“Nato colpevole”
l'ultimo libro
di Carmelo Musumeci
Prodotto e venduto da Amazon
Cosa è successo a Carmelo? A 36 anni è stato arrestato e condannato
all'ergastolo ostativo. Era il 1991. Le accuse: omicidio, associazione mafiosa,
delitti contro il patrimonio e spaccio di cocaina. Carmelo era alla testa della
lotta tra i clan che ha infiammato la Versilia tra gli anni Ottanta e Novanta
per il controllo del gioco d’azzardo e dello spaccio.
“Nato colpevole” è una riflessione in forma di racconto. È lo sguardo
del Carmelo di oggi sul Carmelo bambino, sul Carmelo ragazzo.
Carmelo che mette in fila le sofferenze e le azioni che hanno portato
all'uomo che è oggi.
Scrive Carmelo, senza vergogna, senza vanto, senza compiacimento, con
garbo.
Descrive l'amore, descrive il dolore, descrive le scelte fatte, il
male subito, quello imposto.
A tratti la lettura di “Nato colpevole” può essere fastidiosa. Non c'è
filtro: se è “facile” leggere di un bambino maltrattato, meno facile è entrare
nella storia di quel bambino che, una volta ragazzo, arriva prende a pugni una
donna o a uccidere un uomo. O, ancora, dell'adolescente che a quindici anni è
stato legato a un letto di contenzione per una settimana.
Come mi ha detto Carmelo «sono sì nato colpevole, poi io ci ho messo
del mio a diventarlo». Ma, anche, ci ha messo del suo a uscire, a far uscire la
sua voce, a esistere. Carmelo è entrato in carcere con la licenza elementare,
all'Asinara ha ripreso gli studi e da autodidatta ha terminato le scuole superiori.
E poi ha conseguito tre lauree: Scienze Giuridiche, Giurisprudenza e
Filosofia.
E poi scrive: tanto, di tutto, con tenacia, garbo e coraggio.
(Dalla Prefazione di Francesca Barca)
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