Parte la raccolta
firma per la chiusura e dismissione della casa circondariale partenopea e per
la costruzione di una nuova struttura nel nolano
Una petizione
popolare per chiudere il carcere di Poggioreale in tempi rapidi, attraverso la
procedura di dismissione e vendita alla Cassa Depositi e Prestiti per ottenere
il finanziamento per la costruzione del nuovo carcere a Nola. Questa l’iniziativa presentata questa
mattina a Napoli dal movimento politico "Sud Protagonista", con la
contestuale raccolta delle firme finalizzate a sottoporre la richiesta al
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio dei
Ministri e al Ministro della Giustizia.
Presenti alla conferenza stampa il Segretario federale
Salvatore Ronghi, il portavoce cittadino, Luigi Ferrandino, il Presidente del
Comitato ex Detenuti Organizzati Napoletani Pietro Ioia ed il Presidente della
Cooperativa “Fiamma” Antonio Arzillo.
Ecco il testo della petizione, pubblicata sulla nota
piattaforma Change.org:
Premesso che:
- il Carcere di
Poggioreale di Napoli fu inaugurato nel lontano 1914 ed è tra i più vetusti
d’Italia;
- da anni, esso
risulta strutturalmente inadeguato, con celle non a norma, carenza di spazi
vitali, che privano i detenuti della dignità e del rispetto dei diritti
fondamentali di ogni essere umano, ancorchè sottoposto a detenzione;
- a fronte di una
capienza di 1659 posti, le presenze arrivano fino a 2400 detenuti e quasi mai
al di sotto dei 2000 e, pertanto, regna una grave condizione di
sovraffollamento;
- quotidianamente si
effettuano oltre 400 colloqui, che vedono l’accesso di oltre mille familiari in
spazi limitati che creano grandi difficoltà ai parenti dei detenuti e al lavoro
della Polizia Penitenziaria;
- a fronte di una
pianta organica della Polizia Penitenziaria, prevista di 915 unità, già insufficienti,
si riscontra una carenza organica di oltre 200 unità;
- tale oggettiva
situazione di inadeguatezza strutturale determina l’impossibilità a realizzare
attività ed azioni per la rieducazione e il reinserimento sociale dei detenuti,
sancito dalla Costituzione italiana;
Considerato che:
- solo nel 2018 si
sono verificati nel carcere di Poggioreale ben cinque suicidi e che nel 2017
gli agenti di Polizia Penitenziaria hanno sventato almeno 70 suicidi;
- l’assistenza sanitaria risulta fortemente carente, non
soltanto per le disfunzioni organizzative dovute alla gestione sanitaria
territoriale, ma anche per la oggettiva impossibilità a dedicare i già risicati
spazi a reparti sanitari debitamente attrezzati e assistiti;
- per tali motivazioni, il carcere di Poggioreale è oramai
definito unanimemente il “mostro di cemento”, che contravviene a tutte le norme
italiane ed europee tanto che, nel 2013, l’Italia è stata condannata dalla
Corte Europea dei Diritti Umani per le carceri inadeguate e sovraffollate, in
primis quello di Poggioreale. Inoltre, nel 2017, il Consiglio D’Europa ha
richiamato l’Italia per non aver rimosso le problematiche già oggetto di
condanna;
- nel 2016 l’allora
Ministro della Giustizia, on. Andrea Orlando, per evitare altre condanne,
attivò le procedure per la vendita del carcere di Poggioreale alla Cassa
Depositi e Prestiti, procedute che si sono “arenate” senza alcun valido motivo.
Ritenuto che:
- per le su descritte
motivazioni, il carcere Poggioreale sia indegno di un Paese civile e che violi
l’articolo 27 della Costituzione, in quanto, a causa delle condizioni disumane
in cui versano i detenuti, non garantisce la funzione rieducativa della pena;
I sottoscritti
cittadini fanno appello affinchè:
- il carcere di Poggioreale di Napoli venga
chiuso in tempi rapidi;
- venga dato seguito
alla avviata procedura di dismissione e vendita del carcere di Poggioreale alla
Cassa Depositi e Prestiti allo scopo di ottenere il finanziamento per la
costruzione del nuovo carcere a Nola;
- la metà del carcere
di Poggioreale possa essere riconvertito in “carcere/ museo” gestito dalla
Cassa Depositi e Prestiti attraverso apposite cooperative di Personale della
Polizia Penitenziaria in pensione ed ex detenuti.
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