Trumpusconi
Vedendo Trump che
gridava ai brogli e non riconosceva la vittoria di Biden, a B. è venuto in
mente qualcuno, ma senza ricordare chi. E, nel dubbio, ha inviato un articolo
al Giornale di famiglia per dire che certe cose non si fanno: “È la fine
peggiore. Noi liberali siamo un’altra cosa. Il voto va rispettato. Trump ha
minato la democrazia Usa” per “non aver riconosciuto la vittoria di Biden”.
Figurarsi la delusione di Trump, che ha copiato tutto da lui. Il quale, in 27
anni di malavita politica, non ha mai riconosciuto una sola vittoria
avversaria, gridando regolarmente ai brogli. Se i suoi fan più pittoreschi non
hanno mai invaso il Parlamento, è solo perché li stipendia lui nei suoi
giornali e tv. Invece il resto della stampa se la prende con Salvini&Meloni
(che hanno tanti difetti, ma non hanno mai negato la legittimità delle vittorie
altrui). Nel 1994 B. vince: quindi elezioni regolari. Ma un anno dopo perde le
Amministrative, ergo non vale: “La gente si è sbagliata, erano giusti gli
exit-poll che mi davano vincente” (26.4.95). Nel ’96 stravince l’Ulivo di Prodi
e lui strilla allo scippo: “Nel ’96 ci hanno tolto 1 milione e 705 mila schede”
(6.4.2000). Anzi “1 milione e 171 mila schede” (14.4.2001).
Nel 2001 rivince
lui: nessun broglio. Ma a fine legislatura è sotto nei sondaggi: cambia la
legge elettorale col Porcellum per ottenere almeno il pareggio e riattacca la
guerra preventiva. “A sinistra ci sono dei professionisti dei brogli. Ci hanno
sottratto 1 milione e 750 mila voti” (18.2.06). E invoca “gli osservatori
dell’Onu per difenderci da questi signori esperti di brogli” (6.4.06). Il 10
aprile si vota: una notte di drammatica incertezza. Anziché presidiare il
Viminale dove affluiscono i dati, il ministro forzista dell’Interno Beppe
Pisanu fa la spola con Palazzo Grazioli, mentre Marco Minniti e altri Ds vanno
e vengono dal Viminale per capire che accade. Su quella notte, si racconterà di
tutto. Di certo c’è che Pisanu dice un no di troppo e rompe per sempre con B.
L’11, finalmente, i risultati: l’Unione di Prodi ha vinto d’un soffio. B.
chiama la piazza, poi la stampa: “Tanti brogli unidirezionali ai miei danni in
tutta Italia. Ne ho parlato con Ciampi, cambieranno il risultato: schede non
conformi, somme sbagliate, dati riportati male, schede trovate in giro
evidentemente messe da parte. Ricontrollare i verbali di 60 mila sezioni”. Le
stesse parole che 15 anni dopo userà Trump. E, come le sue, senza uno straccio
di prova. Per un mese B. rimane asserragliato a Palazzo Chigi, senza sloggiare
né riconoscere la sconfitta, per impedire a Ciampi di incaricare Prodi prima
della scadenza del mandato e rinviare la nomina del nuovo premier al suo
successore.
Eogni giorno spara
cifre a caso: “1 milione di schede contestate”, “1 milione e 100 mila nulle”,
“un calo del 60% nelle bianche” … Il Viminale parla di 43.028 schede contestate
alla Camera e 39.822 al Senato. Cioè 82 mila schede in bilico, in grado di
rovesciare la nuova maggioranza. Poi Pisanu ammette un piccolo “errore
materiale”: i cervelloni del Viminale hanno sbadatamente “sommato le schede
contestate alle nulle e alle bianche”. Le contestate alla Camera non erano 43
mila, ma 2.131; e al Senato non 39 mila, ma 3.135. La “svista” ha ventuplicato
le contestazioni per Montecitorio e decuplicato quelle per Palazzo Madama. B.
però continua imperterrito a non riconoscere la sconfitta. Nemmeno quando il 19
aprile la Cassazione mette fine alla querelle e divide le schede contestate
fifty fifty tra Cdl e Unione e Prodi va al governo. B. grida all’“esecutivo
illegittimo per le elezioni taroccate” e compra senatori per rovesciarlo. E per
due anni invoca il “riconteggio delle schede” anche se è già stato fatto e gli
ha dato torto (“ci han fregato almeno un voto per ognuno dei 60 mila seggi”).
Tira anche in
ballo Pisanu: “Nel 2006 fu una notte di spogli e di brogli, i nostri tecnici ci
hanno dato le prove. A mezzanotte il ministro dell’Interno venne da me e mi
garantì la nostra vittoria con 100 mila voti in più alla Camera e 250 mila al
Senato. Poi è successo qualcosa: l’appello di Fassino ai suoi rappresentanti
nei seggi e la difficoltà nel ricevere i voti da Campania e Calabria, che dopo
tre ore erano diversi, la Campania segnò la vittoria della sinistra” (10.4.07).
“Ci hanno fregato un milione di voti” (30.8.07). Nel 2008 cade Prodi, si rivota
e B. ricomincia: “Temiamo brogli ovunque: ci giunge notizia di 150.000 schede
stampate in più in Argentina” (1.4.2008). Organizza “lezioni anti-brogli” ai
suoi e distribuisce milioni di “normografi anti-brogli” agli elettori. Poi
vince lui, dunque tutto regolare. Ma nel 2013 riecco la pippa del 2006. Stavolta
Pisanu perde la pazienza: “Non è la prima volta che il presidente Berlusconi
fornisce versioni fantasiose della notte elettorale del 2006. Ora basta. Nel
2006 nessuno delle migliaia di scrutatori e rappresentanti di lista
berlusconiani sollevò un solo reclamo od obiezione in tutta Italia. Quello
scrutinio fu assolutamente regolare, come poi confermò con voto unanime la
giunta per le elezioni del Senato” (8.1.13). Stavolta per FI è una débâcle, ma
il perchè è semplice: “I brogli della sinistra ci han portato via 1,6 milioni
di voti” (17.12.13), per l’esattezza “23 voti a sezione” (3.5.15). E lo ripete
a ogni pie’ sospinto nel 2016 e nel ‘17. Come si permette Trump di gridare ai
brogli e di non riconoscere la vittoria dell’avversario? Non è liberale né democratico,
suvvia.
Fonte: di Marco
Travaglio | 9 GENNAIO 2021/ Il Fatto Quotidiano


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