza, per tutti i fatti della vita…” Ciro Centore – Amministrativista – Già Docente Università di Macerata …”Io mi auguro e ti auguro, soprattutto, di completare i tuoi libri, questa trilogia che tu hai, questo libro Donne e Delitti, e Il Kriminale, Carriera di un Kriminale, con la K, come Kossiga. Quindi, voglio dire, come Kossiga, tu sei stato un grande picconatore…” Michele De Simone – giornalista – Presidente Assostampa Casertana

IL MEDICO INDICA AGLI INQUIRENTI IL POSTO DOVE HA GETTATO IL CADAVERE

IL MEDICO INDICA AGLI INQUIRENTI IL POSTO DOVE HA GETTATO IL CADAVERE
Ad un suo cliente che temeva di essere stato contagiato dopo essersi fatto sodomizzare dal suo cane il medico disse:" Fai quello che più ti piace fare... tanto il cane non ti giudica"...

Il 10 marzo del 1960 il medico Aurelio Tafuri uccise il giovane amante della sua amante

Il 10 marzo del 1960 il medico Aurelio Tafuri uccise il giovane amante della  sua amante
Dopo averlo assassinato gettò il cadavere nel fiume Volturno dalla Scafa di Caiazzo

UNA LETTERA DAL CARCERE DI POGGIOREALE ALL'AMICO GAETANO

UNA LETTERA DAL CARCERE DI POGGIOREALE ALL'AMICO GAETANO
TERZA PARTE

Una lettera di Tafuri che chiede un prestito ad un amico

Una lettera di Tafuri che chiede un prestito ad un amico
QUARANTAMILALIRE... CIOE' 20 EURO DI OGGI... DA QUI SI PUO' NOTARE LA SVALUTAZIONE DELLA MONETA ED IL RIDOTTISSIMO POTERE DI ACQUISTO. TAFURI PER LA SUA DOLCE VITA A NAPOLI CON PUTTANE E RICCHIONI SPERPERO' UN VERO E PROPRIO PATRIMONIO

Il medico sammaritano sperperò un patrimonio per il menage con la sua amante

Il medico sammaritano sperperò un patrimonio per  il menage  con la sua amante
Una delle cambiali che Tafuri fu costretto a firmare a favore della ballerina Anna Maria Novi

LA RICETTA DELL'OMICIDIO

LA RICETTA DELL'OMICIDIO
Aurelio Tafuri il giorno del delitto 9 marzo 1960 vergò qualcosa di incomprensibile su questa ricetta che fu sequestrata nel suo studio. Forse è scritto... la situazione è diventata insopportabile... non c'è più nulla da fare... oltre all'omicidio!?!?!?

LA PRIMA ANONIMA DAL CARCERE

ECCO IL TESTO DELLA LETTERA ANONIMA CHE ACCUSAVA TAFURI DI RAPPORTI OMOSSESSUALI CON IL BRIGADIERE DEGLI AGENTI DI CUSTODIA ALESSANDRO CRISCI – LA TRASCRIZIONE E’ SENZA CORREZIONI
“Signor Comandante avuto conoscenza del stranoso delitto fatto dal (anormale) dottore Tafuri possiamo dare una informazione detto dottore ( peteraste ) attivo ( e passivo) bha fatto molte passeggiate in macchine tra la Valla Cautina facendo cene e pranzi incompagnia al bricatiere delle guardie carcerate di S.M capuavedere Crisci Alessandro fu Antonio Anche questo ( anormale ) ( attivo ) e ( passivo ) peteraste.
Interrecate il Crisci fate passare lavisita oni assicurate quanto vio detto. Che ( sedotto ). Questa non e’ una lettera anonima. Buon Lavore. Saluti Indicate

Dal libro di Ferdinando Terlizzi "IL DELITTO DI UN UOMO NORMALE - EDIZIONI ALBATROS TERZA EDIZIONE

Dal libro di Ferdinando Terlizzi "IL DELITTO DI UN UOMO NORMALE - EDIZIONI ALBATROS TERZA EDIZIONE
Il cadavere di Gianni De Luca assassinato dal dr: Aurelio Tafuri - Ripescato nell'ansa del Volturno di Capua - Marzo 1960

LA LETTERA NON ERA FIRMATA MA TERMINAVA CON... QUESTA NON E' UNA LETTERA ANONIMA

LA LETTERA NON ERA FIRMATA MA TERMINAVA CON... QUESTA NON E' UNA LETTERA ANONIMA
GLI INQUIRENTI RITENNERO FALSE LE ACCUSE CONTRO IL BRIGADIERE CRISCI

Aurelio Tafuri era un tipo strano. Gli piaceva farsi raccontare gli incontri con altri uomini -

Aurelio Tafuri era un tipo strano. Gli piaceva farsi raccontare gli incontri con altri uomini -
Anna Maria Novi girava l'Italia con amanti occasionali e quando finiva i soldi o veniva abbandonata chiedeva aiuto economico al medico sammaritano

TAFURI FIRMO' FIUMI DI CAMBIALI

TAFURI FIRMO' FIUMI DI CAMBIALI
Titoli tutti a favore di Anna Maria Novi e girate dal suo giovane amante, la vittima, Gianni De Luca che Tafuri nel suo memoriale definì un pappone...

