Cutolo sta morendo, silenzio di Stato da 10 mesi e
lui scambia la moglie per la cognata morta
Perché Raffaele Cutolo è ancora ristretto al 41bis?
È quanto si chiede il suo legale Gaetano Aufiero che il 10 agosto ha inviato
una istanza al ministro Bonafede per chiedere la revoca del regime di carcere
duro: "È venuta meno la capacità del condannato di mantenere collegamenti
con qualsivoglia associazione criminale e/o di rivestire ruoli all'interno
delle stesse.
Di conseguenza, non sussistono più i gravi motivi
di ordine e sicurezza pubblica giustificativi del mantenimento del regime
detentivo speciale che, allo stato, in considerazione delle condizioni di
salute del condannato, è inutilmente afflittivo". E perché, si chiede
sempre il legale, il Tribunale di Sorveglianza di Roma dopo dieci mesi dal
reclamo difensivo ancora non fissa l'udienza per stabilire se sussistano le
condizioni per trattenere al 41bis Cutolo? Il decreto di proroga del 41bis
veniva emesso dal ministro della Giustizia l'11 settembre 2019; contro tale
decisione il difensore ha proposto reclamo il 2 ottobre.
"Ebbene, ad oggi - ci dice Aufiero - a
distanza di oltre 10 mesi dalla proposizione del reclamo e di 11 mesi dall'esecuzione
del decreto, l'atto di impugnazione non è stato ancora fatto oggetto di
discussione in quanto, nonostante l'inoltro di ben due solleciti, il Tribunale
di Sorveglianza di Roma non ha ancora provveduto alla fissazione della relativa
udienza, così di fatto impedendo al condannato l'esercizio del suo legittimo
diritto all'impugnazione del gravoso provvedimento eseguito nei suoi
confronti".
L'ordinamento penitenziario prevede, sia pure in
termini meramente ordinatori, il termine di 10 giorni per la decisione del
reclamo da parte del Tribunale di Sorveglianza, per non vanificare la portata
dell'eventuale rimedio giurisdizionale che deve intervenire su un provvedimento
avente la durata di due anni. Inoltre le condizioni di salute di Cutolo
meritano maggiore attenzione, anche giudiziaria, e non consentono di aspettare
tempo ulteriore.
Come vi abbiamo infatti raccontato qualche giorno
fa, l'uomo è ancora ricoverato nell'ospedale di Parma per un quadro clinico
compromesso sotto diversi punti di vista. Inoltre lo scorso 7 agosto sua moglie
Immacolata Iacone è andata a trovarlo ma ha trovato davanti a sé una persona
con la mente quasi completamente offuscata: ha confuso la donna con la propria
cognata, moglie di suo fratello, deceduta 8 anni fa; ha affermato di aver
sposato la propria moglie ad Ottaviano, laddove invece le nozze furono
celebrate presso il Carcere dell'Asinara; non ricordava che il fratello di sua
moglie fosse stato ucciso.
Tali evidenti vuoti di memoria e disordini mentali
rappresentano, secondo il legale e secondo il Primario del reparto dove Cutolo
è ricoverato, sintomi inconfutabili di demenza senile. Pertanto in una seconda
istanza, sempre del 10 agosto, l'avvocato Aufiero torna a chiedere una perizia
medico legale sul suo assistito e il differimento della pena per motivi di
salute. Si vuole lasciar morire Cutolo al 41bis? Ci si vuole accanire contro di
lui come avvenuto con Provenzano? Il dubbio viene se la moglie racconta che
durante il suo colloquio in ospedale non ha potuto toccare il marito allettato
perché tra di loro sono state frapposte delle sedie ad impedire alcun contatto.
Fonte: di Angela Stella/ Il Riformista, 13 agosto
2020

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