UN LIBRO VERITA' CHE TUTTI
"IL SANGUE NON SI LAVA"
SCRITTO DAL GIORNALISTA
FABRIZIO CAPECELATRO
di Ferdinando Terlizzi
Ho finito di leggere proprio
ieri il libro “Il sangue non si lava”, dal titolo emblematico perché a Casale
si dice “il sangue si mastica ma non si sputa”.
Qual è la differenza tra queste due frasi? Si capisce il senso leggendo
il libro. Bruttaccione, alias Domenico Bidognetti (come del resto hanno in precedenza
scritto vari pentiti di mafia) ha sofferto più nel prendere la decisione del
suo pentimento che le varie decisioni per uccidere a tradimento degli
innocenti. Ma io credo che in definitiva nell’indole di questi personaggi (ritenuti
da molti degli “infami” e dalla giustizia utili “collaboratori”) ci sia una
grezza avidità ed uno smaccato egoismo. Il libro - per certi versi - è agghiacciante: come la
descrizione dei delitti; orribile e mostruoso come il pentimento e la colpa (lo
scrupolo sulla coscienza che pesa come un macigno) per aver provocato poi le rappresaglie (un
fratello morto in Francia senza poterlo assistere, morto dopo un trapianto e
deciso ad uccidere il chirurgo che l’aveva operato); senza poter andare ai
funerali della madre e il padre (un
contadino onesto e morigerato) ed un fratello uccisi dagli ex alleati di
camorra. E tanti altri patimenti. Non vedere più i propri figli, la moglie, la
seconda compagna, la figlia ottenuta da costei in periodo di latitanza. Vivere
ora con altra identità in località segreta con 900 euro al mese con una nuova
compagna conosciuta nel carcere di Paliano. Onestamente una vita di merda:
prima, durante e dopo la propria esistenza. Toccante e pregna di significati la lettera scritta su invito del Procuratore
Giovanni Conzo da leggere ai giovani di Casale. Belle le parole di Don Luigi Ciotti:
“Credo che questa comunità debba
ringraziare dal profondo del suo cuore Mimì Bidognetti filgio di Umberto, che è
stato ucciso perché Mimì ha trovato la forza e il coraggio di collaborare con
la giustizia”. Con quel confidenziale “Mimì”, che ha commosso lo spietato killer dei casalesi. Un bel libro, insomma, che ci porta a vivere
la drammaticità della nostra realtà. Un "libro-verità", come quello della collega
Francesca Nardi “Codice Inverso”, che riporta le interviste al primo storico
pentito di camorra: Carmine Schiavone. Un libro che ci fa riflettere e ci fa concludere
che la vita è un dramma, da qualsiasi lato la si prenda, che però in definitiva
il bene… vince sempre il male… sia che “non si lavi il sangue”, sia che lo “si mazzica ma non si sputa”.
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