LE FOTO AGGHIACCIANTI DEL DELITTO TAFURI

LE FOTO AGGHIACCIANTI DEL DELITTO TAFURI
Ancora una foto del cadavere di Gianni De Luca il giovane indossatore dell'Alta Moda ucciso dal Dr. Aurelio Tafuri - marzo 1960

GLI INQUIRENTI PROVANO A VEDERE SE E' POSSIBILE CHIUDERE UN CADAVERE NEL COFANO DELLA GIULIETTA

GLI INQUIRENTI PROVANO A VEDERE SE E' POSSIBILE CHIUDERE UN CADAVERE NEL COFANO DELLA GIULIETTA
Aurelio Tafuri attirò in un tranello il giovane Gianni De Luca. A Caiazzo lo fece scendere dall'auto, lo colpì alla testa con il crick, gli sferrò una botta in testa, gli conficcò un punteruolo nel cuore, gli legò due mattoni ai piedi e lo scaraventò nelle acque limacciose del Volturno dal Ponte della Scafa di Caiazzo. - Marzo 1960

GIOVANNI LEONE AVVOCATO DI TAFURI IN APPELLO

GIOVANNI LEONE AVVOCATO DI TAFURI IN APPELLO
POCO DOPO DIVENTO' PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E DOVETTE RINUNCIARE AL MANDATO

GIOVANNI LEONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA IN VISITA A CASERTA CON LA MOGLIE E IL SINDACO GALLICOLA

GIOVANNI LEONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA IN VISITA A CASERTA CON LA MOGLIE E IL SINDACO GALLICOLA
L'Avv. Giovanni Leone è stato difensore di Aurelio Tafuri in grado di appello. In primo grado il medico sammaritano venne difeso dai big dell'avvocatura dell'epoca: Giuseppe Garofalo, Giuseppe Marrocco, Ciro Maffuccini, Alfonso Martucci e Enrico Altavilla. La famiglia del giovane ucciso fu difesa da Alfredo De Marsico, Michele Verzillo, Guido Cortese, Luigi Bagnulo e Luigi Cariota Ferrara - Il pubblico ministero chiese l'ergastolo. Aurelio Tafuri nelle carceri scrisse un memoriale che pubblicheremo qui di seguito...

LA MOGLIE DI GIOVANNI LEONE ERA UNA BELLISSIMA DONNA

LA MOGLIE DI GIOVANNI LEONE ERA UNA BELLISSIMA DONNA
Donna Vittoria Michitto, sorella di un noto avvocato civilista di Caserta, è stata, secondo me, nella storia della Repubblica finora, la più bella donna andata al Quirinale. Molto più alta del marito ( basso ma con la testa d'uovo ) Donna Vittoria ha fatto impazzire diversi corazzieri...

Un altro delitto che aveva verosimiglianze col delitto Tafuri fu quello del Marchese Casati Stampa

Un altro delitto che aveva verosimiglianze col delitto Tafuri fu quello del Marchese Casati Stampa
Camillo Casati Stampa era un nobile romano, ricchissimo, sua era la tenuta di Arcore, acquistata poi da Silvio Berlusconi. Il marchese procurava i clienti alla moglie e gli piaceva vederla fare l'amore con altri uomini. Un giorno, Anna Fallarino, una bonazza della Provincia di Avellino, approdata a Roma per fare l'attrice...( ma poi, come tutte, finisce per fare la puttana) sposò il marchese in seconde nozze. Camillino era un voyer... dopo qualche anno di menage a trois... la fece fare l'amore con il suo giovane amante... e dopo averla fotografata... con un fucile da caccia uccise i due e si suicidò. In effetti è stato detto nel processo Tafuri... la verosimiglianza consisteva nel fatto che ad entrambi piaceva vedere la propria donna fare l'amore con altri uomini... ma di Aurelio Tafuri e Camillo Casati Stampa tra di noi ve ne sono motissimi... credetemi....

ECCO LA DONNA CHE HA PROVOCATO IL DELITTO DEL MEDICO TAFURI

ECCO LA DONNA CHE HA PROVOCATO IL DELITTO DEL MEDICO TAFURI
Anna Maria Novi era una ballerina del "Trocadero" di Napoli e Aurelio Tafuri ne era follemente innamorato...

