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domenica 6 agosto 2017



     


IL 99,7% DEI MAGISTRATI RICEVE VALUTAZIONI POSITIVE…
 E COSÌ LO STIPENDIO AUMENTO


Il sistema giudiziario italiano è lento e inefficiente, i casi di malagiustizia sono all'ordine del giorno. Eppure la magistratura è bravissima. Il Csm: "Questa percentuale non ha riscontro in nessuna organizzazione istituzionale complessa". Fare chiarezza sul rapporto tra toghe e politica. Facile a dirsi, in un Paese come l'Italia dove i magistrati entrano ed escono dalla politica, per poi tornare in magistratura, con estrema disinvoltura. Naturalmente senza dimettersi dalla carica, con il rischio poi di trovarsi a giudicare un avversario politico. Prassi di pessimo gusto, questa delle porte girevoli, in auge soprattutto dalle parti della sinistra.

Il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini dice che sarebbe anche ora di promulgare una legge decorosa in materia: "Il Parlamento - afferma in un'intervista al Dubbio - ha a disposizione una grande opportunità: quella di approvare una legge che regolamenti con chiarezza il rapporto tra l'esercizio della funzione giurisdizionale e l'elettorato passivo o gli incarichi di governo, con il divieto di utilizzare in un determinato territorio il credito acquisito da magistrato per proiettarsi nell'agone politico e preclusione della possibilità di tornare indietro dopo aver scelto la politica".
Quanto alle progressioni di carriera dei magistrati, Legnini dà ragione al presidente della Cassazione Giovanni Canzio, che ha fatto notare come in nessun sistema organizzato, come appunto la magistratura, succeda che il 99,7% dei componenti abbia una valutazione positiva. Canzio ha sottolineato che "questa percentuale non ha riscontro in nessuna organizzazione istituzionale complessa". Insomma lorsignori, i magistrati, se la cantano e se la suonano. E sono tutti bravissimi, meritevoli appunto di inarrestabili progressioni di carriera con relativi aumenti di stipendio, madama la marchesa. Osserva, Legnini, che "il Csm può e deve fare di più, ma solo il legislatore potrebbe davvero modificare i criteri di valutazione della professionalità dei magistrati, rendendoli più efficaci e selettivi, nonché potenziando gli effetti delle valutazioni di professionalità per il prosieguo della carriere del singolo magistrato".





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