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venerdì 9 giugno 2017

L’intervento di
Ugo Clemente,
direttore editoriale
di “Cronache di Caserta”
e “Cronache di Napoli”



ALLA PRIMA NAZIONALE DEL LIBRO
DEL GIORNALISTA
FERDINANDO TERLIZZI
“DELITTI IN BIANCO & NERO A CASERTA”      e la

Rievocazione del processo per l’assassinio di Enrico Gallozzi

Sala del Teatro del Dipartimento di Giustizia Minorile
"Andrea Angiulli"
 S. Maria Capua Vetere
Giovedì 18 maggio 2017








Relatore Dott. G. STANISLAO:
Grazie, signor Sindaco. Allora riprende la parola l'Avvocato  Ugo Clemente.


Salve, buonasera a tutti, io sono qui in qualità prima di tutto di direttore editoriale di un quotidiano locale che molti di voi conosceranno, che è Cronache, diffuso nelle province di Napoli e di Caserta, e in quanto collega di Ferdinando Terlizzi che  mi ha investito dell'onore di scrivere la prefazione a questo libro in cui si parla di casi di cronaca, diciamo, datati, però poi, insomma, mi pronunzierò anche su quella che secondo me è l'importanza di questi casi e l'importanza di approfondirli, di riportarli alla memoria e di cristallizzarne il racconto in un romanzo che si spera poi verrà letto negli anni a venire anche dai più giovani.
Dicevo che mi ha fatto l'onore, perché normalmente la prefazione la sottoscrive una personalità che dà un valore aggiunto al libro, in questo caso invece ritengo che da un punto di vista professionale il fatto di sottoscrivere la prefazione ad un libro scritto da un collega di lungo corso come Ferdinando Terlizzi mi abbia dato qualcosa, un valore nella mia storia professionale che non è una storia professionale lunghissima, io ho 38 anni e dirigo un giornale che, insomma, è un giornale che ha molto peso nelle nostre province perché racconta i fatti del territorio, le persone, i problemi del territorio e molto spesso anche i fatti di cronaca.

Da sinistra: Avv. Ciro Centore, dott. Ugo Clemente, Ciro Perna, Enzo Natale ed Emilio Tucci 

Ferdinando Terlizzi ha operato questa scelta, che è un po', diciamo, controcorrente, perché lui anche se nello spirito è un giovincello perché ha molto passione nel fare il suo lavoro, però diciamo che anagraficamente ha qualche annetto più di me, e sono stato molto contento prima di tutto per il fatto che conosco molto bene il valore della sua opera, molto spesso pubblichiamo dei servizi dedicati a fatti di cronaca, si chiama "Cronache del Passato", fatti di cronaca che hanno segnato la memoria collettiva della gran parte dei centri della provincia di Caserta soprattutto, qualcuno anche della provincia di Napoli.
L'ho conosciuto proprio grazie a questa collaborazione, ci facemmo una chiacchierata all'inizio e lui ci propose di raccontare queste storie a puntate. Io bene o male conoscevo il suo modo di lavorare. La cosa che mi è piaciuta molto.
Al di là del fatto che in questo libro, così come negli articoli che sono stati pubblicati da Cronache, vengono raccontati  fatti che, diciamo, di per sé non sono magari diversi da fatti di cronaca che avvengono nel resto d'Italia, però per noi sono molto importanti perché sono uno spaccato di un'epoca, di una società, fanno da sfondo a queste storie un ambiente, una cultura, la cultura del posto, la società, e poi non si limita a raccontare il fatto di cronaca in sé, ma ne racconta anche i risvolti giudiziari e a questo punto ci regala anche delle riflessioni molto importanti e molto coraggiose sul funzionamento della macchina della giustizia, anche e soprattutto in provincia di Caserta, ci regala uno sguardo anche su un mondo, che è quello di Santa Maria Capua Vetere, che è il mondo dei grandi Avvocati, il Foro di Santa Maria Capua Vetere che, almeno fino a qualche tempo fa, era conosciuto in tutta Italia come una eccellenza del nostro territorio.



Quindi il nostro territorio che è famoso anche e soprattutto purtroppo per fatti negativi, viene restituito all'Italia come invece la sede di qualche cosa di molto positivo e di molto buono.
Lo fa raccontando fatti di cronaca che non sono legati alle dinamiche della criminalità organizzata, e questa è un'altra ragione che, insomma, ci ha spinti ad ospitare i suoi interventi sul nostro giornale, perché, come voi sapete, "Cronache di Caserta", dedica ampio spazio ai fatti e ai processi relativi alla criminalità organizzata, cosa che naturalmente si deve fare perché è una piaga che affligge il nostro territorio, che purtroppo non è stata ancora debellata e contro la quale c'è ancora da fare, però il fatto di raccontare soltanto quelle dinamiche, il fatto di raccontare soltanto quei fatti ci priva della possibilità e molto spesso della serenità necessaria per affrontare alcune riflessioni che invece a livello nazionale si fanno tranquillamente, cioè il tema della giustizia, della giustizia, cioè dell'effettivo funzionamento della macchina della giustizia, e della difesa dei diritti umani fondamentali, insomma queste sono tutte riflessioni che Ferdinando Terlizzi, con coraggio, che è dettato dalla sua giovane età soprattutto, fa spesso e volentieri e che a noi fa piacere ospitare sul nostro giornale.

A proposito dei fatti di cronaca, poi, non dimentichiamo anche, e di questo aspetto ne ho parlato anche nella prefazione al libro "Delitti in bianco a nero a Caserta", sono fatti che sono rimasti impressi nella memoria delle piccole comunità locali.
Parlavamo dell'omicidio Gallozzi, mia moglie è di Grazzanise, quindi so bene quanto nella memoria nelle persone che vivono lì sia importante questo fatto, ma ce ne sono tantissimi, c'è San Felice a Cancello, ci sono moltissimi altri comuni della provincia di Caserta, così come il mio paese, Montesarchio, ci sono fatti di cronaca che hanno segnato la memoria collettiva e che sono ormai indelebili nella memoria di tutti, così anche nel casertano succede, e anche questo è un valore che ritengo sia molto importante di questo libro, racconta di questi fatti che invece magari rischiavano di essere un po' in oblio,  di passare in secondo piano o comunque di essere dimenticati, perché il racconto della provincia di Caserta purtroppo, soprattutto nell'ultimo periodo, è un racconto un po' monocorde, un po' monocolore.
Quindi io sono onorato di essere qui, ringrazio moltissimo Ferdinando Terlizzi per avermi onorato di questo onere, scusatemi per il gioco di parole, e grazie a tutti per essere qui. A questo punto passerei la parola ai colleghi che sono qui seduti al tavolo, non so qual è il prossimo intervento previsto, però lascio la parola al dottore Stanislao.


 (4 -CONTINUA ) 

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