BUON ANNO 2018 DA UN
ERGASTOLANO SEMILIBERO
Buon anno ai prigionieri e a tutti i prigionieri di
se stessi;
buon anno ai giudici che pretendono di giudicare
senza essere giudicati;
buon anno a tutti gli innocenti, pure ai colpevoli e
a quelli colpevoli di essere innocenti;
buon anno ai forcaioli purché si ricordino che il
carcere è come un'autostrada e ci potrebbero passare pure loro;
buon anno a quelli che sono morti per essere vivi e
a quelli che tentano di essere vivi per non morire;
buon anno a tutti quelli che soffrono, piangono, a quelli che ridono e sono felici, ai pazzi e ai normali che fanno i pazzi per non impazzire;
buon anno a tutti quelli che soffrono, piangono, a quelli che ridono e sono felici, ai pazzi e ai normali che fanno i pazzi per non impazzire;
buon anno a quelli che hanno speranza, a quelli che
l'hanno persa e a quelli che si illudono e sognano e a quelli che non reggono il
peso della prigione e della sofferenza;
buon anno a tutti i prigionieri del mondo, pure a
quelli con il fine pena nell’anno 9.999;
buon anno a tutti quelli che si sono tolti la vita
in carcere e a quelli che se la toglieranno quest’anno;
buon anno a quelli che si sentono piccoli perché solo così si può essere grandi;
buon anno a quelli che si sentono piccoli perché solo così si può essere grandi;
buon anno a quelli che credono che una verità non è
che un aspetto della verità;
buon anno a quelli che credono che il giudizio per
essere giusto dovrebbe tener conto non soltanto del male che uno ha fatto, ma
anche del bene che potrebbe fare, non solo della sua capacità di delinquere, ma
anche della sua capacità di redimersi;
buon anno a quelli che sono ciò che sono, che non si
piegano alle ingiustizie e non si rassegnano;
buon anno anche ai deboli che sono forti perché non
lo nascondono;
buon anno a tutte le vittime dei prigionieri e ai
prigionieri vittime di se stessi e della società;
buon anno ai nostri guardiani che non ci fanno
capire dove abbiamo sbagliato ma solo ci puniscono perché abbiamo sbagliato;
buon anno a quelli che capiscono la giustizia
vivendo l'ingiustizia fra le mura di un carcere;
buon anno a tutti i prigionieri che pure in catene pensano da uomini liberi;
buon anno a tutti i prigionieri che pure in catene pensano da uomini liberi;
buon
anno ai professionisti dell’antimafia che continuano a produrre solo altra
mafia, perché la devianza e la criminalità si sconfiggono soprattutto
culturalmente;
buon
anno ai politici che usano i mass media per manipolare le coscienze.
buon anno a quelli che pensano che la vita presenti sempre nuove sfide,
che aiutano a crescere e a mettersi in discussione;
buon anno a quelle persone che sono convinte che il terrorismo religioso
o politico e la criminalità organizzata si combattano e si vincano con la pena
di morte o con la pena dell’ergastolo, o con il regime di tortura del 41 bis,
perché non sanno quanto si sbagliano: la storia ci insegna il contrario e il
male, da solo, anche se dato in nome della legge o del Dio di turno, moltiplica
altro male;
buon anno a quelli che cercano di trasformare i cattivi in buoni, perché
solo così le vittime dei reati vengono “vendicate”, con il senso di colpa di
chi comprende il male fatto, e chi perdona trova un po’ di pace e si libera,
almeno di un poco, del male ricevuto;
buon anno ai deboli, ai
derelitti, agli ultimi, ai poveri e ai ricchi che sono poveri, ai potenti della
terra, a tutti noi che ci siamo e a quelli che non ci sono più;
buon anno anche a Papa Francesco
che ha abolito la pena dell’ergastolo nella Città del Vaticano.
Carmelo Musumeci
Gennaio 2018
Nessun commento:
Posta un commento