CORTE D’APPELLO DI NAPOLI
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DOMANDA DI RIPARAZIONE
PER INGIUSTA DETENZIONE
Il sig. Terlizzi Ferdinando, nato a Santa Maria Capua Vetere (CE) il 16.05.1937, (C.F.: TRLFDN37E16I234U), ivi residente alla via Galatina n°24, già indagato, incarcerato e successivamente prosciolto nel procedimento penale sub n. 767/99 Reg. Gen. G.I.P., n. 2110/99 R.G. Tribunale, n. 970/05 R.G. App., rappresentato e difeso, giusta nomina di difensore di fiducia e procuratore speciale in calce al presente atto, dall’Avv. Dario Testa del Foro di Santa Maria Capua Vetere (C.F.: TSTDRA82P25B963B), entrambi elettivamente domiciliati in Napoli al Viale delle Mimose n°10 presso lo studio dell’Avv. Ilaria Gallinoro, con fax n°081.7413109 ed indirizzo PEC: ilariagallinoro@avvocatinapoli.legalmail.it, ove dichiarano di voler ricevere comunicazioni e notificazioni nel corso del presente procedimento,
CHIEDE
la riparazione per l’ingiusta detenzione sofferta per i seguenti
MOTIVI
1. Premessa in ordine allo svolgimento del procedimento.
Con ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli in data 12.06.1998, il sig. Terlizzi Ferdinando veniva sottoposto alla misura coercitiva della custodia cautelare in carcere in relazione al reato di cui all’art. 416bis commi 1,2,3,4,5,6 e 8 c.p., a reati di concorso in truffa aggravata per il conseguimento di contributi AIMA, falso ideologico ex art. 479 c.p., falso per induzione e corruzione di pubblici funzionari. In data 14.07.1998, l’istante veniva tratto in arresto a Frosinone e condotto presso il carcere di Napoli Poggioreale – Padiglione “Genova”.
Avverso l’ordinanza di custodia cautelare in data 15.07.1998 l’istante presentava richiesta di riesame al Tribunale di Napoli Sezione XII, che in data 28.07.1998, in parziale riforma dell’impugnata ordinanza, revocava, limitatamente al reato di cui all’art. 416 bis capo 1 c.p., la misura coercitiva della custodia cautelare in carcere disposta nei confronti del Terlizzi Ferdinando, ordinando la scarcerazione dello stesso, residuando quella relativa ai diversi reati contestati.
L’esecutività dell’ordinanza del riesame è avvenuta soltanto alla metà del mese di agosto 1998, dopo circa 30 giorni di detenzione in carcere (15 luglio – 14 agosto).
In data 27.12.1999 veniva depositata sentenza n. 1221/99 Sezione del Giudice per le indagini preliminari, con la quale si dichiarava il non luogo a procedere nei confronti del Terlizzi Ferdinando “per non aver commesso il fatto”, relativamente al reato di cui all’art. 416 bis c.p.
In data 19-20.12.2003 con sentenza n. R.G. 2110/99 il Collegio D della I sez. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dopo cinque anni dall’arresto e dopo dieci anni circa dagli eventi, emetteva sentenza di assoluzione piena, anche relativamente ai reati residuali sub 554, 557, 560, 563, 566, 569, 571, 573, 702, “per non aver commesso il fatto e dagli altri reati perché il fatto non sussiste”.
Infine, con sentenza emessa il 25.09.2009 e depositata in data 28.03.2010 la Corte d’Appello di Napoli – Sez. 7, sentenza n. 5578 Reg. Ins. Sent. – n. 970/05 Reg. Gen. App., confermava l’impugnata sentenza di cui sopra, reiterando sostanzialmente l’assoluzione dell’odierno istante. Tale sentenza è divenuta irrevocabile in data 24.05.2010.
2. Presupposti di fatto e di diritto a base della domanda.
Si ravvisa nel comportamento processuale tenuto dal Sig. Terlizzi Ferdinando la totale assenza di dolo o colpa grave nella vicenda in cui è stato coinvolto. Come è noto, la custodia cautelare può ritenersi ingiusta solo qualora, oltre all'esito assolutorio del processo, l'istante non abbia tenuto un comportamento doloso o colposo che abbia concorso a cagionare la misura. Secondo l'interpretazione giurisprudenziale più recente, può integrare gli estremi della colpa il "mancato esercizio di una facoltà difensiva, quantomeno sul piano dell'allegazione di fatti favorevoli" (Cass. Pen. sez. IV, 18/03/2003, n. 16370).
Nel caso di Terlizzi, l'attività difensiva è stata attiva e collaborativa fin dal momento dell'arresto. Già durante la fase delle indagini preliminari, la difesa ha sostenuto l'estraneità del Terlizzi rispetto ai fatti contestati, tant’è vero che il Tribunale del Riesame ha subito fatto cadere la misura coercitiva del carcere rispetto al reato di cui all’art.416 bis. Successivamente anche per tutti i restanti reati il sig. Terlizzi ha dimostrato la propria estraneità ottenendo la piena assoluzione.
