Il caso del
giornalista Mario De Michele non è nè il
primo né l’unico né l’ultimo!
Parallelismi con il caso di Saviano e gli altri pseudo
minacciati nella “Svizzera della Camorra” -
Mario De Michele è indagato per aver simulato gli attentati. De
Michele è indagato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, inoltre, per
calunnia e per detenzione di armi da fuoco perché, in concorso con un ex
consigliere comunale di Orta di Atella, avrebbe simulato i due attentati subiti
il 14 novembre e il 5 maggio scorsi.
Ho
appreso, inoltre, che “A tutela dei colleghi minacciati e impegnati sul
territorio e più volte presi di mira dallo stesso De Michele sul suo sito
internet il Sindacato si costituirà nel processo come parte civile”. Bene.
Voglio
ricordare a chi mi legge un passo nel Film
“Fortàpasc”, (del 2009, diretto da Marco
Risi, sulla breve esistenza e la tragica fine del giornalista Giancarlo Siani giovane praticante,
impiegato “abusivo” per Il Mattino col sogno di un contratto giornalistico e di
un'inchiesta incriminante contro i boss), c’è un dialogo tra l’aspirante
giornalista e il suo caporedattore che gli spiega: “giancà…
ce stanno i giurnalist… e po ce stanne e giurnalist… giurnalisti…” ovvero i
giornalisti con la palle, quelli non hanno mai scritto un articolo ( e sono
passati all’esame) e quelli che copiano
le veline della procura e dei carabinieri.
Di
pseudo giornalisti in Campania ve ne sono molti. E le minacce non sempre sono
vere ma non esiste solo il caso di De Michele. Lui è uno dei tanti. Spesso si
scrivono lettere anonime e le fanno arrivare alle loro redazioni.
Ci
sono precedenti di telefonate di boss fatte per chiarimenti che sono state poi
trasformate in (ipotetiche) minacce e al soggetto è stata finanche assegnata
una scorta.
E’
un poco come quella questione -recente -
dove un giornalista di Caserta si è sentito minacciato da un boss (che è
detenuto) attraverso una intervista rilasciata ad un altro giornalista.
Ci
sono poi quelli di Pignataro Maggiore (la cosiddetta scuola della “Svizzera della Camorra”) che ci hanno
sguazzato per anni sulle minacce vere, presunte o inventate. I giornalisti di
quella zona sono tutti minacciati dalla “camorra di Don Chisciotte”. Anche dopo
la morte di Don Chisciotte.
E’
un mondo di mezzo che vive da sempre tra “eroismi” (veri o falsi che siano) e
illegalità.
Ma
chi sono i giornalisti che ricorrono a questi mezzucci per farsi una notorietà?
Tutti quelli che non valgono una cicca.
Molti
hanno raggiunto il top con le estorsioni a mezzo stampa. A Napoli negli anni 80
vi era un giornalista che raggiunse con il suo settimanale (pare si chiamasse
La Voce o simile) a ricattare perfino i ministri.
Un
altro esempio può essere il caso di Saviano e la sceneggiata della minacce “camorristiche” a mezzo di un atto di
remissione letto in udienza da un avvocato. Il processo “che ne occupa” è a
ruolo a Roma (dopo la sentenza di Napoli che ha dichiarato la propria
incompetenza) la cui prossima udienza è fissata per l’11 giugno e che riserva
sorprese rilevanti.
Sono
imputati due avvocati e le parti lese sono due giornalisti: Rosaria Capacchione e Roberto Saviano; oltre a due magistrati.
Il
rinvio dell’ultima udienza è dovuto sia alla malattia di un avvocato (difensore
di uno degli avvocati imputato) e sia al fatto che “il signorino” è bloccato a New York e non è potuto rientrare in
Italia.
Saviano
per esempio è un pioniere nei confronti di De Michele perché si è inventato
minacce (dal 2006) di cui non vi sono
tracce. Ne ebbe perplessità per l’assegnazione della sua scorta perfino Vittorio Pisani, all’epoca capo della
Squadra Mobile di Napoli “A noi della Mobile
fu data la delega per riscontrare quel che Saviano aveva raccontato a proposito
delle minacce ricevute. Dopo gli accertamenti demmo parere negativo
sull’assegnazione della scorta”.
Io
sono stato querelato dal Saviano (due giudizi conclusi con remissione di
querela e pagamento delle spese da parte del “signorino”) perché avevo scritto
– in occasione di un articolo e in sede di una intervista televisiva – sulla
recensione del libro l’”Impero dei Casalasi”, scritto dall’inviato de Il
Mattino, Gigi Di Fiore, che lui in “Gomorra” aveva scritto “cazzate”.
Ebbene
l’editore alle rimostranze dei miei avvocati che chiedevano rettifiche rispose
che già dalla seconda edizione erano stato apportate centinaia di rettifiche. Cioè
tutte le cazzate, poi cancellate.
A
dare uno sguardo diverso sul fenomeno Gomorra e sul personaggio Roberto
Saviano, è giunto il lavoro del professor Alessandro
Dal Lago, con il libro “Eroi di
carta”, edito da Manifestolibri.
Un
lavoro che mette in discussione non solo il Saviano – personaggio ma riesce ad
entrare nel merito del lavoro letterario e di inchiesta di “Gomorra”
smontandolo con grande acume consegnandoci uno scenario diverso, un punto di
vista nuovo attraverso il quale guardare al fenomeno “Gomorra”.
E
infine i due libri di Ciro Perna (“Arromog”
- Gomorra letto da un altro punto di vista e “Saviano non ti credo”.2013 -2015).
Quindi
il caso di De Michele (parlo per coloro i quali si sono scandalizzati) non è nè
il primo né l’unico né l’ultimo!
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