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mercoledì 12 dicembre 2018

Le leggi razziali e la famiglia Algranati
nel romanzo di Liliana Tundo

I giornalisti Giovanna Canzano e Riccardo Scarpa ( uno dei miei maestri in giornalismo:anni Settanta ) alla prima di un libro a Roma - Dic. 18 


Giovanna Canzano


intervista


LILIANA TUNDO


12 dicembre 2018




La scrittrice Liliana Tundo, nel suo libro “Gli Algranati” ed. Albatros, ci parla di Sissi, una ragazza che appartiene ad una famiglia dell’alta borghesia ebraica, gli Algranati, e di Beppe, un ragazzo di umili origini, intelligente, onesto e sensibile.
Ma le loro vite si incontrano con la storia, la storia che in quegli anni segna la vita non solo dei due giovani che non riusciranno mai ad amarsi, ma di tante famiglie alle quali la guerra porterà via per sempre le persone amate.
Poi le leggi razziali che porterà definitivamente via dall’Italia tutta la famiglia Algranati.
In Italia fra il 1938 e il 1944, fu scritta una pagina vergognosa della storia italiana, che portò alla ghettizzazione degli ebrei italiani.
L’apoteosi del Fascismo espressa in una serie di leggi razziste e discriminanti, che ha portato alla ghettizzazione, prima sociale e poi fisica, degli ebrei.
Le leggi razziali fasciste sono un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi applicati in Italia fra il 1938 e il 1944. Queste norme discriminatorie erano rivolte soprattutto agli ebrei, ma anche ai camiti e a tutte le razze non ariane. Benito Mussolini lesse per la prima volta le norme che intendeva far approvare, il 18 settembre 1938 a Trieste. L’approvazione avvenne meno di un mese dopo, proprio il 6 ottobre, quando il Gran Consiglio del Fascismo sottoscrisse la “Dichiarazione sulla razza”.
Per la legge del periodo fascista era ebreo chi era nato da genitori ebrei, da un ebreo e da una straniera, da una madre ebrea e padre ignoto o anche chi, pur avendo un genitore ariano, si dichiarasse di religione ebraica.
Tra le tante restrizioni, da quel momento in poi erano vietati matrimoni tra italiani e appartenenti alle razze camita, semita e altre non ariane, mentre quelli con stranieri anche di razze ariane dovevano essere approvate dal Ministero degli Interni.
Successivamente, alle comunità ebraiche fu dato il compito di creare delle scuole specifiche per gli ebrei, dove avrebbero potuto lavorare solo insegnanti ebrei. 
Queste leggi, dopo aver portato discriminazioni e morte, furono finalmente abrogate con due regi decreti del 20 gennaio 1944.


1. Una famiglia, gli Algranati, più generazioni, poi il nulla.
Il romanzo è tratto dalla fusione di due storie vere. Da una parte gli Algranati di origini ebraiche, vissuti in un piccolo borgo del Salento e dirimpettai della casa dei miei genitori, e dall'altra un eroe partigiano, fratello di mia suocera, la quale più volte, nel corso degli anni, mi parlò delle vicende del fratello, vicende storiche da me riportate fedelmente, ad eccezione della storia d'amore con Sissi, e del fatto che il ragazzo era in realtà tutt'altro che povero. Ma, pur essendo di famiglia benestante, non riteneva giuste le forti sperequazioni tra ricchi e poveri. Insofferente  alla dittatura fascista entrò nelle file dei partigiani, sacrificando la propria vita per amore di libertà e giustizia. Come detto nel romanzo, Beppe, fu il primo del suo paese ad acquistare una macchina fotografica, con cui riprese immagini per quei tempi insolite, come ad esempio: un contadino, in sella alla sua bici, scalzo, persone anziane sedute d'inverno al sole, tetti delle case...-. Alcuni anni fa, è stata organizzata una mostra con le sue foto, generosamente prestate dalla famiglia.

2. Una quotidianità fatta di lavoro, studio, rapporti sociali, che, come tanti ebrei, hanno dovuto lasciare tutto.
Gli Algranati erano persone speciali; avevano impiantato nel loro paese una fabbrica per la lavorazione del tabacco, dando così lavoro e dignità a centinaia di persone di quel piccolo borgo, dove prima delle leggi razziali, erano amati e stimati da tutti.

3. Mosè Algranati, musicista e insegnante, ha fatto molto per il suo paese, e vive tranquillo, poi tutta la sua vita cambia, arriva la paura.
Una volta entrate in vigore le vergognose leggi, si videro voltare le spalle da tutti. Ma la cosa più triste, anche se comprensibile, visto il periodo storico del momento, fu che anche  coloro che si erano sfamati grazie agli investimenti degli Algranati, quando li incontravano,  fingevano di non conoscerli o addirittura cambiavano strada. 
Raramente,  per la privacy alcuni elementi sono stati modificati. Del resto è un romanzo tratto da storie vere.

4. Sissi e la sua  famiglia dell’alta borghesia ebraica, gli Algranati, vive in modo semplice, senza ostentare ricchezza ed intelligenza, ama il suo paese e la sua vita.
I personaggi tutti sono  realmente esistiti e Sissi, era una ragazza dolcissima, molto riservata e generosissima. Ricordo ancora quando a me, bimbetta  di pochi anni, regalava le gallette e un po' di cioccolato, che alla fine della seconda guerra mondiale, gli americani, inviavano alla sua famiglia e tutti gli ebrei perseguitati.

5. L’amore per la vita e per un compagno di scuola speciale, gli incontri e le passeggiate, tutto svanisce con la guerra che manderà Beppe al fronte. Per Sissi è un non ritorno.
L'esperienza dolorosissima nel campo di internamento di Lacedonia, nell' attesa di essere trasferiti nei capi di sterminio nazisti, li segnò profondamente, tanto da spingerli ad abbandonare l'Italia.
Si trasferirono in America,  precisamente nell'America meridionale, in Brasile, da dove non hanno fatto più ritorno.

Liliana Tundo, vive e lavora a Lecce. Ha insegnato Filosofia e Pedagogia negli Istituti Magistrali e Materie Letterarie nelle Scuole Medie Statali. Con Albatros ha pubblicato in precedenza ‘Estate a Villa Esmeralda, ‘Lara e il segreto del bosco maledetto’, e ‘Quando l’amore non basta’.
Tutte le opere sono tra i finalisti del premio nazionale di Letteratura e Teatro “N. Martucci” Valenzano (BA).



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