Si chiama «Vittime –
Assassini – Processi» il nuovo sconvolgente libro, fresco di stampa, del
giornalista e scrittore Ferdinando Terlizzi. In tutte le librerie da settembre,
l’opera è pubblicata da Eracle edizioni con la copertina realizzata dalla
bozzettista Clemy Striano. Un libro impreziosito dalla prefazione dello
psichiatra Adolfo Ferraro e da una «Appendice documentale» con fotografie di
vecchi delitti.
«Vittime Assassini
Processi» analizza, con scrupolo e meticolosa attenzione, una serie di delitti
avvenuti nel Casertano dagli anni venti in poi, utilizzando il complesso
meccanismo del racconto e della cronaca nera intrecciati tra loro.
Potrebbe essere letto
come un libro di cronache, intese come relazione o registrazione impersonale di
fatti secondo la successione cronologica – ha scritto, tra l’altro, nella sua
prefazione lo psichiatra Adolfo Ferraro - ma in questa lettura ci sono criteri
interpretativi che trasformano la cronaca e la fanno diventare Altro. E che
inducono, appunto, ad una serie di considerazioni”.
“La prima riflessione è
che esistono alcuni crimini, magari anche efferati, che non sempre sono
commessi da criminali, o meglio da soggetti che hanno una chiara tendenza al
crimine, ma spesso da individui apparentemente senza precedenti delinquenziali,
che si sono trovati nella condizione di commettere un delitto che magari prima
dell’atto non era mai stato neanche pensabile ipotizzare”.
“Spazi e luoghi a volte
fuori tempo o in tempi che diventa difficile per noi oggi immaginare o
ricordare: il casertano nel bianco e nero del novecento, e i suoi rumori e gli
abiti e l’aria diversa che il passato induce a rievocare. Campagne o piccoli
centri, qualche volta città, ma spesso con il sole in faccia e una quercia per
ripararsi, cappelli per le signore e stracci per i poveri”.
“Un mondo che
apparentemente non c’è più, ma assolutamente attuale per le circostanze che
producono delitti e crimini. In questo libro l’autore Ferdinando Terlizzi segue
un suo preciso disegno comunicativo e di ricerca, già osservato in altre sue
pubblicazioni, che trasforma la cronaca facendola diventare storia, intesa come
indagine o ricerca critica relativa ad una ricostruzione ordinata di eventi
umani reciprocamente collegati secondo una linea unitaria di sviluppo”.
“Una ultima
considerazione da lettore a lettore: questo testo può essere gustato anche
aprendo a caso il libro e facendosi trascinare dalle suggestioni che produce la
storia in cui ci si immerge, con le sue immagini e con le foto d’epoca che
seducono e affascinano. Troverete mondi ruvidi, facce da ergastolano o da
povere vittime, anche quando queste diventano le foto di corpi straziati,
luoghi del crimine e ambienti fuori tempo. Ma ovunque troverete l’insegnamento
e il contributo all’approfondimento che, ancora una volta, Ferdinando Terlizzi
ci consente di conoscere e di non farci dimenticare che “una storia se non la
racconti muore”.

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