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lunedì 1 maggio 2017


UN  LIBRO VERITA' CHE TUTTI 

DOVREBBERO LEGGERE



"IL SANGUE NON SI LAVA" 
SCRITTO DAL GIORNALISTA
 FABRIZIO CAPECELATRO 
SUL RACCONTO DEL  PENTITO DOMENICO BIDOGNETTI  


     di Ferdinando Terlizzi 

Ho finito di leggere proprio ieri il libro “Il sangue non si lava”, dal titolo emblematico perché a Casale si dice “il sangue si mastica ma non si sputa”.  Qual è la differenza tra queste due frasi? Si capisce il senso leggendo il libro. Bruttaccione, alias Domenico Bidognetti (come del resto hanno in precedenza scritto vari pentiti di mafia) ha sofferto più nel prendere la decisione del suo pentimento che le varie decisioni per uccidere a tradimento degli innocenti. Ma io credo che in definitiva nell’indole di questi personaggi (ritenuti da molti degli “infami” e dalla giustizia utili “collaboratori”) ci sia una grezza avidità ed uno smaccato egoismo. Il libro - per certi versi -  è agghiacciante: come la descrizione dei delitti; orribile e mostruoso come il pentimento e la colpa (lo scrupolo sulla coscienza che pesa come un macigno)  per aver provocato poi le rappresaglie (un fratello morto in Francia senza poterlo assistere, morto dopo un trapianto e deciso ad uccidere il chirurgo che l’aveva operato); senza poter andare ai funerali della  madre e il padre (un contadino onesto e morigerato) ed un fratello uccisi dagli ex alleati di camorra. E tanti altri patimenti. Non vedere più i propri figli, la moglie, la seconda compagna, la figlia ottenuta da costei in periodo di latitanza. Vivere ora con altra identità in località segreta con 900 euro al mese con una nuova compagna conosciuta nel carcere di Paliano. Onestamente una vita di merda: prima, durante e dopo la propria esistenza. Toccante e pregna di significati  la lettera scritta su invito del Procuratore Giovanni Conzo da leggere ai giovani di Casale. Belle le parole di Don Luigi Ciotti:  “Credo che questa comunità debba ringraziare dal profondo del suo cuore Mimì Bidognetti filgio di Umberto, che è stato ucciso perché Mimì ha trovato la forza e il coraggio di collaborare con la giustizia”.   Con quel confidenziale “Mimì”,  che ha commosso lo  spietato killer dei casalesi.  Un bel libro, insomma, che ci porta a vivere la drammaticità della nostra realtà. Un "libro-verità", come quello della collega Francesca Nardi “Codice Inverso”, che riporta le interviste al primo storico pentito di camorra: Carmine Schiavone. Un libro che ci fa riflettere e ci fa concludere che la vita è un dramma, da qualsiasi lato la si prenda, che però in definitiva il bene… vince sempre il male… sia che “non si lavi il sangue”,  sia che lo “si mazzica ma non si sputa”.    

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