L’intervento di
Ugo Clemente,
direttore editoriale
di “Cronache di Caserta”
e “Cronache di Napoli”
ALLA PRIMA NAZIONALE DEL LIBRO
DEL GIORNALISTA
FERDINANDO TERLIZZI
“DELITTI IN BIANCO & NERO A CASERTA” e la
Rievocazione
del processo per l’assassinio di Enrico Gallozzi
Sala del Teatro del Dipartimento di
Giustizia Minorile
"Andrea Angiulli"
S. Maria Capua Vetere
Giovedì 18 maggio 2017
Relatore Dott. G. STANISLAO:
Grazie, signor Sindaco.
Allora riprende la parola l'Avvocato Ugo Clemente.
Salve, buonasera a
tutti, io sono qui in qualità prima di tutto di direttore editoriale di un
quotidiano locale che molti di voi conosceranno, che è Cronache, diffuso nelle
province di Napoli e di Caserta, e in quanto collega di Ferdinando Terlizzi che mi ha
investito dell'onore di scrivere la prefazione a questo libro in cui si parla
di casi di cronaca, diciamo, datati, però poi, insomma, mi pronunzierò anche su
quella che secondo me è l'importanza di questi casi e l'importanza di
approfondirli, di riportarli alla memoria e di cristallizzarne il racconto in
un romanzo che si spera poi verrà letto negli anni a venire anche dai più
giovani.
Dicevo che mi ha fatto
l'onore, perché normalmente la prefazione la sottoscrive una personalità che dà
un valore aggiunto al libro, in questo caso invece ritengo che da un punto di
vista professionale il fatto di sottoscrivere la prefazione ad un libro scritto
da un collega di lungo corso come Ferdinando Terlizzi mi abbia dato qualcosa,
un valore nella mia storia professionale che non è una storia professionale
lunghissima, io ho 38 anni e dirigo un giornale che, insomma, è un giornale che
ha molto peso nelle nostre province perché racconta i fatti del territorio, le
persone, i problemi del territorio e molto spesso anche i fatti di cronaca.
Da sinistra: Avv. Ciro Centore, dott. Ugo Clemente, Ciro Perna, Enzo Natale ed Emilio Tucci |
Ferdinando Terlizzi ha
operato questa scelta, che è un po', diciamo, controcorrente, perché lui anche
se nello spirito è un giovincello perché ha molto passione nel fare il suo
lavoro, però diciamo che anagraficamente ha qualche annetto più di me, e sono
stato molto contento prima di tutto per il fatto che conosco molto bene il
valore della sua opera, molto spesso pubblichiamo dei servizi dedicati a fatti
di cronaca, si chiama "Cronache del Passato", fatti di cronaca che hanno segnato
la memoria collettiva della gran parte dei centri della provincia di Caserta
soprattutto, qualcuno anche della provincia di Napoli.
L'ho conosciuto proprio
grazie a questa collaborazione, ci facemmo una chiacchierata all'inizio e lui
ci propose di raccontare queste storie a puntate. Io bene o male conoscevo il
suo modo di lavorare. La cosa che mi è piaciuta molto.
Al di là del fatto che
in questo libro, così come negli articoli che sono stati pubblicati da
Cronache, vengono raccontati fatti che, diciamo, di per sé non sono
magari diversi da fatti di cronaca che avvengono nel resto d'Italia, però per
noi sono molto importanti perché sono uno spaccato di un'epoca, di una società,
fanno da sfondo a queste storie un ambiente, una cultura, la cultura del posto,
la società, e poi non si limita a raccontare il fatto di cronaca in sé, ma ne
racconta anche i risvolti giudiziari e a questo punto ci regala anche delle
riflessioni molto importanti e molto coraggiose sul funzionamento della
macchina della giustizia, anche e soprattutto in provincia di Caserta, ci
regala uno sguardo anche su un mondo, che è quello di Santa Maria Capua Vetere,
che è il mondo dei grandi Avvocati, il Foro di Santa Maria Capua Vetere che,
almeno fino a qualche tempo fa, era conosciuto in tutta Italia come una
eccellenza del nostro territorio.
Quindi il nostro
territorio che è famoso anche e soprattutto purtroppo per fatti negativi, viene
restituito all'Italia come invece la sede di qualche cosa di molto positivo e
di molto buono.
Lo fa raccontando fatti
di cronaca che non sono legati alle dinamiche della criminalità organizzata, e
questa è un'altra ragione che, insomma, ci ha spinti ad ospitare i suoi
interventi sul nostro giornale, perché, come voi sapete, "Cronache di Caserta",
dedica ampio spazio ai fatti e ai processi relativi alla criminalità
organizzata, cosa che naturalmente si deve fare perché è una piaga che affligge
il nostro territorio, che purtroppo non è stata ancora debellata e contro la
quale c'è ancora da fare, però il fatto di raccontare soltanto quelle
dinamiche, il fatto di raccontare soltanto quei fatti ci priva della
possibilità e molto spesso della serenità necessaria per affrontare alcune
riflessioni che invece a livello nazionale si fanno tranquillamente, cioè il
tema della giustizia, della giustizia, cioè dell'effettivo
funzionamento della macchina della giustizia, e della difesa dei diritti umani
fondamentali, insomma queste sono tutte riflessioni che Ferdinando Terlizzi,
con coraggio, che è dettato dalla sua giovane età soprattutto, fa spesso e
volentieri e che a noi fa piacere ospitare sul nostro giornale.
A proposito dei fatti
di cronaca, poi, non dimentichiamo anche, e di questo aspetto ne ho parlato
anche nella prefazione al libro "Delitti in bianco a nero a Caserta",
sono fatti che sono rimasti impressi nella memoria delle piccole comunità
locali.
Parlavamo dell'omicidio
Gallozzi, mia moglie è di Grazzanise, quindi so bene quanto nella memoria nelle
persone che vivono lì sia importante questo fatto, ma ce ne sono tantissimi,
c'è San Felice a Cancello, ci sono moltissimi altri comuni della provincia di
Caserta, così come il mio paese, Montesarchio, ci sono fatti di cronaca che
hanno segnato la memoria collettiva e che sono ormai indelebili nella memoria
di tutti, così anche nel casertano succede, e anche questo è un valore che
ritengo sia molto importante di questo libro, racconta di questi fatti che
invece magari rischiavano di essere un po' in oblio, di passare in secondo piano o
comunque di essere dimenticati, perché il racconto della provincia di Caserta
purtroppo, soprattutto nell'ultimo periodo, è un racconto un po' monocorde, un
po' monocolore.
Quindi io sono onorato
di essere qui, ringrazio moltissimo Ferdinando Terlizzi per avermi onorato di
questo onere, scusatemi per il gioco di parole, e grazie a tutti per essere
qui. A questo punto passerei la parola ai colleghi che sono qui seduti al
tavolo, non so qual è il prossimo intervento previsto, però lascio la parola al
dottore Stanislao.
(4 -CONTINUA )
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