I fatti narrati hanno generato una serie di gravissimi danni alla vita socio-economico-familiare del Terlizzi, sin dai primi momenti dell’avvenuto arresto, nonché alla sfera psicologico-emozionale dell’odierno istante.
Il sig. Terlizzi, sin da subito, sulla maggior parte dei quotidiani locali e non, è stato vittima di un accostamento, a dir poco spregiudicato, ai clan camorristici imperanti a quei tempi nelle zone purtroppo tristemente note a tutti. Definito per certi versi addirittura “uno dei luogotenenti Schiavone” e in più occasioni ritenuto “affiliato alla cosca del padrino”, il Terlizzi, giornalista integerrimo e dalla illibata condotta, vantante una invidiabile carriera giornalistica che gli è valsa numerosi riconoscimenti e benemerenze, ha visto il mondo crollargli addosso non soltanto in occasione dell’arresto, ma soprattutto successivamente, quando ha dovuto soffrire l’umiliazione della sospensione da praticamente tutti i suoi incarichi professionali, nonché l’onta di essere accostato in prima persona alla principale causa di infamia del nostro territorio.
Come sempre in questi casi, è quasi impossibile scrollarsi di dosso i pregiudizi morali, specialmente se innescati dalle cronache giornalistiche, scaturenti da esperienze del genere. Un mese circa di carcere a Poggioreale, peraltro, non si dimentica facilmente. Anzi, probabilmente segna una vita intera, soprattutto laddove si tratti di una persona, quale il sig. Ferdinando Terlizzi, totalmente estraneo al reato allora contestatogli, così come sancito definitivamente nelle pronunce successive.
Ma chi è Ferdinando Terlizzi? Farsi anche solo una vaga idea della levatura morale e dello spessore professionale dell’istante è il punto di partenza imprescindibile al fine di immaginare i danni morali da egli subiti in occasione dell’arresto e successivamente ad esso nonché alla scarcerazione.
Direttore responsabile del canale televisivo “New Antenna Sud”, direttore responsabile della rivista criminale-giuridica “Detective&Crime” di Roma, direttore responsabile dell’Agenzia Televisiva “Mediapress” per servizi a TCN-Telecapri e Gruppo Mediaset. Corrispondente di inchieste giudiziarie per il Corriere del Mezzogiorno e responsabile di “Casertasette”. Sono solo alcune delle posizioni allora rivestite dal sig. Ferdinando Terlizzi, sempre onorate con zelo e capacità professionali, che però, sin dall’arresto, ha dovuto necessariamente abbandonare, subendo danni morali e professionali difficilmente calcolabili e che sarà compito del Giudicante quantificare.
Dal 1964 al 1979 l’istante è stato funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia in servizio presso la Corte d’Appello di Napoli, ove svolse intensa attività sindacale.
Sin dal mese di novembre del lontano 1980, il sig. Terlizzi si è fregiato di onori, riconoscimenti e benemerenze grazie alla sua impeccabile attività. Allora riceveva un attestato di merito in giornalismo dalla Legion d’Oro di Roma, cui faceva seguito, nel 1982, il Premio Internazionale della Stampa Europea “Aquila d’Oro” per servizi giornalistici all’estero. Ma non solo! Nell’ottobre del 1984, gli veniva conferita con sommo onore laurea honoris causa dall’Università americana “Pro Deo” di Albany, l’anno 1986 fu l’anno del conferimento del titolo di Cavaliere del Lavoro Italiano nel Mondo, del premio Internazionale “Leader delle Attività Professionali”, e tante altre. La maggior parte di tali citati riconoscimenti e qualifiche vengono allegate alla presente istanza, a riprova della levatura professionale e morale del sig. Terlizzi Ferdinando.
Tutto ebbe fine però il giorno dell’arresto. Tutta la carriera luminosa che il sig. Terlizzi Ferdinando aveva ancora davanti subì uno stop immediato con l’accostamento della sua persona alla camorra. Alla presente istanza si allegano altresì i numerosi articoli di giornale ed editoriali del tempo dell’arresto che non lasciarono tregua al Terlizzi, confinandolo in uno sconforto senza fondo, abbandonato da tutti. Il Mattino di Caserta, il Roma, la Gazzetta di Caserta, il Corriere di Caserta, il Messaggero, e tanti altri, hanno subito puntato il dito contro l’istante, qualificandolo sostanzialmente come “camorrista”. Il tutto per un errore della macchina giudiziaria. Il sig. Terlizzi veniva scarcerato dopo 30 giorni circa di infamia. Ma nessun giornale ne parlò. Ovviamente la circostanza non faceva più notizia. Però la vita di Terlizzi ne ha risentito, come si può anche solo immaginare, bistrattato come fu, al tempo dell’arresto, su tutti i quotidiani locali, letti da decine di migliaia di persone che lo conoscevano e stimavano e che, successivamente, malgrado la scarcerazione, hanno sempre mantenute le porte chiuse.