LA POESIA DI KIPLING CHE APRE IL LIBRO DI TERLIZZI


SI (*)
Si ce ‘a fai a nun perdere ‘a capa’
quanno tuttu quante ‘a perdono
e s’’a pigliano cu te;
si cride a te stesso
mentre l’ate nun te credono,
si sai sunnà, ma da e’ suonne nun te fai dominà;
si sai penzà, ma senza te fissà dinto e penziere;
si sai trattà ò bene e o’ male
alla stessa maniera;
si ce a’ fai a suppurtà
ca chello ch’è ritto giustamente,
è stato stravisato pè ingannà a a’ gente;
si sai fa ro’capo, cu e strumente consumate,
’e cose ch’avive fatto
e ca mò so spezzate;
Si sai fa una filera de vittorie toie
e ghiucartele a “capa e croce”, nata vota,
senza fiatà manco ‘na parola ‘e pentimento
pe’ chello ca ‘e perduto;
si sai furzà ‘o core e ‘a nervatura
e sai resistere senza scunucchià
pecchè nient’ato esiste oltre a ‘a volontà;
si sai parlà cu tanta gente
senza sentirte re
e cu’ ‘e regnanti pure sai parlà
cu’ franchezza e cu’ semplicità;
Si amice e nemice nun so capace
e t’offennere e manco e te ferì;
si tutte l’uommene so pe’ te importante
ma nisciuno po’ è necessario;
si ce a’ fai a nun perdere ‘o tiempo
ca passa e dai valore
a tutte e sissanta minute-seconde d’ogni ora,
allora ‘o munno è tutto quanto o tuoio
compreso chello ca dinto ‘o munno sta
e – comme si nun abbastasse –
tu sarrai veramente ‘n ‘ommo, figlio mio!
Rudyard Kipling
(*) Traduzione di Giacomo Migliore per l’agenzia Gombosh di Caserta, Società riconducibile a Cesare Caputo e Silvana Naim.

UN RAPPORTO OMOSESSUALE CON UOMINI DI COLORE

UN RAPPORTO OMOSESSUALE CON UOMINI DI COLORE
TAFURI NEL SUO MEMORIALE SPIEGA CHE QUESTI DISEGNI ERANO STATI COMMISSIONATI DA UN SUO CLIENTE GAY

ANCORA UN DISEGNO EQUIVOCO

ANCORA UN DISEGNO EQUIVOCO
MOLTI DISEGNI CONSIDERATI OSCENI FURONO DISTRUTTI DAL TAFURI PRIMA DI COSTITUIRSI

UNO DEI DISEGNI PORNOGRAFICI SEQUESTRATO NELLO STUDIO DEL DOTT. TAFURI

UNO DEI DISEGNI PORNOGRAFICI SEQUESTRATO NELLO STUDIO DEL DOTT. TAFURI
NEL LIBRO CI SONO MOLTI DISEGNI CHE FACEVANO PARTE DEL PROCESSO

IL CORPO MARTORIATO DI GIANNI DE LUCA

IL CORPO MARTORIATO DI GIANNI DE LUCA
I FORI CON LEW FERITE INFERTE DA AURELIO TAFURI

SEMPRE PIU' RACCAPRICCIANTI LE FOTO DEL LIBRO DI FERDINANDO TERLIZZI

SEMPRE PIU' RACCAPRICCIANTI LE FOTO DEL LIBRO DI FERDINANDO TERLIZZI
Il cadavere di Gianni De Luca, appena portato in superficie, dai sommozzatori a Capua nel 1960

UNA SINGOLARE IMMAGINE DI ANNA MARIA NOVI LA DONNA DEL PECCATO...

UNA SINGOLARE IMMAGINE  DI ANNA MARIA NOVI LA DONNA DEL PECCATO...
LA BALLERINA DEL TROCADERO FOTOGRAFATA DAI PERITI DEL TRIBUNALE

GLI AVVOCATI DIFENSORI

GLI AVVOCATI DIFENSORI
AL CENTRO ALFREDO DE MARSICO AVVOCATO DI PARTE CIVILE E SEDUTO CON GLI OCCHIALINI ENRICO ALTAVILLA DIFENSORE DI AURELIO TAFURI

UN ALTRO DISEGNO DEL DOTTORE TAFURI

UN ALTRO DISEGNO DEL DOTTORE TAFURI
IN PREVALENZA PREFERIVA DISEGNARE RAPPORTI OMOSESSUALI

UN ALTRO DISEGNO SEQUESTRATO NELLO STUDIO DI TAFURI

UN  ALTRO DISEGNO SEQUESTRATO NELLO STUDIO DI TAFURI
IL LATO B VISTO DA TAFURI

LO SCHELETRO DELLA VITTIMA

LO SCHELETRO DELLA VITTIMA
EVIDENZIATI I PUNTI IN CUI E' STATO COLPITO

FLASH

FLASH

FLASH

FLASH

TADDIA INFORTUNISTICA E' PRESENTE IN TUTTA ITALIA

TADDIA INFORTUNISTICA E' PRESENTE IN TUTTA ITALIA
RIMBORSO CHIAVI IN MANO E ANTICIPO ESIGENZE IMMEDIATE A FAVORE DELLA FAMIGLIA DELLE VITTIME