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mercoledì 25 aprile 2018


PETER MADSEN CONDANNATO 
ALL'ERGASTOLO PER LO STUPRO E 
L'ASSASSINIO DELLA GIORNALISTA 

Dopo la notizia della condanna all'ergastolo, arrivano nuovi particolari riguardo la dinamica che avrebbe portato l'inventore Peter Madsen a uccidere la giornalista Kim Wall, dopo una violenza sessuale ai suoi danni. E alcuni sono particolarmente inquietanti, legati alle ricerche effettuate su internet da Madsen prima dell'incontro fatale con la giornalista. L'inventore danese avrebbe cercato "ragazza" e "decapitata" sul web, e appena prima di vedersi nel sottomarino con Kim Wall avrebbe visionato un video in cui veniva mostrata la brutale uccisione di una ragazza, accoltellata alla gola. Particolari che fanno pensare a una premeditazione che Madsen ha sempre negato nel corso del processo. (agg. di Fabio Belli)

"CINICO ASSALTO SESSUALE"


Ha prima negato ma alla fine ha ammesso le sue colpe, Peter Madsen, l'inventore danese che oggi è stato condannato all'ergastolo con l'accusa di aver ucciso la giornalista Kim Wall, dopo averla stuprata. Dopo aver negato di sapere che fine avesse fatto, aveva poi parlato di incidente, quindi aveva rivelato di essere stato lui l'autore del corpo smembrato e rinvenuto 10 giorni dopo la sua misteriosa scomparsa. Ad esprimersi oggi è stato il giudice Annette Burkoe del tribunale di Copenaghen che ha commentato in aula, come riferisce l'Huffingtonpost: "La valutazione della Corte è che l'imputato ha ucciso Kim Well, stiamo parlando di un cinico assalto sessuale, premeditato, e di un brutale assassinio di una donna che per il suo lavoro giornalistico aveva accettato un'offerta di una uscita in mare sul sottomarino dell'imputato". Nonostante la condanna, il caso continua a presentare ancora molti lati oscuri, a partire dalle modalità con le quali sarebbe avvenuto l'omicidio della giornalista, vista l'ultima volta lo scorso 11 agosto proprio insieme all'inventore Peter Madsen, il quale aveva deciso di concederle un'intervista a bordo del suo sommergibile, il Nautilus, dove sarebbe avvenuto lo stupro e in seguito il delitto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

RICORRERÀ IN APPELLO


Ricorrerà in appello la difesa di Peter Madsen, 47enne inventore del sottomarino Nautilus, condannato all'ergastolo per l'omicidio della giornalista Kim Wall che lo stesso aveva invitato sul suo sommergibile per la realizzazione di un reportage. La donna era scomparsa lo scorso agosto in modo misterioso e solo 10 giorni dopo i suoi resti furono ritrovati su una spiaggia vicino a Copenaghen. Il suo corpo era stato mutilato e poi gettato in mare in diversi sacchetti di plastica come nel peggiore dei film horror. L'uomo oggi condannato al carcere a vita, per diverso tempo ha sempre negato ogni tipo di responsabilità salvo poi ritrattare parlando di un incidente avvenuto a bordo del mezzo. Quindi, una volta sottoposto a diversi colloqui con psicologi e inquirenti aveva vuotato il sacco raccontando la macabra verità. Come spiega Euronews, nel corso del processo che si è concluso con una condanna all'ergastolo, erano emerse le fantasie sessuali dell'uomo che contemplavano lo stupro ed il violento omicidio. Ricorrerà in appello come annunciato dal suo legale difensore? (Aggiornamento di Emanuela Longo)

SMEMBRÒ GIORNALISTA SUL SOTTOMARINO


Si appellerà contro la condanna di ergastolo inflittagli questa mattina dall’Alta Corte danese: così ha annunciato l’avvocato della difesa di Peter Madsen, tra le ire della famiglia di Kim Wall barbaramente uccisa, smembrata e oltraggiata dopo il delitto. Ingegnere autodidatta e geniale inventore, Madsen ora rischia di passare il resto dei suoi giorni in galera per le sue follie “sessuali” che lo hanno fatto mistificare la realtà più volte anche davanti all’evidenza dell’uccisione della reporter svedese. Non solo, questa mattina in aula il procuratore danese Jakob Buch-Jepsen ha sostenuto che sul computer di Madsen e sul suo iPhone la polizia ha trovato oltre 140 e link con scene di torture, decapitazioni, omicidi e turbe sessuali sempre contro delle donne. Una "gara" alla follia più grave per l'inventore stimato per le sue geniali invenzioni ma temuto per la sua "tenuta" mentale: la condanna di oggi ne è una feroce e drammatica conferma. (agg. di Niccolò Magnani) 

ERGASTOLO ALL’INVENTORE DEL NAUTILUS


L'inventore del sottomarino Nautilus, Peter Madsen, è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio della giornalista svedese Kim Wall. La condanna all'ergastolo è arrivata dopo oltre dieci giorni di udienze da cui sono emerse le oscure fantasie sessuali di Madsen che coinvolgono donne decapitate e torturate. I pm, che hanno accusato l'inventore di omicidio premeditato, aggressione sessuale aggravata e vilipendio di cadavere, avevano chiesto l'ergastolo, che in Danimarca ha una media di circa 16 anni. Cercava di creare il «crimine perfetto»: lo sostiene il pubblico ministero Jakob Buch-Jepsen, secondo cui l'inventore del sottomarino Nautilus abbia ucciso Kim Wall come parte di una macabra fantasia sessuale. L'inventore invece dichiarò che la giornalista, che il 10 agosto era salita sul sottomarino per intervistarlo, è morta per un incidente quando la pressione dell'aria si è abbassata improvvisamente e i fumi tossici hanno riempito la sua nave. «Sono davvero, davvero dispiaciuto per quello che è successo», ha detto Madsen dopo che le due parti hanno presentato le loro argomentazioni di chiusura lunedì. «È un crimine bestiale, merita la reclusione a vita», ha invece deliberato la Corte danese. Madsen è la quindicesima persona in dieci anni che riceve nella nazione nordica un ergastolo. 

PETER MADSEN, ERGASTOLO A INVENTORE SOTTOMARINO NAUTILUS


La sentenza ha posto fine a un giallo dell'orrore, un omicidio che ha scosso l'intero Grande Nord. L'eccentrico inventore accettò di concedere una lunga intervista alla 30enne, invitandola a compiere una minicrociera a bordo del sommergibile che aveva costruito lui stesso. Quando tornò in porto, e lo attendevano il fidanzato di Kim Wall e amici della giornalista, disse loro che era scomparsa. Partirono subito le indagini, a cui ha partecipato anche la polizia segreta svedese. Giorno dopo giorno furono trovati in mare sacchetti di plastica contenenti parti di un corpo femminile orrendamente mutilato nelle parti intime. Madsen all'inizio negò il suo coinvolgimento, poi parlò di tragico incidente e arrivò a dire che la smembrò perché non sapeva cosa fare della salma. Messo alle strette dagli agenti, ammise di aver ucciso Kim. Dai colloqui con gli psicologi emerse una personalità perversa. Una volta infatti disse: «Che cosa volete? Quando si ha a che fare con un grosso problema, lo si affronta parte per parte, lo si taglia in pezzi». Secondo l'autopsia la ragazza era stata torturata e violentata prima di venir uccisa.

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