Altresì, le spese legali sostenute dal sig. Ferdinando Terlizzi per far fronte ad un processo complessivamente durato 15 anni circa sono state enormi. La richiesta di € 50.000,00 avanzata dall’Avv. Giuseppe Garofalo, che ha caparbiamente e professionalmente patrocinato l’odierno istante sin dall’arresto, risulta per la maggior parte assolutamente proibitiva per il Terlizzi, ravvisandosi pertanto la necessità che di tali medesime spese si faccia carico l’Amministrazione dello Stato competente.
E’ sostanzialmente impossibile quantificare prima facie i danni esistenziali e professionali subiti dall’istante. Sarà un gravoso onere per il Giudicante, ma sicuramente non potrà esimersi dal farlo. E’ fondamentale ormai dare un ristoro al sig. Terlizzi che tenga conto, in via equitativa, anche solo del dolore e dello strazio provati dall’istante, non solo in quei 30 giorni di inferno vissuti in carcere, quanto in tutti quelli successivi, fino ad oggi, dal medesimo vissuti nell’incubo del ricordo di quei giorni, avvenuti, si ripete, per una ingiusta detenzione determinati da una macchina giudiziaria forse eccessivamente miope o quanto meno superficiale. E’ per questo che si indica in € 100.000,00 la somma che, complessivamente, anche solo tenendo conto delle circostanze dell’intera vicenda e delle spese legali finora sostenute e ancora da sostenere, potrà dare ristoro ai danni subiti dall’istante, considerato che, in ogni caso, quei 30 giorni di vita al sig. Terlizzi nessuna giustizia potrà restituirli.
Per tutti i motivi sopra esposti, pertanto, si
CHIEDE
che la Ecc.ma Corte d’Appello di Napoli voglia accogliere la presente istanza di riparazione per ingiusta detenzione, proposta ai sensi dell’art. 314 c.p.p. proposta nell’interesse del sig. Ferdinando Terlizzi, riconoscendo al medesimo e a tale titolo, sia per i giorni effettivi trascorsi in carcere sia per tutti i danni morali sofferti, indicati e documentati, sia per le spese legali sostenute e ancora da sostenere, la somma complessivamente pari ad € 100.000,00, o quella somma eventualmente minore o maggiore che il Giudicante vorrà riconoscere.
In considerazione che tutti gli atti inerenti il processo AIMA (ossia sentenze, dichiarazioni al G.I.P., attestazioni di irrevocabilità della sentenza) risultano essere già acquisiti dall’odierno Giudicante, così come anche dichiarato dalla Cancelleria, alla presente istanza si allegano: 1) copia domanda di riparazione per ingiusta detenzione; 2) nomina del difensore di fiducia e procura speciale; 3) informativa ai sensi dell’art. 13 d. lgs. 196/2003; 4) copia carta d’identità del sig. Terlizzi Ferdinando; 5) copia fascicolo personale G.I.P. di Ferdinando Terlizzi; 6) copia riesame dell’ordinanza in materia di misure cautelari personali nei confronti di Ferdinando Terlizzi N. 4599/98 R.I.M. Caut.; 7) copia sentenza n. 1221/99 R.G. G.I.P. 767/99 Tribunale di Napoli; 8) copia semplice sentenza R.G. n. 2110/99 del 20.12.2003 Collegio D Tribunale di Santa Maria Capua Vetere I sez. penale; 9) copia semplice sentenza n. 5578/09 Corte Appello Napoli sez. 7; 10) n. 23 copie di riconoscimenti e benemerenze vantati dal sig. Ferdinando Terlizzi; 11) n.14 copie di articoli di giornali ed editoriali recanti la notizia dell’arresto del sig. Ferdinando Terlizzi.
Con riserva di aggiungere e/o integrare la documentazione prodotta.
Ai sensi del versamento del contributo unificato, si dichiara che il valore della domanda è pari ad € 100.000,00. Il presente procedimento di riparazione per ingiusta detenzione è esente.
Salvis juribus
Caserta – Napoli, lì 15.05.2012
Avv. Dario Testa
NOMINA DEL DIFENSORE DI FIDUCIA E PROCURATORE SPECIALE
Il sottoscritto sig. Ferdinando Terlizzi, nato a Santa Maria Capua Vetere (CE) il 16.05.1937, assolto definitivamente con sentenza n. 5578/10 nel procedimento penale n. 970/05 R.Gen. App. Corte d’Appello di Napoli sez. 7, nella procedura che andrà a sorgere a seguito della sopra esposta istanza
NOMINA
proprio difensore di fiducia e procuratore speciale l'Avv. Dario Testa, con studio a Caserta Piazza Matteotti n°67, del Foro di Santa Maria Capua Vetere, conferendogli ogni potere inerente la procura nonché, ai sensi dell'art. 314 c.p.p. l'espresso potere, di depositare la sopra estesa istanza in nome e per conto del sottoscritto.
Caserta, lì 15.05.2012
Sig. Ferdinando Terlizzi
E' autentica la firma